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Il coraggio di costruire la pace
Contro la guerra di Franco Zadra
IL CORAGGIO DI COSTRUIRE LA PACE
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«Mentre quasi tutta l’Europa è trascinata nei vortici di una funestissima guerra, ai cui pericoli, alle cui stragi, e alle cui conseguenze nessuno può pensare senza sentirsi opprimere dal dolore e dallo spavento, non possiamo non preoccuparci anche Noi e non sentirci straziare l’animo dal più acerbo dolore per la salute e per la vita di tanti cittadini e di tanti popoli che ci stanno sommamente a cuore». Scriveva così il papa Pio X, Giuseppe Melchiorre Sarto, il 2 agosto 1914 nella esortazione inviata a tutti i cattolici del mondo, Dum Europa fere omnis, pochi giorni prima di morire. Un “acerbo dolore” che senza dubbio contribuì a, o forse determinò, completare quella passione di padre della Chiesa universale che si compì il 20 agosto 1914. Ma quello che è riconoscibile come “magistero di pace” e riscontrabile nei pronunciamenti di tutti i papi e le conferenze episcopali, a cominciare dall’allocuzione del 29 aprile 1848, con la quale Pio IX ritira la preannunciata collaborazione bellica dell’esercito dello Stato Pontificio con il Regno di Sardegna contro l’Austria perché «padre di tutti i fedeli» non poteva fare guerra a un popolo cristiano, è forse tra i più inascoltati e disattesi di sempre. A dire, e ribadire oggi, che con la guerra nessuno vince, a descrivere la tragedia della guerra e del terrorismo, o, di nuovo attuale, la follia criminale delle armi nucleari, per “proteggere ogni vita” in nome del fatto evidente che “voi siete tutti fratelli”, facendosi pastore lungo un “cammino artigianale” sul quale “la fede illumina la nostra ricerca di pace”, è papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio, il primo papa giunto dalle Americhe. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, nel 1958 entra nella Compagnia di Gesù e il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote. Nel 1998 diventa arcivescovo di Buenos Aires e nel 2001 viene creato cardinale. Dal 2004 al 2008 è presidente della Conferenza episcopale argentina. Il 13 marzo 2013 viene eletto papa e sceglie il nome di Francesco. Un Magistero di pace che affonda le sue radici nel patrimonio di umanità della Chiesa e che troviamo raccolto nel volume edito da Solferino e dalla Libreria Editrice Vaticana, lo scorso mese di aprile. Un testo da meditare, scritto a partire dai numerosi interventi a tema della pace, pronunciati da papa Francesco, per accogliere nei fatti l’invito divenuto ancor più pressante e realistico in questi giorni, «La guerra è un sacrilegio, smettiamo di alimentarla!», davanti al quale davvero tutti si possono (e si dovrebbero) sentire interpellati. La realtà di oggi, è infatti descritta da papa Francesco in un modo che dovrebbe poter convincere anche i più riottosi, col suo ultimo appello alla ragionevolezza che mostra chiaramente come sia vero che «ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità. Una sconfitta di fronte alle forze del male». Un ultimo appello per accogliere le parole del Papa e ritrovare il coraggio di costruire quella pace che Cristo ci ha lasciato, e che il Mondo non sa dare, come la sola realistica dimora per l’umanità di oggi, di domani, e di sempre.