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Quando si credeva nei vampiri

Storie d’altri tempi

di Andrea Casna

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Quando si credeva nei vampiri

Ivampiri sono solo frutto della cultura cinematografica? La risposta è no. I vampiri esistevano molto prima del cinema e molto prima della letteratura. I vampiri sono esseri mitologici che affondano le loro origini in un passato antico e arcaico. Tutte le culture del mondo, dall‘Europa all‘America, dall‘Africa all’Asia, sono ricche di racconti sui vampiri. Un tempo, quindi, si credeva nell‘esistenza di questi esseri. La scienza e la ragione, poi, hanno relegato queste figure nell‘ambito delle credenze popolari e del folklore. Ma fino alla fine del Settecento (e per gran parte dell‘Ottocento) molti gruppi sociali dell‘Europa, in modo particolare dell‘area tedesca e slava, credevano proprio nell‘esistenza di queste creature malefiche che si nutrivano del sangue degli esseri umani. A metà del Settecento iniziarono a dilagare in Europa notizie legate ad aggressioni ad opera dei vampiri. In molti villaggi dell‘Europa orientale, al tempo soggetti all‘Impero d‘Austria, vi furono delle vere e proprie cacce ai vampiri con la distruzione di cadaveri perché “sicuramente dei vampiri”. Questi rituali prevedevano la riapertura delle tombe, abitate dai presunti „vampiri“, e la messa al rogo del cadavere, oppure la sua decapitazione con il classico paletto conficcato nel cuore. Nel 1732 il London Journal, per esempio, riportava la notizia di un caso di vampirismo in un villaggio dell‘Ungheria. Le autorità locali, come si legge nell‘articolo, dopo appurate indagini, furono concordi nell‘affermare che un certo Arnold Paul era morto perché morso da un vampiro. Alcuni giorni dopo il suo funerale molte persone del villaggio affermarono di essere state morse proprio da Paul. Di fronte a questa minaccia, su consiglio del giudice locale, alcuni abitanti del villaggio riesumarono la salma (che trovarono perfettamente integra) per poi trafiggerne il cuore con un paletto. Notizie di questo tipo circolavano con una certa facilità e, a metà del Settecento, arrivarono anche alla corte dell‘Imperatrice Maria Teresa d‘Austria la quale decise di avviare un‘indagine scientifica per vederci chiaro. A capo di questa spedizione fu nominato il medico di corte Gerard van Swieten il quale concluse, dopo un periodo di studio sul campo, l‘inesistenza di queste creature. L‘imperatrice approvò quindi una legge che proibiva l‘apertura e la profanazione delle tombe e dei cadaveri: fu il primo passo che portò il vampiro ad abbandonare il mondo reale per entrare piano piano, dopo millenni, in quello del folklore. L‘archeologia nel corso degli anni ha dimostrato la credenza nei vampiri. In Polonia e in Bulgaria sono stati trovati i resti di scheletri con evidenti lesioni in prossimità del cuore, oppure, con un mattone, o un sasso, conficcato in bocca.

Anche in Italia non mancano leggende o ritrovamenti. A Venezia, sull‘isola del Lazzaretto Nuovo, infatti, in alcuni scavi archeologici condotti fra il 2006 e il 2008 furono rinvenuti resti di un donna-vampiro. Il teschio, infatti, aveva un mattone in bocca. In questo caso, erano gli anni della peste e si pensava che fossero proprio i vampiri a diffondere la tremenda malattia. E anche in Trentino non mancano racconti. A Luserna, infatti, sono numerose le leggende sui vampiri, o meglio, sulle vampire. Ritornando a Maria Teresa d‘Austria e alla sua legge contro “il vampirismo” dobbiamo dire che la credenza verso queste creature non sparì definitivamente. Per tutto l‘Ottocento, nelle aree agricole dell‘Europa, si continuò a credere nei vampiri. Ma, sempre nell‘Ottocento il vampiro entrò a far parte del panorama letterario dell‘epoca. Il primo a trasferire il vampiro nella dimensione letteraria fu John William Polidori che nel 1819 pubblicò il racconto “il Vampiro”. Anni dopo, nel 1872 lo scrittore Joseph Sheridian Le Fanu diede alle stampe “Carmilla”; un racconto vampiresco al femminile. Poi, Bram Stocker, nel 1897, pubblicò il celebre romanzo “Dracula”, un capolavoro della letteratura gotica che ispirerà molti film contribuendo definitivamente a fare del vampiro un elemento costante nella cultura popolare.

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