Feltrino News n. 1/2020 Ottobre

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Giovani, contagi e vita notturna di Patrizia Rapposelli

Movida FUORI CONTROLLO?

G

iovani nei guai. Le norme anti Covid-19 sembrano non riguardali. È movida fuori dalle regole e dall’inizio della pandemia i festaioli finiscono nel mirino. Infatti, la vita notturna torna ad essere al centro dell’occhio del ciclone. La polemica del divertimento irresponsabile è di vecchia data, ma tracciando un resoconto dell’estate 2020 lo stato di cose che ne emerge ha creato un polverone tra i misurati e i lascivi. Un numero importante di nuovi focolai sembra provenire da ambienti lavorativi e sanitari, ma le immagini impresse nella mente di chi ha visto, nel pubblico esercizio, nelle strade, sui social e nei report, raccontano bene come ora protagonista è l’incoscienza dei giovani in questa estate. L’epidemia è ripartita sulle gambe dei ragazzi, delle vacanze e della movida, lo conferma l’Organizzazione mondiale della sanità. I dati sono chiari. Nel primo momento di contagio l’età mediana dei positivi era di 60 anni, mentre nell’ultimo mese si è abbassata a 34 anni; il 15 per cento ha anche meno di 18 anni. Tra i 20-29 anni il 96 per cento non ha sintomi o ne ha di lievi, infine un 4 per cento riversa in condizioni severe. La voce semplice del Covid-19 che spesso si è sentita tra la gente, “è solo un problema degli anziani”, non è più convincente e l’estate sta finendo con un sentimento opposto. Naturale è stato additare i più giovani come colpevoli, ma forse sarebbe meglio parlare di concorso di colpe. Infatti, Il comportamento irresponsabile dei ragazzi è stato appoggiato dalla complicità dei locali, dei genitori e delle direttive politiche contrastanti tra loro. Emerge un non rispetto dei limiti imposti, l’idea che c’è un limite per tutto è un tema sociale antecedente al Covid-19

e anche la mancanza del senso di divieto per la nuova generazione. Lo sbandamento giovanile, come spiega il sociologo Ferrarotti, è da attribuire alla classe genitoriale; la società moderna è nota per la sua carenza di tempo formativo pedagogico e il retaggio della cultura degli anni precedenti ha fatto credere che il “vietato è vietare” corrisponda alla creatività. Ogni giorno i bersagli cambiano: generazione superficiale, esecutivo distratto, professionisti poco attenti e amministratori eccessivamente morbidi nelle riaperture. Appare chiara la decisione consapevole di far funzionare la vita notturna, coscienti che il distanziamento sociale non poteva essere gestibile per tutti i locali. Questo è un fatto. Esempio eclatante sono le discoteche. Le loro riaperture hanno creato polemiche e la loro chiusura altrettanto, così il dopo Ferragosto s’infiamma. Gli amanti della discoteca rimangono delusi, i gestori infuriati e i contagiati non mancano all’appello. Le sale da ballo rappresentano l’industria di divertimento più significativa sotto l’aspetto finanziario e ora delle polemiche di contagio; ogni anno genera, secondo una ricerca Fipe, un volume d’affari di 4 miliardi di euro, questo rappresenta il 20 per cento del

volume d’affari dell’intera economia della notte. Luogo di massima aggregazione e socialità non ha aiutato i giovani a comprendere e rispettare le norme anti Covid-19. Un noto Dj arriva a dire che il distanziamento sociale è l’opposto di quello che significa stare insieme quando si va a ballare; la regola è semplice, goditi l’attimo. Il suo consiglio. La dimensione del problema non è stata sottovalutata solo dal mondo puerile, come diversa per molti è stata la percezione del rischio da marzo ad oggi. La comunicazione è stata in questo arco di tempo discrepante da più versanti. Alla fine di questa estate resta un universo della notte sotto accusa, una poca responsabilità di più concorrenti e una fetta di nuova generazione ancora una volta poco ragionevole. Le polemiche sono molte ed emerge un quadro del rischio calcolato. Le scelte prese hanno dato respiro all’economia del divertimento, salvo poi sostenere questa posizione nel gioco vischioso della politica e degli impegni presi: aprire un po’ e poi chiudere, ma i responsabili sono molti. Vedremo come evolverà la situazione, ma ciò che è certo è che l’epidemia non si è mai fermata.

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