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Il costume tipico del Tesino
IL COSTUME TIPICO TESINO
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L’identità della donna tesina tra le pieghe di un vestito
Il Tesino, splendida conca posta all'estremo angolo orientale del Trentino, mantiene vivi ed originali gli usi, le tradizioni, la parlata ed il costume tipico delle donne tesine. Quest'ultimo, non trova analogie con gli altri delle regioni dell'arco alpino ed arriva ai giorni nostri con la specificità dei tessuti, dei colori e dei gioielli tutt'ora ancora unici. Traspaiono, tra le fitte pieghe del vestito tesino, le storie della gente che costruì passo dopo passo una tipologia di commercio girovago forse tra i più singolari d’Europa, che arrivò a confini inimmaginabili della Terra e condivise culture lontanissime. I gioielli, le stoffe ed i nastri, parti integranti dell’abbigliamento femminile tesino, sono infatti il risultato di una raccolta che nei secoli scorsi giunse dall’Oltralpe, fortemente caratterizzata dall’influenza Mitteleuropea; nei secoli scorsi, infatti, gli uomini tesini che rientravano in valle dopo aver camminato lunghi mesi sulle polverose strade d’Europa, erano soliti recare in dono alle loro spose oggetti di raffinata bellezza, orientati ad arricchire sempre più l’abbigliamento femminile. Fu così che in Tesino divenne usuale indossare preziose collane di granato a più fili ed orecchini in oro sapientemente lavorati a filigrana, appuntare spille e monili delle più svariate fattezze, sfoggiare variopinti nastri di raso e grembiuli di mussola di lana o di seta cangiante. In special modo la domenica, le donne solevano recarsi a messa grande e fare foggia dei tessuti e dei monili giunti dai più sconosciuti negozi dell’Austria, della Francia e della Russia. Illustri personaggi locali ed altri giunti a visitare il Tesino, riportarono aspetti e peculiarità che sono unici della nostra valle e del nostro carattere cogliendo in particolare la singolarità dell'abbigliamento tipico delle nostre donne. Fu Eugenio Prati che dipinse, nel 1888 “Nozze in Val Tesina” riportato in copertina su L'Illustrazione Popolare dello stesso anno e nel 1896 “Nozze d'oro” uno dei suoi dipinti più celebri (ora custodito a Vienna, alla Öster- reichische Galerie Belvedere), mentre Giulio Cesare Prati raffigurò il tipico abbigliamento tesino sull'opera “La cresimanda” del 1885. Troviamo riscontro inoltre con Santo Fietta Chioli, ne “Notizie storico-critiche intorno a Tesino e suoi abitanti in generale con particolare riguardo alle donne di Pieve e al loro vestiario”, stampato a Borgo nel 1878, con Carlo Gambillo ne “Il Trentino appunti e impressioni di viaggio” del 1880, con Baldassare Pellizzaro ne “Pieve Tesino e la sua Vicinia” del 1894, con Angelico Prati nel capitolo intitolato “I Tasini” contenuto ne “I Valsuganotti”, del 1923. Anche Carl von Lutterotti, etnografo bolzanino (1793-1872) manifesta grande interesse per gli aspetti della vita popolare del Tesino e nei suoi numerosi viaggi ritrae con gli acquarelli la gente che incontra, nei suoi vestiti tradizionali; nella collezione di rappresentazione dei costumi tirolesi, conservata presso il Museo Ferdinandeum di Innsbruck, il singolare abbigliamento tesino ne è largamente documentato.
Storie e tradizioni di casa nostra
Nella imponente sfilata del 1909 ad Innsbruck, ove presero parte 35.000 persone, decine di donne tesine sfilarono con orgoglio assieme agli Schuetzen, rappresentando la loro Valle, al cospetto dell'Imperatore Francesco Giuseppe. La tragicità della guerra costrinse nel 1916 anche i Tesini alla profuganza nel Regno d'Italia, le donne, varcarono forse per la prima volta la frontiera, portando appresso soltanto cinque chilogrammi ciascuna della propria quotidianità, dovendo decidere cosa portare e cosa lasciare in balìa della
guerra; indossarono così i loro vestiti l'uno sull'altro, provvedendo a murare negli avvolti di casa, in tutta fretta, il resto del guardaroba assieme ai pochi oggetti preziosi. Gli eventi non impedirono alle donne tesine di custodire gelosamente le loro tradizioni ma furono però costrette a dismettere i secolari costumi per adottare vestiti più semplici e meno vistosi, per adattarsi alle condizioni di vita durante l'esilio. Al loro ritorno trovarono i paesi distrutti, saccheggiati di ogni cosa, la guerra non aveva risparmiato nulla e tanto meno i preziosi vestiti.
Sarà verso il 1927 che il costume tesino diventerà Folklore. Lo ritroviamo all'Adunata dei costumi tipici delle Tre
Venezie dell'estate 1928 e al Corteo dei Costumi Nazionali organizzato a
Roma il 7 gennaio 1930 in occasione delle nozze del principe di Piemonte
Umberto di Savoia e di Maria Josè del
Belgio
Il pregevole volume di Gino Massano, intitolato “Grazie e splendori dei
Costumi Italiani” del gennaio 1930, ne riporta foto e descrizione. Anche
Gente Nostra, illustrazione a tiratura nazionale, nel 1929 dedica ben due copertine ad altrettante splendide tesine in costume tradizionale.
E' doveroso ricordare l’importanza dell’attività folkloristica durante il secolo scorso, sospesa solamente durante il secondo periodo bellico, che ha permesso di mantenere forti i legami alla storia e alla tradizione identitaria. Un plauso all’attuale folklore di valle, egregiamente rappresentato dai Gruppi Folkloristici di Castello e di Pieve, dalla Banda Folkloristica di Castello e dalla Schuetzenkompanie Tesino 3 Santi Heiligen, che mantengono viva l'antica tradizione delle ballate e dell’abbigliamento tipico tesino. Ancor oggi, di madre in figlia, è tramandato il corredo antico e forte è il messaggio di eleganza e fierezza, tipico delle donne tesine, differenze caratteriali che le hanno contraddistinte nei secoli, rafforzando identità e bellezza. I gioielli, in particolare i fili di granate ed i singolari orecchini in filigrana a cestello, si possono ancor oggi commissionare nell'antico laboratorio dell'orefice Renzo Mueller, che sapientemente tramanda la tradizione orafa tesina.