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Padre Beato Bellesini
In ricordo di…
di Massimo Dalledonne
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Padre Beato Stefano Bellesini
Papa Pio X lo ha proclamato beato il 27 dicembre del 1904. Esattamente 64 anni dopo la sua scomparsa. Era il 2 febbraio del 1840, infatti, quando, all’età di 64 anni, moriva padre Stefano Bellesini. Esattamente 180 anni fa a Genazzano. Era nato a Trento, il 2 novembre del 1774. La mamma era di Borgo Valsugana, si chiama Maria Orsola Maichelpech. Un nome che ancora oggi viene spesso evocato in paese. Infatti, alla sua memoria, è stato dedicato l’oratorio parrocchiale.
Come si legge nel primo volume “Ausugum”, a cura di don Armando Costa, uno dei suoi padrini al fonte battesimale era il nobile Michele Gerloni. Si distinse “ancor fanciulletto per docilità e pietà. Trascorse la giovinezza sotto i vigili occhi materni e, a poco a poco, nel suo cuore si fece strada il desiderio di consacrarsi al Signore”. Ne parlò allo zio materno, padre Fulgenzio Maichelpech, ed anche il padre diede il suo consenso. Nel 1790 ricevette l’abito agostiniano nel convento di San Marco a Trento dalle mani dello stesso zio. Il suo noviziato lo fece a Bologna, presso il convento di San Giacomo Maggiore per poi, un anno dopo, venire ammesso alla professione dei voti solenni con i pieni suffragi dei Padri Capitolari. “Professando la regola degli Agostiniani – si legge ancora – cambiò il nome Luigi con quello di Stefano. Nel 1794 arriva a Roma per studiare filosofia e, quando la valanga della rivoluzione francese travolse l’Europa e l’Italia, si trovava a Bologna. La città divenne una repubblica ed i religiosi – scrive ancora don Costa – furono espulsi dai loro asili di pace ed i loro beni confiscati”. Padre Stefano Bellesini trovò riparo presso il convento di San Marco a Trento dove, scoperta la sua solida dottrina teologica, anche se non ancora sacerdote, venne incaricato di predicare”. È il 29 ottobre del 1797. In quella data venne ordinato diacono e, successivamente, il 5 novembre dello stesso anno sacerdote. La cerimonia avvenne nella Cattedrale del Duomo di Trento alla presenza del vescovo Emanuele Maria, conte di Thun. Poco dopo anche il convento San Marco di Trento venne chiuso e padre Stefano Bellesini si rifugiò a casa della madre che, nel frattempo era rimasta vedova. Assieme a lui anche padre Francesco dell’Orsola del Borgo, suo cugino. Maria Orsola Maichelpech morì, assistita dal figlio, il 26 dicembre del 1808 all’età di 70 anni. Negli anni della sua permanenza fra le mura domestiche padre Bellesini non rimase con le mani in mano, dedicandosi con entusiasmo all’istruzione dei giovani. Tanto da essere riconosciuto dall’Austria, con decreto imperiale, insigne pedagogo e nominato Ispettore Generale di tutte le scuole del Tirolo. Come scrive ancora don Armando Costa “quando seppe che negli Stati Pontifici erano stati ripristinati gli ordini religiosi, abbandonò Trento per raggiungere Roma. Qui, i suoi superiori lo accolsero a braccia aperte affidandogli l’incarico di maestro dei novizi. Qualche anno dopo venne nominato parroco nel santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano, dove esercitò fino alla fine dei suoi anni la sua missione. Qui si dedicò con premura ad aiutare i poveri, istruire gli ignoranti, soccorrere ogni genere di miserie e correggere i costumi”. Fino a quando, in parrocchia, arrivò la febbre petecchiale. Padre Stefano Bellesini contrasse il morbo e concluse la sua vita terrena il 2 febbraio del 1840 con una santa morte”.