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Papa Luciani: un Beato ladino
Protagonista della Fede di Walter Laurana
PAPA LUCIANI:
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UN BEATO LADINO
Papa Giovanni Paolo Primo, al secolo Albino Luciani: un beato ladino. Non ne sono sicuro ma dovrebbe essere l'unico ad appartenere a questa minoranza etnica che unisce la provincia di Belluno a quelle di Bolzano e Trento. Nasce infatti a Canale d'Agordo, nell'area del bellunese dove vengono allocati geograficamente e linguisticamente i ladino-veneti, il 17 ottobre del 1912. Il padre è operaio, socialista, mangia preti, già emigrante in Svizzera; la madre è cattolica molto religiosa. A 11 anni Albino entra in seminario, prima a Feltre poi a Belluno. Per cultura è molto vicino ai cugini della valle di Fassa e del SudTirolo dove si reca quasi ogni anno in pellegrinaggio al Santuario di Pietralba o Weissenstein, in ladino Santuarie de Baissiston, di Nova Ponente. Il fratello ha raccontato al periodico del Santuario l'episodio dove il futuro Papa, nella secondo metà degli anni Venti, si perse lungo i sentieri che
Protagonista della Fede
da Canale d'Agordo salgono fino a Monte San Pietro dove nel 1547 al contadino Leonardo Weissensteiner apparve la Madonna. Proprio alla Madonna Papa Luciani era devotissimo e arrivò, con grande sopresa di parte della Chiesa, ad affermare che Dio era Madre. Albino Luciani, laureatosi in teologia nel 1947, nel 1954 diventa vicario generale della diocesi di Belluno e poi vescovo di Vittorio Veneto dove acquista meriti e stima fino a diventare nel 1969 Patriarca di Venezia. Infine, nel 1978, Papa per soli 33 giorni. Chi lo ha conosciuto lo ricorda quale sacerdote coerente e ricco di fede, un uomo buono. Molte le testimonianze di fiducia e stima raccolte anche dal quotidiano Messaggero Veneto. «Una persona di grande saggezza e umiltà. Ascoltarlo era un piacere", ricordano i suoi fedeli. Felici perché il Papa del sorriso verrà proclamato beato. "Fu nostro vescovo a Sacile, dicono. e lo ricordiamo con affetto. Colpiva tutti per il suo amorevole carisma" Un fedele – racconta che il Beato Luciani lo cresimò nel 1966. Nel momento in cui Papa Francesco, un altro Papa buono, annuncia l'avvio del processo di beatificazione sono in molti gli ex ragazzi degli anni Sessanta disposti a raccontare alla stampa la loro stima ed amicizia. Luigi Gasperotto presidente della Filarmonica di Sacile confessa al Messaggero Veneto di conservare ancora, con grande affetto, l’attestato della cresima ricevuto dal vescovo Albino. Di Papa Giovanni Paolo Primo parlava spesso monsignor i Pietro Mazzarotto, morto lo scorso marzo, che per 11 anni è stato il suo autista. «Luciani, diceva, è stato un grande esempio di umiltà cristiana». Non a caso una volta eletto Papa scelse come motto la parola Humilitas. Umiltà, la virtù per la quale l'uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma d'orgoglio, di superbia, di emulazione o sopraffazione. Viene ricordato anche per la sua fermezza contro la corruzione di prelati e porporati. Per chi l'ha conosciuto Papa Luciani è un faro spirituale, un simbolo di cristianità autentica che vale al di là della brevità del suo pontificato. Molti già lo pregano da sempre come santo. Ha fatto bene Papa Francesco a farlo beato, dicono, ma lui era già santo per tutta l’umanità. Un grande uomo e, dopo che Papa Francesco ha autorizzato il riconoscimento di un miracolo grazie all'intercessione di Giovanni Paolo Primo, il processo di beatificazione va avanti.