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La licantropia e il lupo mannaro

Tra storia e folklore

La licantropia e il LUPO MANNARO

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Il lupo mannaro è solo fantasia cinematografica o, come nel caso del vampiro, anche questa creatura ha origini antiche? La risposta a questa domanda è sì, ha origine nel folklore. In Francia, fra il XVI e il XVII secolo non sono mancati, nel contesto della caccia alle streghe, anche processi contro i licantropi: erano uomini che, accusati di tramutarsi in lupi, furono condannati alla pena capitale. Ma andiamo per ordine.

Secondo le varie leggende il lupo mannaro sarebbe un essere umano condannato a trasformarsi in una bestia feroce a ogni plenilunio. Oggi siamo abituati, sempre grazie alla letteratura o al cinema, alla figura del lupo. Ma in molte culture l’animale in cui si trasforma l’uomo è l’orso o il gatto selvatico. Le origini di questo mito sono molto antiche, risalgono sin dall’età del bronzo. In tutte le culture del mondo antico si trovano leggende o racconti legati all’uomo lupo. Le leggende e le storie si moltiplicarono in tutta Europa a partire dal Medioevo, arrivando a raggiungere l’apice fino al XVIII secolo. A partire dal Settecento - il secolo dei Lumi - si inizierà a sconfessare la loro esistenza (come nel caso dei Vampiri). Nonostante il processo avviato dall’Illuminismo, il licantropo rimarrà forte e vivo nel folclore e nella cultura popolare. Anche nell’Italia contemporanea non sono mancati casi di licantropia. Fra le storie che circolano nella rete troviamo quella di Iolanda Pascucci “La lupa di Posillipo”, nata nel 1921 che, alcuni anni dopo il suo matrimonio, fu rinchiusa nell’Ospedale degli Incurabili perché trovata in preda ad una forte crisi di “mal di luna”. Ma per i casi interessanti, con tanto di processo, dobbiamo fare un salto indietro di 500 anni e andare in Francia a Dôle. Correva l’anno 1572 e un certo Gilles Garnier era stato arrestato e poi processato perché accusato di essersi mutato in lupo e di aver rapito nei boschi una bambina di 10 anni per ucciderla e mangiarla. In poche parole Garnier era accusato di essere un lupo mannaro. Secondo i testimoni, nel novembre del 1572, Garnier avrebbe rapito una seconda bambina, che strangolò ma che non riuscì a mangiare a causa dell’intervento di alcune persone che lo obbligarono a fuggire nel bosco. Sempre secondo l’accusa, ci sarebbe stato un terzo rapimento a metà novembre del 1572: in questo caso Garnier sarebbe riuscito a cibarsi della sventurata. Ma fu catturato, in forma umana, durante il suo quarto e ultimo rapimento proprio mentre stava sopra il corpo di un bambino. Quello di Garnier fu un processo per stregoneria. Per l’accusa Garnier (che non era altro che un eremita che viveva nei boschi) avrebbe ottenuto il potere di mutarsi in lupo a seguito di un patto fatto con il Diavolo. Garnier, quindi, colpevole di stregoneria fu condannato al rogo. Non fu l’unico caso. Anche nel 1521, nei pressi di Poligny, Pierre Burgot e Michel Verdun furono arrestati con l’accusa di licantropia. Nel 1584, durante una caccia alle streghe in Borgogna, il giudice inquisitore aveva “scovato” fra gli imputati ben quattro licantropi. Interessante fu il caso di Peter Stubbe (considerato il primo serial killer della storia), a Bleburg in Germania, condannato a morte nel 1589 con l’accusa di licantropia. Stubbe si macchiò di numerosi delitti: uccideva le sue vittime con morsi alla gola per poi berne il sangue. Durante il processo disse di aver ricevuto dal Diavolo una cintura con la quale poteva trasformasi in un lupo mannaro. Agli inizi del Seicento, in Francia, un certo Jean Greiner, fu catturato e arrestato sempre con l’accusa di licantropia. Nel 1610, al termine del processo, Greiner non fu mandato al rogo ma semplicemente rinchiuso in un convento perché psicolabile. Fu uno dei primi passi che portarono, nel corso del tempo, a vedere nella licantropia, non un patto con il Diavolo, ma una sorta di disagio mentale, lasciando la figura dell’uomo lupo al solo contesto del folklore e della superstizione.

di Andrea Casna

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