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Fiere MarcabyBolognaFiere riparte con una grande edizione

Grafi co 3 – Mercato bio: composizione dello scontrino

nel 2021

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Fonte: elaborazione Ismea su dati Nielsen.

Sintesi delle dinamiche

1. La variazione della spesa

Il bio ha evidenziato le stesse tendenze del comparto agroalimentare ma con un’intensità maggiore: a un 2020 caratterizzato da un’ottima performance commerciale (+9,5% a fronte di un +7,4% dell’agroalimentare complessivo) ha fatto seguito un rimbalzo negativo nel 2021 (–4,6% del bio a fronte di un –0,3% dell’agroalimentare).

2. Le categorie sotto la lente

In un anno fuori dall’ordinario diverse categorie del bio confermano l’interesse dei consumatori: • carni (+13%); • pesce (+16,9%); • vino (+5,7%);

Si tratta di categorie che, in peso assoluto, valgono insieme meno del 11,5%. Una conferma di un biologico in crescita soprattutto nei comparti dove l’off erta è meno rappresentata.

3. I canali di vendita

I prodotti biologici continuano a essere veicolati soprattutto nei Super e Ipermercati (65,3%). Nonostante un parziale ritorno del consumatore alla normalità l’incidenza delle vendite presso la distribuzione moderna cresce rispetto al 2020 (+1%).

4. Incidenza del bio sull’agroalimentare

Nel 2021, il peso del mercato interno del biologico resta stabile al 3,9% dell’agroalimentare totale che è stato caratterizzato dalle stesse dinamiche. Biologico: gli acquisti alimentari delle famiglie, spesa del 2021.

casi l’andamento è di segno opposto. È quanto accade per derivati dei cereali, carni e bevande analcoliche.

La distribuzione della spesa bio tra le diverse categorie di acquisto resta la stessa più volte analizzata nel periodo pre-pandemico (Grafi co 3). Il carrello bio resta sbilanciato sui prodotti freschi e non trasformati, in particolare frutta e verdura dove il consumatore riconosce il valore aggiunto dato dalla certifi cazione. Questo comparto pesa, da solo, il 46,1%, mentre la quota dell’ortofrutta nella spesa agroalimentare italiana è ferma al 19,2%. Di contro, le referenze riferibili a carni o loro trasformati sono ancora poco presenti nel bio, nonostante la crescita che si registra ormai da un biennio. Una nota d’attenzione va alle vendite di latte e derivati, comparto che, nel basket bio, ha un’incidenza di 7 punti percentuali maggiore rispetto al totale della categoria agroalimentare (20,4% vs 13,2%), trainato soprattutto dalle ottime performance dei formaggi biologici.

Consumi concentrati nel Nord

Il 62,7% delle vendite di prodotti bio sono tracciate nel Nord Italia e presentano la stessa distribuzione territoriale del 2020. Rispetto al totale agroalimentare, è ancora il Mezzogiorno ad evidenziare un

Bella la grafi ca della linea di prodotti bio di Ecològica dels Pirineus (photo © ecologicadelospirineos.com).

mercato al consumo del bio sottotono. Com’era facilmente prevedibile, gli effetti indiretti di una crisi sanitaria così prolungata si sono amplifi cati tra i consumatori delle regioni del Sud, dove l’incertezza economica è maggiore e il potere d’acquisto non sempre consente una scelta libera di quei prodotti alimentari reputati più sicuri e sostenibili. Nonostante l’incidenza negli acquisti bio del Meridione sia ancora bassa e non in linea con le attese di crescita manifestate dal settore, le variazioni annue nelle diverse aree geografi che mostrano dei segnali incoraggianti proprio nel Sud, con un +3,1%. Si tratta, peraltro, dell’unica dinamica positiva quando si confrontano gli andamenti nelle vendite di biologico e totale agroalimentare. In defi nitiva, pure in un contesto in cui la quota di vendite dei prodotti bio rispetto al totale agroalimentare ha un’incidenza limitata, in termini di incremento percentuale nel corso del 2021 il Mezzogiorno si è messo in luce come area di crescita più rilevante. La tendenza negativa riscontrata nel Nord-Ovest per il 2021 (–3,0%) dipende invece dal ritorno di alcune grandi città, dove gli acquisti di bio sono rilevanti (ad esempio, Milano e Torino), ad una situazione lavorativa caratterizzata da un parziale rientro in uffi cio e da un’indiretta riduzione degli acquisti alimentari domestici.

Super e Ipermercati rallentano

La distribuzione moderna, con i Super e Ipermercati, resta il canale distributivo preferito dai consumatori di biologico, con un’incidenza aumentata dell’1,0% rispetto al 2020. Se si confrontano gli orientamenti col settore agroalimentare nel suo insieme, si delinea la maggior rappresentatività del canale “negozi tradizionali” che, per il bio, signifi ca essenzialmente catena specializzata nella vendita di prodotti biologici e piccoli negozi di prossimità. Sono realtà importanti per il biologico, che regge bene quando si guardano i fatturati complessivi ma che, indubbiamente, ha perso quote di mercato con l’affermazione e la diffusione di apposite aree bio, sempre meglio rifornite, nella distribuzione moderna. Nel 2021 il canale del “tradizionale” ha comunque subito un rallentamento rispetto al 2020, quando la prossimità territoriale e la marcata affermazione di driver legati a benessere e acquisto consapevole avevano guidato la scelta di molti Italiani. Resta positiva la performance dei Discount che, dopo il +9,4% del 2020, è l’unico canale in crescita anche nel 2021, nonostante molti consumatori possano fi nalmente tornare a mangiare biologico fuori casa e nei ristoranti. Il format dei Discount, vincente nell’agroalimentare in genere, si sta dunque affermando anche nel mercato del bio, facendo leva su un più profondo assortimento di referenze nel fresco, unito alla logica del prezzo conveniente che risulta effi cace nell’attirare e far conoscere il bio a una nuova categoria di consumatori attenti alle offerte e al primo prezzo.

Fonte: Ismea – Istituto di Servizi

per il Mercato Agricolo Alimentare

Responsabile: Fabio Del Bravo Coordinamento tecnico:

Antonella Giuliano Antonella Finizia

Redazione: Riccardo Meo

MarcabyBolognaFiere riparte con una grande edizione!

12.000 ingressi e 900 espositori decretano il grande successo dell’unica fi era italiana dedicata alla marca commerciale. Da segnare già in agenda l’appuntamento con la prossima edizione il 18 e 19 gennaio 2023 al quartiere fi eristico di Bologna

MarcabyBolognaFiere riparte da dove si era fermata a gennaio 2020, alle porte della pandemia. La 18aedizione, che si è tenuta nel quartiere fi eristico di Bologna gli scorsi 12 e 13 aprile, si è chiusa con 12.000 ingressi: un numero che, insieme ai 900 espositori su 23.000 m2, decreta il grande successo dell’unica fi era italiana dedicata alla marca commerciale, una vetrina delle eccellenze made in Italy dove la DMO (Distribuzione Moderna Organizzata) ha a disposizione più di 1.000 m2 per le proprie insegne. Imprese e professionisti sono tornati ad incontrarsi e stringere accordi visitando i cinque padiglioni della manifestazione, organizzata da BolognaFiere in collaborazione con ADM, Associazione della Distribuzione Moderna. E gli stessi imprenditori, insegne della DMO e buyer hanno già segnato in agenda la data della prossima edizione, la numero 19, che torna al suo calendario tradizionale di inizio anno con le giornate del 18 e 19 gennaio 2023. «MarcabyBolognaFiere — ha dichiarato a caldo ANTONIO BRUZZONE, direttore generale di BolognaFiere — è stata un successo oltre le aspettative. Siamo ripartiti dagli stessi numeri

MarcabyBolognaFiere è l’unica fi era italiana dedicata alla marca commerciale (photo © marca.bolognafi ere.it).

Consumi: meno male che c’è la marca del distributore

Si consolida e cresce l’importanza dei prodotti a marca del distributore, anche a fronte dell’aumento dell’infl azione che si è generato nel post pandemia, ulteriormente infl uenzato dalle conseguenze della guerra in Ucraina. È quanto emerso durante il convegno “Marca del Distributore e consumatore nella società che cambia”, position paper di The European House-Ambrosetti e della ricerca di IPSOS, in apertura dell’edizione 2022 di MarcabyBolognaFiere.

Sugli scaff ali della Distribuzione Moderna sono oggi circa 70.000 i prodotti contrassegnati con il logo dell’insegna distributiva: si tratta di prodotti di qualità con un prezzo conveniente e un posizionamento mediamente inferiore del 20-25% rispetto ai prodotti a marca industriale. Il 43% degli Italiani ha dichiarato di avere acquistato in prevalenza, nel 2021, prodotti a marca del distributore. Dalla ricerca risulta infatti che l’anno scorso la MDD ha consolidato un percorso di crescita signifi cativo in atto da quasi 20 anni. Parliamo di 11,7 miliardi di euro di fatturato (più che triplicato dal 2003) e una quota di mercato pari al 19,8%. Le previsioni del protrarsi delle tensioni infl attive per tutto il 2022 rendono probabile un ulteriore aumento delle vendite della MDD, già stimati in crescita al 24% di quota di mercato nel 2030 con 15 miliardi di euro di fatturato (fonte: The European House-Ambrosetti).

Il 95% dei consumatori italiani conosce almeno una MDD e il 78% conosce anche quelle con nome di fantasia. I prodotti più acquistati sono gli alimentari confezionati, i surgelati, i prodotti per la cura della casa e della persona, le bevande non alcoliche, gli alimentari freschi e i prodotti per animali. Queste modalità di acquisto confermano tra l’altro la capacità della MDD di rispondere ai nuovi bisogni della società italiana, caratterizzata da tre driver: polarizzazione della condizione economica delle famiglie (“accessibilità” della MDD), cambiamento socio-demografi ci quali denatalità, invecchiamento, famiglie monocomponenti (da cui la scelta di prodotti “ready to eat”), e crescente attenzione alla sostenibilità e al benessere (la quota dei prodotti bio a marchio del distributore ha superato nel 2021 il 44%).

La MDD si è evoluta nel tempo, con un’off erta ad alto contenuto qualitativo, di innovazione, sostenibilità, salute e benessere, riconosciuta anche dal consumatore che ne apprezza la capacità di rendere accessibile la qualità. L’81% degli Italiani ritiene che ci sia stato un progressivo miglioramento nell’off erta della MDD negli ultimi 10 anni. In particolare, il 55% ritiene che essa sia attenta ai temi legati all’ambiente e alla sostenibilità, e il 50% pensa che sia attenta ai temi etici e sociali. È stato analizzato anche il contributo della MDD alla crescita e al raff orzamento della dimensione industriale e competitiva della sua fi liera di fornitura: una rete di 1.500 aziende MDD partner, con cui la distribuzione moderna instaura relazioni di collaborazione di lungo periodo (photo © Valeriy Muhmed).

>> Link: adm-distribuzione.it

Coop protagonista a Marca 2022: il segmento della marca privata per il colosso della distribuzione vale il 30% del fatturato

Il prodotto a marchio Coop come un salvagente per i consumatori che si trovano a dover aff rontare la crisi dei prezzi innescata prima dalla scarsità di materie prime post pandemia e poi dalla guerra in Ucraina: è questo il pensiero che ha accompagnato Coop a Marca 2022. «In tutti i momenti di diffi coltà economica i consumatori hanno utilizzato il prodotto a marchio come uno strumento per aff rontare il loro ridotto potere di acquisto»: ha dichiarato Marco Pedroni presidente Coop Italia e ANCCCOOP (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori). «Sia in pandemia quindi che in questa fase il prodotto a marchio sta incrementando la propria quota di vendita proponendo prodotti sempre più evoluti, articolati, buoni e a prezzi vantaggiosi».

Nato più di 70 anni fa, il prodotto a marchio Coop anche nel 2021 ha proseguito il suo percorso di ridefi nizione, portando sugli scaff ali tutta la nuova off erta dei “rossi” (la linea di pomodori e derivati). E la crescita dei volumi nei primi due mesi per la nuova linea segna un +35% di vendite. Complessivamente la quota del prodotto si aggira intorno al 30% con un fatturato di circa 3 miliardi di euro, il 40% circa dei quali proviene da fi liere a completa tracciabilità. Continuano a dare ottimi risultati le linee storiche Viviverde (il bio e l’ecologico), Fiorfi ore (l’eccellenza gastronomica) e BeneSì (i prodotti salutistici) che crescono a due cifre; come buoni risultati sta dando la linea Origine (tracciabilità totale della fi liera). «L’infl azione partita a metà del 2021 ha subito una grande accelerazione dovuta alla guerra, per questo dobbiamo aspettarci una crescita dei prezzi anche nei prossimi mesi. Al momento abbiamo trasferito sui consumatori non più di 2 punti e mezzo degli aumenti che in realtà nei listini hanno raggiunto anche i 10-12 punti di crescita. Capiamo che per ora il Governo sia intervenuto in soccorso delle famiglie solo sui beni energetici, ma ora è il momento di pensare agli altri beni di prima necessità come quelli alimentari, magari attraverso una mirata e temporanea sterilizzazione dell’IVA. Sappiamo che in questa fase non si può solo chiedere al Governo, ma noi ci stiamo già mettendo la nostra parte e siamo coscienti che da soli non riusciremo a preservare il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle più povere e quindi più esposte a questi rincari», ha concluso Pedroni (fonte: EFA News – European Food Agency; photo © coopalleanza3-0.it).

che avevamo nel 2020, quando il mondo si è fermato a causa della pandemia.

Questa è l’unica manifestazione in Italia capace di interpretare le potenzialità e l’evoluzione del settore della marca commerciale, che a BolognaFiere trova ogni anno la sede più autorevole dove stringere accordi e favorire la crescita e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, grazie ai rapporti con le insegne della

DMO. Ringraziamo le insegne, gli espositori, i professionisti e i buyer, i nostri partner istituzionali, primo tra tutti ICE, e soprattutto ADM, l’Associazione della Distribuzione Moderna, che da sempre crede in questa manifestazione e continua a farla crescere con noi».

«Il consumatore oggi sceglie la marca commerciale con sempre maggiore convinzione, motivato dai valori che la marca presidia: qualità, convenienza, ma anche i percorsi di sostenibilità e innovazione che la MDD sviluppa con i partner dell’industria» ha dichia-

rato CARLO ALBERTO BUTTARELLI, consigliere delegato di ADM. «Il patto di fi liera si realizza con la MDD, dove l’integrazione tra produzione, distribuzione e consumatore raggiunge la sua massima espressione».

Molto partecipati i momenti di approfondimento per gli addetti ai lavori, promossi da ADM con The European House-Ambrosetti e Ipsos, e con IRI e IPLC, che in esclusiva per Marca hanno fornito dati e trend della marca del distributore in Italia e in Europa. Grande successo anche per le due aree Marca Fresh, dedicata ai prodotti freschi, e Marca Tech, dove le aziende hanno esposto le innovazioni del packaging.

A fronte di una sostanziale tenuta della manifestazione rispetto ai livelli precedenti alla pandemia, Marca Fresh ha raddoppiato il proprio spazio espositivo, confermando l’interesse crescente

In alto: Carlo Faresin, responsabile produzione e vendite, e Davide Maran, responsabile commerciale della Cooperativa Zootecnica Scaligera di Mozzecane (VR), presente sul mercato con linee di prodotto scottona, vitellone, sottovuoto, gelo, skin e bio. Stupendo il loro banco carni allestito all’interno di Marca. In basso: presso lo stand di Food Stage, Enzo Sisto con alcuni collaboratori.

Marca è un appuntamento immancabile per il Gruppo Alcar Uno, presente a BolognaFiere anche con GlobalCarni e Generalfrigo. Alcar Uno è leader nella lavorazione delle carni suine e nella produzione di prosciutti crudi e, forte delle certifi cazioni e autorizzazioni, è presente sui mercati internazionali. Da sinistra: Fabio Mussi di Generalfrigo, Lorenzo Levoni di Alcar Uno con Matteo Barbieri e Michele D’Elia della Globalcarni.

1) Alcuni pack del Gruppo Vercelli di Formigliana (VC), che con la linea “Il vitello di Casa Vercelli” off re una ricca linea di prodotti ready to eat e ready to cook di carne di vitello italiano, di prima qualità e di provenienza certa. 2) Un dettaglio dei burger del Gruppo Chiola, azienda piemontese specializzata nell'allevamento di suini, esposti a Marca 2022. 3) Splendidi tagli di bovino a marchio Consorzio Sigillo Italiano. 4) Gli investimenti sono il motore delle aziende: lo sa bene FABO SI, società di Massa Lombarda (RA) leader nell’affi ancamento delle imprese per l’erogazione di fi nanziamenti a fondo perduto per il settore agroalimentare, che per la prima volta ha scelto MarcabyBolognaFiere per dare consulenza e supporto agli operatori. Allo stand in fi era, da sinistra, Marco Fabbri, titolare insieme al padre Giacomo di FABO SI, insieme ai collaboratori Jessica Baldini e Lorenzo Minguzzi.

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