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Michele Bettega: gli albori dell’alpinismo
Tra passato e presente
di Chiara Paoli
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Michele Bettega e gli albori dell’alpinismo in Primiero
Michele Bettega nasce a Mezzano il 19 dicembre 1853, da una famiglia di contadini. “…La sua prima occupazione fu quella di pastore…” (P.F. Zatta, “Michele Bettega, la prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero”, Cierre, pag. 42). All’età di 19 anni diviene famiglio (servo) dei fratelli Carlo e Leopoldo Ben, occupandosi del bestiame. Al loro servizio rimarrà per 20 anni, iniziando a guidare le ascese alpine con i turisti dell’Albergo Alpino di San Martino di Castrozza. Per anni praticava l’attività di guida ricevendo il solo salario da famiglio. “Nel 1873 fece la prima ascensione con due signori inglesi sulla Cima Pradidali ascendendo da San Martino e precisamente da Val di Roda e discendendo per il passo di Ball per Val Pradidali a Primiero. La seconda ascesa fu la Pala di San Martino guidando il conte Pallavicino e la terza fu cima Canali.” (P.F. Zatta, “Michele Bettega, la prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero”, Cierre, pag. 42). È don Carlo Giacomelli nelle sue Memorie a parlare di Michele, dicendolo terzo a salire sul Cimone, trovando una sua via, la più comoda, che successivamente venne praticata da tutti; su questo monte salì ben 267 volte. All’epoca in cui scrive il parroco, Michele ha 55 anni, è sano, robusto e sempre pronto a nuove ascese. Durante la sua vita da alpinista ha praticato tutte le cime delle Dolomiti di Primiero, ma anche le più difficili delle valli di Fassa e Gardena, in Tirolo e Svizzera. Per Michele non si tratta solo di un istinto naturale che lo spinge ad arrampicarsi, ma anche una sorta di riscatto dalla miseria, un modo per cambiare vita. Agli inizi Michele non possiede l’attrezzatura giusta, ma ha tutta la grinta e le capacità necessarie per affermarsi come competente guida alpina. La prima corda professionale gli venne donata da alcuni clienti inglesi. L’iscrizione di Michele Bettega alla Società degli Alpinisti Tridentini è datata 25 giugno 1881, come da “libretto di legittimazione”. “…Michele Bettega fin dalle prime ascensioni in montagna dimostrò un talento innato e uno stile del tutto particolare che bene si coniugava con la sua coraggiosa prudenza e con l’eleganza dell’arrampicare, cose che non sfuggivano all’occhio attento degli alpinisti di talento. La grande occasione che aveva cambiato la vita al Bettega si era presentata in modo del tutto casuale
Tra passato e presente
nel 1878, quando era stato ingaggiato dagli alpinisti austroungarici Alfred von Pallavicini e Julius Meurer, decisi a conquistare la pala di San Martino salendo dal versante nord.” Queste parole, tratte dal volume “Michele Bettega, la prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero”, di Paolo Francesco Zatta (Cierre 2020) ben esemplificano le qualità che lo hanno portato a divenire tra le più note personalità dell’alpinismo all’ombra delle Pale. All’età di 32 anni Michele era ormai divenuto una guida alpinistica assai nota e molto richiesta. “29 giugno 1887. Torno a raccomandare il Michele Bettega a tutti gli alpinisti che volessero tentare cime di prima forza ed ascensioni ancora sconosciute per la sua rara abilità nell’arrampicarsi e per l’istinto di orientazione nel mezzo della nebbia ed a rocce per lui sconosciute. Con esso ho asceso il 27 p.p. la vetta dell’Agner in Agordo, senza altre guide, notando che per il Michele era sconosciuta. Fiera di Primiero ut supra. G. d’Anna S.A.T.” (P.F. Zatta, “Michele Bettega, la prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero”, Cierre, pag. 137) Queste sono solo alcune delle parole di elogio e apprezzamento rivolte a Michele Bettega, che nel suo operato da guida aveva avuto modo di conoscere e accompagnare più volte nelle loro imprese personaggi illustri, spesso stranieri. Il gruppo delle “Aquile di San Martino” viene fondato nel 1881 da Michele Bettega assieme ad altre 3 talentuose guide alpine: Bortolo Zagonel, Antonio Tavernaro, Giuseppe Zecchini. “[Le] guide di S. Martino: il capo di esse Michele Bettega, il cui nome è così congiunto alla storia delle esplorazioni del gruppo delle Pale da appartenere quasi alle sue meraviglie. Si prova già piacere ad osservare la sua fisionomia ben marcata, con quell’occhio vivo e sicuro nel quale si uniscono coraggio, energia, intelligenza e amorevolezza. Egli conosce i suoi monti in ogni recondito meandro ed ha compiuto importanti salite anche in altri paesi. È un simpaticone che nel suo temperamento e nella sua vivace allegria ha ottime qualità da aggiungere a quelle incomparabili di Guida Alpina.” (P.F. Zatta, “Michele Bettega, la prima guida alpina delle Dolomiti del Primiero”, Cierre, pag. 181) La sua più grande impresa fu quella intrapresa con Beatrice Tomasson, assieme al compagno Bortolo Zagonel, che li ha visti conquistare il 1° luglio 1901 la parete sud della Marmolada. Molti ancora sono gli aneddoti raccontati in questo ampio testo di oltre 400 pagine, come i suoi servizi alla guida degli alpini durante la guerra. A 83 anni, con alle spalle una vita colma di vette altissime e di profondità, si spegne la prima aquila del Primiero.