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Fatti e Misfatti: intellettuali e uomini di cultura?
Fatti e misfatti
di Armando Munaò
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Intellettuali e uomini di cultura? MA FATEMI IL PIACERE
Ho avuto modo di ascoltare l’incredibile dibattito radiofonico sull’emittente fiorentina “Controradio” dove, nel corso della rubrica “Bene bene male male”, tre “intellettuali”, dall’alto della loro cultura radical-chic e indubbiamente accomunati da una certa intellighenzia benpensante e forse anche da un pensiero misogino, hanno offeso e deriso l’On.le Giorgia Meloni. Secondo uno di “questi”, che l’ha insultata in maniera decisamente volgare e con termini triviali e da “bassa” osteria (e chiedo scusa alle osterie), la gravissima colpa della Meloni sarebbe stata quella di non aver appoggiato il governo Draghi e di essere, quindi, passata all’opposizione. Un attacco deprecabile e vergognoso, che, a mio modesto avviso, non trova spiegazione e giustificazione alcuna. Questi i nomi del terzetto: Giovanni Gozzini, 65 anni, professore di Scienze politiche all’Università di Siena, già direttore del Gabinetto Vieusseux, ex assessore al comune di Firenze e figlio di Mario, senatore della sinistra indipendente; Giorgio van Straten 66 anni, scrittore, ex direttore dell’istituto Gramsci Toscano, consigliere nel CdA della Biennale di Venezia, presidente dell’Agis, dell’Azienda speciale Palaexpo di Roma, membro del CdA della Rai e Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana; Raffaele Palumbo, 50 anni, conduttore e moderatore del dibattito nonché scrittore e docente di comunicazione. Ed ecco i fatti: nel corso della trasmissione del 19 febbraio scorso, Gozzini, a un certo punto, è intervenuto per commentare la posizione assunta, alla Camera dei Deputati, da Giorgia Meloni nel dibattito per la fiducia al nuovo governo Draghi. Questi, però, non ha motivato il suo dissenso alla logica politica sostenuta dalla parlamentare, oppure controbattere, civilmente ed educatamente, l’argomentare della Meloni alla non fiducia al nuovo governo. Si è lanciato, invece, in una serie di improperi e in un attacco personale com’è raro vedere e sentire. Un comportamento decisamente ingiustificabile, inqualificabile e maggiormente condannabile perchè le ”irripetibili” volgarità sono state esternate da un docente universitario il cui precipuo compito non solo è quello d’insegnare e quindi preparare, nel migliore dei modi, le future generazioni sociali e politiche, ma soprattutto essere per gli studenti un punto di riferimento e buon esempio di moralità e civiltà. Così non è stato e anche per questo gli è stata comminata una “sospensione immediata” dall’insegnamento per tre mesi (senza stipendio) in attesa del “processo interno” e di una eventuale e ancora più grave sanzione disciplinare, come ha precisato il rettore dell’Università di Siena, Francesco Frati, condannando pubblicamente, l’inaccettabile aggressione verbale subita da Giorgia Meloni: “Gli attacchi volgari e sessisti a lei rivolti – ha sottolineato il rettore -
Giorgia Meloni - Quirinale
pongono a noi tutti una seria riflessione su quanto questi comportamenti, rivolti quasi sempre alle donne, siano gravi, inaccettabili e da stigmatizzare senza riserve. E noi abbiamo la necessità di difendere l’onore dell’Ateneo e far sì che l’Università di Siena, a sua volta vittima delle dichiarazioni del professore, sia difesa nella sua dignità”. Questo il dibattito (da me registrato), del tre contro una, con un discutere “dagli altissimi contenuti culturali, civili, morali ed educativi ” (sich sich sich): “….c’è il mal di miserere…il mal di miserere m’è preso quando ho sentito quell’ortolana, con tutto il rispetto della categoria, della Meloni, questa pesciaiola, e mi dispiace d’offendere i negozianti, ha esordito Gozzini,… non posso vedere in Parlamento gente
simile, cioè di una ignoranza di tale livello...che non ha mai letto con ogni evidenza un libro in vita sua e che poi possa, questa gente, rivolgersi, da pari a pari, a uno come Mario Draghi…”. A quel punto Palumbo era intervenuto per dire:”onore agli ortolani
e ai pesciaioli, scusatemi, che non
c’entrano niente”. E l’altro ospite, Giorgio van Straten, sottolineando di essere d’accordo con la precisazione di Palumbo, diceva a Gozzini…e allora non dire pesciaiola. E quest’ultimo:” e allora cosa devo dire, datemi dei termini, una rana dalla bocca larga, vacca, scrofa...cosa devo dire per stigmatizzare il livello d’ignoranza e di presunzione”. E Van Straten a quel punto:”peracottara…ti va bene?” e Gozzini:”peracottara...forse”. Il “nostro” poi, non contento delle vergognose offese proferite a Giorgia Meloni, si è anche esibito in una incredibile disquisizione politico-filosofica per spiegare, secondo lui, il vero concetto e significato di “democrazia”. “Io contesto il fatto, ha detto, che la democrazia sia uno vale uno. La democrazia è prima di tutto una scuola e un esercizio. Un secolo fa gli operai si leggevano la roba e diventavano comunisti per questa ragione. C’era una identificazione comunismo=democrazia=comunismo”. Quindi, per il Gozzini, si è democratici solo se si è comunisti. “E allora, la gente come la Meloni, ha poi continuato, se finisce in parlamento nella sua ignoranza e nella sua presunzione, c’è qualcosa che va. Questo concetto riduttivo, che la democrazia è dare la libertà di parola a tutti va confutato perché non è vero”. Per la cronaca il “docente” non è nuovo a queste uscite perché le volgarità dette nei confronti della Meloni, hanno fatto tornare alla mente, secondo quanto riportato dalla stampa, un episodio di tanti anni fa. Era il 2008 e sempre dalla stessa emittente il professore, che all’epoca era assessore alla Cultura a Firenze, indirizzò ai fratelli Diego e Andrea Della Valle, allora presidenti della Fiorentina, un
Fatti e misfatti
commento volgare lontano dai toni dell’eleganza e dalla buona educazione: li invitò testualmente a trasformare il loro progetto per un nuovo stadio in “un rotolino” e poi a “ficcarselo su per la tromba del cosiddetto”. Anche quella volta Gozzini chiese scusa, ma a nulla è servito e infatti dovette rassegnare le dimissioni dalla giunta guidata da Leonardo Domenici. Da sottolineare che la politica compatta, con in testa il Presidente Mattarella, ha voluto esprimere solidarietà alla leader di Fratelli d’Italia, eccezione per pochissime voci “scordate” e stonate che hanno inspiegabilmente dissentito dalla presa di posizione contro il professore che ha apostrofato Giorgia Meloni con epiteti rivoltanti.
Giovanni Gozzini - da Libero Quotidiano
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