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Green Plant - Extralab

di Nicola e Silvia Nervo

Green Plant è un'Azienda agricola di Pieve Tesino, nata nel 2005 dalla passione per l’agricoltura di Nicola Nervo, coadiuvato dalla sorella, Silvia, che iniziano con la produzione di piccoli frutti, ma da qualche anno producono anche Canapa sativa Light per uso industriale. Una pianta dalle molteplici potenzialità, capace di interessare moltissimi altri ambiti produttivi, oltre a quello agricolo. La trasformazione della Canapa coinvolge, infatti, il settore del tessile, della bio-edilizia, delle bioplastiche, il settore alimentare e quello cosmetico. Nicola e Silvia sono impegnati il più possibile nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema, e utilizzano metodi di difesa naturale, come per esempio gli insetti utili, preferendo nutrienti di origine organica. La Canapa si presta molto bene alla coltivazione ecocompatibile, in quanto molto resistente e adattabile anche al clima di montagna. Le infiorescenze vengono prodotte per conto terzi, ma vendute anche direttamente con possibilità di consegna a domicilio. Silvia ha da poco ideato Extralab, un laboratorio di estrazione e trasformazione, per offrire un prodotto sempre più naturale e da coltivazione nota, a km 0, sfruttando l’intera pianta con il pieno controllo del processo di lavorazione, dal seme al cliente finale, confezionando l’estratto tale e quale, da utilizzare come integratore alimentare in gocce (quindi tinture, tinture madri, macerati glicerici, oleoliti) o come materia prima nella formulazione di cosmetici naturali. (P.R.)

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PIEVE TESINO

Via G. Buffa 14 - Tel. 340 5957877

Gli ambulanti tesini di Eleonora Mezzanotte

GLI AMBULANTI TESINI:

Una storia di viaggi e conquiste

“I Tesini, che con la loro attività furono diffusori di una cultura per immagini che accomunava uomini lontani che parlavano lingue diverse, crearono invisibili legami tra i popoli del mondo, si confrontarono con culture a loro sconosciute, appresero nuove lingue per comunicare e seppero adattarsi ai modi di vivere degli altri senza però perdere la propria identità. Per questi motivi essi, benché inconsapevoli del loro ruolo, appartengono alla storia culturale dell’Europa e sono, a tutti glie effetti, «cittadini del mondo»”

Ambulanti tesini a Orleans (Davide Pinato e Serafino Patata), Fotografia, 1930 ca. (Museo Per Via) (Elda Fietta) Alcuni esempi delle prime stampe realizzate dal Remondini.

Giovanni Fietta si fa ritrarre con la cassela e le stampe, Fotografia, 1880 ca (Museo Per Via)

Il negozio Daziaro di San Pietroburgo, fotografia, fine XIX secolo (Museo Per Via)

Discritione del paese di Chucagna dove chi manco lavora più guadagna, Bulino colorato a pennello, seconda metà del XVIII sec, Remondini (Bassano del Grappa) Si ringrazia la Fondazione trentina Alcide Degasperi per le fotografie e il presidente Marco Odorizzi.

Gli ambulanti tesini

Quella dei Tesini è una storia che si snoda nei secoli, fatta di trame che si intrecciano e si compongono, di uomini e famiglie, di viaggi, mete, costumi e tradizioni che rimangono solidamente protetti e trasmessi dalla gente che abita questo piccolo, ma prezioso, angolo del globo. Dapprima ambulanti stagionali con la “cassela” in spalla, si spingono verso mete sempre più ardite e lontane anche per lunghi periodi, riscuotendo, in alcuni casi, grande fortuna e fama potendo così sostituire il pesante fardello con un nobile cilindro in testa. La Valle del Tesino a causa e grazie alla sua posizione di confine, è da sempre stata zona di passaggio, il cui suolo è stato calpestato nel corso dei secoli, da genti forestiere e foriere di nuove e diverse culture, di gusti, tendenze, idee, stimoli e novità. Dapprima con i retici, di cui ci sono testimonianze archeologiche nella zona di Sant’Ippolito a Castello Tesino (dal V e IV secolo a.C. fino alla seconda metà del I secolo d.C.), i romani, che qui vi costruirono un tratto della via Claudia Augusta Altinate (prima metà del I sec. d.C.), successivamente la presenza della Serenissima e dopo ancora la dominazione asburgica che termina con la prima guerra mondiale. Niente di cui stupirsi, pertanto, se da sempre, per i Tesini, il viaggio è un’esperienza quasi ineludibile, che ne forgia e tempra gli abitanti. Circondato da monti boscosi, ma avaro di terre fertili, poiché le brevi estati non sempre permettevano la piena maturazione dei cereali, nel Tesino fu da sempre praticata la pastorizia, con il relativo fenomeno della transumanza verso le campagne incolte della pianura Padana fin verso l’Adriatico, per far godere alle pecore un clima più mite e un suolo più florido. La pratica della pastorizia cominciò ad entrare in crisi verso la metà del XVI secolo, dopo che furono imposti frequenti divieti di pascolo, in virtù dei quali molte terre vennero convertite in campagne coltivate. L’opportunità di riscatto e di rivalsa economica per i Tesini arrivò presto e la si scoprì essere molto vicina, anzi, proprio sotto i piedi, proveniente da un suolo ricco di quel “biancume”, ossia calcare compatto che racchiude noduli di silice o pietra focaia, che, se di buona qualità, era oggetto d’interesse nel mercato militare per l’accensione della polvere da sparo nelle armi da fuoco; la silice tesina si rivelò di ottima qualità. Furono proprio queste “prie fogarole” - chiamate così nel dialetto della valle – ossia pietre focaie, a introdurre i Tesini nel mondo del commercio ambulante. L’alzata d’ingegno è da attribuire ai fratelli Gallo da Castello, i quali cominciarono ad utilizzarla per preparare le pietre focaie da archibugio, attorno al 1600. I Gallo si servirono di valenti uomini della valle che si offrirono di partire per cercare fortuna e profitto. Di certo, le “prie fogarole” dovevano avere un peso non da poco; la memoria collettiva, sia essa affidabile o meno, ci tramanda di maniche imbottite e chiuse sul fondo da una legatura, dentro le quali i commercianti trasportavano le pietre. La fine di questo esercizio si colloca all’inizio del 1700, quando una grande fabbrica francese riusciva, grazie all’impiego di nuovi e moderni macchinari, a produrre pietre focaie in grandi quantità e a un prezzo Così, dopo aver battuto le pianure italiane in veste di pastori, essersi avventurati oltre le Alpi con le pietre focaie nel Seicento, una nuova merce attira l’attenzione dei Tesini, ormai avvezzi a lunghe peregrinazioni. Questa si distingueva dalle altre, era leggera da trasportare, a basso prezzo e richiedeva un po’ più d’attenzione nel maneggiarla data la sua delicatezza. Un prodotto che si rivolgeva ad una clientela inusuale: la massa, fatta di contadini, allevatori e artigiani che non poteva di certo permettersi alcunché di superfluo o non necessario. Il nuovo prodotto consisteva in fogli stampati con raffigurazioni varie, colorate ed essenziali, perlopiù a soggetto religioso, sciolti o assemblati e talvolta cuciti tra loro in maniera da formare i cosiddetti “libri da risma”. Questi venivano custoditi e portati di città in città all’interno della “cassela”, una cassetta in legno che i Tesini caricavano sulle spalle per proteggere

Gli ambulanti tesini

la merce durante il viaggio. Il fornitore di queste stampe e libretti era Giovanni Antonio Remondini, che dal 1650, aveva inaugurato a Bassano la sua attività di stampatore ed editore producendo con telai in legno e in rame, ancora un po’ rudimentali, immagini per lo più a sfondo religioso. Forse all’inizio i Tesini, attratti da quei colori vivi, da quelle figure di santi e madonne avvolti in mantelli variopinti, decisero di portare con sé, passando per Bassano e con il consenso del Remondini, assieme alle “prie” anche alcuni fogli stampati, il cui peso sicuramente non incideva nella fatica quotidiana. Forse l’iniziativa partì dal Remondini, il quale dovette essersi accorto delle valevoli doti dei Tesini nel commercio ambulante. L’impresa remondiniana si apprestò a diventare la prima e più grande stamperia della Repubblica di Venezia. In piazza Maggiore a Pieve Tesino i Remondini avevano, poi, stabilito un magazzino permanente presso il quale gli ambulanti in partenza potevano rifornirsi senza dover scendere a Bassano per approvvigionarsi. Capitava spesso che i Remondini, consci delle difficoltà nelle quali gli ambulanti potevano incorrere durante i viaggi, della possibilità che tali stampe potessero venire danneggiate, perse o rubate, si premunissero, richiedendo in pegno ai Tesini un orto o un campo, che incassavano se questi non tornavano in valle con la buona notizia di una fortunata vendita. Da qui il detto: “I Santi Remondini i se g’ha magnà i campi dei Tesini”. Il compito dei Tesini, però, non si limitò alla mediazione tra produttore e acquirente, ma si estese a comprendere la mansione di consulenza di mercato. In sostanza, i Tesini sondavano le preferenze, valutavano i gusti e la sensibilità artistica delle più svariate genti e culture, per poi comunicare alla Casa di Bassano l’impatto del prodotto nei fruitori ed eventuali modifiche da apportare per renderlo più piacevole e appetibile al gusto popolare. Per questo, ai bordi di alcune stampe remondiniane si ritrovano scritti alcuni suggerimenti per variazioni e ritocchi. Riferivano i moduli cui ci si doveva attenere, nei vari Paesi, per la raffigurazione dei personaggi biblici e dei luoghi di culto. Le stampe a tema religioso erano quelle più richieste e vendute. Ci sono poi le stampe profane, dove vengono narrati scorci di vita quotidiana con finalità morali, o che materializzano, attraverso il potere dell’immagine, le fantasie e i desideri riposti dei più umili, come nella stampa riportante la Discritione del paese di Chucagna dove “chi manco lavora più guadagna”. Vennero fondati, lungo i consueti percorsi di vendita, dei deposi stabili in punti tattici, così che venissero agevolati il rifornimento e il commercio in quelle aree. Questi depositi, dove inizialmente la merce veniva custodita e accumulata in maniera disordinata e sparsa non tardarono a trasformarsi in vere e proprie botteghe, che prendevano il nome delle compagnie di giro prima e delle famiglie che la fondarono successivamente. Essendo queste botteghe stabili - pur servendosi sempre di ambulanti tesini per smerciare le stampe altrove - la clientela alla quale si rivolgevano ora, o con la quale dovevano confrontarsi e intrattenere i rapporti era mutata. Artigiani, bottegai, facoltosi esponenti della media e alta borghesia, ricchi mercanti e gente di cultura, interpreti e portavoce di tendenze e gusti d’avanguardia, anche in fatto di arte. Pubblico nuovo, altre richieste. Le immagini devozionali dei Remondini non suscitavano di certo l’interesse di questa élite sociale, pertanto i Tesini andarono a rifornirsi presso stamperie inglesi e francesi, che meglio sapevano interpretare e tradurre i mutati gusti della gente locale. I Tesini cominciarono, quindi, ad emanciparsi dalla Casa di Bassano. Le prime testimonianze di negozi stabili pervenuteci, si trovano in un documento del 1781. Gli inizi dovettero essere modesti, ma i più fortunati e abili riuscirono ad aprire importanti e rinomati negozi nelle maggiori città europee, vendendo, accanto alle stampe, anche oggetti d’arte e d’antiquariato. Si arriverà attorno al 1830 ad una trentina di negozi tra Russia, Austria, Belgio, Germania e Francia. In quegli stessi anni, un’altra meta divenne l’America. L’attività che raggiunse i risultati di maggior prestigio e fama fu quella della ditta Daziaro in Russia e a Parigi, citati in testi da Dostoevskij e Tolstoj, diretti fornitori dello Zar di Russia.

di Fabio Franceschini

VIVI TESINO

Dopo l’enorme successo degli ultimi anni anche quest’anno in Valle verrà riproposto il programma “Vivi Tesino” per un’estate all’insegna del turismo lento e sostenibile. Progetto questo che nasce per raccontare e scoprire il Tesino attraverso i temi della sostenibilità economica, sociale ed ambientale quali elementi indispensabili per lo sviluppo del territorio. Ogni giorno della settimana per tutta la stagione estiva verranno, infatti, promosse molteplici attività all’aria aperta svolte da idonee figure professionali e rivolte principalmente a bambini e famiglie. Un modo questo senza dubbio ideale per vivere l’estate post-Covid. Tre i filoni scelti per valorizzare la Valle del Tesino: laboratori per educare i piccoli alla natura, camminate con accompagnatori di media montagna per conoscere tutti i segreti del Tesino oltre ad escursioni in mountain bike ed e-bike in compagnia di guide professioniste per viaggi su due ruote alla scoperta della natura selvaggia ed incontaminata del Lagorai (dieci percorsi per una lunghezza totale di 110 km, dai 600 m ai 2070 m di quota con tour ad anello per ogni livello di allenamento ed itinerari completamente tabellati e tracciati disponibili in gpx). Il progetto, che ha preso il via già nel mese di giugno, si compone di numerose iniziative tra cui: corsi di ginnastica all’aperto, laboratori e passeggiate a misura di bambino a cui si aggiungono le consuete visite culturali al Giardino d’Europa, le escursioni con meditazione in compagnia del monaco buddhista di Cinte Seiun oltre alle“camminate del gusto” alla scoperta dei sapori del Tesino e tante altre escursioni in montagna a piedi o in bike ed ebike. Inoltre, non mancheranno anche quest’anno le visite guidate all’Osservatorio astronomico del Celado oltre alla possibilità di esplorare le Grotte di Castello Tesino, le uniche visitabili del Trentino. Il tutto per un progetto che ha lo scopo di coordinare, arricchire e valorizzare l’outdoor per proporre al turista indimenticabili attività all’aria aperta sette giorni su sette.

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