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Frida Kahlo, la forza del colore

Il personaggio

di Chiara Paoli

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Frida Kahlo

la forza del colore

In questo mese di marzo, dedicato alle donne, vorrei raccontarvi la storia di Frida Kahlo, pittrice messicana la cui vita è stata costellata da problemi di salute e grandi delusioni, ma la cui grinta l’ha spinta a guardare sempre avanti, affrontando le difficoltà senza abbattersi. Visto il periodo, credo che questo esempio di resilienza possa ispirare altre persone a cercare di superare gli ostacoli che si presentano sul cammino della nostra vita, rendendolo movimentato. Magdalena Carmen Frieda Kahlo y Calderón nacque il 6 luglio del 1907 a Coyoacán in Messico, figlia di Wilhelm, tedesco emigrato in Messico. Suo padre, dopo aver svolto diversi lavori, aprì un proprio studio fotografico, operando per il governo per documentare monumenti, chiese, architetture, strade e industrie. Per molto tempo si è ritenuto che Frida si fosse ammalata di poliomielite all’età di 6 anni, altri ritengono oggi si sia trattato di un’altra patologia e cioè di spina bifida occulta. Rimane il fatto che gamba e piede destro rimasero più esili, da cui ne conseguì un’andatura claudicante; questa deformità la portò ad essere soprannominata “Frida gamba di legno”. Ma lei non si è abbattuta e anzi, per dimostrare di essere come tutti gli altri iniziò ad essere spericolata e ribelle, sempre pronta ad arrampicarsi sugli alberi e a praticare sport; spesso indossava pantaloni e abiti maschili, alternati alle lunghe e colorate gonne messicane che coprivano la sua “diversità”. Frequentò il liceo, nel 1922 si iscrisse alla Escuela Nacional Preparatoria di Città del Messico per diventare medico, in quel periodo fece parte del gruppo studentesco dei “Los Cachuchas”, che appoggiavano le idee socialiste-nazionaliste di José Vasconcelos. A 18 anni la sua vita cambiò: il 17 settembre 1925, stava viaggiando con il suo ragazzo, Alejandro Gomez, su un autobus che andò a finire contro un tram; lui morì mentre lei rimase gravemente ferita nell’incidente; numerose furono le fratture riportate, la colonna vertebrale si spezzò in tre punti e perse la possibilità di divenire un giorno madre. Dovette affrontare ben 32 operazioni chirurgiche ed è stata costretta a letto per diversi mesi con il busto di gesso. In questo periodo di immobilità, iniziò a dedicarsi quotidianamente alla pittura dipingendo soprattutto autoritratti, grazie all’uso di uno specchio.

Frida Kahlo Autoritratto con collana di spine - da Artesplorando

Il personaggio

Lei stessa disse: “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio.” Dopo circa due anni ricominciò a camminare e tornò attiva anche politicamente, iscrivendosi nel 1928 al Partito Comunista. In questo periodo conosce il famoso muralista Diego Rivera, che aveva già visto nel 1922 sulle impalcature della Scuola Nazionale Preparatoria, Frida lo andò a cercare per mostragli i suoi lavori e avere così una sua considerazione in merito. Ed è così che tra i due ha inizio una relazione, che li condusse ben presto al matrimonio, il terzo per Diego, nonostante i 20 anni abbondanti di differenza. Frida seguì Diego negli Stati Uniti per le sue commesse artistiche e quindi a New York, dove scoprì di essere in dolce attesa. A gravidanza avanzata avrà il primo aborto spontaneo, il suo gracile fisico non riusciva a reggere una gestazione. Sconvolta Frida ritorna in Messico con il compagno, il cui lavoro era stato aspramente criticato, annullando le commesse U.S.A. La coppia decise di vivere in case separate unite da un ponte, così che ognuno potesse avere i propri spazi “artistici”. Nel 1936 la coppia sostenne la richiesta di asilo politico di Lev Trockij, concessa l’anno successivo, ma che li vede espulsi dal Partito Comunista Messicano. Dal 1938 la sua attività pittorica si intensificò notevolmente e i suoi quadri divennero “racconti” della sua interiorità e rappresentazioni delle origini e delle tradizioni messicane; è l’anno dell’esposizione newyorkese. L’anno seguente andò a Parigi, dove le venne dedicata una mostra. Qui frequentò gli artisti surrealisti, come Salvador Dalì, traendone spunto per alcune opere, ma ritenendosi sempre al di fuori di questo movimento: “Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni.” La loro storia d’amore fu costellata di tradimenti continui e giunse al tracollo nel 1939, quando Frida scoprì il marito a letto con la sorella Cristina. L’anno seguente, nonostante tutto i due si sposano nuovamente a San Francisco. Frida, d’altronde, lo ripagò con la stessa moneta, intrecciando a sua volta alcune relazioni con personaggi di spicco come il rivoluzionario russo Lev Trotsky, il poeta francese André Breton e la fotografa Tina Modotti. Gli anni ’40 furono costellati dal successo e le sue opere vennero esibite in moltissime mostre collettive messicane. Nel 1943 divenne insegnante nella nuova scuola d’arte della pedagogia popolare e liberale: l’Esmeralda, ma ben presto la sua salute la costringe a tenere le lezioni nella sua casa o per meglio dire in strada, dove si poteva fissare la vita. Nel 1950 subì sette interventi alla colonna vertebrale e passò ben 9 mesi in ospedale. I dolori la affliggevano continuamente e dipende dagli antidolorifici. Nel 1953 venne allestita la sua prima personale a Città del Messico, dove presenziò stesa in un letto, visto che le era stato proibito di alzarsi. Nell’agosto dello stesso anno, le fu amputata la gamba destra sino al ginocchio a causa di un’infezione in cancrena. L’anno successivo fu colta da polmonite, ma continua a lottare per quello in cui crede, partecipando alla manifestazione contro l’intervento statunitense in Guatemala. Morì per embolia polmonare il 13 luglio, all’età di 47 anni nella sua amata Casa Azul, oggi sede museale a lei dedicata, visitata ogni anno da migliaia di persone. A lei sono dedicate diverse biografie e il film interpretato da Salma Hayek, molte le esposizioni a lei dedicate anche in Italia dopo il 2000, una delle quali attualmente aperta presso la sede della Fabbrica del Vapore a Milano, che è stata prorogata sino al 21 maggio prossimo. Il grande merito di questa artista è quello di aver messo in mostra attraverso le sue opere tutto il suo dolore, le angosce e le preoccupazioni, che rispecchiano quelle di molte altre donne.

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