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Conosciamo Castello Tesino
Castello Tesino
Il comune di Castello Tesino è il maggiore dei tre centri abitati della Valle del Tesino con le sue numerose frazioni; collocato tra i Monti Picosta e Agaro possiede le più estese superfici boschive del Trentino, dal Celado al Passo del Brocon. Sul colle di Sant’Ippolito sono presenti i resti archeologici delle popolazioni retiche che qui si erano insediate nel VI-V secolo a.C.. Attraversato in epoca romanica dalla Via Claudia Augusta Altinate, a nord dell'abitato di Castello in direzione di Pieve, rimane a testimonianza un ponte di epoca romana realizzato a secco. In epoca medievale fu sottomesso al dominio del terribile ed odiato Conte Biagio delle Castellare, che viene ricordato ogni anno nel primo giorno di Quaresima con un processo in contumacia che ricorda le sue colpe e ogni cinque anni nel periodo di carnevale con una manifestazione popolare che rievoca la sua impiccagione. I danni causati dal primo conflitto mondiale furono ingenti, il paese venne quasi interamente distrutto da un bombardamento austriaco. Tra il 1943 ed il 1945 in Tesino era attivo il Battaglione Gherlenda, gruppo di partigiani della Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" che opposero resistenza al fascismo dilagante. Fra i ricordi di questo periodo affiorano i volti di due valorose partigiane native di Castello, Ancilla Marighetto (Ora) e Clorinda Menguzzato (Veglia), morte nel fiore degli anni per mano delle SS e decorate della Medaglia d'oro al valor militare. Ben otto gli incendi che hanno distrutto quasi interamente il paese, a partire dal 1487, fino al più recente, avvenuto nel 1916; essi hanno causato la quasi totale distruzione della documentazione relativa al paese. Il borgo di Castello Tesino è caratterizzato dall’elevato numero di chiese che lo impreziosiscono, tra cui la più antica parrocchiale dedicata a San Giorgio; che porta incisa sul grande arco gotico del Presbiterio la data in numeri romani 1103. Costruita probabilmente in seguito ad un voto pronunciato in Terrasanta dai Tesini, che di rientro dalla prima Crociata, terminata nel 1099 importarono dall’Oriente il culto di San Giorgio e il Drago. La pieve distrutta per ben sette volte deve l’attuale assetto ai lavori del 1937, spiccano sulla facciata gli affreschi realizzati nel 1928 da Alcide e dal figlio Gianfranco Campestrini, La chiesetta di San Rocco sorge sul sagrato di quella principale, innalzata nel 1509 su di una precedente cappella dedicata all'Arcangelo Michele (ora cappella mortuaria), l'interno è in stile gotico. Dedicata alla Madonna delle Grazie, ma conosciuta ai paesani come Chiesa della Torricella per il suo alto campanile, l’edificio presenta un ingresso a doppia
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scalinata. Eretta nel 1603, probabilmente su una precedente costruzione, vista la data riportata nell’affresco (1521), ora trasferito su pannello che rappresentava una Madonna che veniva ritenuta miracolosa e al cui cospetto giungevano persone da ogni dove, per richiedere la grazia. Sul colle omonimo a Ovest dell’abitato sorge la chiesetta di Sant'Ippolito e Cassiano, eretta nel 1436 da un certo Donato Pelloso come testimoniato da un incisione. In stile romanico con qualche accenno al gotico è una delle rare testimonianze di architettura medioevale della zona. Pregevoli il soffitto settecentesco a cassettoni e gli affreschi quattrocenteschi che ricoprivano interamente la chiesa, riscoperti nel 1927 e restaurati a partire dagli anni '70. Tra le pitture riportate alla luce: il Cristo Pantocratore nella mandorla iridata, una mirabile Annunciazione, di cui rimane solo l'Arcangelo Gabriele, la Trinità, l'Ultima Cena, l'Elemosina di San Martino, una splendida Incoronazione della Madonna con Bambino e Angeli e raffigurazioni degli Apostoli e di Santi. Inoltre episodi delle Stimmate di San Francesco, del Battesimo di Cristo e del Cristo della Domenica;. merita particolare attenzione la serie di riquadri che narrano il "Miracolo dell'Impiccato" di San Giacomo maggiore, protettore del santuario di Santiago de Compostela. Nel 1876 viene eretta dai Coronini la chiesa dedicata a Nostra Signora del Sacro cuore di Gesù, mentre è del 1901 la chiesetta della Madonna di Caravaggio, conosciuta come chiesetta del Colle, e ancora nella frazione Roa, troviamo la chiesa della Madonna di Lourdes edificata nel 1890. Fiore all’occhiello è la grotta di Castello Tesino, cavità di natura carsica, ricca di gallerie, stalattiti e stalagminti, scoperta nel 1927 si estende per 700 m che conserva al suo interno le impronte dell’orso delle caverne vissuto nel quaternario. La natura d’intorno regna sovrana nello splendido parco La Cascatella con i suoi smisurati prati verdi ed il corso d’acqua e lo splendido Trodo dei Fiori al passo Brocon con le sue bellezze naturalistiche.
Le Tesine della Banda Folk di Castello Tesino a Shanghai al Tourism Festival
In ricordo dei nostri eroi di Graziella Menato
Ancilla, Clorinda, Don Fiore IL VALORE DELLA SCELTA
Ognuno di noi è chiamato a scegliere, sovente nel corso della propria esistenza. Le nostre scelte condizionano inevitabilmente la vita, nostra ed altrui, e di ciò siamo responsabili. Durante la seconda guerra mondiale tutti furono chiamati a fare una scelta. Chi scelse di combattere contro il nazi-fascismo (Internati Militari Italiani, Partigiani), chi scelse di affiancare il nazi-fascismo (C.S.T., spie o delatori), chi scelse di non scegliere ed aspettare che la guerra finisse. Quello che successe nel mondo in quei terribili anni di guerra si rivelò purtroppo anche nella piccola comunità di Castello Tesino. Sovente il nome di Castello Tesino è associato alla Storia, in particolare al periodo storico della Seconda Guerra Mondiale. Lo troviamo nominato in occasione di ricorrenze e commemorazioni, a livello nazionale, quando si ricordano le 19 donne italiane decorate con Medaglia d'Oro al Valor Militare e quando, annualmente, si assiste alla cerimonia in ricordo della tristemente nota strage di Sant'Anna di Stazzema, in Toscana. Vero, Castello Tesino ha dato i natali alle due più giovani Medaglie d'Oro al Valor Militare italiane, Ancilla e Clorinda ed ha dato le radici a Don Fiore Menguzzo, il giovane sacerdote castelazzo che assieme alla sua famiglia fu il primo martire di quel tragico 12 agosto 1944, sui monti della Versiglia. Storie tragiche e dolorose che si sommano alle sorti di 10 civili uccisi in valle e di 10 martiri che persero la vita nei campi di concentramento. Una lapide li ricorda accanto al monumento ai caduti ma sempre è necessario alimentare la fiaccola della memoria per far conoscere alle giovani generazioni ciò che avvenne, tra l'estate del 1944 e la primavera del 1945, affinchè non si affievolisca il significato del loro alto sacrificio. La volontà di ricordare e di conoscere il tragico destino di questo piccolo paese incastonato nella verde vallata tesina, prenderà forma anche il prossimo settembre, in occasione di un viaggio della memoria al campo di concentramento di Mauthausen, organizzato dal Centro Tesino di Cultura. Saranno partecipi tutti i giovani tesini che vorranno vivere un'esperienza culturale profondamente educativa, ripercorrendo il viaggio di altrettanti ragazzi catturati ed imprigionati nel campo di concentramento dell'alta Austria, dal quale non fecero più ritorno. MENGUZZO FIORE Medaglia d'oro al merito civile conferita dalla Presidenza della Repubblica Italiana nel 1999 Sacerdote motivazione: "Durante l'ultimo conflitto mondiale, si prodigava in aiuto di chiunque avesse bisogno, offrendo a tutti assistenza e ricovero e, quale generoso sacerdote consapevole del suo ruolo pastorale, tentava di conciliare le opposte fazioni per preservare la popolazione dai pericoli degli scontri armati. Fedele fino all'ultimo alla sua missione, subì la rappresaglia degli occupanti che lo passarono per le armi dopo averlo costretto ad assistere allo sterminio dei familiari. Splendido esempio di umana solidarietà e alto spirito di abnegazione spinti sino all'estremo sacrificio. Mulina di Stazzema (LU), 12 agosto 1944."
FIORE MENGUZZO I genitori di don Fiore sono di Castello Tesino: Antonio Menguzzo Zanolla e Amalia Menguzzato Gasparolo. Antonio esercita l'attività di arrotino e dopo il 1907 trasferisce la famiglia in Toscana. Fiore nasce a Cascina nel 1916. Diventa sacerdote e gli viene assegnata la parrocchia di Mulina di Stazzema, in provincia di Lucca. Scoppia la seconda guerra mondiale e don Fiore viene chiamato ad arruolarsi, trasferito a Bari arriverà a Durazzo, in Albania. Lì è cappellano militare ed è occupato anche in infermeria in quanto specializzato presso l’ospedale di Pisa. I giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943 viene arrestato e tradotto in un campo di concentramento