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Cibus Connecting Italy fa il pieno
La due giorni Cibus Connecting Italy, svoltasi nel quartiere fieristico di Parma a fine marzo, ha registrato dati molto positivi per uanto concerne espositori e visitatori, a testimonianza della vitalità e della creatività di un comparto che ha superato, indenne, il periodo della pandemia e sta delineando le migliori strategie per affrontare le problematiche scaturite dall’inflazione. Oltre 20.000 operatori hanno visitato gli stand delle aziende alimentari italiane. Tra questi, 1.500 top buyer esteri, di cui 250 portati a Parma dal programma di incoming di Agenzia ICE. Un alto volume di affari ha pienamente soddisfatto le aziende espositrici.
Il successo di questa edizione di Cibus Connecting Italy è stato favorito anche dal nuovo contesto fieristico definito dall’accordo tra Cibus e Tuttofood, sottoscritto da Fiere di Parma e Fiera Milano. «Un risultato straordinario che conferma l’energia e la vitalità dell’agroalimentare italiano; anche in periodo di drammatica volatilità le nostre imprese si mostrano creative e attrattive lanciando sul mercato prodotti sempre più contemporanei» ha commentato ANTONIO CELLIE, CEO di Fiere di Parma.
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«Sono stati due giorni particolarmente intensi dove gli operatori internazionali hanno potuto toccare con mano le novità del Food & Beverage dedicati ai diversi canali, dalla GDO al food service, e nelle varie categorie, dai prodotti del territorio agli integratori. Una edizione di Cibus multicanale e plurisettore che proietta Fiere di Parma verso il nuovo ciclo che la vedrà impegnata anche nell’organizzazione di Tuttofood».
Come da tradizione Cibus ha dato ampio spazio alle start-up, con un’area dedicata e workshop tematici. Altro tema chiave di questa edizione di Cibus quello della sostenibilità, di cui si è parlato nel convegno di “Cibus 4 Sustainability” “Le buone pratiche per la filiera sostenibile” ha presentato un approfondimento verticale sul tema della sostenibilità, ideato in collaborazione con PwC Italia e moderato da ANDREA MENEGHINI, associate founder di GDONews. L’incontro è stato un momento di confronto aperto tra realtà produttive e distributive
Finalmente insieme: accordo strategico tra Fiere di Parma e Fiera Milano
Faceva una piacevole impressione l’allestimento dei due cartelloni ravvicinati di Cibus e Tuttofood all’ingresso del Padiglione 5 di Cibus Connecting Italy 2023! Per noi che da tanti anni diamo voce al comparto agroalimentare questo accordo è veramente una notizia stupenda! Dallo scorso 9 marzo Fiera Milano è il secondo azionista privato di Fiere di Parma, con una quota del 18,5%, dopo Crédit Agricole Italia, che detiene il 26,44%. Si consolida così un accordo che vedrà Fiere di Parma a gestirà entrambe le manifestazioni con il partner storico Federalimentare. I soci pubblici, ovvero Comune e Provincia, con il 15,97 % ciascuno, e Regione Emilia-Romagna (che detiene il 4,15%) ampliano il loro patto alla Camera di Commercio (che detiene il 9,78%), rispondendo alle recenti sollecitazioni istituzionali. In buona sostanza l’organizzazione di Cibus Fiere Parma gestirà la sfida con le grandi fiere europee di livello internazionale. Continuerà il dualismo delle fiere italiane dell’alimentare negli anni pari (Tuttofood) e dispari (Cibus), ma le due fiere avranno obiettivi differenti: la prima avrà respiro internazionale, accogliere espositori e buyer di tutto il mondo. Milano è il palcoscenico ideale per questo genere di target, sia per logistica che per dimensione fieristica. Dovrà sfidare SIAL Paris e collaborare maggiormente con Anuga, già “amici” di Cibus Fiere Parma. Cibus, invece, continuerà ad essere la fiera dell’alimentare italiano, il punto di arrivo dei buyer internazionali che si concentrano esclusivamente sul made in Italy.
>> Link: cibus.it — tuttofood.it per analizzare lo stato dell’arte dei processi di sostenibilità strutturati internamente dalle aziende del settore agroalimentare.
Il tema della sostenibilità è stato toccato anche nel corso del convegno di CONFAGRICOLTURA “Nuove competenze per la transizione sostenibile nell’agroalimentare”, in collaborazione con Federalimentare, Infor Elea Academy, Università degli Studi di Teramo, Università degli Studi di
Torino. Il progetto europeo I-RESTART sarà utile per la transizione sostenibile del Food & Beverage, che mira alla definizione di un metodo innovativo di apprendimento, basato su brevi moduli volti a fornire conoscenze sui fattori chiave che delineeranno le figure professionali del futuro, specialmente in ambito green e digital
La nutraceutica è stato uno dei temi di Cibus Connecting Italy.
Le proteine sono un nutriente sottovalutato nell’alimentazione quotidiana. La maggior parte della popolazione non ne assume il fabbisogno giornaliero adeguato.
Questo prezioso nutriente offre numerosi benefici quando inserito in maniera opportuna nella quotidianità. Non solo favorisce la rigenerazione dei tessuti, ma ha anche un ruolo positivo nel favorire un miglior controllo glicemico. È quan-
Blonde d’Aquitaine a Cibus: workshop con Asprocarne, Consorzio Sigillo Italiano e lo chef Davide Oldani
La carne di Blonde d’Aquitaine e la sua filiera sostenibile sono stati i protagonisti dell’offerta di contenuti sulle carni nella seconda giornata di fiera con un workshop che ha visto la partecipazione straordinaria dello chef DAVIDE OLDANI. L’evento era rivolto ai giornalisti e si è svolto presso lo stand di “Blonde d’Aquitaine: European Beef Excellence”, il progetto triennale, cofinanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Reg. (UE) 1144/2014, promosso da Asprocarne Piemonte e France Blonde d’Aquitaine Sélection e volto alla valorizzazione di questa rinomata razza bovina. Oltre a preservare e far conoscere le caratteristiche della Blonde D’Aquitaine, il programma promuove una zootecnia sostenibile e attenta al benessere animale: questo impegno garantisce al consumatore un prodotto di qualità superiore e un elevato standard di sicurezza, certificato dal marchio Consorzio Sigillo Italiano. È stato proprio il suo direttore, GIULIANO MARCHESIN, a presentare i vantaggi del nuovo disciplinare Allevamenti Sostenibili, mentre l’intervento del presidente di Asprocarne FRANCO MARTINI si è focalizzato sull’importanza dell’allevamento protetto in Italia. Ad evidenziare la versatilità di questa materia prima nel contesto dell’alta cucina è stato Davide Oldani del ristorante D’O, 2 stelle Michelin, portavoce di un approccio sostenibile riconosciuto dalla Stella Verde Michelin
L’incontro ha fatto luce sulle peculiarità che contraddistinguono la Blonde D’Aquitaine e le assicurano un ruolo centrale nel mercato europeo. Questo bovino dal caratteristico mantello fromentino deve a decenni di accurata selezione la produzione di carne di prima qualità e una spiccata facilità d’allevamento. Al fine di supplire alla richiesta italiana di carne, superiore alle risorse interne, numerosi capi di razza Blonde D’Aquitaine vengono importati dalla Francia e allevati poi nelle aziende del Belpaese seguendo una alimentazione controllata: due nazioni dalla ricchissima tradizione gastronomica trovano in questa eccellenza agroalimentare un punto to è emerso nel convegno “Proteine e Benessere Quotidiano”, che ha visto la partecipazione di ELENA CASIRAGHI, divulgatrice scientifica e ricercatrice dell’Università di Pavia.
Le proprietà nutrizionali della carne e l’importanza di questo alimento in una dieta equilibrata sono state illustrate nel convegno “Il futuro della nutraceutica tra business e salute”, con gli interventi della DOTT SSA SUSANNA BRAMANTE, agronomo PhD e divulgatrice scientifica, del prof. GABRIELE COSTANTINO, direttore del Dipartimento di Scienze degli alimenti e del farmaco dell’università di Parma, e di SONIA RAULE, presidente di Med is Veg. Secondo la dott.sa Bramante, «sostituire la carne con surrogati d’incontro. ASPROCARNE PIEMONTE è un’organizzazione italiana di produttori di bovini da carne, nata per migliorare, promuovere, valorizzare e commercializzare le carni bovine prodotte dagli allevatori associati. Operante sull’intero territorio della Regione Piemonte, oggi conta circa 500 soci che allevano oltre 130.000 bovini da carne di razze italiane ed estere, costituendo la principale interfaccia dei produttori piemontesi di carne bovina con il mercato. F RANCE B LONDE D’AQUITAINE SÉLECTION è un’associazione francese autorizzata dal Ministero dell’Agricoltura. Il suo organismo di selezione mira a guidare il programma di miglioramento genetico della Blonde, mantenere aggiornato il Libro Genealogico della razza e certificare i capi riproduttori selezionati. Inoltre, si impegna a rappresentare gli allevatori presso enti pubblici e professionali, ad assicurare i loro interessi generali attraverso l’organizzazione di eventi specifici e implementando attività di promozione sul territorio (in foto, in questa pagina: a sinistra, il presidente di Asprocarne Franco Martini, lo chef stellato Davide Oldani e Giuliano Marchesin di Consorzio Sigillo Italiano; a destra, la carne di razza Blonde d’Aquitaine. La sua spiccata tenerezza è merito dalla particolare struttura muscolare degli animali. Il basso contenuto di grasso muscolare, caratteristica peculiare della razza, la rende ideale per un consumo giornaliero anche per le categorie di consumatori più sensibili come bambini e anziani)
>> Link: sigilloitaliano.it fatti a base di cereali rischia di portare ad un peggioramento della qualità della dieta, in particolare per una minore adeguatezza per quanto riguarda nutrienti essenziali più biodisponibili nella carne e nei prodotti animali, come la vitamina B12, riboflavina, zinco, calcio, iodio e ferro. Perdita in valore nutraceutico».
Ampio spazio al comparto del Fuoricasa, cui Cibus ha dedicato l’area HO RE CA. The Hub, powered by Dolcitalia. Alcuni dei protagonisti di quest’area hanno partecipato al convegno “La sfida della qualità e la chiamata a raccolta del settore distributivo: comunicazione del valore e produzione sostenibile”. Un incontro, sviluppato in collaborazione con
CIC – Cooperativa Italiana Catering moderato da ROBERTO SANTARELLI, di Tuttopress Editrice. Attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti del canale Away From Home, sono stati accesi i riflettori sulle sfide che il Fuoricasa si trova ad affrontare oggi per rispondere a una profonda evoluzione dei consumi.
Sul sostegno alle imprese alimentari italiani è intervenuto il Cluster Agrifood Nazionale CL.A.N., che ha organizzato il workshop “Cluster CLA.N. e Iniziative PNRR: Eccellenze a supporto dello Sviluppo del Sistema Agroalimentare Italiano”. Due iniziative, finanziate dal P.N.R.R., AGRITECH e ONFOODS, mirano a supportare lo sviluppo del sistema agroalimentare italiano.
>> Link: www.cibus.it
E un occhio al consumo consapevole
Tuttofood, fra novel food e tradizione
Si avvicina l’appuntamento con Tuttofood: ecco alcuni dei prossimi scenari del settore Food & Beverage che animeranno l’edizione 2023. Gli strascichi delle tensioni inflazionistiche del 2022 che si ripercuotono anche sull’inizio di quest’anno pesano sul portafoglio dei consumatori ma i trend non sembrano confermare l’adagio secondo cui “se si guadagna meno, si mangia peggio”. In molti Paesi, comprese alcune economie avanzate, si amplieranno le fasce di consumatori che devono tenere sotto controllo la spesa; ciò nonostante, in molti mercati sensibili al tema cibo, come l’Italia, non si rinuncia alla qualità. L’agroalimentare made in Italy gode di ottima salute: vale oltre 540 miliardi di euro e rappresenta circa il 25% del PIL italiano (ISTAT). Ciò non significa non ci sia apertura alle novità: è di qualche settimana fa la notizia del successo a Milano del primo hamburger con farina di grillo.
Produttori protagonisti: il futuro verde e sostenibile
Dai prodotti di nicchia al seafood sostenibile, dai nuovi orizzonti della pasta alla frutta conservata green. La vera innovazione, oggi più che mai, per essere considerata tale deve essere sostenibile. Lo sanno bene i produttori: oramai non solo le grandi multinazionali, ma anche le aziende medio-piccole comprendono e mettono in pratica principi di corporate social responsibility. A cominciare da alcune realtà che saranno presenti a Tuttofood coi loro prodotti. Per le paste fresche la tendenza è quella di puntare sulla purezza dei ripieni con mono ingredienti, per un sapore “pulito”, con materie prime lavorate in giornata, senza conservanti e senza lattosio. Un esempio di come si possano valorizzare prodotti di nicchia, coniugando tradizione e innovazione, lo fornisce una novità assoluta, buona anche per la salute: si tratta dell’Aceto di Melannurca Campana IGP, il primo aceto di mele monovarietale con tracciabilità di filiera dal campo alla tavola.
Il consumatore chiede diversificazione, innovazione di prodotto e soprattutto garanzia di sostenibilità a 360 gradi. E questo significa anche comunicare in modo diverso i propri prodotti, anche per attrarre una fascia di consumatori più giovani. È ciò che sta portando avanti una realtà tutta italiana di import e commercializzazione di baccalà e stoccafisso che ha investito molto non solo in marketing ma anche sulla sostenibilità: a Tuttofood saranno presentati i primi prodotti certificati dall’organizzazione internazionale che tutela la pesca sostenibile.
Altro settore di grande interesse è quello della selezione e commercializzazione di frutta conservata, conserve vegetali, frutta secca, dolcificanti naturali e snack salati. L’attenzione è rivolta al biologico e all’aspetto salutistico per differenziare la produzione proponendo, accanto ai prodotti più tradizionali, frutta conservata in puro succo naturale, senza aggiunta di zuccheri o in sciroppo di agave e acero bio 100% naturale. Qualità all’origine, pochi condimenti e sapori il più possibile lasciati al naturale sono le tendenze che il consumatore richiede e Tuttofood è il posto giusto per presentare le novità a tutti i buyer.
Sostenibilità e lotta allo spreco alimentare
Il tema del “no waste” riguarda da vicino realtà produttive e consumatori ed è proprio dai dati raccolti da Tuttofood, a seguito dell’incontro con MAURIZIO MARTINA, vicedirettore generale della FAO, che emerge una realtà dai contorni allarmanti: ad oggi gli sprechi alimentari potrebbero sfamare oltre 1,26 miliardi di persone l’anno. Si produce infatti abbastanza cibo per sfamare tutto il pianeta ma occorre una migliore gestione delle risorse naturali da attuarsi con un importante lavoro di integrazione, cioè rafforzare la collaborazione tra gli attori della filiera (produttori, fornitori e distribuzione) per ottimizzare la pianificazione di produzione e approvvigionamento, soprattutto guardando agli obiettivi dell’Agenda 2030. Perché, è bene ricordarlo, quando si spreca cibo si sprecano anche le risorse impiegate per produrlo. fieramilano, 8-11 maggio 2023 www.tuttofood.it
Ed è qui che entra in gioco il ruolo di una manifestazione in grado di riunire sotto uno stesso tetto tutta la filiera, come Tuttofood che può aiutare nella lotta allo spreco alimentare, a partire dal behavioural change dei singoli consumatori. Basterebbe, come indica Martina, “imparare” a fare la spesa, avendo cura di cosa e quanto comprare, non buttare ma riutilizzare gli avanzi in maniera creativa o attingendo a vecchie ricette della tradizione: sono piccoli gesti che possono avere un grande impatto. Nella prossima edizione Tuttofood riproporrà l’iniziativa Tuttogood in collaborazione con Banco Alimentare e altre realtà del Terzo Settore, tra le quali Pane Quotidiano, che negli anni ha permesso di recuperare tonnellate di alimenti utilizzabili al termine delle giornate di manifestazione.
Tuttofood è la piattaforma internazionale e innovativa per tutto il settore agroalimentare che ogni due anni riunisce a fieramilano il gotha del Food&Beverage e del Retail.
@TuttoFoodMilano
Terre di Sacra: la dolce sinfonia della natura
di Elisa Guizzo
Mi trovo in un luogo remoto che addolcisce l’anima e non chiede nulla, se non quello di essere osservato per com’è. Un luogo dove gli occhi si perdono tra il verde dei prati ed il blu del mare. Capalbio è un piccolo borgo medievale che conta 3.800 abitanti sulla costa meridionale della Toscana e fa parte di una vasta area geografica di circa 5.000 km2: la Maremma, terra selvaggia ed incontaminata che abbraccia due regioni: Toscana e Lazio. In questa sinfonia, accarezzata dal Mar Tirreno, da prati verdi e pascoli, sorge Terre di Sacra (sacra.it), incastonata tra la purezza e la magnificenza di una realtà geografica dal fascino ineguagliabile. MARGHERITA mi accoglie nella sua casa che dista una manciata di metri dal mare, quel mare che d’inverno assume tutt’altra veste, che racchiude un’arte che esibisce con le sue onde e ti culla per tutto il giorno con il suo placido rumore.
Nel 1922 un gruppo di imprenditori guidati da U BERTO R ESTA
PALLAVICINO decise di trasformare una terra impervia di 9.000 ettari rendendola disponibile alla coltivazione di cereali e all’allevamento di bovini. Redimere quindi una zona inospitale e paludosa per costituirne
S.A.C.R.A. – Società Anonima Capalbio Redenta Agricola, che nel 1930 ottenne la concessione della bonifica del territorio di Capalbio. Nel 1968 ci fu un passaggio significativo per l’a- zienda: l’istituzione dell’Oasi WWF Lago di Burano, una riserva che si estende per circa 410 ettari più altri 600 sottratti all’attività venatoria, in accordo con la proprietà dei terreni di Terre di Sacra. L’Oasi è diventata un rifugio faunistico con più di trecento specie di uccelli.
Terre di Sacra oggi è simbolo di ospitalità e rispetto per la natura, un’emozione di dieci chilometri di spiaggia lungo la costa toscana, che permette di respirare aria pura e di assaporare il paradiso, vivendo in spazi incontaminati quali case e lodge che fungono da hospitality, il core business dell’azienda, dove la parola d’ordine è “turismo slow”, un turismo cioè che fa rallentare e perdere la cognizione del tempo senza frenesie.
Margherita è nata a Milano ma è cresciuta tra Capalbio e la città ambrosiana. «Ho cominciato a venire qui da quando ero in fasce» mi dice. Il padre, CARLO ALESSANDRO
PURI NEGRI, attuale presidente di Terre di Sacra ereditò dai genitori questa terra creando insieme alla moglie GIULIA CLAVARINO un legame indissolubile tra questa realtà e la loro famiglia.
Margherita è una giovane donna che ha sapientemente accarezzato il mondo e, con una laurea in relazioni internazionali acquisita in Inghilterra, ha intrapreso prima la strada finanziaria, in Cina e poi a Ginevra, colmando la sua espe- rienza nel 2013 alla Banca Mondiale di Washington , dove ha lavorato due anni al “Connect4Climate”, un progetto di partnership globale del Gruppo della Banca Mondiale dedicato a coinvolgere un pubblico diversificato attraverso campagne creative di comunicazione sul clima. «Dieci anni fa il mondo accademico americano parlava di cambiamenti climatici. Noi europei invece eravamo già educati a questo, ma in generale non ne se parlava, non era la retorica comune, mentre oggi è fin troppo strumentalizzato» mi racconta Margherita. «Mi sono sempre interessata al concetto della sostenibilità, discutendo poi una tesi geopolitica su come rendere sostenibile il modello energetico italiano».
Terminato il periodo americano, Margherita torna in Italia e comincia a fornire supporto all’azienda di famiglia, occupandosi in particolare della comunicazione digitale. Pian piano comincia ad essere coinvolta sempre più nelle attività aziendali e diventa Imprenditore Agricolo Professionale. Terre di Sacra, infatti, non è solamente un’importante realtà a vocazione turistica, ma anche un’entità agricola e zootecnica dove pascolano splendidi bovini di razza Maremmana. Una realtà fatta di professionisti che ogni giorno con passione e dedizione contribuiscono a mantenere alto il livello di benessere ambientale ed animale. Margherita cura ogni singola fase, a partire dall’allevamento dei bovini, aiutata in questo da MORENO PREDELLINI, di professione buttero, che da circa trent’anni lavora per Terre di Sacra
Il buttero è senza dubbio il mestiere più antico che esiste in Maremma, terra un tempo spopolata ed inospitale che fu colpita dalla malaria e gli unici a resistergli furono proprio i rappresentanti di questa categoria professionale. L’economia di allora era fatta di legna dei boschi e dalla carne dei bovini che venivano marchiati per non venire mischiati a quelli di altre famiglie
(la marchiatura è un’operazione che viene fatta anche oggi per questi bovini, NdA). Chiedo a Moreno che cosa sente quando sale a cavallo e governa la mandria. «L’adrenalina mi avvolge quando si governano le Maremmane. Bisogna capire come farle muovere, se ne fai una questione di forza vincono loro, se le si vuol far andare in una direzione, tendenzialmente loro vanno in quella opposta» mi spiega.
Bovini di indole spigolosa e sospettosa, forse il fascino di questa razza è dato anche dal loro carattere. La Maremmana si governa a cavallo, animale per il quale nutrono profondo rispetto. I capi sono imponenti e maestosi, il tratto distintivo sono le lunghe corna, a forma di lira nelle femmine e semi-luna nei maschi. Le corna raggiungono anche 100 cm di lunghezza, permettendo ai bovini di staccare le fronde fresche delle quali cibarsi.
Dal punto di vista morfologico hanno giogaia ben sviluppata che funge da elemento termoregolato-