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L’Italia nella guerra civile spagnola

Le guerre d'Italia di Andrea Casna

L'ITALIA NELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

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Era il 1936. In Spagna scoppiava la guerra civile che poi portò all'instaurazione della dittatura fascista guidata dal generale Francisco Franco. Fu un conflitto, quello spagnolo, che anticipò la Seconda Guerra Mondiale perché in quella guerra si manifesteranno “in piccolo” tutti quegli elementi, culturali e militari che caratterizzeranno l'intero secondo conflitto mondiale. A quella guerra, iniziata nel 1936 e conclusasi nel 1939, parteciparono a sostengo di Francisco Franco la Germania nazista e l'Italia di Benito Mussolini. GLI ANTEFATTI. Nel 1936 a vincere le elezioni politiche fu il Partito Popolare, o fronte democratico, composto da una coalizione di sinistra, con il 47% dei voti. Dall'altra, all'opposizione, il Fronte nazionale (una colazione di conservatori), con il 46% delle preferenze. Furono le forti tensioni fra alcuni esponenti radicali del fronte popolare e nazionale a portare allo scoppio della guerra civile. Il 17 luglio del 1936 vi fu il colpo di stato da parte dei militari a danno del governo democraticamente e legittimamente eletto. Alla guida dei militari si pose subito il futuro dittatore spagnolo, Francisco Franco, il quale ottenne l'appoggio delle campagne. I grandi centri come Madrid, Barcellona, Valencia, Malaga, rimasero fedeli alla Repubblica. Il conflitto fu lungo e sanguinoso: da una parte il fronte democratico, composto da socialisti, comunisti e anarchici, sostenuto dall'Unione Sovietica; dall'altra il fronte nazionale, composto da conservatori e cattolici, sostenuto dalla Germania nazista e dall'Italia fascista. Francia e Regno Unito decisero di rimanere a guardare per non destabilizzare i delicati equilibri internazionali. Anche in questo conflitto i morti sul campo furono migliaia. Le stime attuali parlano di 175 mila morti fra le file dell'esercito repubblicano e di 110 mila caduti per l'esercito nazionale. L'INTERVENTO ITALIANO. Per l'Italia fu una crociata internazionale contro il comunismo. Ma anche una “esercitazione” per testare sul campo nuove tecnologie e nuove tecniche di attacco. L'Italia di Mussolini intervenne al fianco di Francisco Franco inviando 1800 cannoni; 3400 mitragliatrici; 157 carro armati; 213 bombardieri; 414 caccia da combattimento e 70 mila uomini, tutti volontari. Sul campo caddero circa 3 mila uomini; i feriti furono 11 mila. Nell'aviazione i volontari furono 5 mila: 175 caduti e 192 feriti. Scrisse Galeazzo Ciano, nel suo Diario, 8 febbraio 1938, riguardo al bombardamento italiano su Barcellona: «tutto il raid è durato un minuto e mezzo [...] 500 morti, 1.500 feriti. È una buona lezione per il futuro. Inutile pensare alla protezione antiaerea ed alla costruzione di rifugi: unica via di salvezza contro gli attacchi aerei è lo sgombro delle città». Dall'Italia partirono circa 3 mila volontari per combattere per l'esercito repubblicano. Erano socialisti, comunisti, anarchici e antifascisti inquadrati nella Brigata Garibaldi. Quella di Spagna fu quindi una guerra ideologica: fascisti contro antifascisti. Un copione che si ripeterà in Italia all'indomani dell'armistizio del 1943. A combattere in Spagna, nelle brigate antifasciste, per esempio, troviamo un certo Boscarin Luigi nato il 28 gennaio 1907 a Feltre. Operaio e comunista ai primi di ottobre del 1936 si arruolò nel battaglione Garibaldi e combatté nei pressi di Madrid dove fu ferito alla testa durante i combattimenti del dicembre 1936. Morirà in un ospedale a Madrid il 31 dicembre 1936. Per saperne di più sul sito https://www.antifascistispagna.it/ è possibile cercare i nomi e le biografie di chi partecipò alla Guerra civile di Spagna fra le fila dell'esercito repubblicano. Oggi sul monumento ai caduti di Feltre si trovano i nomi di chi morì proprio in quella guerra.

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