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La vita e lo sport a suon di musica
Musica e vita di Gabriele Biancardi
LA VITA E LO SPORT A SUON DI MUSICA
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La musica e il cibo hanno mille proprietà. Sul secondo punto lascerei stare, so fare a malapena un toast, per cui non metto becco. Sulla musica mi permetto un ragionamento. Non è una banalità ricordare che esiste una melodia per ogni situazione, un sottofondo per una cena romantica o un'infuocata serata, brani adatti alle riflessioni. Canzoni per combattere la tristezza o per accentuare la gioia. Si sfocia anche nella cura con la musicoterapia. Insomma, la musica è il filo conduttore di tutto ciò che ci accompagna e viviamo. Solo una volta in tutta la mia vita, ho incontrato una persona che mi ha confessato di non amare e quindi non ascoltare nulla. Devo dire che è stato scioccante, mai avrei pensato che si potesse non sentire mai nulla di nessun genere. Se ogni tanto i gusti differenti hanno scatenato discussioni, anche piuttosto accese, mi permetto di sottolineare che la musica è democrazia. Il mio giudizio ha lo stesso peso di chiunque altro. Secondo me non esiste bella o brutta, tuttalpiù suonata male. Ecco questo si. Qualunque orecchio anche non allenato, percepisce suoni stonati, fuori tempo e questo procura fastidio. Conosco fior fiore di professionisti in grado di snocciolare testi di Gigi d'Alessio o Claudio Baglioni, (da molti ritenuti autori banali) e allo stesso tempo, rudi boscaioli mostrare tutta la collezione di Salomon Burke o Dizzie Gillespie. Ma se torniamo a parlare di uso della musica, voglio fare un parallelismo con lo sport. Da venti anni ho il piacere di fare lo speaker al volley provinciale di eccellenza. A1 maschile e ora anche A1 femminile. So che può sembrare irrilevante, ma ad ogni stagione, uno degli argomenti più seguiti dagli atleti e atlete è la musica per il riscaldamento. Sì, proprio quella che va a tutto volume nei 45 minuti che precedono la partita. Nella mia immaginazione, ho sempre pensato che una scaletta fatta da grandi classici del rock, Ac/Dc, Deep Purple, Living Colour e altri totem, andassero bene. Magari una spruzzatina un filino paracula con inserti di pop commerciabilissimi e sfruttati all'osso. Jump dei Van Halen, Final countdown degli Europe. Tutti noi abbiamo fatto qualche esercizio in palestra, con le cuffie a tutto volume su “gonna fly now”, brano che accompagna gli sforzi cinematografici di Rocky Balboa. Invece nel corso degli anni, i gusti si sono modificati, si sono plasmati attorno ai gusti e soprattutto all'età degli atleti. Ho visto una sorta di evoluzione e cambio di “tonalità”. Allora, pur soffrendo nell'autostima, da qualche anno faccio scegliere a loro. La tecnologia in questo senso aiuta moltissimo. Venti anni fa si andava i compact disc con un lavoro manuale piuttosto intenso. Ora arrivano loro con un cellulare e una scaletta fatta seguendo quelli che, secondo loro, sono i pezzi che possono, anzi devono, infondere carica agonistica. Ho dovuto ricredermi sullo stile, ero convinto che non si potesse scendere sono i 130 bpm, invece mi ritrovo, sopratutto con le ragazze, ad ascoltare insospettabili e reggaetton, qualche ballata trap. Gli uomini sono un pochino più basic, brani che attingono dalle classifiche pop con venature di indie. Non sono comunque convinto che valga per tutti. Mi sono accorto nel tempo che alcuni si estraniano completamente da ciò che echeggia al palatrento. Trovano o cercano la concentrazione in un silenzio interiore. Ma, da quando i Queen hanno scritto “We are the champions”, non c'è evento sportivo, dai mondali di calcio alla gara di briscola da Giggi er pataccaro, che non suoni a tutti volume! Ecco perché sono convinto che non solo la musica, ma tutta l'arte sia democrazia pura. Certo, puoi essere un musicista preparato che tecnicamente puoi spiegare le scale pentatoniche, oppure un arrangiatore che ti sa dire il perché vanno usati gli archi invece che i fiati. Ma alla fine, sei tu. Se “avrai” del già citato Baglioni è riuscito ad intaccare certe venature della tua sensibilità, puoi essere macho finché vuoi. Quando sei in macchina e parte con “avrai sorrisi...” tu muovi la testa e canti a squarciagola. Perché la bellezza è tutta qui. Nel poter immergersi in ciò che più ti emoziona.