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L’intervista al G.I.L.F

L’intervista di Franco Zadra

Il Gruppo Interaziendale Lavoratori Feltrini (G.I.L.F.)

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si appella ai giovani per rinnovarsi

Non così anziano come Edith Piaf, Italo Svevo, o Alberto Tomba con i quali condivide la data del compleanno il 19 dicembre, ma qualche acciacco dell’età lo sta accusando il Gruppo Interaziendale Lavoratori Feltrini, nato nel 1974 allo scopo di coordinare le attività dopolavoristiche delle varie aziende del suo territorio. «Fino a dieci anni fa – dice il presidente Stefano Antonetti - il Gilf che per statuto svolge attività culturali, ricreative e sociali aperte a tutti i cittadini, era arrivato a contare circa mille soci, poi mano a mano ridottisi a la metà e con un direttivo “anziano” che avrebbe urgente necessità di un ricambio generazionale, pur continuando a fare cose eccezionali non gli si può chidere di più. Le nostre porte sono aperte a chiunque volesse realizzare un progetto di corso di qualche tipo. Bastano minimo otto iscritti e mettiamo a disposizione tutta la nostra esperienza, gli spazi d’incontro e un supporto logistico e organizzativo collaudato in quasi mezzo secolo di animazione culturale del territorio».

Il Covid poi ci ha messo del suo bloccando in pratica tutte le attività incompatibili con il distanziamento sociale, come la Mostra dell’artigianato, ridimensionata nell’ultima edizione a un piccolo concorso di forgiatura, attuato con grande sforzo organizzativo, quasi per uno scatto d’orgoglio in onore del

Museo dei ferri battuti e delle arti decorative, la Galleria d’Arte Moderna Carlo

Rizzarda che dell’illustre feltrino scomparso nel 1931 custodisce la collezione d’arte, con dipinti, sculture, oggetti d’arte decorativa, mobili e cineserie appartenute all’artista. «On line – dice Antonetti – non siamo attrezzati, e anche questo è un aspetto conseguente alla nostra “anzianità”. L’ingresso di giovani, energie fresche, idee nuove, darebbe nuova linfa a un’associazione con ancora grandi potenzialità creative e generative di opportunità culturali, e che merita riconoscenza per quanto ha dato in tutti questi anni». Nata come Circolo dopolavoristico di una grande azienda parastatale di Feltre, la Sapa che ora è diventata Idro Group, l’associazione Gilf ha nel proprio Dna di rispondere alla necessità, espressa allora da quei lavoratori, di avere un centro di ritrovo e organizzare delle attività dopolavoristiche. «Praticamente tutti i feltrini – sottolinea Antonetti – sono passati dal Gilf che fin dagli esordi si mise a organizzare corsi di tutti i tipi, divenendo anche un luogo per dare spazio a chi aveva delle professionalità da trasmettere e condividere, ma noi che siamo stati i pionieri ci troviamo ora in compagnia di una folla di proposte. Cerchiamo di rimanere sul tradizionale, ma organizziamo pure corsi di inglese, spagnolo, russo, o anche di potatura quando è il suo periodo, vedendo un po’ quelle che sono le richieste della gente. Il Gilf era diventato famoso anche per i corsi di cucina a tutti i livelli, anche per i bambini, per fare la pizza, o il pane.

Facciamo anche corsi di ginnastica per tutti, come la ginnastica presciistica, con docenti esterni, o anche la ginnastica per i più anziani con esercizi riabilitativi in un corso tenuto da un fisioterapeuta. Il Gilf è stato un punto di aggregazione formidabile dal quale è scaturita la mostra dell’artigianato città di Feltre, uno degli eventi più importanti nel palinsesto Feltrino, all’interno della quale come associazione ci occupiamo della ristorazione, sia tradizionale che veloce, con uno stand gastronomico e la nostra cucina molto attrezzata. Gli interessi dei giovani sono più verso lo sport, e infatti Feltre ha delle manifestazioni sportive importantissime, nazionali e internazionali, che vedono la partecipazione di molti giovani, ma è troppo importante portare avanti anche la realtà del Gilf, una associazione sana dal punto di vista economico come lo è stata in tutta la sua storia, e anche ora, nonostante sia da febbraio che tutti i corsi sono bloccati e le spese di gestione rimangano, abbiamo risorse sufficienti a passare anche questo momento difficile. Mancano i giovani e speriamo che da queste pagine arrivi loro l’appello a partecipare, a interessarsi al Gilf e a portare il loro contributo di idee e proposte per non lasciare che la nostra associazione vada a morire. Se hanno un sogno nel cassetto, una passione che non sanno come attuare, qualche cosa da insegnare agli altri o da imparare meglio, il Gilf fa al caso loro con una vita associativa interessante e capace di sostenere e realizzare ogni tipo di progetto. Siamo una associazione dallo spirito giovane dove i giovani non possono che trovarsi bene».

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