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Focus su Intercarne Italia
EFA News ha intervistato il presidente dell’Organizzazione Interprofessionale Alessandro De Rocco per saperne di più
INTERCARNE ITALIA è l’unica organizzazione interprofessionale delle carni riconosciuta dal MIPAAF. L’ente ha un comitato accademico, che si è ora arricchito della partecipazione del PROF. GIUSEPPE PULINA, ordinario dell’Università di Sassari e presidente di Carni Sostenibili. Le organizzazioni interprofessionali sono favorite dalla legislazione europea e possono svolgere un ruolo strategico nello sviluppo dell’attività agroindustriali in tutte le fi liere, ma sono praticamente sconosciute al grande pubblico. EFA News ha intervistato il presidente di Intercarne Italia Alessandro De Rocco, per approfondire natura e attività dell’organizzazione. Di seguito trovate le sue risposte.
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Dott. De Rocco, Intercarneitalia è l’unica OI delle carni bovine riconosciuta dal MIPAAF: ci può illustrare l’importanza di queste organizzazioni, incoraggiate dall’Unione Europea?
«L’Unione Europea, in materia di regolamentazione strutturale dell’agricoltura, ha fornito numerosi strumenti a livello normativo che, purtroppo, molto spesso non vengono utilizzati o rimangono sulla “carta”. Quello più importante, che coinvolge le fi liere produttive, è il Regolamento 1308/2013, che ha aggiornato il riconoscimento delle organizzazioni interprofessionali, se costituite da rappresentanti delle attività economiche connesse alla produzione e ad almeno una delle fasi della catena di approvvigionamento, ovvero, trasformazione o commercio, compresa la distribuzione. I “cugini” francesi sono stati i primi ad utilizzare questo genere di strutture: infatti, già nel 1979 fondarono Interbev, oggi diventata la prima interprofessione europea,
OI Intercarneitalia è uno dei tre pilastri del Piano Carni Bovine Nazionale redatto dall’AOP Italia Zootecnica. Avrà due ruoli: applicare l’erga omnes per poter disporre di fi nanziamenti a sostegno di progetti a favore della zootecnia e far dialogare l’intera fi liera. E poi, la missione più importante, in fase di costruzione: far riconoscere col marchio ombrello “Consorzio Sigillo Italiano” la carne prodotta dagli allevatori e comunicarla ai consumatori
con un bilancio di oltre 40 milioni di euro, interamente versati dagli associati con le regole dell’erga omnes (prelievo alla fonte di quote stabilite), utilizzati per promuovere il loro sistema di allevamento (4,3 milioni di vacche nutrici) in tutto il mondo. Questo dato, da solo, fa capire la “potenza di fuoco” che una interprofessione può dare ad un settore, se poi i denari vengono spesi bene! In Italia ci stiamo arrivando, molto lentamente, ma con una strutturazione unica a livello europeo, grazie alla collaborazione instaurata con i tecnici del Ministero dell’Agricoltura, che ha portato alla nascita dell’OI Intercarneitalia nel 2017. L’organizzazione ha ottenuto il riconoscimento ministeriale il 12 dicembre 2019, pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale il 3 gennaio 2020».
Qual è questa strutturazione che rende unica l’OI Intercarneitalia in Europa? «Sono i tre i livelli dell’organizzazione. Il primo distingue tre tipologie di prodotto in Vitello a carne bianca, Vitellone/Bovino adulto, Vacche a fi ne carriera, per far partecipare attivamente gli allevatori di tre sistemi diversi di allevamento, alle scelte progettuali da cantierare. Il secondo livello consiste nella costituzione di tre Comitati di Prodotto distinti e autonomi, ovvero produzione, trasformazione, distribuzione. In modo democratico e obbligatoriamente con l’intesa di tutti i comitati viene deciso quali progetti fi nanziare con le risorse fi nanziarie di cui potremo disporre una volta ottenuto l’erga omnes. Il terzo livello, l’istituzione del Collegio di Vigilanza delle Organizzazioni Sindacali ed i Comitati consultivi degli Accademici e dei Consumatori.
Parliamoci chiaro, la gestione dei progetti dell’interprofessione va fatta dalle rappresentanze economiche (Organizzazioni Produttori, Associazioni Produttori, Consorzi di Produttori), mentre alle organizzazioni sindacali spetta il compito di vigilanza, soprattutto sulle delibere più importanti, legate a regole stringenti (erga omnes), per la loro valutazione».
Chi fa parte del Collegio di Vigilanza? «Ad oggi ha dato l’adesione unicamente la COLDIRETTI nazionale, poiché le altre centrali sindacali sono impegnate a fare la “guerra” a questa neonata OI Intercarneitalia».
Scusi, chi e perché vi ostacola?
«La vicenda ha dell’incredibile. Ottenuto il riconoscimento ai primi di gennaio del 2020, dopo neanche 20 giorni è arrivato dal TAR del Lazio l’avviso di un ricorso dell’associazione OICB contro il MIPAAF e OI Intercarneitalia, che chiedeva l’annullamento di tale riconoscimento. Ricorso fatto da UNICEB, CONFAGRICOLTURA, CIA,
COPAGRI, ASSOGRASSI e ASSALZOO, una compagine che vede addirittura coinvolte due associazioni trasversali al mondo allevatoriale e della macellazione, ASSALZOO e ASSOGRASSI, che nulla centrano coi dettami del Regolamento 1308/2013 e della Legge nazionale 91/2015 di riconoscimento delle OI. Il tutto con lo sconcerto degli allevatori di bovini da carne italiani, visto che sin dalla nascita OI Intercarneitalia aveva aperto a tutti la possibilità di partecipare». Avete costituito anche il Comitato Consultivo degli Accademici che annovera tra gli altri anche il presidente di Carni Sostenibili, il prof. Giuseppe Pulina. Ci spieghi il ruolo di questo Comitato.
«I membri del Comitato saranno coinvolti nei progetti che l’interprofessione metterà in campo per rilanciare la zootecnia bovina da carne. Ognuno potrà esprimere pareri e suggerire progetti che, se condivisi dagli organi, saranno cantierati per promuovere e valorizzare il sistema di allevamento italiano e la carne bovina.
Ad oggi, oltre al prof. Pulina, fanno parte del Comitato: il prof.
BARTOLOMEO BIOLATTI (Università Milano), il prof. VASCO BOATTO (Università di Padova), la dott.ssa SUSANNA BRAMANTE (Nutrizionista), il prof. ALBERTO BRUGIAPAGLIA (Università di Torino), il prof. GIORGIO CALABRESE (Medico Nutrizionista), il prof. LUCA MARIA CHIESA (Università di Milano), il prof. VINCENZO CHIOFALO (Università di Messina), il prof. GIULIO COZZI (Università di Perugia), il prof. ANGELO FRASCARELLI (Università di Perugia), il prof. CORRADO GIACOMINI (Università di Pisa), la prof.ssa FLAVIANA GOTTARDO (Università di Padova), il dott. KEES DE ROEST (Ricercatore Crpa), il dott. ROBERTO LAI (Università di Sassari), il dott. GIACOMO PIRLO (ricercatore Cra), il prof. ANTONIO SCALA (Università di Sassari), la dott. ssa ELIANA SCHIAVON (IZS), il prof.
CARLO ANGELO SGOIFO ROSSI (Università di Milano), il prof. SAMUELE TRESTINI (Università di Padova) e il prof. FULVIO URSINI (Università di Padova)».
In sintesi, qual è la missione di Intercarneitalia e quale contributo può portare allo sviluppo del settore bovino in Italia? «OI Intercarneitalia è uno dei tre pilastri del Piano Carni Bovine Nazionale, redatto dall’AOP Italia Zootecnica (Associazione di Organizzazioni Produttori riconosciuta dal MIPAAF) ed avrà due ruoli: applicare l’erga omnes per poter disporre di fi nanziamenti a sostegno di progetti a favore della zootecnia, che saranno di volta in volta deliberati dagli organi, e far
dialogare l’intera fi liera. E poi, la missione più importante, in fase di costruzione, è di far riconoscere con il marchio ombrello “Consorzio Sigillo Italiano” la carne prodotta dagli allevatori e comunicarla ai consumatori che così potranno districarsi tra etichette anonime che pongono sullo stesso piano le nostre produzioni con quelle estere che rappresentano il 48% della carne in commercio in Italia».
Un’ultima cosa: l’allevamento oggi è al centro di svariati attacchi, soprattutto per i presunti impatti ambientali. Cosa rispondete?
«Appunto, l’OI ha come obiettivo primario comunicare di più le importanti valenze del nostro settore divulgando in maniera forte e determinate i dati che dimostrano l’esatto contrario di ricerche fi nanziate da multinazionali, che hanno l’obiettivo di spostare l’attenzione del legislatore contro il nostro comparto. In sostanza, dobbiamo sostenere e rafforzare l’azione di Carni Sostenibili e concordare con le altre Interprofessioni europee progetti di ricerca importanti come quello in corso “Life Beef Carbon”. Dai dati in nostro possesso gli allevamenti pesano solo il 5,2% in tema di emissioni di gas-serra per produrre cibo per gli umani. Dico agli ambientalisti: vogliamo parlare del restante 94,8%?». Fonte: EFA News European Food Agency
OI Intercarneitalia
Via I Maggio 7 35020 Legnaro (PD) Telefono: 049 8830675 Web: intercarneitalia.it
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