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Memento Addio a Fortunato Tirelli, storico dirigente AIA
Addio a Fortunato Tirelli, storico dirigente AIA
Un grande comunicatore, da sempre attento alle potenzialità dell’apporto dei giovani nell’attività di allevamento e anche agli aspetti culturali del mondo allevatoriale
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Si è spento a Roma lo scorso 18 febbraio, all’età di 92 anni, FORTUNATO TIRELLI, storico dirigente dell’Associazione Italiana Allevatori, di cui fu segretario generale dal 1972 al 1986 e, successivamente, direttore generale fi no al dicembre 1994. Mantovano, di Suzzara, Tirelli viene dal mondo professionale agricolo, con la COLDIRETTI, nelle fi le della quale fu tra i protagonisti della nascita e dello sviluppo dei Club “3P”, esperienza innovativa per l’epoca che era rivolta al più largo coinvolgimento dei giovani in agricoltura.
L’attenzione al mondo giovanile e a quello della comunicazione sono sempre andati di pari passo nel cammino di Tirelli, che, oltre ad essere giornalista pubblicista — suoi numerosi e incisivi interventi sulla stampa quotidiana e di settore — ha arricchito il suo lavoro con la pubblicazione di diversi volumi tematici, tra i quali uno appunto dedicato all’esperienza “3P” (“Giovani e progresso agricolo”) e a temi zootecnici generali (“La zootecnia italiana negli anni ‘90”).
Tra le realizzazioni in ambito AIA, si ricordano ad esempio le consulte intersettoriali latte e carne, quella interprofessionale per la gestione dei fondi comunitari per la pubblicità dei prodotti lattierocaseari, la costituzione di consorzi di valorizzazione delle carni (fu anche presidente del Consorzio Carni Bovine Doc di Mantova), il Piano Ipofecondità, lo stoccaggio delle carni bovine e la formazione dei valutatori, oltreché dei direttori delle Associazioni Allevatori.
La continua collaborazione coi Ministeri dell’Agricoltura in primis (per il quale Tirelli si batté fermamente per evitarne l’abrogazione chiesta per referendum) e con quello della Sanità portò alla istituzione degli Uffi ci tecnici sanitari (UTS). Grande attenzione fu posta in quegli anni ai temi della promozione all’estero della nostra zootecnia e agli studi di settore, questi ultimi attraverso la collaborazione con Università e centri di ricerca. «Con Tirelli se va un pezzo importante della nostra storia» hanno sottolineato il presidente e il direttore generale di AIA ROBERTO
NOCENTINI e MAURO DONDA. «Anche a nome degli organi sociali e del Sistema allevatoriale esprimiamo ai familiari tutti i sensi del nostro più vivo cordoglio, ricordando non solo le innegabili capacità professionali di Fortunato Tirelli ma anche le sue grandi doti umane, il rispetto per il lavoro altrui e l’affetto verso i collaboratori. Tirelli è stato un grande comunicatore, ne sono testimonianza i suoi interventi sui media dell’epoca all’interno dei quali, oltre a sottolineare l’importanza della zootecnia per l’economia generale del Paese, non trascurava le potenzialità dell’apporto dei giovani nell’attività di allevamento, intuendone il ruolo multifunzionale e di propensione alle novità. Era anche attento agli aspetti culturali legati al mondo allevatoriale, accogliendo con entusiasmo la valorizzazione a livello nazionale della festività del Santo Patrono, Sant’Antonio Abate» (fonte: AIA, Associazione Italiana Allevatori, www.aia.it). Anche la Redazione di Eurocarni ricorda con aff etto e gratitudine Fortunato Tirelli, che dagli anni ‘80 fi no a fi ne 2016 raccontò con passione e dedizione, attraverso le pagine della rivista, l’evoluzione del mondo agricolo e zootecnico.
MOCA, l’UE ipotizza nuove regole
A distanza di anni dalla sua introduzione, la legislazione comunitaria sui materiali a contatto con gli alimenti potrebbe subire delle modifi che. La Commissione europea sta infatti portando avanti sul tema la procedura di valutazione di impatto sulla revisione delle norme
di Sebastiano Corona
Èun argomento, quello dei MOCA, fortemente dibattuto, anche alla luce degli infi niti ambiti di intervento a cui si estende. La materia non riguarda infatti tanto o solo coloro che producono e vendono cibo e bevande, ma anche chi produce macchinari, packaging, attrezzatura utilizzata in campo alimentare per la trasformazione, la manipolazione o il confezionamento.
Le valutazioni d’impatto della Commissione europea mirano a informare i cittadini e le parti interessate sui piani della Commissione e ottenere un feedback sull’iniziativa prevista. In questo caso, ha lo scopo di fare il punto sulla sua applicazione, ipotizzando possibili opzioni per migliorare la sicurezza alimentare e la salute pubblica. Tema, oggi, particolarmente sentito a tutti i livelli. L’esigenza è ancor più evidente se si considera che le disposizioni fondamentali dell’attuale legislazione comunitaria sono state introdotte nel lontano 1976. Nel 2004, il Regolamento (CE) n. 1935 ha poi dato indicazioni di base per tutti i MOCA, ma ora la necessità di intervenire è legata anche alle nuove politiche chiave della Commissione nell’ambito del Green Deal e del Farm to Fork che prevedono l’adozione di misure concrete per migliorare la sicurezza alimentare e la salute pubblica, incoraggiando l’uso di
soluzioni di imballaggio innovative
e sostenibili, utilizzando materiali rispettosi dell’ambiente, riutilizzabili e riciclabili, riducendo inoltre gli sprechi alimentari.
D’altro canto la normativa esistente si scontra con una serie di problematiche che richiamano la necessità di rivedere la materia. La prima è relativa all’assenza di norme UE specifi che, per la maggior parte dei settori diversi dalle materie plastiche, e il fatto che a livello nazionale in alcuni Stati Membri esistano per determinati materiali regole disomogenee o addirittura superate, creando una protezione sanitaria disuguale e fonte di oneri e complicazioni inutili per le imprese.
L’assenza di norme specifi che e la coesistenza di leggi diverse nei vari Stati Membri complica, inoltre, il controllo delle importazioni, in particolare di alcuni oggetti da cucina e da tavola, che contribuiscono ad una parte signifi cativa dei prodotti sul mercato comunitario, la cui sicurezza può essere compromessa.
L’attuale approccio regolamentare non privilegia in modo coerente le sostanze più pericolose, pertanto non si riscontra nemmeno una logica nell’adozione di un approccio più precauzionale per disciplinare determinati gruppi di sostanze, rispetto ad altre meno nocive.
Non bastasse, poiché lo scambio di informazioni sulla sicurezza e la conformità nella catena di approvvigionamento è scarso, anche la capacità di garantire conformità è messa a rischio.
Ma più di ogni altra ragione, una
riforma è opportuna se si considera che l’applicazione delle norme sui MOCA è mediamente scarsa, poiché gli Stati Membri hanno serie diffi -
coltà nel farle applicare.
Ci sono pertanto grandi differenze di approccio tra imprese, che però operano tutte nello stesso mercato.
Si denuncia da più parti la mancanza di regole chiare per le materie non plastiche e una gravosità eccessiva per quelle specifi che, considerate troppo tecniche ed oltremodo gravose per la maggior parte degli Stati Membri, che attualmente non dispone né di risorse né di competenze suffi cienti per applicarle, con conseguenze sul piano pratico operativo ma poi a cascata anche in sede giudiziaria, nei casi in cui si generino contenziosi.
L’attuale normativa non tiene conto delle specifi cità delle PMI, né in termini di organizzazione e struttura interna né di dimensioni, delegando talvolta all’imprenditore un compito fuori dalla sua portata. Mentre gli operatori più dimensionati dispongono infatti di competenze e risorse interne
Il fi ne ultimo della probabile nuova norma sul tema dei MOCA è un aumento complessivo della sicurezza dei prodotti, che abbia un impatto positivo su tutte le patologie legate ai tumori o alle disfunzioni del sistema endocrino (photo © chandlervid85 – stock.adobe.com).
per garantire la conformità, quelli più piccoli non hanno strumenti. Le norme tecniche sono talvolta inapplicabili a certe realtà, in altri casi l’assenza di regole specifi che implica che l’imprenditore non possa disporre di alcuna base per garantire il rispetto della norma con conseguenti limitazioni nella commercializzazione sicura delle proprie produzioni.
Quanto sopra detto fa il paio col fatto che, in generale, i controlli sui MOCA non costituiscano una priorità per gli Stati Membri, a loro volta disorientati nella corretta applicazione e conseguentemente nella vigilanza.
Le attuali disposizioni, così formulate, non hanno riscontri positivi in termini di miglioramento della situazione complessiva e non incoraggiano lo sviluppo di alternative più sicure e più sostenibili, quindi sono sostanzialmente fallimentari nel loro scopo fi nale. A nulla è infatti valso sinora il Regolamento in vigore nella lotta contro l’eccesso di imballaggi, le misure di prevenzione dei rifi uti e l’aumento del riutilizzo e del riciclaggio.
Gli Stati Membri stanno già introducendo divieti di imballaggi in plastica monouso, in parte in applicazione della direttiva sulle materie plastiche monouso (2019/904). Tuttavia, l’attuale legislazione sui MOCA offre poche o nessuna base su cui elaborare norme che sostengano e incoraggino alternative sostenibili o assicurino che tali alternative siano valide.
Le migliori intenzioni ambientaliste dell’UE si infrangono di fronte alla realtà delle cose, nell’operatività
pratica. Il tema è pertanto attualissimo e riguarda diversi aspetti. Il primo è quello economico: non solo si punta a ridurre i costi sanitari a seguito dell’attuazione di standard di protezione della salute umana più elevati, ma la semplifi cazione che la Commissione europea va cercando con una ipotetica nuova norma comporterà una maggiore capacità delle imprese di piccole e medie dimensioni nel garantire che i propri prodotti siano sicuri quanto quelli realizzati dalla grande industria, migliorando così la competitività e la crescita del tessuto imprenditoriale.
Nuove disposizioni porterebbero inoltre ad un’armonizzazione delle norme e, giocoforza, ad un adeguamento nel breve termine, introducendo elementi di regole uguali per tutti coloro che operano in un mercato comune, risparmiando così risorse ed energie.
Dopo un primo impatto iniziale, l’armonizzazione nel mercato comunitario, attraverso le nuove norme specifi che, uguali per tutti, potrebbe portare un risparmio sotto tanti punti di vista e avrà anche dei risvolti positivi per le imprese, poiché potrà generare, anche nel piccolo, una maggiore competitività derivante dagli standard più elevati, che saranno, come spesso accade, un motore per sensibilizzare i Paesi Terzi verso le problematiche ambientali e sulla salute del consumatore.
Infi ne, l’UE punta allo sviluppo e alla crescita di materiali sostenibili anche per favorire l’economia circolare e consolidare le strategie ambientali atossiche e di gestione delle materie plastiche o chimiche. L’obiettivo è altresì quello di ridurre sensibilmente i rifi uti e rafforzare l’uso di materiali, come i polimeri, che possono essere facilmente riciclati e riutilizzati in sicurezza, anche come materiali a contatto con gli alimenti.
Il fi ne ultimo della probabile nuova norma sul tema dei MOCA è infatti un aumento complessivo della sicurezza dei prodotti, che abbia un impatto positivo su tutte le patologie legate ai tumori o alle disfunzioni del sistema endocrino. Al di là dell’aspetto sociale e umano, tra l’altro, la riduzione e la prevenzione potrebbero generare sul lungo termine un riscontro positivo sui servizi sanitari e sul loro peso sui conti pubblici dei singoli Stati, a vantaggio della società nel suo complesso.
Non è ancora chiaro quale sarà la strada che l’UE deciderà di percorrere. Potrebbe anche non assumere provvedimento alcuno in merito, sebbene l’esigenza di una riforma sia sentita da più parti. Tuttavia, sarebbe opportuna l’introduzione di un sistema normativo omogeneo, a tutti i livelli, che garantisca pienamente la sicurezza alimentare e la salute pubblica, dando certezze alle imprese e a chi la norma la deve applicare nel concreto.
Sebastiano Corona
Social
di Elena
2. La carne fa sangue!
1. Sembrano veri
Aufschnitt Berlin (aufschnitt.net) è uno studio di design di oggetti tessili unico nel suo genere che progetta collezioni premium di tagli di carne e salumi. Per arredare casa, uffi cio e bottega con fantasia e creatività (photo © instagram.com/aufschnittberlin). Uno spettacolare taglio di T-bone di Swami Beef con 220 giorni di frollatura postato su Instagram da @thebutcher_lacarnefasangue, l’account della Macelleria Callegari dal 1961 di Piacenza (macelleriacallegari.it). Una realtà che al punto vendita fi sico ha saputo integrare perfettamente il canale on-line, con un sistema a premi (ribs) per i clienti di fi ducia, assistenza sulle spedizioni e una comunicazione impeccabile. Bravissimi (photo © instagram.com/thebutcher_lacarnefasangue).
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meat
Benedetti
3. Beef Zavod, sempre maestri
È una delle mete carnivore più ricercate a Mosca per qualità delle carni, offerta di tagli “dal naso alla coda”, cotture impeccabili e, non ultimo, comunicazione. Beef Zavod (che potete seguire su instagram.com/beefzavod) è sempre un passo avanti anche nella narrazione grafi ca delle proprie attività attraverso graphic design, scatti rubati in laboratorio e in cucina e un mood personalissimo. Non capiamo una parola di russo ma il messaggio passa forte e chiaro (photo © instagram.com/beefzavod).
4. Lara Abrati
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Giornalista enogastronomica e consulente di web marketing e comunicazione digitale, Lara Abrati ha una forte empatia col mondo dell’agroalimentare e con le carni. Noi la seguiamo su instagram.com/laraabrati, nelle sue avventure e trasferte. Le immagini sono sempre interessanti, mai banali e fonte di ispirazione (photo © instagram.com/laraabrati).
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La cucina “streamma” su Twitch
di Chiara Papotti
Entrare in diretta nella cucina di professionisti, restando comodamente sul divano di casa propria. Da oggi si può. Lo permette Twitch.tv, una piattaforma di livestreaming di proprietà di Amazon.com che sta letteralmente rivoluzionando il mondo dell’intrattenimento. Il funzionamento è molto semplice: chi possiede un canale può trasmettere in diretta senza bisogno di caricare video editati ed interagire sempre in diretta con altri utenti. Non serve un’attrezzatura particolare: sono suffi cienti un computer o un cellulare (Twitch è utilizzabile anche sul telefonino), una webcam, un microfono e una connessione internet. Gli spettatori diventano una grande platea riunita e possono commentare, interagire e conoscersi. È come darsi appuntamento e godersi l’evento insieme, nonostante la distanza.
Un nuovo modo di comunicare che ha catturato l’attenzione di milioni di utenti costretti in casa dalla pandemia. Nato come piattaforma dedicata al mondo del gaming, oggi fa gola a tanti, soprattutto per la crescita esponenziale raggiunta in pochissimo tempo.
In Italia (dati dicembre 2020) circa quattro milioni di persone, ogni mese, assistono ad una live su Twitch.
La diretta si offre non solo come mezzo per stare in compagnia, ma anche come strumento di conoscenza. Ogni creator ha la libertà di promuovere contenuti, entro — chiaramente — le linee guida di utilizzo dell piattaforma, i “confi ni” tracciati da Twitch. Può giocare, cantare, ballare, fare ginnastica, tenere talk show, cineforum oppure rassegne stampa. Alcune volte le
dirette durano ore, in alcuni casi
addirittura giorni.
Appuntamenti fi ssi e a tema che adottano diverse forme narrative e cercano di catturare il nuovo pubblico andando a scovarlo laddove si trova: davanti allo schermo.
Sempre più settori si stanno interessando allo streaming. L’obiettivo è infatti creare connessioni con la Generazione Z, i nativi digitali, consumatori del futuro. L’età media degli utenti di Twitch.tv varia secondo il contenuto e copre una fascia che va dai 13 ai 34 anni.
Il pubblico cerca i contenuti spontaneamente, non vuole che gli vengano imposti come accade nel classico palinsesto televisivo. Essere in diretta costringe a mostrarsi senza fi ltri e così il pubblico si avvicina, si appassiona, si fi delizza.
Numerosi brand del mondo moda stanno cavalcando questo nuovo trend, da Dior a Gucci, da Louis Vuitton a Porsche. Ad inaugurare quella che si prospetta come una vera rivoluzione, è stato Burberry che ha trasmesso la sfi lata Primavera/ Estate 2021 dalla London Fashion Week in diretta digital, raccogliendo
in un’ora oltre 42.000 visualizzazioni
simultanee.
Non solo il lusso, ma anche squadre sportive, personaggi famosi, testate giornalistiche. Perfi no il NEW YORK TIMES ha da poco aperto un canale Twitch, dedicato alle sue leggendarie parole crociate.
Cibi e Bevande
È in questo nuovo scenario che sta cercando e prendendo spazio la cucina. Nelle dirette lo spettatore è preso per mano e accompagnato, passo dopo passo, nella realizzazione della ricetta col gusto di svelare realtà e segreti inaccessibili. L’intenzione è smontare tutto ciò che è costruito, senza prendersi troppo sul serio. Così sono raccontate tutte le fasi della preparazione, imprevisti e disagi compresi diventano il “bello della diretta” e creano un’atmosfera informare, apprezzata dal pubblico.
Sulla piattaforma Twitch esiste una categoria precisa che raggruppa le dirette a tema food: la categoria “Cibi e Bevande”. La qualifi cazione della trasmissione che si intende effettuare viene impostata direttamente dall’emittente, così da essere indicizzata per una più agevole ricerca da parte degli utenti.
Per quanto riguarda l’Italia, la categoria “Cibi e Bevande” è un territorio tutto da scoprire, che non ha, a differenza di altri ambiti, ancora trovato i suoi leader. Questo rappresenta una grande opportunità per i professionisti del settore, che vogliono connettersi ad appassionati sempre più a loro agio con le nuove tecnologie.
A questo punto non ci resta che da chiederci: chi sarà il primo streamer delle carni? Lo scopriremo solo restando sintonizzati, prestando attenzione alla continua evoluzione di una piattaforma che, nei prossimi anni, farà molto parlare di sé.
Chiara Papotti
Note
A pagina 32, il logo di Twitch. La piattaforma è stata lanciata il 6 giugno 2011 e l’età media degli utenti va dai 13 ai 34 anni. La sua popolarità crescente ha portato anche alcuni esponenti della politica a sfruttarla: uno dei primi è stato il senatore USA BERNIE SANDERS (photo © Rey e Davide Angelini – stock.adobe.com).
La buona carne di maiale magro non è rossa
di Giovanni Ballarini
Troppo spesso si fa ancora confusione sulle carni di maiale, non distinguendo tra quella degli animali pesanti allevati per la salumeria da quella degli animali magri e leggeri allevati per la carne da usare in cucina. Una carne, quest’ultima, di colore sempre più chiaro, non rossa come quella bovina e, soprattutto, magra e con scarse quantità di acidi grassi saturi. Anche per i maiali d’allevamento è preferibile parlare di linee genetiche piuttosto che di razze; linee frutto di un’attenta selezione che ha riguardato non solo la conformazione esterna, ma anche la distribuzione del grasso sottocutaneo e intramuscolare, con diversi importanti vantaggi sia per i produttori che per i consumatori. Il grasso è ricco di energia (9 Kcal per grammo) e per nutrire maiali che non accumulano grasso l’allevatore deve fornire loro meno alimenti, con un indubbio vantaggio economico. Allo stesso modo, una carne magra è più adatta per consumatori che hanno una ridotta attività fi sica e hanno bisogno di una dieta leggera. Se il grasso intracellulare ha una composizione abbastanza costante, diverso è per quello di copertura sottocutanea e intramuscolare che dipende anche dall’alimentazione. Per questo, un maiale spagnolo alimentato con ghiande avrà un grasso di colore e, soprattutto, una composizione diversa da quello di
Il maiale, gastronomicamente classifi cato oggi come carne rosa, è un alimento con un ottimo quantitativo di proteine ad alto valore biologico, mentre la presenza di lipidi varia a seconda della linea genetica e della pezzatura; infi ne, vanta ulteriori proprietà benefi che che lo rendono adatto ad essere inserito in una dieta equilibrata.
Tabella 1 – Composizione del maiale magro da carne (valori per 100 g di carne cruda)
Taglio Energia (Kcal) Proteine (g) Grassi (g) Grassi saturi (g)
Grassi monoinsaturi (g)
Grassi polinsaturi (g)
Filetto 107 18,6 3,6 1,04 1,22 1,17 Lonza 136 22,2 5,2 1,61 2,56 0,78 Braciola 170 22,6 8,8 2,78 4,32 1,29 Coppa 235 17,3 18,4 6,91 8,00 2,60 Fonte: CREA - AN, Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione.
un maiale nostrano nutrito con soia e mais, ricchi d’acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi.
Carne in giusta quantità
Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fi t (“Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto”) dicevano gli antichi e cioè ogni sostanza o alimento a giusta dose è salutare ma può divenire pericoloso se si eccede nella quantità (di troppa acqua per esempio si può anche morire!). Questo vale anche per la carne e ben diversa è la situazione americana, dove i consumi di carne sono elevati (140 kg annui per persona), da quella degli Italiani che hanno una dieta con dosi di carne moderate, se non in diversi casi insuffi cienti per una buona nutrizione. Una fettina di carne magra, tre volte la settimana, è assolutamente consigliabile se non necessaria in un’alimentazione equilibrata: come avviene con la carne di maiale, che ha un buon contenuto di proteine di elevata qualità, vitamine del gruppo B (B1, B2 e B12) e microminerali come zinco, ferro, rame e selenio, presenti in forma organica altamente biodisponibile, facili da assorbire e utilizzare. Anche l’American Institute for Cancer Research, che agli Americani raccomanda di limitare il consumo di carne, nel suo sito riporta ricette salutari che hanno come protagonista la carne fresca di maiale, naturalmente in porzioni moderate e sempre abbinata a verdura e frutta.
Una buona cucina
Per quanto riguarda i grassi, facendo attenzione al taglio di carne usata (Tabella 1), evidente è la diminuzione della percentuale di grasso e, soprattutto, la riduzione degli acidi grassi saturi a favore dei polinsaturi come il linoleico, un acido grasso essenziale, perché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarlo e deve assumerlo con la dieta. A quest’ultimo riguardo va aggiunto che la quantità di grasso della carne varia con i metodi di cottura e, se può diminuire con il calore, può anche aumentare se durante la cottura si aggiunge grasso, mentre rimane in sostanza invariata nelle cotture sottovuoto e a bassa temperatura, condizione questa che privilegia l’integrità degli acidi grassi insaturi, facilmente ossidabili in presenza d’ossigeno. La scelta di tagli magri, una cottura delicata, evitando ogni abbrustolimento e quindi i rischi di cancerogenicità, senza aggiunta di grassi, rende assolutamente sicura la carne di maiale magro.
Prof. Em. Giovanni Ballarini
Università degli Studi di Parma
Pescara - Italia tel. (+39) 085 4470515 fax (+39) 085 4472580 e-mail: info@vnsrl.com www.vnsrl.com
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No investimenti, no ripresa
di Cosimo Sorrentino
Photo © Behnam Norouzi x unsplash
La nascita del nuovo Governo è stata accompagnata dalla pubblicazione delle previsioni economiche della Commissione europea per i prossimi mesi. Volendo fare una rifl essione su tali dati, e sulle preoccupazioni che gli stessi generano, si può affermare che ne deriva la grandezza del compito che il Governo ha di fronte per mettersi al passo dei Paesi nostri partner in Europa. Infatti la nostra economia, dopo la caduta del 8,8% dello scorso anno, si prevede cresca solo del 3,4% nel corso del 2021, per effetto della diffi cile situazione sanitaria che purtroppo stiamo tutt’ora attraversando. La Commissione europea ritiene quindi che l’Italia non potrà recuperare prima del 2023 il terreno perduto nel 2020, anche se dette previsioni non tengono conto degli eventuali effetti positivi — da considerare comunque nel lungo periodo — che potrebbero derivare dalla realizzazione delle opere previste nel quadro del Recovery Fund. Appare chiaro, perciò, che il nuovo Governo debba considerare prioritario l’impiego in modo tempestivo ed effettivo di dette risorse e realizzare quelle riforme necessarie da tutti auspicate. Certamente non è compito facile, poiché il peggioramento della nostra economia negli ultimi tempi è dovuto certamente alla recrudescenza del maledetto virus, sul cui comportamento e sulle cui mutazioni non è possibile fare affi damento per poter enunciare previsioni attendibili. Accertato dunque che il nuovo anno si è aperto ben più debole del previsto, con l’incertezza di una ripresa, non escludendo i colpi del lockdown prolungati, e l’uscita dalla pandemia che si preannuncia più faticosa con i ritardi sulle vaccinazioni, si può trovare condivisibile come il tema sia al centro anche della Davos Agenda 2021, la riunione virtuale del gotha fi nanziario che ha tenuto la sessione solo sugli schermi e non sulle consuete nevi svizzere.
Lo stesso tema rimbalza in Italia ed in sede BCE, dove viene ritenuto indispensabile «un sostegno delle politiche economiche, sia monetarie, sia fi scali, ed un forte incremento degli investimenti produttivi», e la cui presidente, CHRISTINE LAGARDE, afferma che «la crescita, nel quarto trimestre, per l’Eurozona, è negativa». La stima per il
primo trimestre di quest’anno, secondo la media degli economisti, si ferma insomma allo 0,6%, la metà di quanto previsto a dicembre. La previsione continua ad essere quella di un “primo tempo” nel 2021, con l’economia sorretta ancora dagli stimoli, dalla corsa ai vaccini e dall’incertezza, e, poi, afferma sempre la presidente della BCE, «se avremo attraversato il guado, le economie potranno riaprire».
Il messaggio di speranza di una ripartenza dell’economia enunciato da Christine Lagarde sembra essere stato accolto da MARIO DRAGHI e potrebbe ispirare quel percorso che dovrebbe consentire al nostro Paese di uscire, se pur con gradualità, dalla crisi pandemica, economica e sociale. Pur nella sua complessità, infatti, la strada da compiere appare, almeno per ora, ben segnata, con le prime indicazioni di carattere programmatico sull’utilizzo effi cace del Recovery Fund, massicci investimenti capaci di tonifi care una crescita verde e sostenibile, oltre a precisare il calendario dettagliato degli stessi investimenti con la quantifi cazione dei loro effetti economici; sono, inoltre, da riempire di contenuti più precisi i capitoli dedicati ad alcune riforme fondamentali e poi, ad aprile, in coordinamento col Recovery Plan, dovrà essere approntato il DEF (Documento di Economia E Finanza), che dovrà contenere l’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e i nuovi obiettivi di fi nanza pubblica. In pratica, anche se in una situazione di forte incertezza, si inizierà a delineare lo scenario della prossima legge di bilancio, da defi nire poi in autunno.
Tra le altre indicazioni programmatiche del nuovo Governo, oltre alla politica che riguarda gli investimenti, punto centrale per una ripresa effettiva, è da sottolineare la lotta al virus, con un’accelerazione sulla somministrazione del vaccino, la ricerca di una maggior coesione sociale, con la riduzione dei divari territoriali, la riforma degli ammortizzatori sociali e la riqualifi cazione del personale per rispondere alla nuova richiesta di manodopera. Non manca l’indicazione per la realizzazione delle indifferibili riforme, tra le quali si evidenziano quelle della pubblica amministrazione, del fi sco e della giustizia, ed una maggiore attenzione ai giovani ed al loro futuro, mediante un sistema educativo più moderno, con un calendario di aperture delle scuole più ampio, maggiori risorse ai docenti ed agli strumenti di didattica in continuo aggiornamento.
Ci domandiamo ora se si riuscirà a trovare quel giusto equilibrio tra esigenze diverse, a volta addirittura contrapposte. Il Governo dovrà a breve adottare decisioni delicate che potrebbero provocare resistenze o pressioni in parti della società non sempre allineate agli interessi dell’intero Paese, ma solo “al particolare”, nonostante sia ora l’intero Paese che sta soffrendo le conseguenze pesanti della lotta ad una violenza virale sempre più aggressiva.