Speciale Natale di Chiara Paoli
l’Albero di Natale e le sue origini
“Non cercarlo nel libro delle scienze umane: l’albero di Natale è l’albero della magia.” Gianni Rodari inizia così una sua filastrocca e meglio non può introdurre la storia dell’albero di Natale. Simbolo di ogni Natale l’abete sempreverde dagli aghi di pino profumati, durante le festività dicembrine riempie le case di luci e colori; dai decori fatti a mano ai disegni dei bambini, dalle decorazioni pregiate dei cristalli a una mescolanza di tinteggi, ciò che è certo è che in ogni oggetto appeso rivive un ricordo e un pezzettino di noi.”
L
e tradizioni legate all’idea di addobbare un abete nelle case nel periodo natalizio, si dice non avere radici cristiane, in tale ottica venne decorato solo nell’VIII secolo dal missionario inglese Bonifacio. Quindi ancor prima del cristianesimo, la figura dell’albero compariva in riti e usi pagani di molte culture: simbolo della vita. Anticamente durante il 25 dicembre veniva festeggiato il sole che dal solstizio d’inverno rinasceva; infatti da quel giorno le giornate ricominciavano ad allungarsi, lasciando presagire il ritorno della primavera, una sorta di “vita nuova”. In particolare tra le culture orientali si dava importanza al culto del “Sol Invictus”, nelle cui celebrazioni i sacerdoti nei loro santuari annunciavano la nascita del Sole, in veste d’infante; tale rito arrivò sino a Roma, la quale venerava il dio Mitra e il simbolo legato alle celebrazioni del solstizio d’inverno era riposto proprio nella figura dell’albero, inteso come la rappresentazione della vita. La motivazione della scelta è da ricercare tra la popolazione celtica. I druidi, antichi sacerdoti dei Celti, notarono che gli abeti nel corso dell’inverno rimanevano sempreverdi, segno a loro dispetto di lunga vita; per tale ragione il popolo celtico, legato al culto delle forze della natura, videro in quest’albero un mezzo per celebrare “la luce” nel giorno del solstizio d’inverno, l’attuale notte di S. Lucia, ossia la nottata più lunga dell’anno. Nel loro culto diveniva così speranza di rinascita nel periodo buio e perciò un richiamare la luce attraverso la nascita del “Sole
bambino”. In quel tempo le palle colorate che oggi tanto abbelliscono il sempreverde erano rappresentate da frutti e dolci del tempo che legati ad ogni ramo simboleggiavano la nascita della vita: la primavera dopo l’inverno. Tra le popolazioni celtiche pare inoltre che durante la celebrazione del 25 dicembre si usava incendiare un abete o un pino in una sorta di rito propiziatorio nella notte invernale che cominciava a indietreggiare. L’idea del bruciare si dice avrebbe dato vita ai giorni luminosi dell’anno che stava per arrivare, mentre le ceneri venivano sistemate nei campi per propiziare i raccolti. La storia dell’origine dell’albero di Natale tra il paganesimo e il significato religioso viaggia da cultura a cultura con una connotazione positiva, il segno della vita o della luce serve a simboleggiare un qualcosa di buono. Nella tradizione cristiana si dice che l’abete abbia preso una valenza religiosa quando San Bonifacio si rivolse ai pagani: «Questo piccolo albero, un giovane figlio
della foresta, sarà il vostro sacro albero questa notte. È il legno della pace, poiché le vostre case sono costruite di abete. È il segno di una vita senza fine, poiché le sue foglie sono sempre verdi. Osservate come punta diritto verso il cielo. Che questo sia chiamato l’albero di Cristo bambino; riunitevi intorno ad esso, non nella selva, ma nelle vostre case; là si compiranno doni d’amore e riti di bontà.»
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