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L’Italia in controluce

L’Italia in controluce di Armando Munaò

Allarme povertà in Italia Fenomeno davvero preoccupante

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Nel nostro paese, il Covid e la pandemia globale hanno messo in evidenza le forti disparità tra i privilegiati e chi non riesce ad arrivare a fine mese, Infatti, secondo i dati diffusi dalla Caritas, nel Rapporto 2021 sulla povertà ed esclusione sociale, intitolato “Oltre l’ostacolo”, ci sono oggi oltre un milione in più di poveri assoluti rispetto al pre-pandemia 2020. Fino ad oggi la Caritas ha prestato soccorso a oltre 1,9 milioni d’italiani, una media di quasi 300 individui per ciascuno dei 6.780 servizi gestiti dallo stesso circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali (al cui interno operano circa 95mila volontari laici e più di 800 ragazzi in servizio civile). Nei centri di ascolto e servizi le persone incontrate sono state complessivamente 212mila e delle persone sostenute nell’anno di diffusione del Covid19, quasi la metà, il 44% ha fatto riferimento alla rete Caritas per la prima volta. Un aumento di circa l’8%, rispetto al primo periodo Covid, e che nello specifico riguarda gli italiani che sono stati assistiti dall’Associazione umanitaria, mentre sale al 28% circa, la quota di chi, purtroppo, vive ancora le diverse forme di povertà croniche. E in merito a questa particolare situazione preoccupano anche i cosiddetti poveri “intermittenti” (19,2%), ovvero coloro che oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno, ponendosi non di rado- evidenzia la Caritas – appena sopra la soglia di povertà e che appaiono in qualche modo in balia degli eventi, economici/occupazionali (perdita del lavoro, precariato, lavoratori nell’economia informale) e/o familiari (separazioni, divorzi, isolamento relazionale, ecc.). Tra le regioni con più alta incidenza di “nuovi poveri” troviamo la Valle d’Aosta (61%), seguita dalla Campania (57%) dal Lazio (53%) dalla Sardegna (51,5%) e dal Trentino Alto Adige con il 50,8%. E sono anche altri numeri, preoccupanti, che ci presentano una situazione che merita particolare e urgente attenzione. Sono oltre 5,6 milioni le persone che vivono in povertà assoluta pari a due milioni e più di nuclei familiari. Non solo, ma negli ultimi dodici mesi si è quantificato anche un notevole aumento a svantaggio di giovani e under 30 per un totale di oltre 1milione e 350mila minori che non hanno le risorse economiche necessarie per condurre una vita quotidiana dignitosa. Per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà sono salite al 57,7%. La crisi socio-sanitaria ha inoltre acuito le povertà già esistenti: la quota di “poveri cronici” (che frequentano cioè i circuiti Caritas da circa 5 anni) è salita dal 25,6% nel 2019 al 27,5% nel 2020, una persona su quattro. Dai dati Caritas evince anche che l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta é più alta nel Mezzogiorno (9,5%) anche se la crescita maggiore - in questi anni di pandemia - ha interessato le regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%). Tornando al rapporto che si riferisce ai nuovi poveri, per effetto della pandemia, quasi il 30% che mai si era rivolto alla Caritas, prima e durante il 2020, ha, purtroppo, dichiarato di “non farcela” e di avere ancora bisogno di aiuto in questo 2021, mentre, dato confortante, il 70% circa (oltre i due terzi), rispetto al 2020, non ha fatto più ricorso all’assistenza umanitaria. Una percentuale che lascia ben sperare che, secondo gli esperti, è principalmente dovuta alla ripartenza e al miglioramento della situazione economica italiana. Sfogliando i dati del rapporto si legge anche che l’età media delle persone che hanno usufruito dei servizi umanitari è di 46 anni e che oltre la metà di quelle che hanno chiesto aiuto al circuito Caritas (circa il 57%) ha al massimo la licenza di scuola media inferiore, percentuale che tra gli italiani sale al 65,3% e che nel Mezzogiorno arriva al 77,6%. Il 64,9% degli assistiti ha dichiarato di avere figli (percentuale che corrisponde a oltre 91.000 persone) e tra loro quasi un terzo vive con figli minori (pari a 29.903 persone).

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