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Accadde nel mondo
Accade nel mondo di Guido Tommasini
TAIWAN: UN' ISOLA AL CENTRO DI OPPOSTE STRATEGIE
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L'egemonia era una caratteristica dei rapporti con l'estero dell'antica Cina per la quale i paesi limitrofi e viciniori riconoscevano la supremazia dell'imperatore cinese inviando periodicamente dei tributi. Taiwan(Formosa), un'isola rientrante in quell'area era stata anticamente popolata da popolazioni austronesiane e frequentata da pirati coreani. Poi, dopo un periodo di colonizzazione spagnola, portoghese e soprattutto olandese, a partire dalla fine del Seicento s'integrò gradatamente nell'impero cinese della dinastia Qing. Fu quindi conquistata dai giapponesi nella guerra sino-giapponese del 1895, ma alla fine della seconda guerra mondiale divenne la Repubblica di Cina, che di fatto consisteva nella ricostituzione sotto forma di regime di ciò che restava del Kuomitang di Chiang Kai Shek il quale aveva ivi trovato rifugio. Le origini della Cina di oggi si possono far risalire al 1924, quando venne istituita l' Accademia militare di Whampoa su iniziativa del rivoluzionario cinese Sun Yat Sen, ma organizzata dal Comintern sovietico che inviò in Cina il comandante “Maring”. Era un' accademia per ufficiali del Kuomitang(partito nazionalista cinese) formata allo scopo di strappare il territorio ai cosiddetti – Signori della Guerra – . Nella stessa circostanza venne approvata l'alleanza dell'Unione Sovietica con il Partito Comunista Cinese. La Cina di oggi ha quindi le sue origini dentro Whampoa, perché in quell'accademia passarono, fra nazionalisti e comunisti, tutti i principali protagonisti della sua storia del secolo scorso: Chu En Lai, Lin Piao, Mao Tse Tung(come conferenziere), unitamente a Chiang Kai Shek, prima alleati, poi nemici. La Repubblica di Cina, comunemente nota come Taiwan rappresenta quindi anch'essa un residuo di quel periodo storico in quanto dopo le vittorie dei comunisti di Mao contro gli invasori giapponesi e contro il Kuomitang di Chiang Kai Shek, quest'ultimo si trasferì nel 1949 proprio in quell'isola con il suo apparato politico e molti fuggiaschi dal comunismo, fondando uno stato indipendente che poi fece anche parte del' ONU fino al 1971 quando venne estromesso e sostituito proprio dalla Repubblica Popolare Cinese. La Cina Popolare anche dopo la vittoria continentale aveva sempre mantenuto un atteggiamento da conquistatore contro quel regime. Famosa è la risposta di Chu En Lai quando nel 1949, a guerra finita, gli chiesero in una rara intervista che tipo di rapporti avessero con Formosa: “Certo che abbiamo dei rapporti. La
bombardiamo”, disse. Attualmente la Cina Popolare rivendica ancora Taiwan come parte integrante del proprio territorio, nell'ambito complessivo di 200 punti chiave fra isolette e scogli e ciò anche per il fatto che essa occupa una posizione strategica senza la quale la stessa Cina Popolare rimarrebbe confinata all'interno della cosiddetta – Prima Catena di Isole -. D'altro canto Taiwan è anche un caposaldo della strategia degli Stati Uniti in quell'area perché se l'abbandonassero, ciò si ripercuoterebbe su tutti gli altri stati come Giappone, Singapore, Corea del Sud, Filippine che stanno sotto il loro ombrello difensivo. Sarebbe una catastrofe ma non comprometterebbe la sovranità degli Stati Uniti. Al contrario secondo il politologo Deng Yuwen del China Strategic Analysis Center la rinuncia della Cina Popolare a Taiwan comprometterebbe sia la sopravvivenza del Partito Comunista sia la sua identità nazionale. La partita è aperta e come potrà finire è difficile da prevedere. Si può averne una vaga idea attraverso paragoni con situazioni similari, ma non analoghe. Un esempio potrebbe essere la vicenda delle isole dell'arcipelago Hoang Soa(Isole Paracels) che si svolse nel modo seguente: nel 1974 a guerra ancora in corso fra Repubblica Democratica del Vietnam (Hanoi ) compreso il Fronte Nazionale di Liberazione da una parte e Repubblica del Vietnam(Saigon) dall'altra, quest'ultima ormai praticamente sconfitta stava per arrendersi. Il 19 Gennaio di quell'anno, la Cina, alleata della R.D.V. Inviava allora forze navali ad aeree a conquistare il citato arcipelago da sempre vietnamita, ma che in quel momento stava ancora sotto l'autorità di Saigon. Lo scopo era quello di accaparrarsi il controllo del Mar Orientale ed anche il possesso degli enormi giacimenti petroliferi sottomarini sottostanti e questo avvenne con il tacito consenso di Washington. Bisogna premettere qui un discorso e cioè il fatto che agli inizi della guerra americana in Vietnam(1963), la stessa veniva ancora considerata una guerra indiretta contro la Cina per cui fra i due paesi c'era un'alleanza perfetta. Successivamente l'Unione Sovietica acquisì anch'essa un ruolo importante quanto ad appoggio e rifornimenti al Vietnam, tanto che nelle manifestazioni di allora a favore del Vietnam si udiva spesso declamare la seguente parola d'ordine: “Russia, Cina, unite in Indocina”, ma le cose a quel punto non stavano più così, perché alla fine le mire della Cina si erano fatte anche territoriali, tanto da permettersi un atteggiamento da grande potenza, frodando l'alleato vietnamita. Nelle isole Truong Soa (Spratly), successe la stessa cosa, con la Cina che s'impadroniva di altre isole secolarmente vietnamite. Questo per dire che, quando si presenta il momento favorevole, la Cina si è trovata già una volta pronta per fare il balzo in avanti.