IL PESCE
PERIODICO BIMESTRALE DEDICATO ALLE PRODUZIONI ITTICHE
NAZIONALI ED ESTERE, ALLE TECNOLOGIE E ALLE ATTREZZATURE PER LA PESCA E L’ACQUACOLTURA – € 6,67
N. 3/2024
DALLA PRODUZIONE AL CONSUMO
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Uno dei nostri fiori all’ occhiello che ha creduto nelle nostre tecnologie e che si sta affermando a livello europeo come uno dei migliori produttori di Lupini, vongole e cozze, New Copromo è senza dubbio uno dei Centri di depurazione più innovativi ed efficienti ad oggi.
Qui tutte le tecnologie sono supervisionate da noi in telegestione e monitorate dai biologici interni, per garantire ed offrire all’utente finale, un prodotto eccellente e sicuro.
Tutto questo con Telegestione da remoto tramite nostra piattaforma ADRIATRON, che permette la telegestione e telediagnosi da remoto, avvisa su eventuali anomalie, invia report giornalieri e settimanali su andamento macchine, crea ed archivia grafici sull’ andamento delle macchine.
Immagine della tecnologia realizzata per alimentare impianto. Realizzato il primo impianto di depurazione di 16.000 kg a ciclo depurativo, solo dopo pochi mesi di lavoro, è stato necessario ampliare a 20.000 kg, esclusivamente con l’aggiunta del quarto bins sopra ogni linea verticale (20 bins in totale di aumento).
Tutto questo senza aggiungere un minimo di tecnologia in più all’impianto già esistente, il che sta a dimostrare che le tecnologie proposte da Adriatic Sea International sono sempre sovradimensionate del 50%!
24 3/ IL PESCE
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«Da’ un pesce a un uomo ed egli avrà un pasto; insegnagli ad allevarlo e avrà il nutrimento per tutta la vita»
EUROCARNI – PREMIATA SALUMERIA ITALIANA – IL PESCE
EURO ANNUARIO CARNE – ANNUARIO DEL PESCE E DELLA PESCA
US ANNUARIO DEI FORNITORI DELLA SANITÀ IN ITALIA – EURO GENUINE FOOD
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Redazione
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Federica Cornia
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Segreteria di redazione
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ANNUARIO del PESCE e della PESCA 2024/2025 N. 35
Fotografia
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Amministrazione
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Consulenti scientifici
Dr. Gaetano Arcarese – Prof. Giorgio Giorgetti – Dr. Lucia Liddo –Dr. Francesco Paesanti –Prof. Remigio Rossi –Dr. Marco Saroglia – Dr. Aldo Tasselli
Collaboratori scientifici
Dr. Alessandro De Maddalena –Dr. Maurizio Dell’Agnello –Prof. Fabrizio Ferrari – Dr. Claudio Ghittino – Dr. Gianluigi Negroni –Dr. Paola Pierelli – Prof. Guido Razzoli – Dr. Antonio Trincanato
Annuario del Pesce e della Pesca
La banca dati internazionale del mercato ittico sempre aggiornata, utile strumento di lavoro per gli operatori del settore acquacoltura, lavorazione, commercio e distribuzione.
Edizione 2024/2025
Copia cartacea: € 60,00
5
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DAILY NEWS IL
PESCE
fresco dal mar adriatico
Il pesce scelto da
Chef Giorgio Locatelli
• fonte di importanti sostanze nutritive necessarie per la crescita e lo sviluppo
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Finanziato dall’Unione europea
In questo numero: Immagini Valerio Sapucci e Pietro Avolio al SEG & Processing 2024 14 Mercati ittici 16 Legislazione DOP e IGP, cambia la normativa Maria A. Dessì 20 Attualità Progetto IZSVe-MASAF per la valorizzazione del granchio blu 26 Il pesce in rete Social fish Elena Benedetiti 28 IL PESCE, 3/24 7 A
82. Anno XLI Giugno 2024 N. 3 IL PESCE
pagina
IL PESCE
8 IL PESCE, 3/24 Acquacoltura Progetto AgrI-fiSh: rivoluzionare l’acquacoltura Germana Borsetta 30 per un futuro sostenibile L’economia circolare per i mangimi per l’acquacoltura Gianluigi Negroni et al. 32 Pesce d’acqua dolce AGK Kronawitter, acquacoltura nel Salzgammergut Riccardo Lagorio 40 Acquacoltura mediterranea L’acquacoltura all’interno dell’Italia e l’Unione Europea Alejandro Güelfo 44 come via per raggiungere gli ODS dell’ONU Mostre di mare Mare Nostrum Riccardo Lagorio 48 Pesca La pesca tradizionale dello Stretto di Messina è Presidio Slow Food 52 Sostenibilità Ostriche irlandesi: tesori di gusto alleati dell’ambiente 54 Lago di Como: specie ittiche a rischio spopolamento 58 Indagini Surgelati, alleati nella lotta al food waste 60 Aziende Giò Mare guarda dritta al futuro 64 Fish Farm Boat 66 Alimeco, naturale per scelta 70 Prosciutto di Halibut: dal Mare del Nord nuovi gustosi alimenti 72 M-ERP CSB-System: mobilità, flessibilità e semplificazione 76 dei processi industriali Track Ittico: quando la digitalizzazione unisce tracciabilità e sostenibilità 78
DALLA PRODUZIONE AL CONSUMO N. 3/2024 PERIODICO BIMESTRALE DEDICATO ALLE PRODUZIONI ITTICHE NAZIONALI ED ESTERE, ALLE TECNOLOGIE E ALLE ATTREZZATURE PER LA PESCA E L’ACQUACOLTURA – € 6,67 In copertina: trend in crescita per le conserve ittiche. A pagina 132.
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10 IL PESCE, 3/24 Speciale SEG 2024 Barcellona capitale indiscussa del seafood Elena Benedetti et al. 82 ASI racconta Barcellona 2024, un trionfo Adriatic Sea International 108 Il buono secondo Lara Il siluro, oramai diffuso nelle acque dolci: Lara Abrati 110 un’opportunità per la cucina? Sapore di mare Al di là del muretto: l’Alassio della pesca Cecilia Cacre 114 Il pesce in tavola In crosta! Giorgia Fieni 119 Conserve ittiche Tonno e sport 122 Week-end A spasso tra i mercati del pesce più popolari d’Italia Chiara Papotti 128 www.ilpesce-online.com A pagina 148. A pagina 40. A
110.
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ScoprilalineaReadytoCookdiLeporeMare. PreparareunadeliziosacenaGourmet inpochiminuti,nonèmaistatocosìsemplice!
Selezione BuonGusto
12 IL PESCE, 3/24 Fiere Cibus 2024, edizione da record 132 Novità da Refrigera 2025: Freezing Tech 140 La pagina scientifica EFSA: molti i pesci d’allevamento indenni da parassiti 142 ma servono più dati Studio
Scarparo 144
Tecnologie La surgelazione IQF con tecnologia Linde: Cryoline CW 148 Linea Flesh, Innovating with You for You 150 La sicurezza alimentare al primo posto per trasporto e stoccaggio 154 di prodotti ittici con i pallet Logypal Sensori 3D Zebra Technologies 158 www.ilpesce-online.com A pagina 154. A pagina 54.
preliminare sulla presenza cutanea di larve del genere Elena
Anisakis in sgombri atlantici
A pagina 122.
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IMMAGINI
Due elegantissimi Valerio Sapucci e Pietro Avolio all’edizione 2024 della Seafood Expo Global & Processing. Adriatic Sea International per l’Emilia-Romagna ed Eurofish Napoli per la Campania. Due stimati imprenditori del comparto ittico che, con la loro visione e professionalità, hanno contribuito a sviluppare negli anni il mercato del seafood nazionale ed internazionale con focus sulle tecnologie, prodotti e servizi. Nel corso della fiera di Barcellona, svoltasi dal 23 al 25 aprile, Valerio Sapucci è stato insignito dal Ministro Francesco Lollobrigida del Diploma per il contributo alla diffusione della cucina italiana nel mondo, candidata Patrimonio UNESCO. Sono state per entrambi giornate di intenso lavoro, in un’edizione della Seafood Expo, questa del 2024, che ha registrato numeri record per quantità di espositori e visitatori. A pagina 82 il reportage delle tre giornate di fiera a firma di Elena Benedetti e Chiara Zaccaroni (photo © Adriatic Sea International).
14 IL PESCE, 3/24
Tutti i mercati hanno un fascino ancestrale, ma in quelli del pesce c’è qualcosa di più. Forse perché rappresentano il legame con il grande dispensatore di cibo e vita, il mare. Una pescheria tradizionale è la prima tappa per immergersi nella vera identità, nel vivere quotidiano di un luogo, nella sua cultura popolare. Chiara Papotti ci porta a spasso per l’Italia a conoscerne alcuni: la leggete a pagina 128.
16 IL PESCE, 3/24
FEAMPA 2021 – 2027
REGOLAMENTO (UE) 2021/1139 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 7 luglio 2021 che istituisce il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura
Si informa che nelle prossime settimane/mesi saranno pubblicati in tutte le regioni i primi bandi della programmazione FEAMPA 2021 – 2027 per gli investimenti in Acquacoltura e Trasformazione e Commercializzazione dei prodotti della Pesca e dell’Acquacoltura, con un contributo a fondo perduto presumibile dal 60% al 100% per progetti da realizzarsi nel 2024/2025 e con possibile ammissibilità degli investimenti già realizzati dal 01/01/2021.
Acquacoltura
Saranno ammesse le PMI (Ditte individuali, società di persone o di capitali, Cooperative, O.P., ecc…) del settore Acquacoltura che debbano realizzare investimenti come nel seguito:
• Costruzione/ampliamento o miglioramento degli impianti di acquacoltura e maricoltura per la riproduzione di pesci, crostacei e molluschi o altri organismi marini di interesse commerciale;
• Opere murarie edili ed impiantistiche destinate agli impianti;
• Acquisto e ristrutturazione di imbarcazioni al servizio degli impianti di acquacoltura, comprese le attrezzature di lavorazione a bordo;
• Acquisto di attrezzature o macchinari per impianti di acquacoltura;
• Acquisto di attrezzature volte a proteggere gli allevamenti dai predatori;
• Spese per il miglioramento delle condizioni d’igiene e sanitarie e dei sistemi di produzione anche attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche;
• Lavori di sistemazione e miglioramento dei circuiti idraulici compresi il riciclo dei rifiuti delle acque;
• Acquisto di cassoni coibentati e gruppo frigorifero da installare su furgoni o di automezzi dotati di coibentazione e gruppo frigorifero;
• Allestimenti, arredi, attrezzature e strutture destinate vendita al dettaglio;
• Hardware e software dedicati ai processi produttivi
• Spese generali consulenze tecniche amministrative, ecc… in merito all’investimento.
Trasformazione e Commercializzazione dei prodotti della Pesca e dell’Acquacoltura Saranno ammesse le PMI (Ditte individuali, società di persone o di capitali, Cooperative, O.P., ecc…) che effettuano la trasformazione e commercializzazione di prodotti della Pesca e dell’Acquacoltura siano esse pescatori, acquacoltori o industrie di lavorazione/ trasformazione prodotto che debbano realizzare investimenti come nel seguito:
• Costruzione, ampliamento e ristrutturazione di immobili destinati all’attività;
• Acquisto di terreni legati all’iniziativa nel limite massimo del 10% del valore del progetto;
• Acquisto di impianti e macchinari di lavorazione, confezionamento, refrigerazione;
• Acquisto di celle di stoccaggio prodotto e di produttori di ghiaccio;
• Acquisto di automezzi coibentati con gruppo frigorifero non amovibile o di cassoni coibentati su camion per non interrompere la catena del freddo;
• Investimenti diretti al miglioramento dell’efficienza energetica ed ambientale, con l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile prodotta e reimpiegata in azienda;
• Spese per il miglioramento delle condizioni d’igiene, sanitarie, dei sistemi di produzione;
• Acquisto di hardware e software dedicati ai processi produttivi e commerciali;
• Spese generali consulenze tecniche amministrative, ecc in merito all’investimento.
Le possibili spese sopra riportate sono a livello indicativo. Ogni regione deciderà in sede di approvazione del bando quali saranno le spese ammissibili.
Per informazioni: FABO S.I.
V.le Risorgimento 1 48024 Massa Lombarda (RA) Telefono: 0545 84488
E-mail: info@fabosi.it Web: www.fabosi.it
nel settore Ittico
CALABRIA
Calabraittica S.n.c. (RC)
Marpesca Group SRL (VV)
CAMPANIA
L.P.A. Group S.r.l. (AV)
EMILIA-ROMAGNA
Acquadimare S.S. di Cocci Luciano e C. (RN)
Adelante Società Cooperativa (FE)
Alba Nuova Società Cooperativa (FE)
Coop Alessandro Simoni a r.l. (FE)
Coop Logonovo S.r.l. (FE)
Coop Pescatori Volano SCARL (FE)
Economia del Mare (FC)
Effelle Pesca S.r.l. (FE)
Euroittica S.r.l. (FE)
Food Lab S.r.l. (PR)
Gio’ Mare S.p.A. (FC)
Goro Pesca S.r.l. (FE)
IMARR Soc. Coop. Agr. (RN)
Ittica Estense S.r.l. (FE)
La Fenice Soc. Coop. (FE)
L'inedito S.r.l. (BO)
M.GI.B. S.r.l. (FE)
Mare Chiaro S.r.l. (RN)
Reamar S.r.l. (FE)
Succi Leonelli Erik (FE)
Trombini Marco (FE)
Trombini Angelo (FE)
Turgiamar Soc. COOP A.R.L.(FE)
FRIULI VENEZIA GIULIA
C.O.L.M.I Seconda Soc. Coop. Agricola (TS)
Jolanda De Colò S.p.a (UD)
Madia S.p.a (PN)
LAZIO
Anziopesca S.r.l. (RM)
Artik S.r.l. (RM)
Agrifish S.r.l. (VT)
Civita Ittica S.r.l. (RM)
Faic S.r.l. (RM)
Fanciulla D’Anzio Soc. Coop. (RM)
Il Gambero Rosso (RM)
Ittica Terracina S.r.l (LT)
Job Fish S.r.l.(VT)
L’Atelier S.r.l. (RM)
L’Equipaggio di Grassi Massimo & C. S.n.c. (LT)
Linemar S.r.l. (RM)
Marealto S.r.l. (FR)
Masaniello II S.r.l (RM)
Onda Blu S.r.l. (VT)
Pesca Pronta S.p.A. (RM)
Santa Marta S.r.l. (VT)
Sushi Excellence S.r.l. (RM)
LIGURIA
Aqua Soc. Agr. S.r.l. (GE)
Golfomar S.r.l. (SP)
Ligurmar S.r.l. (GE)
Maremosso S.r.l. (GE)
LOMBARDIA
Coam Industrie Alimentari S.p.A. (SO)
Fjord S.p.a. (VA)
Le Specialità Lariane S.n.c. (CO)
Mare S.r.l. (VA)
Nord Fish S.r.l. (MI)
Omilipo S.r.l. (MN)
Turla Pierino S.r.l. (BS)
MARCHE
Ittica 153 S.r.l. (AP)
Ittica CO.PE.RI S.r.l. (AP)
Ittitalia S.r.l. (FM)
Recchioni Primo e Adolfo S.r.l. (MC)
Sea Service S.a.s. (AN)
Vongoplà S.r.l. (PU)
PUGLIA
Boutique dei Frutti di Mare S.r.l (BA)
Erredi Distribuzione S.r.l. (BA)
Gel Gross S.r.l. (LE)
Giliberti S.r.l. (BA)
Ittica Demar S.r.l. (LE)
Ittiservice di Magnifico Rosa (BA)
Lepore Mare S.p.A. (BR)
MareVivo S.r.l. (LE)
Mitil Marche Soc. Coop. a.r.l. (FG)
Porto Santo Spirito S.r.l. (BA)
Soc. Coop. di Pescatori
La Castrense (LE)
SARDEGNA
Aqua Soc. Agr. S.r.l. (NU)
Cedimar S.r.l (CA)
Giovanni Rivieccio S.r.l. (SS)
Ittico 2000 di Lai Maria Augusta (NU)
Karalis Mitili Soc. Coop a r.l. (CA)
La Commerciale S.r.l (NU)
Le Mareviglie S.r.l (CA)
Mamaris S.r.l. (CA)
Pe.Am.Ter. Soc.Coop (CA)
Smeralda S.r.l. (CA)
Soc. Coop. Pescatori Marisol (CA) Soc. Coop. Pescatori Tortolì ( NU)
Spano Group S.r.l. (OT)
TOSCANA
Civita Ittica S.r.l. (LI)
Gastronomia Valdarnese S.n.c. (AR)
Guadagnoli Marcello S.r.l. (GR)
Le Delizie Del Mare S.r.l. (MS)
TRENTINO
Roat Prodotti Ittici S.r.l. (TN)
VENETO
Alemar S.r.l. (VE)
A.M.A. Azienda Marina
Averto Soc. R.L. (VE)
Az. Agr. Dato di Busetto
Az. Agricola Feletto Bruno (TV)
Maurizio e Andrea S.S. (VE)
Az. Agr. Durigon Emanuele (TV)
Bedana S.n.c. (PD)
Blue Marine S.r.l. (VE)
Blu Pesca S.r.l. (VE)
Celeste Soc. Agr. (VE)
C.P.N. S.r.l. (RO)
Crimar S.r.l. (VE)
Davimar S.r.l. (VE)
De Bei e Bonacic S.a.s. (VE)
Fiorital S.r.l. (VE)
Genesi Soc. Coop. (VE)
Ghezzo Giovanni di Ghezzo Maurizio e C. S.n.C (VE)
Ittiesport S.r.l. (VE)
L’acquaviva S.r.l. (RO)
Lepore Mare S.p.A. (RO)
Lietta S.r.l. (TV)
Mancin Nadia S.r.l. (RO)
Marchi S.p.A. (VI)
Mitili Pellestrina Soc. Coop. (VE)
Pilafish S.r.l. (RO)
Polesana Pesca S.r.l. (RO)
Portonovo Bio S.r.l. (RO)
R. Busanel e F.lli S.r.l. (VE)
Roc. My. s.s (VE)
Sca.co S.r.l. (VE)
Selecta S.p.A. (RO)
Tagliapietra e figli S.r.l. (VE)
Tra.be.ci.fe S.r.l. (TV)
Valnova S.r.l. (VE)
DOP e IGP, cambia la normativa
Si abroga il Regolamento (UE) n. 1151/2012 e a cascata le norme nazionali andranno riviste
di Maria Antonietta Dessì
Sono passati oltre trent’anni da quando il sistema delle Indicazioni Geografiche è entrato a far parte del nostro quotidiano, coinvolgendo imprese, prodotti, territori e consumatori, tutti con lo sguardo diretto verso un obiettivo definito, quello della qualità. Nel frattempo, la disciplina di riferimento ha avuto diverse evoluzioni ma certamente quello del 28 febbraio scorso è un passo importante che ne segna la storia. In questa data è stato infatti
approvato il nuovo Regolamento, una norma alla quale i principali attori delle filiere e i tecnici hanno lavorato per mesi, nel tentativo di fare sintesi tra esigenze e opportunità diverse. Una nuova concezione del sistema delle IG che, partendo dal lavoro fatto sinora, dall’importanza acquisita dalle denominazioni anche per i consumatori, rafforza il ruolo dei Consorzi, divenuti, soprattutto in Italia, un esempio per tutta l’Unione Europea. Non a caso, il relatore
Paolo de Castro e il MASAF hanno contribuito in maniera determinante a raccogliere le esigenze nel territorio e a portare all’attenzione di Bruxelles la posizione di cittadini, e istituzioni, oltre che di imprese e Consorzi di tutela.
Non poteva essere altrimenti per un sistema che in Europa conta oltre 3.400 prodotti per un valore complessivo superiore agli 80 miliardi di euro (fonte dati: QUALIVITA). La DOP Economy del Belpaese, con
20 IL PESCE, 3/24 LEGISLAZIONE
La Cozza di Scardovari DOP.
Non bisogna far violenza alla Natura ma persuaderla.
www.trote.it
Epicuro Filosofo greco | Samo, 341 a.C. - Atene, 271 a.C.
890 denominazioni, è quella di maggior peso come numero di prodotti insigniti, vale oggi oltre 20 miliardi di euro, grazie al lavoro di 200.000 operatori coordinati da 296 Consorzi di tutela, sparsi in tutto il Paese. Un comparto che porta un contributo del 20% al fatturato dell’agroalimentare nazionale e che ha ricadute senza pari nei territori, in quanto frutto di filiere non delocalizzabili.
In piena coerenza con la nuova linea assunta dall’Unione Europea, il nuovo Regolamento, ben 94 articoli, fa parte del Green Deal e delle iniziative per l’adeguatezza e l’efficacia della regolamentazione (REFIT), è parte integrante della strategia Farm to Fork e quindi va verso il consolidamento di una politica di sostenibilità, di qualità delle produzioni e di rafforzamento complessivo dei produttori nella catena di approvvigionamento alimentare, il cui ruolo fondamentale è stato ancor più evidente in occasione della pandemia.
La direzione è quella della neutralità climatica entro il 2050 e le nuove norme sono state introdotte con l’obiettivo della transizione verde che include anche disposizioni su clima, trasporti ed energia, oltre ad agricoltura, biodiversità e industria. L’ambizione è di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero e le filiere agricole sono dentro questo processo, in un turbinio di nuove regole, ma anche di nuove possibilità.
Il Farm to Fork, il cuore della strategia agricola dentro questa storica riforma, comprende 27 misure da attuare entro il 2030 che hanno come elemento peculiare la sostenibilità della produzione alimentare, l’accesso generalizzato ad alimenti nutrienti e regimi alimentari sani e sostenibili. Si tratta della prima azione complessa per la sostenibilità alimentare a livello orizzontale, che segna uno spartiacque con le politiche del passato che tendenzialmente intervenivano invece in maniera settoriale.
La riforma del sistema IG si inserisce in questo contesto, visto il peso delle produzioni e degli operatori che
gravitano attorno alle denominazioni e porta con sé la definizione delle pratiche sostenibili che potranno essere concordate dai gruppi di produttori, dando un ruolo centrale nella catena dei valori, agli agricoltori, aumentando la trasparenza nei confronti del consumatore, garantendo così un sistema alimentare più equo, focalizzato sulla sicurezza e che non lasci spazio alle frodi.
Tra le novità vi è il fatto che finalmente la disciplina è unica e riguarda vini, prodotti agroalimentari e bevande spiritose. Finalmente sono stati definiti tempi certi e ridotti per l’esame delle richieste di registrazione e di modifica dei disciplinari da parte della Commissione, portati a
6 mesi, estendibili di ulteriori 5 solo nel caso di richiesta incompleta. Passeranno all’approvazione della Commissione solo gli emendamenti che implicano restrizioni alla concorrenza nel mercato unico. Le altre modifiche verranno gestite esclusivamente a livello nazionale, evitando il doppio passaggio. Vengono ridotti i dossier di competenza europea, ma si accresce il coinvolgimento dell’Ufficio Europeo sulla Proprietà Intellettuale (EUIPO).
La norma promuove l’azione collettiva degli operatori, assegnando ai Consorzi di tutela poteri e strumenti di gestione in grado di rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori e della società.
Il Regolamento fa parte del Green Deal e delle iniziative per l’adeguatezza e l’efficacia della regolamentazione, è parte integrante della strategia Farm to Fork e va verso il consolidamento di una politica di sostenibilità, qualità delle produzioni e rafforzamento dei produttori nella catena di approvvigionamento alimentare, il cui ruolo è stato ancor più evidente in pandemia
22 IL PESCE, 3/24
Salmerini del Trentino IGP.
Vengono snellite le procedure di accesso alla registrazione delle denominazioni e alla modifica dei disciplinari — sino ad ora lunghe, impegnative e costose — e vengono rafforzati i meccanismi di controllo nel mercato interno e on-line.
L’accento è posto inoltre sulla concorrenza leale e sugli strumenti per una migliore condivisione del valore lungo la filiera, mentre al contempo si definiscono azioni per garantire informazioni affidabili e sempre più chiare ai consumatori.
Tra le prerogative dei Consorzi di tutela, che restano in mano solo ed esclusivamente agli operatori della filiera produttiva, sono previste maggiori responsabilità, ma anche maggiori poteri, compresa la lotta alle pratiche svalorizzanti e la promozione del “turismo a Indicazione Geografica” (Turismo DOP). Quelli riconosciuti beneficeranno di un rafforzamento delle proprie prerogative, tra cui l’estensione da 3 a 6 anni per i piani di regolazione dell’offerta o la possibilità di redigere clausole di condivisione del valore lungo la filiera per i propri membri.
È inoltre previsto il riconoscimento delle associazioni di gruppi di produttori, che assegna rappresentatività unitaria anche alle associazioni di consorzi. Questi ultimi continueranno ad essere regolamentati nelle loro funzioni secondo schemi nazionali e agli Stati Membri viene
riconosciuta la possibilità di erogare contributi erga omnes oltre all’obbligo per tutti i produttori (e non solo per i maggiori) di sostenerne i costi, per lo svolgimento delle attività previste dal Regolamento. E ancora: la protezione on-line e nel sistema dei domini diventa ex officio tramite un sistema di geo-blocking che impone agli Stati Membri di bloccare l’accesso a tutti i contenuti evocativi di un’Indicazione Geografica, anche grazie ad un alert system sviluppato da EUIPO.
È confermato l’obbligo per i trasformatori che utilizzano una IG tra i propri ingredienti, di indicarne in etichetta la percentuale e il divieto ad utilizzare altri prodotti comparabili. Laddove alla IG faccia capo un consorzio riconosciuto, i trasformatori sono altresì obbligati ad informarlo sull’utilizzo e ad attendere un nulla osta. Gli Stati Membri hanno la possibilità di rafforzare questo sistema, predisponendo una procedura autorizzativa a livello nazionale, come già avveniva in Italia prima dell’attuale riforma.
In tema di protezione internazionale, sarà possibile per i Consorzi riconosciuti essere registrati automaticamente all’atto di Ginevra dell’accordo di Lisbona, che prevede una protezione rapida e indefinita in tutti i Paesi firmatari, anche extraUE. In questo modo sarà molto più difficoltoso sfruttare parassitaria-
mente, come accaduto in passato, la reputazione di una IG da parte di un prodotto similare.
E quanto a sostenibilità, trattandosi della parola d’ordine del Green Deal, è prevista la predisposizione, da parte dei Consorzi, di un rapporto periodico che ne spieghi l’operato sul tema, anche in termini di sostenibilità ambientale, economica, sociale e di rispetto del benessere animale. Inoltre, in una chiave di maggior trasparenza, è stato inserito l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto IG il nome del produttore.
Ora non c’è che da attendere l’attuazione della riforma nel nostro Paese, che avverrà solo dopo l’entrata in vigore del Regolamento e a seguito di un periodo di interlocuzioni e iter amministrativo e legislativo che generi una o più norme in linea con il dettato europeo. Tra quelle attualmente in vigore, da rivedere vi è il DM 14 ottobre 2013, da oltre un decennio manuale delle modalità per ottenere il riconoscimento.
Ma con le numerose prerogative riservate dall’UE agli Stati Membri sarà compito dell’Italia anche intervenire su tutta la partita degli ingredienti nei trasformati, sul nome del produttore in etichetta, sui consorzi di tutela ai quali verranno ampliati compiti, obblighi e poteri (vedi anche la parte relativa al cosiddetto Turismo DOP), oltre che sulle indicazioni facoltative di qualità, per evitare ulteriore confusione tra i consumatori e il proliferare di prodotti appartenenti a regimi che enfatizzano una provenienza geografica nazionale, senza alcun riscontro.
Questo elenco di novità, esemplificativo e non esaustivo, richiederebbe una norma specifica per ogni ambito di intervento, con tutto quello che comporta in termini operativi, di procedure e di consultazioni preliminari. Sarà d’obbligo, visto il ruolo della DOP Economy in Italia, che il nostro apparato amministrativo e legislativo ribadiscano la propria centralità e si mostrino, ancora una volta, riferimento per il resto degli Stati Membri.
Maria Antonietta Dessì
24 IL PESCE, 3/24
Trote del Trentino IGP.
ATTUALITÀ
Progetto IZSVe-MASAF per la valorizzazione del granchio blu
Il granchio blu atlantico (Callinectes sapidus ) è una specie cosiddetta “aliena” per il territorio europeo, introdotta al di fuori del suo areale naturale di distribuzione (la costa occidentale dell’oceano Atlantico). La sua capacità di adattamento all’ambiente, l’elevata fecondità e capacità di dispersione, le grandi dimensioni e il comportamento aggressivo lo rendono una specie ad alto potenziale invasivo.
Sebbene la sua presenza sia stata riportata nel Mediterraneo a partire dalla seconda metà del secolo scorso, la specie ha provocato di recente importanti impatti negativi ai settori della pesca e dell’acquacoltura italiana. A partire dall’estate del 2023, ad esempio, le attività di venericoltura delle zone del Delta del Po sono state compromesse dall’aumento consistente del crostaceo e dalla sua attività di predazione nei confronti di molluschi bivalvi fossori, causando ingenti perdite nell’allevamento delle vongole veraci filippine (Ruditapes philippinarum) e il quasi totale blocco di un settore in cui l’Italia vanta il primato europeo.
In questo contesto il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha deciso di avviare delle attività di studio per la valutazione di strategie di contenimento, raccolta e immissione sul mercato del granchio blu. Infatti, se da un lato la sua presenza rappresenta una grave minaccia per la molluschicoltura italiana, dall’altra, almeno fino a quando non verrà ripristinato un equilibrio con la popolazione di molluschi, è una potenziale risorsa proteica da poter sfruttare ai fini alimentari, sia per consumo umano che come materia prima per la produzione di farine ad uso zootecnico, per l’industria del pet food o l’estrazione di chitina/chitosano.
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Il granchio blu atlantico (photo © Massimiliano Rella).
Grazie all’accordo di collaborazione tra MASAF e IZSVe nasce il “ Progetto di ricerca per la valorizzazione della specie alloctona invasiva Callinectes sapidus (Granchio blu) nelle aree marine costiere e di transizione del Nord Adriatico”, cofinanziato per un valore complessivo di 500.000 euro e una durata di 18 mesi, fino a giugno 2025. Responsabile del progetto è il dott. Tobia Pretto, medico veterinario del Centro specialistico ittico (CSI), mentre il coordinatore scientifico è il dott. Amedeo Manfrin, medico veterinario a capo del Laboratorio di riferimento nazionale per le malattie dei crostacei, entrambi presso l’IZSVe. Nello specifico, verranno prelevati individui provenienti dalle principali aree lagunari di Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, in particolare Grado, Marano Lagunare, Caorle, Laguna di Venezia, Laguna di Scardovari, Goro e Cervia. L’IZSVe dovrà valutare: • la sicurezza igienico-sanitaria del granchio blu, in relazione al
Il Centro specialistico ittico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) coordina l’attività dei laboratori che si occupano di ittiopatologia e di igiene e controllo dei prodotti ittici, sviluppando anche le funzioni di Centro di referenza nazionale per le malattie dei pesci, molluschi e crostacei. Più in particolare si occupa di:
• promuovere la ricerca sperimentale su eziologia, patogenesi e profilassi delle malattie infettive e diffusive delle specie ittiche;
• garantire l’attività laboratoristica e la consulenza tecnico-scientifica per il miglioramento dell’igiene dei prodotti ittici;
• sviluppare la cooperazione tecnico-scientifica con istituti del settore veterinario anche esteri e, in particolare, con i Centri Comunitari di Copenaghen, Aarhus (Danimarca) e La Tremblade (Francia);
• coordinare le attività di interesse veterinario demandate dalle Regioni o dalle Province autonome, oppure dallo Stato nel campo della ittiopatologia;
• formazione e aggiornamento in ittiopatologia del personale del SSN.
possibile accumulo nella muscolatura edibile e nelle carni brune di metalli pesanti, contaminanti organici, composti clorurati PCB indicatori, diossine e PCB-CL;
• lo stato di salute delle popolazioni, ricercando la presenza di specifici patogeni del granchio blu, tra i quali il parassita di-
noflagellato Hematodinium sp. responsabile della bitter crab disease, principale causa di collasso della popolazione di sapidus nell’areale di provenienza (coste occidentali dell’Atlantico).
Fonte: Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie izsvenezie.it
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ACQUACOLTURA
Progetto AgrI-fiSh: rivoluzionare l’acquacoltura per un futuro sostenibile
di Germana Borsetta
Nella ricerca di soluzioni per un futuro più sostenibile e resiliente del settore agroalimentare, il Progetto AgrI-fiSh emerge come un faro di innovazione, mirando ad affrontare le pressanti problematiche che affliggono i sistemi agricoli moderni. Con un approccio olistico, che per la prima volta intreccia agricoltura e acquacoltura, questo ambizioso progetto finanziato su fondi Horizon2020-PRIMA coinvolge tre Paesi, che si ritrovano nelle maiuscole del suo acronimo, ossia l’Algeria, l’Italia e la Spagna. Il progetto, con capofila l’Università di Camerino e partner italiano il CNR-IRBIM, si propone di migliorare le performance ambientali e socio-economiche, andando ad applicare l’economia circolare nel tessuto stesso dei nostri sistemi di produzione alimentare. Al centro di AgrI-fiSh vi è lo sviluppo di un sistema innovativo progettato per potenziare gli aspetti organizzativi dei sistemi agricoli. Favorendo un nuovo modello di governance della catena del valore, soprattutto a livello locale, il progetto aspira ad affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla sicurezza alimentare. Centrale nella missione del progetto è la risoluzione delle questioni chiave che affliggono i sistemi agricoli in tutto il mondo. Con una popolazione mondiale costantemente in aumento, la domanda di produzione alimentare sostenibile non è mai stata così urgente. L’acquacoltura, celebrata dalla FAO come uno dei settori di produzione alimentare a più rapida crescita, è emersa come una fonte primaria di proteine, colmando il vuoto lasciato dalla so-
vrapesca e dalla diminuzione delle riserve ittiche selvatiche. Tuttavia, l’intensificazione dell’acquacoltura pone una minaccia al cambiamento climatico e alla biodiversità, aggravando le preoccupazioni ambientali.
Riconoscendo l’intricata relazione tra agricoltura e cambiamento climatico, il Progetto AgrI-fiSh mira a mitigare gli impatti negativi mentre sfrutta il potenziale delle pratiche agricole sostenibili. Sostenendo l’agricoltura biologica e la ClimateSmart Agriculture (CSA), il progetto mira a stabilire un sistema virtuoso che riduca al minimo l’uso di antibiotici e pesticidi, promuovendo approcci agricoli ecocompatibili. La gestione dei rifiuti emerge come un altro punto focale critico del progetto. I rifiuti agricoli, spesso trascurati, rappresentano un significativo onere economico per gli agricoltori. Attraverso soluzioni innovative, come la valorizzazione di scarti agricoli di qualità, il progetto mira a trasformare questi sottoprodotti in risorse preziose. Ad esempio, i semi d’uva utilizzati nei mangimi innovativi mostrano un promettente potenziale nutraceutico, offrendo benefici sia per il benessere animale che umano. Il progetto enfatizza, quindi, l’approccio dell’economia circolare promuovendo il riutilizzo dei rifiuti agricoli e potenziando l’agricoltura biologica allineandosi agli obiettivi europei del Green Deal. Gli impatti positivi del Progetto AgrI-fiSh si estendono oltre le considerazioni ambientali, abbracciando dimensioni socio-economiche di valorizzazione delle economie locali. I primi sei mesi di sperimentazione
dei mangimi innovativi sulle trote Fario in acque controllate di torrente hanno visto, infatti, il coinvolgimento di aziende agricole in territorio montano nella Regione Marche. Il progetto riveste, infatti, un ruolo importante per la ripresa di zone montane colpite dal terremoto del 2016, andando a creare un nuovo potenziale di sviluppo economico. Repliche della sperimentazione delle diete seguiranno su trote Iridee ma anche sulla Tilapia in zone rurali dell’Algeria, in un’ottica di capitalizzazione e scambio di competenze nell’area mediterranea. Ad oggi, le diete innovative testate sono state prodotte con circa il 70% di scarti agricoli vegetali con aggiunta di erbe mediche e lattobacilli prodotti in Spagna. Le analisi preliminari sui pesci hanno mostrato un costante indice di accrescimento e un basso indice di mortalità con promettenti sviluppi futuri del sistema innovativo proposto. Il Progetto AgrI-fiSh annuncia una nuova era di innovazione agricola, dove sostenibilità, resilienza e potenziamento della comunità territoriali convergono. Affrontando le molteplici sfide che affliggono i sistemi agricoli, questa iniziativa rivoluzionaria traccia la strada verso un futuro più prospero ed equo per le generazioni a venire, andando a limitare sensibilmente la competizione sulle risorse biologiche.
>> Link: agrifish.unicam.it
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L’economia circolare per i mangimi per l’acquacoltura
Gli studi sull’impronta di carbonio, sui costi energetici dei prodotti e sul ciclo di vita degli ingredienti a mangimi finiti nei mangimifici danno delle risposte reali per l’industria mangimistica
di Gianluigi Negroni e Gualbero Cappi
La continua crescita della domanda mondiale di prodotti ittici ha comportato un costante aumento dell’allevamento di specie acquatiche, che abbisognano di alimenti appropriati secondo il loro ciclo di vita (larve, stadi giovanili, adulti e riproduttori). Vi è quindi una forte necessità
per l’acquacoltura di disporre di mangimi in grado di soddisfare le esigenze nutrizionali di ogni specie allevata, nelle sue rispettive fasi di crescita. Con l’intensificarsi della pressione della pesca sugli stock ittici in natura e le conseguenti restrizioni globali per una pesca più sostenibile,
le aziende mangimistiche sono già oggi, e lo saranno ancor più in futuro, obbligate a ricercare soluzioni alternative in grado di sostituire almeno in parte l’uso delle farine di pesce, che tuttora costituiscono la principale fonte proteica per l’accrescimento delle specie ittiche negli impianti
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Economia lineare vs economia circolare. Ci sono tre principi chiave dell’economia circolare applicabili all’agrobusiness: eliminare gli scarti e l’inquinamento, preservare il valore nel tempo ed evitare l’uso delle risorse non rinnovabili.
di acquacoltura. Le proteine rappresentano inoltre l’ingrediente maggiormente costoso del mangime ittico, il quale a sua volta incide per oltre il 60% sui costi dell’allevamento del pesce (l’alimentazione è infatti uno dei fattori chiave per la resa dell’impianto).
Anche se le farine di pesce, per la loro qualità, grande disponibilità e alti prezzi, continueranno a essere incluse nei mangimi, il loro ruolo, per i motivi sopra esposti, tenderà a divenire più strategico, venendo utilizzate in minor quantità e in modo più efficiente. Sarà sempre più importante pertanto studiare e ricercare un paniere sostenibile di ingredienti alternativi alle suddette farine, per garantire la resilienza dell’acquacoltura e di altri allevamenti.
L’acquacoltura continuerà infatti ad espandersi: un portafoglio di
ingredienti non in competizione con l’alimentazione umana e con costi contenuti sarà quindi fondamentale per soddisfare la futura domanda di mangimi, per cui l’industrializzazione e standardizzazione di una gamma di nuovi ingredienti è un basilare passo obbligatorio per il settore.
Questo articolo vuole contribuire a presentare alcune soluzioni strategiche per questo problema di non facile soluzione.
Gli autori hanno sviluppato diverse formule per mangimi in pellet utilizzando numerosi ingredienti mangimistici non di uso comune (di buona qualità e di costo minore di quelli già utilizzati) in vari Paesi del mondo. Ogni Paese (e, all’interno di ogni Paese, vi sono delle sotto-aree) ha una specifica situazione agroecologica e proprie disponibilità di
questi ingredienti. Abbiamo inoltre delle legislazioni specifiche che ne permettono o no l’uso. La principale fonte di detti ingredienti è l’industria agroalimentare.
Molti dei sottoprodotti e degli scarti dell’industria agroalimentare sono divenuti un problema ambientale, poiché attualmente lo smaltimento in discarica è la loro destinazione principale. Le discariche si riempiono molto velocemente, hanno costi logistici e possono procurare problemi ecologici. Ciò si traduce anche in produzione di gas e percolato quando si verifica la decomposizione anaerobica all’interno delle discariche (nelle moderne discariche possono essere parzialmente recuperati).
Al contrario, il loro riciclaggio (incluso quello dei prodotti scaduti del commercio), oltre ad evitare di
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riempire costose e impattanti discariche e sprecare energia e costi per trasportare e stoccare alcuni sottoprodotti dell’agroindustria, può essere vantaggiosamente utilizzato per creare mangime in pellet per l’acquacoltura, utilizzando con ciò i principi di ottimizzazione delle risorse e alleggerimento dell’impatto ambientale delle attività umane propri dell’economia circolare.
In tale ambito di ricerca e sperimentazione, lo scrivente ha sviluppato numerose conoscenze pratiche in Asia, Caraibi, Africa e ovviamente in Europa. In Europa abbiamo una legislazione molto complessa sull’uso dei sottoprodotti dell’industria agro alimentare per gli allevamenti animali, in seguito ad alcune zoonosi che hanno creato problemi.
I principi dell’economia circolare Le varie esperienze per l’uso di ingredienti non comuni nacquero da difficoltà ed esigenze reali: la discontinuità di accesso ai mercati globali di mangimi o di ingredienti mangimistici, la discontinuità nelle catene di fornitura globale, l’oscillazione dei costi ed il loro costante aumento. Tutto ciò poneva le varie industrie mangimistiche nazionali ed i vari utilizzatori finali di fronte a scelte obbligate: o a modificare le formulazioni, basandole su ingredienti nazionali di costo ammissibile e fornitura costante, o dover chiudere l’attività.
Davanti ad un tale aut aut, l’analisi delle potenzialità del locale settore agroalimentare nel fornire scarti e sottoprodotti, altrimenti destinati alla discarica, utilizzabili con maggiori o minori performance
all’interno di differenti diete ittiche, formulate allo scopo, diventava la soluzione in grado di cogliere la necessità di avere ingredienti di buona e stabile qualità nutritiva, prezzo contenuto, facile e continua reperibilità. Approccio che combaciava perfettamente coi concetti di base dell’economia circolare (l’economia circolare verrà interpretata rispetto alla produzione di mangimi per l’allevamento ittico, essendo questo un nuovo caso di studio, anche se da decenni si utilizzano sottoprodotti dell’industria del pesce e della carne per alimentare il pesce in acquacoltura).
I mangimi circolari per gli allevamenti ittici
I sottoprodotti dell’industria agroalimentare, se correttamente lavorati, rappresentano un’ottima scelta per gli acquacoltori. I coprodotti — secondo una nuova definizione dell’agroindustria — contengono alcune proteine e sostanze nutritive e gli scarti di pesce in particolare possono essere molto utili se non indispensabili nelle formulazioni e successiva produzione di diete per specie ittiche. Prima dell’inclusione nelle diete, i sottoprodotti devono sempre essere processati accuratamente attraverso l’essiccazione, la fermentazione, la sterilizzazione ed altri trattamenti appropriati. L’aggiunta di integratori alimentari, pre- e probiotici, può aumentare i tassi di conversione del mangime, portando ad una crescita più rapida e ad una migliore immunità nei pesci d’allevamento.
Sono necessari anche ingredienti proteici alternativi per nutrire la
I mangimi circolari per gli allevamenti ittici
L’industria dei mangimi può e deve incrementare le proprie conoscenze e le capacità tecniche per recuperare i nutrienti, ovviamente non commestibili per l’uomo, da altri processi nella catena alimentare e in quella dei biocarburanti. È un contributo fondamentale del settore mangimistico all’economia che alleva pesce come parte di un sistema alimentare circolare. In primis si valuta la fattibilità del riciclo di alimenti che sarebbero destinati alla distruzione, con relativo valore aggiunto che andrebbe perso, oltre ai noti problemi ecologici che la fase di smaltimento comporta.
popolazione in crescita e gli animali che la nutrono: la farina di pesce — da pesce pelagico — rimarrà un ingrediente significativo pur sempre in competizione con l’alimentazione umana. Gli scarti della lavorazione di pesce si considerano invece sostenibili. Gli autori concordano con la necessità di nuovi ingredienti per gli allevamenti ittici, dato che alcune attuali materie prime disponibili devono essere riservate all’alimentazione umana (si veda box I mangimi circolari per gli allevamenti ittici).
La sicurezza alimentare nei mangimi
Storicamente gli animali domestici venivano allevati con ciò che gli esseri umani non mangiavano, ovvero scarti di mensa, erba o residui delle attività di lavorazione degli alimenti. In effetti, l’origine stessa dell’industria mangimistica europea deriva dal recupero, in modo professionale, della crusca di frumento, per la quale non esisteva un mercato alimentare umano.
Questo ruolo “storico” nella bioeconomia conferisce una prima circolarità per il settore mangimistico ed una responsabilità chiave nel promuovere sistemi alimentari sostenibili, continuando a innovare nel riciclo dei nutrienti attraverso i mangimi per gli animali destinati alla produzione alimentare.
La sostenibilità degli alimenti per l’acquacoltura è un fondamentale orientamento dell’industria mangimistica. Queste poche righe ambiscono a fornire alcune suggestioni all’industria mangimistica per la formulazione di diete che, ottimizzando la resa produttiva del settore agroalimentare, aumentino la sostenibilità dell’acquacoltura, rispettando l’ambiente, i principi economici e le prospettive sociali.
Sono stati compiuti notevoli progressi sostanziali negli ultimi decenni, ma di fronte alle nuove incalzanti sfide si deve aumentare notevolmente il livello di ricerca applicata, la legislazione e la partecipazione sociale dei consumatori. La scelta di ingredienti sostenibili — non in competizione con l’alimentazione umana e con prezzi economici compe-
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Alcuni esempi di sottoprodotti (by products) e coprodotti (co-products) dell’industria agroalimentare che vengono utilizzati nell’industria mangimistica da un recente studio di Gianluigi Negroni in Giamaica. Possibilità per l’utilizzo pratico di ingredienti per mangimi poco o per niente utilizzati per acquacoltura seguendo i principi dell’economia circolare in uno studio in uno specifico distretto agroecologico. In questa tabella si considera l’isola della Giamaica. Fino al 2022 tutti componenti per I mangimi per l’acquacoltura dei mangimifici industriali venivano importati in Giamaica. I dati sono stati elaborati da Gianluigi Negroni – Cooperativa Alveo, Progetto Banca Mondiale, Resilienza climatica in Giamaica, da analisi e ricerche effettuate in loco e dalla bibliografia (2022). I dati sono stati presi in loco dai laboratori ed istituzioni locali giamaicani (National Fishery Authority,Aquaculture Branch Ministry of Agriculture and Fishery Jamaica; direttrice: Mrs. Avery Smikle); i prezzi degli ingredienti proteici sono aumentati dal 2022. Il tasso di cambio euro/Jamaican Dollar è di marzo 2022 (fonte: euro365.it). Lo smaltimento dei “donner” dell’industria del rum molto sviluppata in Giamaica è un problema ecologico e si stanno organizzando differenti soluzioni per concentrarlo e smaltirlo.
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Analisi contenuto proteico e di acqua per mangimi
titivi — per le diete degli allevamenti ittici sono un punto fondamentale per lo sviluppo dell’industria dell’acquacoltura sia dal punto di vista economico che etico.
I consumatori sono divenuti molto sensibili alla sostenibilità, all’ecologia ed ai fattori sociali che sono inclusi nella catena delle produzioni dell’acquacoltura.
La sostenibilità degli alimenti per allevamento di prodotti dell’acquacoltura è percepita come il cuore dei principali problemi etici sollevati dalla società civile. Il settore mangimistico svolge un ruolo chiave nel miglioramento delle produzioni acquicole.
Si devono apportare soluzioni tecnico-economiche congrue, come ad esempio rispetto alle emissioni di gas serra, riciclo dei sottoprodotti e coprodotti, alla perdita di nutrienti, alla resistenza ai principi antimicrobici e alla deforestazione.
Mentre queste aspirazioni di sostenibilità devono essere ben con-
La sicurezza alimentare nei mangimi
I requisiti di sicurezza alimentare dei mangimi vengono applicati orizzontalmente a tutte le materie prime (ingredienti delle diete) utilizzati siano esse costituite da coprodotti o materie prime. I processi di produzione devono controllare le buone pratiche d’igiene, l’analisi dei pericoli, e i punti critici di controllo (HACCP) e i residui chimici, in linea con il Regolamento (CE) n. 183/2015, il Regolamento (CE) n. 767/2009 e la Direttiva 2002/32/CE.
L’evoluzione della scienza della nutrizione animale
Agli albori della scienza della nutrizione animale ci si concentra sui singoli elementi come proteine grezze, grassi grezzi, fibre grezze e minerali. Oggi le formulazioni dei mangimi si basa anche su altri fattori tra cui le proporzioni di aminoacidi e grassi digeribili, la biodisponibilità dei minerali e l’energia netta rilasciata. La scienza dell’alimentazione continua ad evolvere arricchendo le conoscenze sulle interazioni tra i costituenti nutrizionali dei diversi ingredienti nelle diete. Vi sono inoltre altre considerazioni da tener presente quali la neutralizzazione dei fattori antinutrizionali, l’effetto di alcuni micro ingredienti, la salute del microbioma intestinale, la presenza di pre- o probiotici naturali o aggiunti alle diete.
Mangimi di alta qualità per l’acquacoltura
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In qualità di produttore di mangimi per pesci di allevamento, da più di 60 anni, Aller Aqua fornisce non solo alimenti, ma soluzioni sostenibili per l’acquacoltura.
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siderate, va notato come la sicurezza alimentare dei mangimi dovrà sempre essere garantita come parametro chiave (FEFAC – Feed Sustainability Charter 2030, fefac.eu).
Numerose organizzazioni internazionali ritengono come la grande diversità dei sistemi produttivi, con la loro capacità di adottare sistemi diversi a seconda delle situazioni economiche e delle diverse zone agro ecologiche, dovrebbe essere presa in considerazione, rispettando agli elementi di sostenibilità degli ingredienti dei mangimi utilizzati nelle diete dell’acquacoltura.
Si possono creare sinergie positive grazie all’utilizzo di coprodotti derivanti dai vari processi delle produzioni agroindustriali.
Lo stato del “viaggio verso la sostenibilità dei mangimi” in una specifica zona agroecologica deve essere considerato e rispettato considerando soluzioni specifiche per ogni ciclo produttivo. In un Paese le priorità di sostenibilità possono essere significativamente diverse a seconda delle zone agro ecologiche. La sostenibilità dei mangimi significa stabilire un percorso per il miglioramento continuo dell’uso sostenibile dei sottoprodotti e coprodotti (FEFAC – Feed Sustainability Charter 2030, fefac.eu; si veda box La sicurezza alimentare nei mangimi).
L’evoluzione della scienza della nutrizione animale
C’è ancora un grande potenziale per l’industria mangimistica globale: ne deriva l’importanza di esaminare quali risorse per l’alimentazione animale si potrebbero “estrarre” dalla bioeconomia “locale”.
La ricerca e sviluppo d’ingredienti alternativi sicuri per mangimi — in particolare quelli che possono contribuire l’approvvigionamento di proteine — è un obiettivo strategico chiave per l’industria mangimistica. Le nuove proposte possono essere favorevolmente sostenute per l’utilizzo di proteine vegetali coltivate localmente e di nuovi ingredienti alternativi come: insetti (allevati e selvatici), ingredienti marini (come micro e macroalghe), biomassa microbica, e sottoprodotti e coprodotti
disponibili nella bioeconomia agro industriale locale. Tutto ciò ha lo scopo d’incentivare l’economia circolare e ridurre il fabbisogno d’importazione d’ingredienti.
Un importante ruolo può essere giocato anche dai microbi, dalle proteine unicellulari e dai funghi. Si sta studiando, ma si può già parlare di ricerca applicata in quanto le tecnologie sono già disponibili, la possibilità di utilizzare questi “organismi intermedi” per consumare la biomassa rappresentata dai flussi di rifiuti.
La biomassa non considerata idonea come mangime per animali destinati alla produzione alimentare verrà successivamente trasformata dagli organismi intermedi ed in seguito utilizzata come ingrediente delle diete animali, contribuendo notevolmente all’ambizione di ridurre le perdite di nutrienti, in particolare di azoto.
L’uso di organismi intermedi pretende un notevole sforzo industriale. Ovviamente, qualsiasi nuovo ingrediente per mangimi deve essere elaborato e gestito in modo da non compromettere gli impegni dell’industria in materia di sicurezza dei mangimi e degli alimenti (si veda box L’evoluzione della scienza della nutrizione animale).
Circolarità
Il concetto di alimentazione circolare, come proposto, fornisce la prospettiva dello “stato dell’arte” che descrive la possibilità del riciclo dei nutrienti attraverso la nutrizione animale (la definizione di alimento circolare è tratta da “Circular Feed: Optimised nutrient recovery through animal nutrition”, 2023. The European Feed Manufacturers’ Federation – FEFAC: “ingrediente non alimentare recuperato come materia prima secondaria dall’economia circolare – locale con un basso impatto sull’uso del territorio”).
Riteniamo che il concetto di circolarità possa coesistere con il rapporto di conversione del mangime, che è un indicatore tradizionale di efficienza delle risorse. In questo caso consideriamo “solo” l’efficienza “input-
output” da 1 kg di mangime a 1 kg di prodotto animale. L’approccio del mangime circolare tiene conto dell’origine dell’ingrediente della dieta e del livello di concorrenza con la produzione alimentare umana diretta. Il tasso di conversione del mangime potrebbe essere l’indicatore più appropriato per descrivere l’efficienza degli ingredienti per l’alimentazione in acquacoltura. Gli allevamenti che utilizzano specie ittiche erbivore quali cefali e carpe erbivore, carpe, pesci gatto e pesci filtratori come le tilapie hanno una maggiore capacità di assorbire i nutrienti “di bassa qualità” che sono scarsamente commestibili dall’uomo. Le specie erbivore hanno un accrescimento più lento.
Quanto esposto può e dovrebbe essere percepito come un vantaggio, se ben gestito, in ogni sistema agroecologico. Ogni dieta ed i propri componenti contribuiscono all’ottimizzazione dell’uso delle risorse, sfruttando al meglio le fonti di nutrienti disponibili a livello locale.
La circolarità nella produzione dei mangimi è un concetto ancora in fase di definizione. Non sempre è possibile ispirarsi direttamente ai modelli di economia circolare esistenti in altri settori. Nella produzione di plastica si usano indicatori per l’ecodesign come la riciclabilità e la durata di vita del prodotto. È chiaro il concetto di contrastare l’esaurimento lineare delle risorse attraverso una maggiore circolarità. L’uso di sottoprodotti e coprodotti può funzionare nella produzione di mangimi e può contribuire ad affrontare il problema della concorrenza con il consumo umano diretto, che è un punto chiave per i dibattiti pubblici sulla sostenibilità e l’eticità dell’acquacoltura.
Una proposta di strategia
Sulla base della visione dell’economia circolare presentiamo una strategia fondata sulla sostenibilità, socio-economico, ambientale, e su elementi trasversali quali la governance e le capacità istituzionali, nei seguenti punti. Si propongono i seguenti 4 obiettivi strategici:
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1. Sviluppo sociale: produzione di ingredienti/mangimi di qualità per l’acquacoltura e sviluppo di attività connesse creando impiego locale. Ogni sottoprodotto/coprodotto deve avere una specifica filiera ben controllata che crea impiego locale.
2. Sviluppo economico : sviluppo dell’imprenditorialità, per stimolare più attività economiche, occupazione e redditi nelle comunità. Risparmio nella logistica ed calo delle importazioni con la massima sostituzione delle importazioni dei componenti dei mangimi. Produrre mangime composto integrato di qualità per le specie ittiche d’allevamento ad un costo ragionevole creando impiego nell’industria locale.
3. Salute ecologica: valorizzazione delle risorse locali, conservazione delle risorse naturali e uso appropriato dei coprodotti e sottoprodotti disponibili dell’agroindustria che divengono una risorsa preziosa per fornire resilienza ecologica e non entrano nel ciclo dei rifiuti creando problemi ecologici alla società.
4. Istituzioni forti: sviluppare la capacità di gestire efficacemente il settore dei sottoprodotti e coprodotti agroindustriali e la distribuzione dei benefi ci. Le istituzioni devono considerare adeguatamente i propri ruoli strettamente connessi alle risorse disponibili, nel lungo termine con un’attenta pianificazione. Le istituzioni svolgono un ruolo chiave nella catena del valore dei mangimi creando un network legislativo che favorisce l’economia circolare. Nel complesso, c’è bisogno di creare incentivi per la circolarità nelle risorse disponibili, per meglio valorizzarle.
Gli studi sull’impronta di carbonio (Carbon Footprint), sui costi energetici dei prodotti e sul ciclo di vita degli ingredienti a mangimi finiti nei mangimifici danno delle risposte reali per l’industria mangimistica. Gianluigi Negroni Gualbero Cappi Cooperativa Alveo Scrl
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AGK Kronawitter, acquacoltura nel Salzgammergut
di Riccardo Lagorio
Per la prima volta nel 2024 è Capitale europea della cultura un’area subalpina, il Salzkammergut , in Austria. I territori dei 23 Comuni coinvolti, sono costellati da un’infinità di laghi incontaminati, su alcuni dei quali si pratica la pesca. E in ciascuno di questi villaggi riporta un ricordo, fosse solo un cippo o un busto, dedicato a FRANCESCO GIUSEPPE D’AUSTRIA, che amava ritirarsi nella stazione termale di Bad Ischl, centro di irradiazione delle iniziative e delle
mostre che coprono l’intero anno. Le chiuse sui fiumi e le risorgive sono invece le premesse per un’attività di acquacoltura assai diffusa.
«I miei genitori ricominciarono ad allevare vacche nel 2011, quando mio padre, che era insegnante, andò in pensione. Qualche anno più Michael ed io abbiamo trasformato l’attività in agriturismo, ma ci siamo resi conto che ci impegnava troppo. Così abbiamo lasciato l’attività di agriturismo dove io mi occupavo di
cucina avendo conseguito il diploma di pasticceria» afferma Johanna Ehrenleitner. Ma anche l’allevamento non soddisfaceva alla giovane coppia, «pur essendo consapevoli che il bestiame contribuisce a mantenere pulito il territorio e soprattutto i pascoli estivi, necessari se vogliamo indurre i turisti a visitarci» (affermazione che dovrebbe entrare nelle corde anche di chi amministra la cosa pubblica da noi, NdA). Bisognava perciò trovare un’attività legata alla
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Johanna e Michael Ehrenleitner.
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Nel Salzkammergut le chiuse sui fiumi e le risorgive sono le premesse per un’attività di acquacoltura assai diffusa.
Il pesce affumicato preparato nel piccolo affumicatoio ardendo legno di betulla. «Il pesce è pronto quando la spina dorsale si toglie con facilità» è la risposta a quanto tempo trascorrerà nell’affumicatoio: pragmatica e frutto di esperienza.
terra e che fosse compatibile con i desideri di Johanna e Michael, i quali avevano messo ormai in conto di non tornare alle occupazioni precedenti: pasticcera lei, pittore lui. Dopo pensieri, ripensamenti e non ultimo un corso di specializzazione in acquacoltura, la scelta è caduta sull’allevamento di salmonidi, trota iridea e salmerino. «L’inizio non è stato facile» dicono. «Dopo poco più di un anno ci siamo ritrovati ad affrontare la pandemia. Poi c’è stata un’impennata di richieste e da poco più di una tonnellata oggi la produzione sfiora le 11 tonnellate».
Una parte delle uova vengono autoprodotte, altre si acquistano da centri specializzati locali. Come avviene nei laghi e nei fiumi alpini la trota ha bisogno di circa due anni e mezzo per raggiungere la dimensione commerciabile di 350 grammi, il salmerino ha bisogno di un anno in più.
Questo è correlato alla temperatura dell’acqua corrente captata da risorgiva o da torrente, che in inverno si attesta intorno ai 5 °C e d’estate raggiunge al massimo i 12 °C. «Nelle vasche in terra battuta, dove il suolo è ghiaioso, vivono anche trote che sono con noi da 4 anni e raggiungono l’invidiabile peso di 2 kg» dicono con un sorriso che, visto a posteriori, prelude ad una sorpresa. Un importante risultato è stato raggiunto con le scuole locali per l’apprendimento dei più piccoli. «Accade che all’inizio dell’anno scolastico le classi vengono a visitare l’allevamento e osservano le uova e le vasche dove ci sono i pesci piccoli. Dopo qualche mese tornano gli stessi alunni e si accorgono che nelle vasche dove c’erano uova si sono sviluppati i pesciolini. A ciascuno viene dato un bicchiere contenente un pesciolino. È emozionante per loro vederlo
crescere e spesso i genitori tornano per ringraziarci o per portarci il pesciolino che ormai non può più vivere in un vaso di casa». Anche questo aspetto didattico è rilevante per far crescere una coscienza ambientale necessaria da adulti.
Johanna e Michael davanti a casa hanno allestito un furgoncino, aperto il giovedì e il venerdì per i passanti e i turisti, avidi di passeggiate nei boschi e in riva ai corsi d’acqua. «Dovevamo attrezzarci per poter garantire la conservabilità del nostro pesce. L’azione più immediata è stata affumicarlo».
Il pesce eviscerato e senza branchie rimane per 12 ore in acqua salata all’8%. Nel frattempo portano l’affumicatoio ad una temperatura di 80 °C, ardendo legna di betulla. Per 20 minuti il pesce rimane in queste condizioni nel piccolo affumicatoio; poi gettano della segatura per creare fumo e smorzare la temperatura, che scende fino a 40 °C. «Il pesce è pronto quando la spina dorsale si toglie con facilità» è la risposta a quanto tempo trascorrerà nell’affumicatoio: pragmatica e frutto di esperienza. Una volta raffreddato, il pesce è pronto per essere sfilettato.
Ma la sorpresa di Johanna e Michael deve ancora arrivare. A fine della visita preparano per gli ospiti tre piccole ciotole. Sono il loro ultimo ritrovato, invasettato in eleganti recipienti in vetro dall’etichetta arancio (con filetto di salmerino, cipolla, paprica e aceto), rossa (con trota, pomodoro, aceto e cipolla) e bianca con filetto di trota frullato unito a formaggio fresco. Si addicono a essere consumati come merenda con crostini o pane, o alla creazione di piatti semplici. «Tra novembre e dicembre abbiamo anche le uova di salmerino, gialle, e trota, rossastre. Le mettiamo in piccoli vasetti condite con il sale del Salzkammergut in percentuale del 5%. Vanno a ruba». Non serve nulla per convincerci… Riccardo Lagorio
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L’acquacoltura all’interno dell’Italia e l’Unione Europea come via per raggiungere gli ODS dell’ONU
di Alejandro Güelfo
Promuovere la produzione di acquacoltura locale è un modo efficace per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili (ODS) dell’ONU, affrontando simultaneamente molteplici sfide globali come la fame, la povertà, la salute, la sostenibilità ambientale e la crescita economica, mentre si promuove il benessere e l’equità per tutti, specialmente nelle aree rurali e costiere. Applicando questi
ODS a livello nazionale, otterremo un impatto positivo anche a livello globale.
Ma molti di voi potrebbero chiedersi a questo punto come la promozione dell’acquacoltura in Italia possa contribuire a questa nobile aspirazione di avanzare significativamente verso politiche e pratiche più eque e sostenibili a livello mondiale. E io in queste righe di testo voglio spiegarvi come. L’acquacoltura
rappresenta un’opportunità chiave per garantire la sicurezza alimentare globale. Se l’Unione Europea investisse maggiormente nell’acquacoltura interna, potrebbe ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di pesce e frutti di mare. Questo non solo proteggerebbe i cittadini europei, ma anche quelli dei Paesi Terzi che destinano risorse significative per fornire cibo all’UE. Promuovere una maggiore produzione ittica europea
I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals SDGs) e i 169 sotto-obiettivi ad essi associati costituiscono il nucleo vitale dell’Agenda 2030. Tengono conto in maniera equilibrata delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ossia economica, sociale ed ecologica. Per la prima volta, un solo documento programmatico riunisce lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà.
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ACQUACOLTURA MEDITERRANEA
avrebbe anche un impatto positivo sulle economie interne dei Paesi Terzi, consentendo ai loro governi di concentrarsi maggiormente sulle esigenze alimentari dei propri cittadini. Senza tale assistenza, i problemi di fame in queste regioni non saranno mai risolti.
Se l’Europa raggiungesse l’autosufficienza alimentare per quanto riguarda i prodotti acquatici, ciò consentirebbe a tali Paesi di progredire verso l’ODS 2 – Fame Zero, concentrando i loro sforzi sul miglioramento della sicurezza alimentare locale, una priorità in molti casi di questi Paesi esportatori.
La produzione in Italia, e per estensione in Europa, contribuisce anche al raggiungimento dell’ODS 3 – Salute e Benessere, garantendo un approvvigionamento constante di pesci e frutti di mare freschi localmente prodotti.
Le aree costiere e rurali italiane, così come quelle di altre regioni dell’Europa, necessitano di pro-
muovere il lavoro dignitoso, il che ci porta all’ODS 8 – Lavoro Dignitoso e Crescita Economica. In questo senso, l’acquacoltura rappresenta un’ottima opportunità per creare occupazione e stimolare l’economia in queste aree. Inoltre, l’investimento necessario in tecnologie sostenibili e pratiche innovative soddisfa anche l’ODS 9 – Industria, Innovazione e Infrastrutture. Abbiamo le università piene di giovani che stanno frequentando corsi di ingegneria, biologia e altre discipline che consentiranno un’acquacoltura futura più sostenibile. Se non siamo capaci di creare un contesto in Italia in cui questi alimenti siano prodotti localmente, tutto questo sforzo collettivo per formare cittadini più preparati non avrà senso.
Il consumo di pesce e frutti di mare provenienti dall’acquacoltura locale, seguendo le rigide normative della Commissione Europea per una produzione etica e sostenibile, garantisce l’aderenza all’ODS 12 –
Consumo e Produzione Responsabili. Allo stesso tempo, ridurremmo le importazioni, il che aiuterebbe a ridurre le emissioni di anidride carbonica e quelle generate dal trasporto internazionale di merci, contribuendo significativamente all’ODS 13 – Agire per il Clima. Con una maggiore produzione di pesce e frutti di mare da acquacoltura, si ridurrebbe la dipendenza dalla pesca estrattiva, aumentando la possibilità di conservare gli ecosistemi marini e promuovendo di un uso sostenibile delle risorse acquatiche, supportando l’ODS 14 – La Vita Sott’acqua. L’acquacoltura italiana contribuisce in Europa al raggiungimento di uno sviluppo globale più equo, rispettando l’ODS 17 – Partnership per gli Obiettivi e contribuendo in modo responsabile al futuro del pianeta e dei suoi abitanti.
Alejandro Güelfo Editore di misPeces.com El portal de la acuicultura
Molluschi bivalvi. Veneto: € 990.000 in 3 anni per ripopolamento. Messe in campo ulteriori misure per contrastare l’avanzata del granchio blu
La Giunta regionale del Veneto, con delibera su proposta dell’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari, ha recentemente approvato l’accordo con Veneto Agricoltura e con i Co.Ge.Vo (Consorzio per la Gestione e la Tutela della Pesca dei Molluschi Bivalvi) di Venezia e Chioggia per le attività di ripopolamento dei molluschi bivalvi nella fascia costiera del Veneto per gli anni 2024-2025-2026. Complessivamente verranno investiti 990.000 euro in tre annualità per finanziare interventi che hanno l’obiettivo di mitigare i danni subiti dai popolamenti naturali di molluschi bivalvi nelle aree marine (vongola adriatica, cannolicchio e fasolaro) e riattivarne la produttività. «Dati i risultati positivi ottenuti con una prima fase progettuale nelle annualità 2021, 2022 e 2023, che ha portato alla riattivazione di ampie aree della fascia costiera veneta, in primo luogo, per la vongola di mare, prodotto di eccellenza dei nostri ecosistemi, si è ritenuto opportuno riproporre il progetto per un altro triennio. L’obiettivo è mantenere i risultati ottenuti nella prima fase e proseguire nelle azioni di contrasto agli effetti negativi che fenomeni avversi come mareggiate e piene dei fiumi hanno per la produzione di vongole di mare, fasolari e cannolicchi, ma anche contrastare i dannosi effetti sulle produzioni da parte dell’invasione del granchio blu», spiega l’assessore Corazzari. «Con questo progetto, affidato a Veneto Agricoltura e per la parte operativa anche ai Co.Ge.Vo. di Venezia e Chioggia puntiamo a rafforzare la capacità di crescita delle vongole venete, garantendo redditività economica alle nostre imprese e portando prodotti di eccellenza sulle tavole dei consumatori». Nello specifico il progetto prevede due campagne di monitoraggio del prodotto all’anno, attività di pulizia dei fondali marini dai gusci vuoti, oltre ad uno studio di fattibilità per un loro riutilizzo, al fine di creare un ambiente favorevole ai nuovi insediamenti. Ancora, la pulizia dei fondali alterati dagli apporti di sedimenti fluviali, attività di riattivazione produttiva dei molluschi nelle zone a maggior sofferenza, con quattro campagne l’anno nei tre anni di progetto. Sarà inoltre avviato uno studio di fattibilità sul miglioramento del sistema di informatizzazione delle imbarcazioni che consenta di verificare l’applicazione massiva di sistemi innovativi di tracciabilità delle produzioni e monitoraggio indiretto sullo stato della risorsa. L’idea è quella di arrivare ad una trasmissione diretta, attraverso supporto digitale, della documentazione fiscale e sanitaria dalle imbarcazioni ai soggetti interessati dal processo di commercializzazione, compresa l’emissione diretta dell’etichetta coni dati della giornata di pesca e del prodotto da inserire nei sacchi in rete. L’accordo prevede una spesa complessiva di 990.000 euro, dei quali 600.000 a carico della Regione del Veneto (€ 200.000 all’anno), 300.000 euro di Veneto Agricoltura e la parte restante a carico dei Co.Ge.Vo. (fonte: EFA News – European Food Agency; photo © Massimiliano Rella).
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La maricoltura non rientra nella direttiva Bolkestein, lo chiarisce il
MIT
Con una nota di risposta ad un’interpellanza dell’Associazione Piscicoltori Italiani, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha ribadito l’esclusione dell’acquacoltura, in quanto attività produttiva, dall’ambito applicativo della Direttiva dell’Unione Europea 2006/123/C, c.d. Bolkestein, chiarendo in modo inappellabile la natura e la disciplina delle concessioni delle aziende di maricoltura. «Ringraziamo il Ministero per questa precisazione, che elimina la penalizzazione per la produzione ittica nazionale: a fronte di oltre 8.000 km di coste sono attualmente attive solamente 20 concessioni off-shore, tanto che soltanto 2 pesci ogni 10 consumati sono italiani» ha affermato Pier Antonio Salvador, presidente API, in rappresentanza di tutti i maricoltori italiani. «La richiesta di specie ittiche pregiate di acquacoltura (spigole, orate, ombrine e ricciole) è particolarmente elevata nel nostro Paese, che è il mercato mediterraneo a maggior consumo e, almeno finora, si è dovuti ricorrere all’importazione per soddisfare la domanda in continua crescita». L’Associazione Piscicoltori auspica che le pubbliche amministrazioni competenti per le diverse aree e ambiti adotteranno i necessari consequenziali atti, a tutela degli acquacoltori, rimuovendo finalmente uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo dell’allevamento ittico in strutture off-shore. «I maricoltori italiani producono seguendo standard qualitativi molto elevati — conclude il presidente API — adottando in gran parte il Disciplinare “Acquacoltura Sostenibile” relativo al Sistema di Qualità Nazionale Zootecnica, promosso dal MASAF» (fonte: Confagricoltura, API – Associazione Piscicoltori Italiani).
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MOSTRE DI MARE
Mare Nostrum
A Parma una mostra di denuncia sui problemi ambientali che stanno compromettendo l’equilibrio del mare organizzata da Delicius Spa
di Riccardo Lagorio
Da giugno 2018 la Fondazione
Monteparma e APE Parma Museo hanno messo a disposizione della città emiliana le sale di un palazzo rinascimentale ex sede della Banca d’Italia per rappresentare arti, performance ed eventi. Uno spazio che si arricchisce dal 4 maggio al 28 luglio della mostra Mare Nostrum, organizzata da DELICIUS SPA Società Benefit in omaggio dei 50 anni di fondazione. L’allestimento, curato dall’architetto DARIO COSTI e da IRENE RIZZOLI, appartenente alla famiglia proprietaria della società, racconta il mare e la pesca attraverso macchinari, filmati, memorabilia e installazioni che intendono sollevare curiosità, stimolare riflessioni e, perché no, porre domande scomode sul futuro del rapporto tra uomo e mare.
Il percorso ha inizio con la riproduzione di un affresco di CARLO MATTIOLI datato 1942 in onore di Parma, già raffigurata con l’immagine dello scambio tra pescatori e commercianti, segno dell’importanza del distretto conserviero parmense. «Una volta che si era iniziato ad inscatolare le verdure, mettere in lattina il pesce era quasi una conseguenza, tanto che oggi circa il 70% delle acciughe italiane hanno come riferimento il distretto di Parma» ha sottolineato Irene Rizzoli durante la presentazione della mostra.
In un’altra sala si può ammirare un’anfora come quelle rinvenute a Pompei, che riportano alcune iscrizioni relative a origine e produttore, ovvero una remota modalità di etichettatura. Accanto ad essa le riproduzioni di portolani del Cinquecento rivelano l’esistenza di aree dove la tradizione della conservazione
del pesce risale ad epoche antiche, laddove erano disponibili cave di sale e di argilla (queste ultime per la creazione dei contenitori).
Inizia poi un percorso più congetturale con un banco di acciughe in metallo, a mo’ di lance conficcate nella parete, un’idea di PAOLO MEZZADRI. Le piccole acciughe paiono dare una lezione al genere umano: l’unione per difendersi sembrerebbe voler stimolare le persone ad unirsi come strumento di tutela del genere
umano, un inno contro le guerre e i massacri, ma anche volto a “combattere le battaglie urgenti e necessarie a favore dell’ambiente e del mare”
Altre due tappe invitano alla riflessione. La prima, dipinta di bianco, con al centro un cumulo di sale, vuole “soffermarsi sul significato di questi cristalli: chimica, pulizia, storia, luoghi, paesaggi, prodotti, gusti”; l’altra, un’opera inserita in una stanza dipinta di nero dove le piante presenti sono state ricoperte
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da una vernice nera, come se fosse catrame. “Una provocazione” che alla fine del periodo della mostra vedrà le foglie “essersi liberate dalla
patina che l’uomo ha arrecato. La crescita spontanea della natura farà trasparire tutta la sua forma e la sua bellezza”.
Con questo impegno «abbiamo voluto manifestare la consapevolezza di essere tessere di un puzzle in continua trasformazione che ha come obiettivo salvare il mare e il pianeta» afferma Irene Rizzoli. «La partecipazione delle singole individualità è assai importante per raggiungere l’obiettivo».
Del resto Delicius dal 2023 è una Società Benefit, cioè secondo lo statuto promuove iniziative formative e divulgative. Finanzia inoltre la ricerca sull’ambiente e sull’inquinamento del mare ponendosi un obiettivo specifico in più: salvaguardare il mare. Nella mostra è palpabile il desiderio di convincere il visitatore a prendere coscienza di una gestione responsabile delle risorse naturali, riducendo al minimo gli sprechi e contribuire alla tutela della biodiversità. Nelle quattro sedi di lavorazione
delle acciughe (Croazia, Albania, Spagna e Tunisia) Delicius lavora 2 milioni di chili di acciughe mentre a Torrile di Parma avviene lo stoccaggio. La difesa dell’ambiente marino è pertanto un logico obiettivo della società, che impiega direttamente oltre 200 persone. Fuori dal computo quelle che lavorano sui pescherecci, che non sono di proprietà. Un giro d’affari di 50,3 milioni di euro: un punto fermo nell’economia della città di Parma e nell’economia ittica del Paese.
Riccardo Lagorio
Delicius Rizzoli Spa Società Benefit Via Micheli 2
43056 San Polo di Torrile (PR) Telefono: 0521813525
Web: delicius.it
APE Parma Museo
Strada Luigi Carlo Farini 32 A 43121 Parma
Telefono: 05212034
Web: apeparmamuseo.it
Carpacci e Tartare di Pesci Pregiati
Irene Rizzoli.
BERNARDINI GASTONE SRL - VIA LAVORIA, 83/85 - 56040 CENAIA CRESPINA (PISA) ITALIA
Ha riaperto al pubblico il MuT, Museo della Tonnara di Stintino
Dopo la pausa invernale il MuT Museo della Tonnara di Stintino riapre al pubblico riproponendosi come luogo di esplorazione del passato attraverso le storie delle persone che lo hanno attraversato, coi loro segni, gli oggetti e il loro contributo alla costruzione di una comunità. E, allo stesso tempo, continuando ad essere uno spazio nel quale disporre insieme i frammenti di senso del presente e costruire un futuro orientato ai valori della relazione e della sostenibilità. «Il museo garantisce un’apertura, in termini di giornate e orari, che consente la più ampia fruizione delle collezioni museali — ha dichiarato Esmeralda Ughi, direttrice del museo di Stintino — e l’offerta culturale di quest’anno è contrassegnata da un ricco cartellone di eventi, che spazia dalle rassegne musicali alla divulgazione scientifica, da convegni e workshop su sostenibilità ambientale e tematiche di genere alle proiezioni cinematografiche, dalle mostre fotografiche alle tappe di importanti iniziative regionali e nazionali quali Monumenti aperti, Insiemi, evento nazionale promosso dall’Associazione nazionale Piccoli Musei, La Notte Internazionale dei Musei, il Sardinia Archeo Festival». «Il Museo della Tonnara — afferma Rita Vallebella, sindaca di Stintino — è stato caratterizzato fin dalla sua apertura da un forte legame con la realtà locale e da una grande capacità di accoglienza. Il MuT è un simbolo della nostra storia, delle nostre tradizioni e della profonda connessione con il mare che ha plasmato la vita delle nostre comunità per secoli. Condivisione, partecipazione e sostenibilità saranno ancora i valori che caratterizzeranno l’offerta museale e culturale dei prossimi mesi, fino a dicembre».
Il Museo della Tonnara di Stintino (photo © facebook.com/mutstintino) è gestito da una ATS composta dalla cooperativa “Pelagus Società Cooperativa Sociale”, dall’associazione “Centro Studi sulla Civiltà del Mare e per la valorizzazione del Golfo e del Parco dell’Asinara” e dall’associazione “Absentia APS”. Nel mese di giugno sarà aperto dal martedì alla domenica (11:00-13:00 e 17:00-21:00); nei mesi di luglio e agosto dal martedì alla domenica (18:00-23:00 e il giovedì anche dalle 11:00 alle 13:00); a settembre dal martedì alla domenica (11:00-13:00 e 16:0020:00); nel mese di ottobre dal martedì alla domenica (11:00-13:00; 15:00-19:00). Infine, nei mesi di novembre e dicembre dal venerdì alla domenica (11:00-13:00 e 15:00-19:00).
>> Link: mutstintino.com
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La pesca tradizionale dello Stretto di Messina
è Presidio Slow Food
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La pesca tradizionale dello Stretto di Messina entra a far parte della famiglia dei Presidi Slow Food: «In questo modo la comunità dei pescatori che custodisce queste tecniche potrà continuare a praticare una pesca selettiva e stagionale e dare il giusto valore alla grande varietà di specie che si catturano tutto l’anno, variando tecniche e strumenti» sottolinea Antonella Donato, pescatrice e presidente dell’Associazione Pescatori Feluca dello Stretto, che riunisce gli operatori di entrambe le sponde. «Il Presidio ci permetterà anche di costruire una filiera di qualità. Il nostro pescato non fa grossi numeri, non perché il mare dello Stretto non sia pescoso, ma perché queste antiche tecniche sono altamente selettive e permettono di catturare solo il pesce che è giusto pescare in quel preciso momento, in base alla sua taglia, permettendone quindi la riproduzione».
Il Presidio Slow Food della pesca tradizionale dello Stretto di Messina sostiene e valorizza il lavoro dei pescatori locali delle coste tra Sicilia e Calabria anche attraverso la promozione delle attività di pescaturismo, un ottimo strumento per salvaguardare il patrimonio culturale materiale e immateriale della costa e un importante elemento di diversificazione a sostegno dell’attività dei pescatori.
«Questo Presidio per noi ha un importante valore simbolico, rappresenta un’opportunità per fortificare legami e costruire nuove connessioni per proteggere, tutelare e valorizzare l’intera area dello Stretto di Messina, un tratto di mare che unisce Sicilia e Calabria, due terre che hanno tanti elementi di contatto, non solo tra di loro, ma con l’intero Mediterraneo» afferma Nino Mostaccio referente Slow Food del Presidio e presidente di Slow Food Messina. «Lì dove Ionio e Tirreno si fondono e si contaminano esiste già un ponte, fatto di biodiversità “condivisa”, di culture intrecciate e sovrapposte, di scambi e dialoghi, un ponte immateriale che va tutelato e salvato insieme alla peculiarità di questo splendido tratto di costa».
Si chiama feluca ed è l’imbarcazione utilizzata per la tradizionale pesca al pesce spada nello Stretto di Messina. Insieme ad altri antichi metodi di pesca impiegati, come il tremaglio e le nasse, rappresenta un patrimonio culturale da proteggere e una forma di pesca basata sulla profonda conoscenza e sul rispetto del mare.
Il Presidio della pesca tradizionale dello Stretto di Messina rappresenta un primo passo concreto che MESSINA FOOD POLICY, sulla spinta di Slow Food Messina, compie nella direzione della sostenibilità, della consapevolezza e del riconoscimento dei custodi del nostro mare. MESSINA FOOD POLICY è il tavolo per le politiche agroalimentari nato a settembre 2022 grazie all’impegno della Comunità Slow Food per la Salvaguardia della
Biodiversità dello Stretto di Messina, Slow Food Sicilia, il Comune di Messina e la sua Città Metropolitana, la Camera di Commercio di Messina e la Fondazione Me.S.S.In.A. volto a sviluppare politiche a sostegno della transizione ecologica, riconoscendo nel cibo un elemento trasversale per il cambiamento.
>> Link: slowfood.it fondazioneslowfood.com
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Ostriche irlandesi: tesori di gusto alleati dell’ambiente
Alcuni studi parlano di oltre due milioni di tonnellate all’anno di anidride carbonica sottratte all’ambiente dalle ostriche allevate in circa 40 Paesi. Come sottolinea una recente ricerca del TRINITY COLLEGE, “L’allevamento di ostriche e altri molluschi è quanto di più sostenibile si possa immaginare e in molti luoghi è effettivamente rigenerante dal punto di vista ambientale. Si prospetta inoltre come una preziosa potenziale risorsa
Da sempre associate a voluttà e piacere, anche per la loro capacità di creare le perle, le ostriche sono preziose alleate dell’ambiente e, tra i motivi legati alla decisione di dedicare loro una giornata internazionale, c’è proprio questa caratteristica: sono importanti per la biodiversità e col loro guscio “catturano” anidride carbonica
In Irlanda l’allevamento di ostriche, così come di alghe, con attenzione alla salvaguardia ambientale, è un’attività importante sia per l’export sia per la capacità di gratificare il palato di chi è in vacanza.
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SOSTENIBILITÀ
per alleviare la pressione sulle fonti proteiche terrestri ed è un ottimo esempio di come ottenere più cibo dall’oceano”. Tra i produttori mondiali di ostriche, l’Irlanda si mette in evidenza per tradizione (ci sono documenti del 1461 che parlano della loro importanza economica), qualità e salute delle acque in cui vengono allevate, in prevalenza lungo la Wild Atlantic Way, l’area della fascia costiera ad ovest del Paese, bagnata da un Atlantico particolarmente incontaminato anche per l’attenzione che il Paese pone alla salvaguardia del suo prezioso habitat marino.
Qualità Irish e certificazioni green Questa condizione è fondamentale per la qualità dei molluschi e il pregio delle loro carni, facendo sì che le
ostriche irlandesi siano sempre più apprezzate in tutto il mondo. Alla pulizia delle acque si sommano, inoltre, certificazioni come “Eco Pact” e “Origin Green Ireland”, iniziativa dell’agenzia governativa BORD BIA e del pionieristico programma irlandese di sostenibilità alimentare e delle bevande, unico al mondo che consente di fissare e raggiungere obiettivi di sostenibilità misurabili, rispettosi l’ambiente e altamente favorevoli per le comunità locali.
Il consumo dei frutti del suo mare, da mangiare crudi e cotti, è in Irlanda una preziosa eredità e parte del patrimonio tradizionale di tutta l’isola: l’allevamento di ostriche, così come di alghe, con attenzione alla salvaguardia ambientale, è un’attività importante sia per l’export sia per la capacità di gratificare il palato di chi è in vacanza.
Ostriche e dove trovarle: indirizzi, tour e un festival unico al mondo
Sono sempre di più i gastronauti che si mettono in viaggio verso l’Isola di Smeraldo anche per visitare gli allevamenti e gustarsi i prelibati molluschi “dalla tavola al mare”, perché, come sostiene il produttore Edward Gallagher di Irish Premium Oysters (ipo.ie), azienda familiare con oltre 25 anni di esperienza, attiva nelle acque cristalline della baia di Tragheanna nel Donegal, «Un’ostrica è un po’ come il vino: il 70% dipende dal luogo di provenienza e il 30% dipende da chi le alleva. Ed è per questo che non c’è nulla come vedere come e dove vengono prodotte le ostriche irlandesi per capire e assaporare la loro unicità».
Anche grazie ad iniziative come quelle organizzate da DK Conne-
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Il produttore Edward Gallagher di Irish Premium Oysters, azienda familiare con oltre 25 anni di esperienza, attiva nelle acque cristalline della baia di Tragheanna nel Donegal. «Un’ostrica è un po’ come il vino» spiega Edward. «Il 70% dipende dal luogo di provenienza e il 30% dipende da chi le alleva».
mara Oysters (www.dkconnemaraoysters.com), l’allevamento più antico dell’isola (1893), che, nella splendida Ballinakill Bay, nel Connemara, parte della contea di Galway, offre la possibilità di visitare la Oyster farm e di degustarne i prodotti, imparando anche ad aprire da soli i molluschi, i luoghi in cui poter scoprire tutto l’anno la qualità delle prelibatezze sono molti. Ma l’appuntamento da mettere in agenda per fare un viaggio di gusto a tutto tondo è certamente il Galway International Oyster and Seafood Festival (www.galwayoysterfestival.com), che si tiene dal 1954. Nel 2024 è in calendario dal 27 al 29 settembre e, facendo da apripista alla nuova stagione delle ostriche indigene (la piatta di Galway), offre un programma ricco di appuntamenti, con tanto di competizione mondiale di apertura delle ostriche. Super divertente la parata Masquerade Mardi Gras che colora le vie medievali della città. Il festival propone anche un tour a tema che si può fare tutto l’anno e che raggruppa i luoghi migliori in cui assaporare ostriche e frutti di mare, spaziando tra ristoranti stellati, come Aniar (www.aniarrestaurant.ie), guidato dallo chef e patron J.P. McMahon, il quale, oltre ad utilizzare ingredienti locali selvatici e raccolti, promuove vecchi metodi tradizionali di cottura e conservazione, quali stagionatura, decapaggio, affumicatura e fermen-
tazione, a luoghi più veraci sullo stile di Mc Donagh’s (www.mcdonaghs. net), vera e propria istituzione cittadina, attiva dal 1902, in cui mangiare anche uno dei migliori Fish & Chips della città.
Altra istituzione, appena fuori Galway, a Kilcolgan, da prenotare già da casa in anticipo, è il Moran’s Oyster Cottage (www.moransoystercottage.com), col caratteristico tetto di paglia: propone le pregiate ostriche locali dette di Clarenbridge, dal nome di uno dei due fiumi cittadini, la cui foce funge da letto naturale per i molluschi grazie ad una preziosa combinazione tra acqua dolce e salata.
Altro viaggio che si può fare letteralmente tra le ostriche è quello proposto da BIM – Ireland’s Seafood Development Agency: il Bay Coast Seafood Trail (bim.ie). Estendendosi da Malin Head, la punta più a nord della contea di Donegal e di tutta l’isola, a Kinsale, porta sud della Wild Atlantic Way, e raggruppando piccole aziende familiari come Croagh Patrick Seafoods, Killary Fjord Shellfish e Kelly’s Oysters, tocca alcuni dei paesaggi marini e dei monumenti naturalistici più belli d’Irlanda.
La produzione è eccellente anche in Irlanda del Nord, dove vivere esperienze personalizzate, come le visite a Rooney Fish (rooneyfish. com), realtà pluripremiata di Kilkeel, nella Contea di Down, che alleva
ostriche Millbay, esportate anche in Asia e Francia. Tracey Jeffery (traceysfarmhousekitchen.com) di Food Tours NI, inoltre, guida le visite (anche queste da prenotare in anticipo) a Coney Island, vicino Killough, per scoprire con Lecole Harvest (www.lecaleharvest.co.uk) come si allevano e raccolgono le ostriche, degustandole, poi, in riva al mare.
Ostriche e whiskey: consigli per la degustazione Galway ha dedicato un percorso tematico anche al whiskey e, naturalmente, esiste il punto di incontro tra frutti di mare e quest’altra eccellenza irlandese, rappresentato da alcuni storici pub, tra cui figura Tigh Neachtain, particolare, oltre che per ricette e ambientazione, per il forte legame con le comunità artistiche e musicali del luogo. Per la degustazione è raccomandato utilizzare un vaporizzatore per non soverchiare il gusto dell’ostrica. Sono sufficienti un paio di spruzzate leggere a circa 15-20 centimetri di distanza. Un eventuale sorso di whiskey va bevuto unicamente dopo aver assaporato tutti gli aromi del mollusco: nel caso della piatta di Galway, che regala al palato sfumature di nocciola, sono ideali distillati con delicate note speziate. Go raibh an bia blasta: buon appetito.
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Lago di Como: specie ittiche a rischio spopolamento
Per Luigi Gandola, chef e patron del ristorante Salice Blu di Bellagio, «Occorre una risposta di sistema per invertire la tendenza. I ristoratori possono fare la loro parte puntando sulla diversificazione nei loro menù»
«Ben vengano le iniziative volte a promuovere le tradizioni culinarie locali. Anche ai ristoratori del Lago di Como, tuttavia, è richiesta la presa di coscienza di un problema che ha ripercussioni rilevanti sia sul nostro ecosistema ittico che sull’industria turistica e dell’ospitalità: la progressiva e graduale scomparsa di alcune specie. Serve una risposta di sistema per invertire la tendenza e preservare le tipicità del lago che sono una fonte di ricchezza imprescindibile per le nostre attività economiche». Ad affermarlo lo chef Luigi Gandola, patron del ristorante Salice Blu di Bellagio (ristorantesaliceblu-bellagio.it), che interviene con queste parole nel dibattito che sta coinvolgendo il mondo lariano della ristorazione.
«Ho letto in questi giorni della nascita dell’Accademia dedicata alla valorizzazione di un piatto tipico come il Risotto al pesce persico. Senza dubbio è un progetto interessante, che si sposa con la volontà di far conoscere le eccellenze gastronomiche anche al di fuori dei confini. Non dimentichiamo però che il “persicotto”, come ribadito anche da molti operatori, non fa parte della tradizione culinaria lariana. Il piatto classico, che rappresenta appieno la nostra identità, è il Riso in cagnone.
Detto ciò, credo che ci sia un tema che i ristoratori non possono permettersi di ignorare e che richiede, da parte di tutti, uno sforzo condiviso per una gestione più sostenibile e lungimirante delle risorse del territorio.
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Luigi Gandola, chef del ristorante Salice Blu di Bellagio (CO).
Lucioperca, porro e lenticchie.
Occorre intervenire in maniera sinergica per contrastare il fenomeno dello spopolamento ittico del Lago di Como, determinato da un mix di fattori come l’inquinamento, la siccità sempre più diffusa che comporta continui prelievi di acqua per ragioni di irrigazione, l’attività predatoria e la diminuzione di nutrienti naturali ma anche la moria delle uova.
Se non vogliamo che l’industria della pesca e quella della ristorazione ad essa collegata subiscano un duro contraccolpo, è importante adottare strategie condivise, partendo anche dal ricorso a finanziamenti, così da favorire la riproduzione e
il ripopolamento dei bacini idrici. Come consigliere dell’associazione Gente di Lago e di Fiume, presieduta dallo chef due stelle Michelin Marco Sacco, del ristorante Piccolo Lago ho portato la questione all’ordine del giorno: ci sarà presto l’attivazione di un tavolo di lavoro condiviso per la ricerca di soluzioni comuni, coinvolgendo esperti di idrobiologia, pescatori, operatori economici ma anche le istituzioni della nostra provincia».
Gandola chiama in causa direttamente i ristoratori lariani. «Anche noi possiamo fare la nostra parte attraverso le ricette che scegliamo
ANTONIO VERRINI
di portare sulle tavole dei clienti. Penso sia impensabile continuare ad offrire menù esclusivamente a base di pesce, che non variano mai nell’intero arco di un anno.
È un discorso che vale in particolar modo per il pesce persico. Continuando a proporlo in maniera incontrollata all’interno dei menù, ha come effetto quello di ridurne la presenza nelle nostre acque rendendo tale specie sempre più rara e difficile da reperire. Il rischio è quello di dover ricorrere, per forza di cose, a prodotti congelati oppure provenienti da altri laghi se non addirittura da altre nazioni.
Meglio privilegiare, a mio avviso, soluzioni legate alla stagionalità, andando a differenziare il menù con le altre eccellenze agroalimentari della nostra terra. Penso, ad esempio, a funghi e tartufi, alla grande varietà di formaggi, alla ricchezza di erbe e piante, ma anche ad alcune valide alternative per i pesci più a rischio». È il caso, ad esempio, del lavarello, che può essere rimpiazzato «con proposte di pari livello qualitativo, nel rispetto delle normative legate alla cattura. Come il lucioperca, che pur non essendo una specie autoctona, è considerata di grande pregio. Trattasi di un predatore particolarmente attivo che contribuisce alla distruzione delle biodiversità, e anche per questo motivo la sua pesca va incentivata».
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Surgelati, alleati nella lotta al food waste
In Italia i surgelati sono tra i cibi meno sprecati tra le mura domestiche: “solo” 13 grammi a testa ogni settimana, contro uno spreco di cibo complessivo di oltre 524 grammi pro capite. Un dato del tutto marginale, se paragonato alle percentuali raggiunte dagli alimenti a breve scadenza
Ogni settimana, in Italia, sprechiamo circa 524,1 grammi di cibo a testa (un po’ meno di 75 grammi di cibo al giorno, ossia oltre 27,3 kg annuali1), che ognuno di noi, mediamente, getta nella spazzatura. E questo cibo sprecato ci costa circa 10 miliardi all’anno. L’attenzione al food waste è diventata una priorità per gli Italiani, alle prese negli ultimi tempi anche col carovita e la diminuzione
del potere d’acquisto, al punto che 9 consumatori su 10 dichiarano che nei prossimi mesi presteranno maggiore attenzione a ridurre gli sprechi a tavola2 .
Del cibo gettato, “solo” 13 grammi sono prodotti surgelati, che incidono per appena il 2,6% sullo spreco individuale complessivo settimanale, confermandosi alimenti “antispreco” per eccellenza. Ad evidenziarlo è Luca Falasconi, docente di Politica Agraria dell’Università di Bologna che, in collaborazione con l’IIAS –Istituto Italiano Alimenti Surgelati e in occasione della “Giornata Internazionale di Sensibilizzazione sulla Perdita e sullo Spreco Alimentare 2023”, ricorda perché il tema del food waste abbia assunto negli ultimi anni un’importanza crescente e quali sono le principali ragioni per
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cui i prodotti sottozero ricoprono un ruolo di primo piano nella lotta agli sprechi in cucina.
«Lo spreco alimentare non comporta solo una perdita economica per il consumatore, ma rappresenta anche un tema sociale, visto che con quanto si spreca si potrebbe sfamare un terzo della popolazione mondiale» spiega Giorgio Donegani, presidente IIAS. «“Sprecare” significa non solo non poter garantire cibo sufficiente per tutti, ma anche perdere risorse preziose usate nella produzione, come terreno fertile, acqua, energia, concimazioni. I prodotti surgelati aiutano la lotta allo spreco perché permettono un utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’uso in cucina: attraverso la surgelazione è possibile massimizzare la resa produttiva, contenere gli sprechi che avvengono durante tutta la filiera e ridurre le emissioni di inquinanti nell’atmosfera».
A livello globale, gli sprechi e le perdite alimentari lungo la filiera ammontano a 1,3 miliardi di tonnellate/anno, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano3. Nei Paesi in via di sviluppo, lo spreco si localizza a monte della filiera agroalimentare (a livello domestico si registrano valori di soli 6-11 kg pro capite/anno di spreco); mentre nei Paesi sviluppati, lo spreco si localizza prevalentemente a valle: distribuzione, ristorazione e soprattutto consumo domestico (dove si registrano valori di ben 95115 kg pro capite/anno di spreco).
Anche in Italia, lo spreco alimentare avviene principalmente tra le mura domestiche. Ma cosa finisce più frequentemente nelle nostre pattumiere? «La top 5 dei cibi più sprecati — spiega il prof. Falasconi — fa registrare al primo posto la frutta fresca (g 24 pro capite a settimana), seguita da: insalate (g 17,6), cipolle, aglio e tuberi (g 17,1 gr), pane fresco (g 16,3), e verdure (oltre g 16), come emerge dalle rilevazioni dell’Osservatorio Waste Watcher». È interessante notare, invece, come tra gli alimenti meno sprecati dagli Italiani emergano i prodotti
surgelati, come spiega Falasconi: «Di questi prodotti ne sprechiamo mediamente g 715 all’anno a persona, che a livello nazionale fa 42.000 tonnellate circa, ma che rappresentano solo il 2,6% di spreco individuale complessivo. Parliamo di un dato del tutto residuale ed ecco perché un maggior consumo di cibi surgelati può essere considerato come parte ideale di una strategia di riduzione dello spreco alimentare».
Il tema della riduzione degli sprechi è stato recentemente al centro dell’attenzione anche del legislatore europeo: per accelerare i progressi dell’UE, la Commissione ha infatti proposto che entro il 2030 gli Stati Membri riducano gli sprechi alimentari del 10% a livello di trasformazione e produzione di alimenti, e del 30% (pro capite) complessivamente a livello di vendite al dettaglio e consumo (ristoranti, servizi di ristorazione e famiglie).
La lotta per contrastare le cause del food waste parte dal freezer Sia nei Paesi industrializzati che in quelli non industrializzati, il consumatore gioca, infatti, un ruolo fondamentale nella lotta allo spreco. «Le ragioni alla base di questo fenomeno — spiega Falasconi — sono principalmente comportamentali e includono: preferenze personali come gusto e questioni culturali; abitudini come la frequenza nel fare acquisti; atteggiamenti legati a pensieri e sentimenti; norme sociali, conoscenze e abilità». Il cibo può essere sprecato, infatti, a causa della scarsa comprensione di alcune informazioni riportate sulle etichette, come la data di scadenza o le indicazioni di conservazione degli alimenti contenuti.
Allo stesso modo, lo spreco alimentare può essere correlato a una mancanza di abilità nella preparazione e nel porzionamento del cibo stesso, oppure alla minore comprensione degli impatti ambientali, economici e sociali legati allo spreco. Ma è stato dimostrato che un ricorso maggiore all’utilizzo di prodotti surgelati tra le mura domestiche sia in grado di contribuire ad arginare il food
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IL PESCE,
È stato dimostrato che un ricorso maggiore all’utilizzo di prodotti surgelati tra le mura domestiche sia in grado di contribuire ad arginare il food waste.
waste: lo conferma uno studio della Sheffield Hallam University, che ha rivelato come il consumo domestico di surgelati, rispetto agli analoghi a temperatura sopra lo zero, potrebbe portare ad abbattere lo spreco in casa del 47%.
Inoltre, anche le aziende del comparto sottozero hanno adottato strategie per ridurre gli sprechi alimentari, attraverso un continuo efficientamento dei propri processi produttivi. Tra le diverse procedure adottate, anche l’utilizzo di materie prime con imperfezioni estetiche — che verrebbero quindi penalizzate dai consumatori in fase d’acquisto, sebbene del tutto idonee al consumo — nella produzione di prodotti elaborati.
Questo accade, ad esempio, nella preparazione dei purè surgelati, con il risultato di salvare tonnellate di patate dallo spreco. Questi comportamenti virtuosi rientrano in un complesso di strategie che le aziende del settore surgelati hanno intrapreso da anni per ridurre i consumi di energia, acqua e materiali di imballaggio, come rivelato dal Rapporto Ambientale IIAS recentemente pubblicato.
Surgelati anti-spreco: ecco perché
L’Istituto Italiano Alimenti Surgelati ricorda alcuni motivi per cui i prodotti sottozero svolgono un importante funzione anti-spreco:
• una lunga conservazione — I prodotti surgelati possono essere conservati molto più a lungo rispetto agli analoghi freschi, il che permette di utilizzarli prima che si deteriorino;
• un’efficiente porzionatura — I prodotti surgelati consentono un maggior controllo nelle porzioni e nelle quantità da consumare: si usa solo ciò di cui si ha davvero bisogno, riponendo in freezer il resto di ogni prodotto;
• si mangia tutto ciò che si acquista — Niente sbucciature, spinature, lavaggi… e, soprattutto, pochi scarti in casa. Si consuma esattamente tutto quello che si compra e diventa più facile fare anche la raccolta differenziata dei rifiuti. Quando si acquista, ad esempio, un filetto di pesce surgelato, si mangia il 100% di ciò che si compra, lasciando alle aziende — e non nella propria cucina — spine, viscere, squa-
me, pelle, grasso e scarti di ogni genere; così come, quando si comprano ortaggi surgelati;
• minori consumi di acqua ed energia — I prodotti surgelati consentono di ridurre l’uso di acqua nelle proprie case, perché tutti gli ortaggi sono già lavati e puliti; e c’è anche un minore spreco di risorse energetiche per la cottura dei cibi, in quanto i tempi di preparazione sono nettamente più brevi;
• una maggiore sostenibilità, anche economica — Oltre ad essere prodotti sostenibili e “salva-spreco”, i surgelati permettono anche un risparmio economico: infatti, non sprecando il prodotto, non si sprecano neanche i soldi spesi per acquistarlo!
Fonte: IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati
Note
1. Osservatorio Waste Watcher, Italia, 2022.
2. Rapporto COOP 2023.
3. Studio realizzato da Swedish Institute for Food and Biotechnology (SIK) nel 2011 per conto di FAO.
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Giò Mare guarda dritta al futuro
Focus su prodotti, struttura e certificazioni. I punti di forza? Una visione strategica che unisce alla qualità di prodotto, pesce fresco, molluschi e bivalvi, anche una gestione moderna di spazi, risorse e competenze
Siamo a Cesenatico, un comune della riviera romagnola in cui da sempre si respira cultura e tradizione dell’industria ittica. Qui opera dal 1988 GIÓ MARE, ingrosso ittico specializzato nella vendita di pesce fresco con diverse sedi lungo la costa della Romagna. “Il nostro mercato ittico all’ingrosso si è distinto in quasi 20 anni di attività per la grande qualità del pescato commercializzato ed un servizio sempre impeccabile” precisa l’azienda sulle pagine web, rimarcando i punti di forza di un business che mette sempre al centro la soddisfazione del cliente garantendo qualità, freschezza dei prodotti, affidabilità e competenza sia nel loro
ingrosso ittico che nell’ingrosso di pesce fresco.
Abbiamo incontrato M ICHAEL BARTOLINI, general manager di Giò Mare, per approfondire le ultime novità.
Il vasto assortimento di prodotti commercializzato da Giò Mare si è arricchito di una nuova referenza: la Cozza d’Alto Mare. Di cosa si tratta?
«Tutto è cominciato con una scommessa: quella di riuscire a fornire mitili allevati in Italia con seme italiano di buona qualità anche durante il periodo invernale, periodo nel quale è molto difficile
reperire prodotto discreto, se non proveniente dall’estero.
La peculiarità di questi mitili consiste nell’essere allevati a dieci miglia dalla costa e a circa dieci metri di profondità, lontani quindi dal rischio di contaminazione che può esserci vicino alla costa. Le acque, ricche di elementi nutritivi e così distanti e profonde, contribuiscono a forgiarne un gusto unico: sapido ed intenso».
Com’è andato l’avviamento di prodotto?
«Il primo anno la produzione è andata molto bene: è stata più abbondante delle aspettative e i feedback
64 IL PESCE, 3/24 AZIENDE
ricevuti dalla clientela assolutamente ottimi. Abbiamo già iniziato a lavorare alla prossima stagione che ci vedrà al lavoro da agosto fino a gennaio/ febbraio dell’anno prossimo».
Dove sarà distribuita la Cozza d’Alto Mare?
«L’orario di rientro mattutino delle imbarcazioni ci permette di avere i tempi giusti per poter spedire le cozze ovunque».
Quest’anno avete ottenuto la certificazione IFS Global Market – Food. Oltre ad essere garanzia per retailer e consumatori, questa attestazione rappresenta anche il primo step per l’IFS Food. Quali sono i progetti futuri di Giò Mare e in quali nuovi mercati questa certificazione vi permetterà di entrare?
«Chi lavora con noi sa che abbiamo investito molto per essere allineati alla legislatura che si sviluppa continuamente nel settore ittico a garanzia del consumatore. È una filosofia che abbiamo abbracciato completamente, strutturandoci con un Ufficio Qualità diretto da un
dottore veterinario. Acquisire questo riconoscimento è stata una conferma per chi ci conosce e un biglietto da visita per i nuovi partner».
È in corso anche un investimento sul magazzino?
«Sì. Per venire incontro alle sempre crescenti esigenze di spazio produttive e di uffici per allocare il personale stiamo ampliando la sede di un 20% annettendo ad essa un nuovo stabile. Questo darà la possibilità di gestire gli spazi e il personale in maniera adeguata agli aumenti costanti di prodotti commercializzati».
Giò Mare – Prodotti ittici import/export
Via Matteucci 17/19
47042 Cesenatico (FC) Telefono: 0547 675446
E-mail: info@giomare.net Web: giomare.net
Giò Mare è specializzata nel campo del pesce fresco con una presenza capillare nei mercati ittici dell’Adriatico. L’azienda si è ampliata e ha consolidato la sua attività, diversificando le zone di approvvigionamento diretto su gran parte del territorio nazionale; inoltre si è distinta per la presenza giornaliera sui principali porti del Sud della Francia.
IL PESCE, 3/24 65
Fish Farm Boat
Una nuova linea di imbarcazioni destinate all’acquacoltura
Il progetto Fish Farm Boat nasce dai cinquant’anni di esperienza di Giorgetti Group nell’ambito della nautica, a livello di progettazione e costruzione di imbarcazioni sia da lavoro che per il diporto.
Per quanto riguarda in particolare le imbarcazioni destinate al settore ittico, Giorgetti Group ha sviluppato molteplici progetti e realizzazioni che hanno permesso di consolidare il rapporto con gli operatori e di acquisire un bagaglio unico di conoscenze ed esperienze. Da queste nasce oggi la nuova linea di imbarcazioni Fish Farm Boat che
possono essere realizzate col massimo livello di personalizzazione per ogni esigenza del singolo cliente.
La costruzione delle imbarcazioni potrà avvenire in lega leggera di alluminio o in PEHD. Di seguito, in sintesi, i vantaggi delle due soluzioni:
1. per quanto riguarda l’alluminio, i principali vantaggi risiedono nel peso ridotto, l’alluminio pesa un terzo dell’acciaio, nella manutenzione ridotta e nella facilità di riparazione (l’alluminio può essere riparato anche con barca in acqua);
2. il PEHD è un tecnopolimero ottenuto per estrusione da poco tempo utilizzato anche nell’industria nautica. È un materiale che garantisce elevata resistenza all’urto e all’abrasione, basso peso specifico, nessuna necessità di manutenzione.
Altri materiali di costruzione, quali l’acciaio e la vetroresina, possono essere presi in considerazione a seguito di specifiche richieste del cliente.
Le imbarcazioni Fish Farm Boat sono progettate con una carena a catamarano che garantisce una
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Imbarcazione in costruzione presso il cantiere FGG Guarisco di Albese con Cassano (CO).
Nella botte piccola c’è il mare buono... DISTRIBUITADA: EFFELLEPESCA VIADELLAMANIFATTURA12 44026BOSCOMESOLA(FE) WWW.EFFELLEPESCA.COM
maggiore stabilità sia in condizioni di navigazione che in condizione di lavoro e di carico; inoltre, la larghezza conseguente al tipo di carena permette di avere una piattaforma di lavoro eccezionale: circa 55 m2 per il modello 15 metri, circa 80 m2 per il modello 18 metri.
La gamma di Fish Farm Boat prevede la realizzazione di due versioni di allestimento: per acquacoltura o per mitil/ostricoltura.
La costruzione, sia in alluminio che PEHD, è svincolata da stampi per la produzione e consente di variare le dimensioni assecondando le esigenze specifiche del cliente, per una massima flessibilità ed economicità nella realizzazione.
Nello studio delle imbarcazioni Fish Farm Boat è stata dedicata una particolare attenzione agli aspetti dell’ecocompatibilità, aspetti che divengono di giorno in giorno più rilevanti anche per l’industria ittica. Per minimizzare l’impatto ambientale i progetti di Fish Farm Boat possono prevedere motorizzazioni elettriche o ibride e gasolio, così come motori fuori bordo anche per facilità ed economia di manutenzione. Inoltre, possono essere installati pannelli fotovoltaici e/o alimentatori eolici; sono, infine, previste casse di raccolta per acque nere e acque di lavaggio. Tali caratteristiche di ecocompatibilità si traducono anche
A sinistra: lavorazione presso cantiere FGG Guarisco. In basso: una costruzione presso un cantiere in Tunisia.
in maggiori possibilità di incentivazione della realizzazione di nuove imbarcazioni destinate al settore.
In conclusione, Giorgetti Group mette i suoi 50 anni di esperienza nel campo nautico e navale al servizio dell’organizzazione e gestione di questo progetto, seguendone tutte le fasi sia progettuali che costruttive. In particolare, con un approccio distintivo sul mercato che permette di fornire soluzioni personalizzate e risultati di alta qualità per soddisfare le esigenze di ogni singolo cliente.
Se siete interessati ad approfondire la conoscenza del progetto Fish Farm Boat o volete richiedere un contatto con Giorgetti Group potete utilizzare:
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FISHFARMBOAT
LA NUOVA LINEA DI IMBARCAZIONI PER L’ACQUACOLTURA
Dall’esperienza di Giorgetti Group nasce il progetto FishFarmBoat, imbarcazioni destinate al settore ittico caratterizzate da:
Carena a catamarano per una massima stabilità e disponibilità di spazi di lavoro
Costruzione in alluminio o PEHD o altri materiali se richiesto
Ampia gamma sia per i diversi allestimenti che per le dimensioni
Economicità e minimo impatto ambientale
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Alimeco, naturale per scelta
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Alimeco ha studiato una gamma di prodotti 100% naturali per l’industria della trasformazione ittica: come FISH BURGER CL, miscela completa per hamburger di pesce, MIX SALSICCIA MARE CL, per la realizzazione di salsicce a base di prodotti ittici, o ANTIOX NATURALE CL SPRY, da sciogliere in acqua e spruzzare su filetti di pesce e carpacci.
Alimeco è attiva, dal 2008, nel mondo degli ingredienti e degli aromi alimentari, specializzandosi fin da subito nella realizzazione di miscele funzionali per il settore delle carni fresche e stagionate. Seguendo con attenzione l’evolversi del mercato, Alimeco è diventata in poco tempo una “figura” di riferimento nel settore dell’industria della trasformazione alimentare, ampliando sempre più la propria offerta e fornendo ai propri clienti tutto il supporto necessario nelle fasi produttive.
Con un occhio attento alle tradizioni culinarie e l’altro rivolto all’innovazione, l’azienda è stata fra le prime, nel 2019, a realizzare una linea di prodotti totalmente CLEAN LABEL . L’obiettivo, fin da subito, è stato quello di offrire dei prodotti naturali e dall’elevato contenuto tecnologico, risultato del fruttuoso lavoro messo in atto dalla divisione Ricerca & Sviluppo, garantendo al cliente qualità e sicurezza del prodotto e la totale pulizia dell’etichetta.
Seguendo attentamente i mutamenti delle abitudini alimentari del consumatore, Alimeco ha studiato una gamma di prodotti 100% naturali per l’industria della trasformazione ittica, offrendo alla propria
clientela tutto il supporto necessario durante le fasi produttive.
FISH BURGER CL , miscela completa per hamburger di pesce, e MIX SALSICCIA MARE CL, per la realizzazione di salsicce a base di prodotti ittici, sono solo alcune delle soluzioni create.
Una grande novità nel settore è offerta con l’ANTIOX NATURALE CL SPRY: trattasi di un prodotto 100% naturale, da sciogliere in acqua e “spruzzare” su filetti di pesce e carpacci. Quest’ultimo permette di mantenere le caratteristiche organolettiche del prodotto durante tutta la shelf-life, preservandone la freschezza e ritardando il naturale processo ossidativo.
«Le abitudini alimentari dell’uomo sono in continuo mutamento» afferma Mirco Sciaraffi a , R&D manager di Alimeco. «Ci troviamo in un periodo storico in cui il consumatore è molto attendo alla qualità e alla sicurezza di ciò che acquista; il nostro compito è di porci al fianco dei nostri clienti, offrendo prodotti innovativi dagli elevati standard qualitativi».
Un progetto fortemente ambizioso quello messo in atto da Alimeco, che ha trovato grande riscontro sia da parte dei clienti fidelizzati, sia
di nuove realtà che vogliono essere parte attiva di questa ricerca. La capacità dell’azienda di anticipare le tendenze del mercato, offrendo anche soluzioni tailor made, ha reso questo progetto una vera e propria mission aziendale.
Guardando al futuro, quindi, Alimeco continuerà ad investire in Ricerca & Sviluppo per espandere la propria offerta di prodotti naturali CLEAN LABEL, promuovendo pratiche che rispettino l’ambiente e le risorse naturali, mantenendo sempre gli standard qualitativi che la propria clientela si aspetta.
Alimeco Srl
SEDE OPERATIVA: Via Adige 15 26034 Piadena-Drizzona (CR)
E-mail: info@alimeco.eu
Web: alimeco.eu
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Prosciutto di Halibut: dal Mare del Nord nuovi gustosi alimenti
Stagionello e Royal Greenland insieme per la valorizzazione ittica
Esaltare la freschezza del pesce nel tempo, coniugando gusto, tradizione e innovazione, offrendo alimenti ready to eat rivoluzionari. Questo e altro ancora è quello che offre la tecnologia, 100% made in Italy, Stagionello® Fish Curing Device, l’impianto dedicato alla cura e trasformazione del pesce, frutto dell’inventore Alessandro Cuomo. Stagionello® è una International Family Company che vuole preservare alimenti e mestieri della tradizione gastronomica. Questo incentivando produzioni artigianali
di specialità tipiche. Per riuscire in questo intento, l’azienda, fin dalla sua nascita, ha dato forma ad un network composto da partner legati al mondo della ristorazione e non solo. Tra questi spicca il rapporto con Royal Greenland. Una collaborazione, quella tra Royal Greenland e Stagionello®, che ha preso il via in occasione della fiera Host 2023, grazie all’importante lavoro di valorizzazione promosso da ASSOITTICA, Associazione Nazionale delle aziende ittiche dal 1986. In occasione della fiera internazionale di Milano, ROYAL
GREENLAND ITALIA, nella persona di Davide Caragnano, il segretario generale di Assoittica Giuseppe Palma e il dott. Alessandro Cuomo, hanno presentato il potenziale dell’halibut, trasformato per l’occasione in un gustoso prosciutto curato naturalmente con la tecnologia Stagionello®.
Royal Greenland ROYAL GREENLAND è un’azienda di proprietà del governo della Groenlandia che si prefigge di fornire prodotti ittici di alta qualità, impegnandosi ad applicare i più elevati
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Davide Caragnano, di Royal Greenland Italia, a Host 2023 mentre presenta l’azienda.
il Profumo del Mare di Calabria
A sinistra: finger food con prosciutto di halibut e kiwi realizzato dagli studenti dell’IPSEOA Tor Carbone – A. Narducci. A destra: Stagionello® fish curing device nelle linee PLUG-IN e COMBO.
standard di sicurezza alimentare in tutte le fasi della sua attività. Tutti gli stabilimenti sono in possesso della certificazione BRC o ISF e seguono le rigide procedure HACCP Il sistema di gestione della qualità di Royal Greenland opera sul piano normativo e alimentare. Obiettivo della Royal Greenland è quello di valorizzare le antiche tradizioni delle comunità di pescatori locali della Groenlandia attraverso i pesci pescati nelle acque fredde del nord Europa: gamberetti boreali, granceola artica, merluzzo, lompo e soprattutto l’halibut.
L’halibut
L’halibut è il nome in lingua inglese di numerosi pesci piatti appartenenti a diverse specie: l’halibut del pacifico, l’halibut della California, l’halibut nano e l’halibut della Groenlandia. Quest’ultimo, vive nell’Atlantico del nord e nel Mar Glaciale Artico. Particolarmente apprezzato per la sua polpa bianca, è un pesce, dalla consistenza morbida, semplice da cucinare e dal sapore delicato. L’halibut è estremamente ricco di acidi grassi Omega-3, il che lo rende particolarmente ricercato. L’halibut della Groenlandia è un pesce versatile e può essere utilizzato
in quasi tutte le sue parti. Pertanto, la percentuale di spreco è quasi pari a zero. Il pesce è venduto intero o in filetti con o senza pelle, oppure in tranci o porzioni. È utilizzato anche per la produzione di piatti pronti e prodotti affumicati o marinati.
Stagionello Fish Curing Device
In questo contesto, si inserisce lo Stagionello® Fish Curing Device. Salubrità e qualità dei prodotti, trasformati in totale sicurezza grazie ai sistemi brevettati basati sul controllo del pH dell’alimento. Con questo impianto, trasformare ogni tipo di pesce, attraverso processi di maturazione, affumicatura, asciugatura, dry age e cottura, è semplicissimo. Questo grazie a una serie di microclimi ideali contenuti nell’apposito Ricettario Climatico®. Al suo interno, sono presenti diverse ricette climatiche validate e certificate dalle Università partner del progetto, che possono regalare infinite possibili combinazioni da sperimentare.
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del magazzino con applicazione M-ERP CSB.
Gestione
merce. Con la gestione mobile degli ordini di acquisto, è possibile, per esempio, riordinare gli articoli dei punti vendita aziendali direttamente tra le corsie, e ricevere le forniture in completa mobilità, ottimizzando tempi e controlli. All’interno delle procedure di ricevimento merci sono integrati gli eventuali controlli qualitativi necessari, ottimizzando quindi l’operatività degli utenti interessati.
CSB M-ERP per il magazzino
L’impiego più celebre di M-ERP è sicuramente la gestione automatizzata, rapida e attendibile dell’intera movimentazione di magazzino: non solo tutti gli ordini di carico e scarico ma anche la gestione degli inventari. Informazioni chiare, sempre disponibili, sempre aggiornate. Inoltre, grazie a procedure flessibili e facili da usare si riducono al minimo gli errori e i tempi di formazione del personale. Un classico esempio può essere la funzione relativa all’approvvigionamento dei buffer di produzione o dell’area picking. Attraverso i dati di fabbisogno in area vendita e produzione, il sistema in automatico genera
degli ordini di movimentazione (i cosiddetti abbassamenti) in maniera da velocizzare la preparazione di materie prime e merci, utilizzando logiche di ottimizzazione in base a percorsi all’interno del magazzino e/o date di scadenza e tracciabilità.
CSB M-ERP per picking e vendita L’utilizzo di una soluzione mobile consente di ridurre il dispendio di tempo ed i margini di errore nell’evasione degli ordini, con percorsi ottimizzati e verifica on-line delle richieste specifiche del cliente (ad es. consegna con scadenza minima non inferiore a tre mesi) e rilevazione uscita merci. Le procedure di preparazione ordini, semplici da usare ma allo stesso tempo flessibili e complete, semplificano la routine lavorativa, alleggerendo lo stress dei periodi di superlavoro. Con la sola introduzione dell’M-ERP in picking e vendita, si incide positivamente su mobilità, controllo e produttività.
CSB M-ERP per la produzione Attraverso il collegamento delle bilance, degli scanner e di tutte le
periferiche necessarie, sulla base delle ricette inserite e degli ordini di produzione esistenti, si possono ricomporre gli ingredienti di una ricetta, le cui quantità vengono scaricate dai conti di giacenza di magazzino. La completa ottimizzazione dell’operatività in produzione potrebbe essere riassunta in tre parole: flessibilità, velocità e controllo. Il valore aggiunto deriva da dati sempre aggiornati in tempo reale e sempre corretti, e dalla versatilità degli strumenti proposti che si adattano alle procedure operative presenti in impianto. Aspetto molto utile per avere performance migliori anche nelle vendite.
Per concludere
Avere un unico fornitore di ERP e M-ERP è sicuramente conveniente, perché consente all’azienda di formare gli utenti su un unico software e di avere un unico referente per le soluzioni sia fisse che mobili. In breve, i vantaggi:
• inserimento e visualizzazione delle informazioni in tempo reale;
• integrazione di periferiche per automatizzazione parziale o completa di processi aziendali complessi;
• eliminazione del cartaceo;
• riduzione degli sprechi di tempo causati da doppi inserimenti;
• ottimizzazione delle prestazioni delle risorse umane sull’intera filiera.
Referente:
• Dott. A. MUEHLBERGER
CSB-System Srl
Via del Commercio 3-5
37012 Bussolengo (VR)
Telefono: 045 8905593
Fax: 045 8905586
E-mail: info.it@csb.com
Web: www.csb.com
IL PESCE, 3/24 77
Grazie all’ERP CSB-System i dati diventano vere e proprie informazioni.
Track Ittico: quando la digitalizzazione unisce tracciabilità e sostenibilità
La digitalizzazione dei processi produttivi delle aziende può contribuire in maniera determinante alla loro conversione ad imprese sempre più sostenibili. Questo chiede l’Europa, che dal 2026 estenderà l’obbligo alle PMI di compilare il proprio report di sostenibilità.
Ma cosa significa sostenibilità per un’azienda? In particolare per un’azienda del settore ittico?
La misurazione del grado di sostenibilità può avvenire attraverso diversi criteri, i cosiddetti ESG (Environmental, Social, Governance) , che defi niscono l’impatto ambientale, sociale ed economico. Un’azienda sostenibile è in grado di
bilanciare la crescita economica con la responsabilità sociale e la tutela dell’ambiente attraverso l’adozione di pratiche energetiche green, con diminuzione delle emissioni di gas serra e un utilizzo più consapevole
e controllato delle risorse naturali. Adotta tutte le strategie necessarie per ridurre al minimo l’impatto sui cambiamenti climatici per esempio.
Un’impresa che scelga di essere sempre più sostenibile crea condizio-
Nel processo di digitalizzazione che accompagna sempre più le aziende in un futuro green un software come Track Ittico di Zuffellato Technologies si distingue perché in grado di garantire una veloce ed efficace tracciabilità del prodotto all’interno di tutta la filiera ittica
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ni di lavoro etiche, tutela la diversità e l’inclusione, la sicurezza sul lavoro e l’impatto positivo sulla comunità locale. Promuove una gestione finanziaria responsabile, crea posti di lavoro stabili, genera profitti in modo etico e sostiene pratiche commerciali trasparenti.
Un approccio sostenibile quindi contribuisce alla mitigazione del cambiamento climatico, alla salvaguardia delle risorse naturali e allo stesso tempo può migliorare la reputazione del brand, aumentando la fiducia dei consumatori, oggi sempre più esigenti e attenti rispetto a ciò che acquistano, e creare un ambiente favorevole anche agli investimenti a lungo termine.
La digitalizzazione dei processi produttivi è sostenibile al 100% perché riduce i consumi e di conseguenza i costi, è accessibile a tutti e garantisce trasparenza e tracciabilità per tutte le fasi della filiera, dalla materia prima al consumatore.
All’interno di questo processo di digitalizzazione che accompagna
sempre di più le aziende in un futuro green un software come Track Ittico di Zuffellato Technologies si distingue proprio perché in grado di garantire una veloce ed efficace tracciabilità del prodotto all’interno di tutta la filiera ittica.
Track Ittico identifica con precisione l’origine del prodotto e i successivi spostamenti e mantiene sempre il legame tra il lotto di prodotto finito ed i corrispondenti lotti di materie prime. Ottimizza così i processi e risponde alle esigenze previste dalla normativa per la sicurezza dei consumatori.
Questo software per la gestione della tracciabilità dei prodotti ittici è integrato col software gestionale. L’azienda avrà quindi un unico sistema informatico contenente tutte le informazioni, che consente di registrare le operazioni di carico e scarico della merce una sola volta, abbattendo così notevolmente i tempi di gestione dei dati.
Con Track Ittico l’azienda può creare e stampare etichette
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Track Ittico può essere impiegato per la tracciabilità del settore ittico da ogni operatore della filiera. In particolare è adatto ad allevamenti, industrie per lavorazione e trasformazione, distributori e il bacino si amplia ogni giorno di più.
contenenti codici a barre realizzati secondo gli standard EAN/UCC. Sono codici univoci per identificare merci, servizi, beni e sedi in tutto il mondo.
All’interno dell’applicativo è possibile registrare tutte le informazioni che dovranno essere obbligatoriamente riportate in etichetta: la denominazione commerciale della specie, il metodo di produzione, la zona di cattura o di allevamento.
In fase di vendita dei prodotti il software consente di leggere i codici a barre riportati sulle etichette con appositi lettori wireless, creando poi il documento di trasporto. L’introduzione di questi lettori wireless di codici a barre velocizza notevolmente tutte le operazioni di preparazione e spedizione della merce. Si riducono così gli errori dovuti ad una gestione manuale e cartacea delle informazioni.
Sempre per rispondere alle diverse esigenze del cliente, Track Ittico può essere collegato con sistemi automatici di pesatura. Una delle peculiarità di questo software è la
grande flessibilità che consente, in fase di installazione, di personalizzarlo in modo da adattarlo il più possibile alle necessità e al modo di operare delle aziende.
Il software può essere impiegato per la tracciabilità del settore ittico da ogni operatore della filiera.
In particolare è adatto ad allevamenti, industrie per la lavorazione e la trasformazione, distributori ma il bacino si amplia ogni giorno di più.
Impatto ambientale, sociale ed economico: se i criteri ESG stanno diventando un elemento cruciale per plasmare il futuro sostenibile del settore agroalimentare la digitalizzazione e i software come Track Ittico possono contribuire a costruire nuovi e più efficienti modelli produttivi che contengano gli sprechi, consentano un risparmio energetico e assicurino trasparenza lungo tutta la filiera e nella gestione del business. Avvicinarsi a queste tematiche e affrontarle con gli strumenti giusti è un’occasione di sviluppo.
>> Link: www.trackanyfood.com
>> Link: www.zuffellato.com
Zuffellato Technologies
Via Bela Bartok 12 44124 Ferrara
Telefono: 0532 904711 E-mail: info@zuffellato.com
80 IL PESCE, 3/24
Barcellona capitale indiscussa del seafood
Tre giornate piene con buyer e operatori giunti da tutto il mondo
di Elena Benedetti e Chiara R. Zaccaroni
È vero, ci sono poche certezze nella vita ma anche quest’anno possiamo garantirvi che l’appuntamento con Seafood Expo Global / Seafood Processing Global (SEG e SEP, per chi va di fretta) di Diversified Communications, nella Gran Via di Barcellona, è stato l’ennesimo successo di pubblico e di espositori. La
più grande edizione di sempre, la 30a, con 2.244 aziende espositrici, su oltre 50.000 m2 di superficie, provenienti da 87 Paesi.
Preceduta da un fortissimo temporale che la sera prima dell’apertura si era abbattuto sulla città catalana, dirottando numerosi voli sull’aeroporto di Girona (tra cui il
nostro!), da martedì 23 a giovedì 25 aprile Seafood Expo Global & Processing ancora una volta si è confermata la fiera globale più completa per l’industria ittica, accogliendo in 5 padiglioni e nella Galleria i principali stakeholder giunti nella capitale catalana da tutto il mondo: fornitori di prodotti ittici, attrezza-
L’edizione 2024 della Seafood Expo Global (SEG) si è svolta dal 23 al 25 aprile a Barcellona. Per il prossimo anno le date della fiera slitteranno di un paio di settimane: saranno infatti in calendario dal 6 all’8 maggio 2025, in concomitanza con il Tuttofood a Rho Fiera Milano.
82 IL PESCE, 3/24 SPECIALE SEG 2024
Seafood Expo Global e Seafood Processing Global: qualche info
Seafood Expo Global e Seafood Processing
Global costituiscono il più grande evento commerciale del settore ittico al mondo. Migliaia di acquirenti e fornitori da tutto il mondo partecipano all’esposizione annuale articolata su tre giornate per incontrarsi, fare rete e sviluppare business. I buyer presenti rappresentano importatori, esportatori, grossisti, ristoranti, supermercati, hotel e altre aziende di vendita al dettaglio e di ristorazione. I fornitori che espongono offrono i più recenti prodotti ittici, le attrezzature per la lavorazione e il confezionamento e i servizi disponibili sul mercato dei prodotti ittici. SeafoodSource.com è il media ufficiale dell’esposizione, che è prodotta da Diversified Communications, leader internazionale nelle esposizioni e nei media del settore ittico (photo © Diversified Communications).
IL PESCE, 3/24 83
Foto dall’alto del Padiglione 3 dedicato al Seafood Expo Processing.
ture, imballaggi e servizi, buyer al dettaglio, aziende di servizi alimentari e distribuzione, importatori, grossisti e leader del settore. «Per questo 30o appuntamento abbiamo ampliato il Padiglione 1, portandolo così all’ampiezza mai raggiunta nella storia del salone in termini di metri quadrati netti di spazio espositivo disponibile», ha dichiarato Wynter Courmont, vicepresidente del Seafood presso Diversified Communications. «Nei giorni di fiera Barcellona si è trasformata in un vero e proprio hub internazionale per il business dei prodotti ittici, con un impatto economico stimato di oltre 156 milioni di euro per la città».
Tra i nuovi Paesi partecipanti alla SEG 2024 ricordiamo Azerbaigian, Brasile, Costa d’Avorio, Repubblica Ceca e Kiribati, oltre ai nuovi padi-
Tantissima Scozia al SEG 2024!
Seafood from Scotland, in collaborazione con Scotland Development International, ha riunito per l’edizione 2024 del SEG 18 produttori in arrivo da varie zone della Scozia, in rappresentanza di un’ampia offerta di prodotti e lavorazioni di altissima qualità. Per il team di Seafood from Scotland la partecipazione al Seafood Expo Global di quest’anno è stata anche un’occasione di confronto con buyer, media e produttori di tutta Europa, in vista anche del Responsible Seafood Summit (events.globalseafood. org/responsible-seafood-summit) che l’organizzazione ospiterà dal 21 al 24 ottobre 2024, insieme a Global Seafood Alliance, e che si terrà a St. Andrews, in Scozia. Lo chef Steve Walpole e il suo team sono tornati anche quest’anno a preparare gustosi piatti a base di pesce allo Scottish Seafood Bar, con showcooking giornalieri sempre molto affollati.
Marie-Anne Omnes, responsabile del trade marketing per l’Europa di Seafood Scotland, ha dichiarato: «Seafood Expo Global di Barcellona rappresenta un’occasione incredibile per entrare in contatto con fornitori, buyer e distributori di tutto il mondo. Mentre Seafood Scotland festeggia il suo 250 compleanno, siamo felici di aver partecipato ancora una volta a questa fiera per sostenere le imprese scozzesi del settore ittico, favorendo sia le relazioni esistenti che la creazione di nuove iniziative commerciali. Attraverso vari eventi, dimostrazioni culinarie, incontri e sessioni di networking, abbiamo promosso la variegata offerta di frutti di mare della Scozia, sottolineandone qualità e sostenibilità».
>> Link: seafoodfromscotland.org
glioni regionali di Brasile, Francia, Corea, Giappone e Oman. Tra le 2.244 aziende espositrici, 657 hanno partecipato per la prima volta.
Tra le nuove aziende che hanno scelto Seafood Expo Global 2024 ricordiamo CPF Culinar, Frinsa Del Noroeste SA, Giraldo Asistencia SL, Hijos de Albaladejo Garcia, Regal Springs AG, Australian Trade and Investment Commission, Pacifico Aquaculture, Phillips Foods Inc, Reynaud, Lequertier Maree (SAS EDB Maree), Merpacifico.
Per Seafood Processing Global le nuove aziende espositrici comprendono Ashworth Belts BV, Coligroup Spa, GEA Food Solutions Germany GmbH, Maschinenfabrik Seydelmann KG, Heinen Freezing GmbH & Co. KG, Haropa Port, Mosca GmbH, TECMAQ, Vaessen Schoe-
maker e Velec Systems. Gli espositori hanno portato in fiera le più recenti innovazioni nel campo dei prodotti ittici — freschi, congelati, in scatola, a valore aggiunto, lavorati e confezionati — ai buyer del settore, tra cui supermercati, ristoranti, hotel, catering, importatori, distributori, mercati ittici e altre aziende di vendita al dettaglio e di ristorazione. Tra le aziende espositrici internazionali di Seafood Expo Global ricordiamo AquaChile, Balfego & Balfego, Blumar, Cermaq Norway AS, Clearwater, Cooke Seafood Inc, Cornelis Vrolijk BV, Denholm Seafoods Ltd, Direct Ocean, Frime SAU, Frinsa Del Noroeste SA, Gelazur, Godaco Seafood JCS, Greenland Sofina, Groupe Barba, Iceland Seafood International, Japofish, Lerøy Seafood Group ASA,
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R NTRACCIABILITÀ NELLE F LIERE AGROALIMENTA R UNI EN ISO 22005:2008
Nuovi sapori, orizzonti e mercati con Fratelli Pagani Spa
Fratelli Pagani Spa ha partecipato al Seafood Expo Global 2024 in partnership con Vaessen-Schoemaker. Quest’ultima, con oltre 40 anni di esperienza di successo nel mercato spagnolo, è partner di fiducia e distributore esclusivo di macchinari e consumabili per l’industria alimentare. La profonda conoscenza da parte di tutto il team Vaessen del mercato locale e l’impegno costante nell’offrire soluzioni innovative si sposano perfettamente con la storica expertise di Fratelli Pagani Spa che, da oltre un secolo, è sinonimo di eccellenza nella produzione di ingredienti e aromi esclusivi per l’industria alimentare. La tradizione, arricchita da una continua ricerca e innovazione, ha trovato nuova espressione nel 2022 con l’apertura di una sede dedicata al mercato spagnolo, Fratelli Pagani Iberica. Questa espansione, oltre a permettere di avvicinarsi ulteriormente alle esigenze specifiche dei clienti locali, ha anche rafforzato la capacità del Gruppo Pagani di offrire prodotti tradizionali nel rispetto della gastronomia iberica, con una qualità superiore ed un servizio di prossimità grazie alla produzione e struttura in loco. L’unione di queste due realtà nella partnership per Seafood Expo Global 2024 è espressione dell’eccellenza nell’industria alimentare. Condividendo gli stessi valori e la stessa visione, Fratelli Pagani Spa e Vaessen-Schoemaker si impegnano a fornire ai loro clienti prodotti ad alte performance, insieme a soluzioni innovative e personalizzate. L’obiettivo comune è di superare costantemente le aspettative del mercato, garantendo al contempo la sostenibilità e l’efficienza dei processi produttivi. Un reale impegno verso l’eccellenza, l’innovazione e la soddisfazione del cliente: insieme, Fratelli Pagani Spa e Vaessen-Schoemaker rappresentano una forza inarrestabile nel settore alimentare, pronti a esplorare nuovi orizzonti e a conquistare il mercato con la combinazione vincente di tradizione, innovazione e conoscenza approfondita del settore.
Soluzioni ad hoc per prodotti a base di pesce
Da diversi anni Fratelli Pagani ha ampliato i suoi orizzonti e mercati di destinazione riconfermando così la sua versatilità nella produzione di aromi e ingredienti per l’industria alimentare, diventando partner ideale per lo sviluppo di soluzioni ad hoc per prodotti a base di pesce. L’azienda, consapevole delle grandi possibilità offerte da questa speciale edizione, ha presentato a Barcellona miscele innovative, aromi e ingredienti di alta qualità per esaltare il gusto naturale dei prodotti ittici, mantenendo intatto il loro sapore genuino ed autentico: un’offerta declinata in molteplici soluzioni rappresentate da miscele per insaccati di pesce, miscele idrosolubili per liquidi di governo, miscele ideali per impasti di pesce, aromi panature e pastelle e marinate a base olio.
Maresmar SL, Metarex, Mowi ASA, Parlevliet & van der Plas Bv, Pescanova España SLU, Phillips Foods Inc, Regal Springs AG, Salmar AS, Sea Harvest Corporation (Pty) Ltd, Seafood Connection Bv, Vinh Hoan Corporation, Worldwide Fishing Company SL, Talleys e Unima. Nel Padiglione 3 dedicato al Processing sono state esposte tecnologie dedicate ad ogni singola fase della
lavorazione del pesce e dei frutti di mare e dei servizi per l’industria ittica, compresi i materiali e i macchinari per il confezionamento, le attrezzature e le forniture per la refrigerazione e il congelamento, le attrezzature per la lavorazione primaria e secondaria, il controllo dell’igiene e la sanificazione, i servizi di garanzia della qualità, le attrezzature per l’acquacoltura, il trasporto,
Le gamme di prodotti presentate in fiera sono state progettate per soddisfare le esigenze delle industrie del settore ittico, gastronomie e pescherie offrendo soluzioni diverse per migliorare e completare le preparazioni a base di pesce, crostacei o molluschi.
>> Link: fratellipagani.it
lo stoccaggio a freddo, le soluzioni per la tracciabilità.
Tra i principali leader del settore hanno esposto Adriatic Sea International Srl, Ashworth Belts BV, Aquatiq AS, Baader, CMA CGM, Cocci Luciano Srl, Coligroup Spa, Defitrans SA, FoodTech Belgium vzw, GEA Food Solutions Germany GmbH, Lineage Logistics, Maersk AS, Marel, Maschinenfabrik Seydel-
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My ERP, Seafood Management Made Easy al SEG 2024 con CSB-System
Le aziende ittiche di successo sanno come sfruttare al meglio la digitalizzazione e come trovare le risposte alle crescenti richieste del mercato per quanto riguarda freschezza, qualità e velocità di consegna. L’ERP di settore CSB-System aiuta ad ottimizzare i processi aziendali, a tenere sotto controllo i dati chiave e a prepararli per l’ulteriore digitalizzazione. A Barcellona gli esperti CSB-System hanno accolto clienti e visitatori alla ricerca di soluzioni digitali all’avanguardia per il settore ittico, dando risposte in materia di Smart Management, Smart Factory, Digital Growth e Business Resilience. In foto allo stand del Gruppo, Erwin Kooke, CSB-System Benelux BV.
>> Link: csb.com/it
mann KG, Mediterranean Shipping Company, MMC First Process, Multivac Sepp Haggenmüller SE & Co. KG, Palinox Ingenieria y Proyectos Sl, Stef, ULMA Packaging e molte altre realtà ancora. L’Italia, ancora una volta, è stata ampiamente rappresentata da aziende storiche che da anni sono un’eccellenza nell’innovazione tecnologica per il comparto ittico.
Fisheries Development Oman (FDO) per la prima volta al SEG 2024
Fisheries Development Oman (FDO), il canale d’investimento dell’Oman Investment Authority nel settore della pesca, ha partecipato per la prima volta al Seafood Expo Global per presentare al mercato globale i suoi investimenti innovativi, gli impianti di produzione all’avanguardia e i prodotti ittici dell’Oman provenienti da fonti sostenibili. Con un impegno costante per la sostenibilità, FDO invita i mercati internazionali a esplorare il fiorente settore ittico dell’Oman e a scoprire impareggiabili opportunità di investimento. «La nostra presenza alla Seafood Expo Global è un passo significativo verso il posizionamento dell’Oman come leader globale nelle pratiche e nei prodotti ittici sostenibili» ha dichiarato Nabil Al Bimani, Group CEO di FDO. «Siamo impegnati a presentare al mondo le abbondanti risorse marine dell’Oman, sostenuti dal nostro incrollabile impegno per la sostenibilità e l’innovazione».
FDO promuove pratiche di pesca e acquacoltura responsabili e sostenibili, integrando tecnologie e metodi all’avanguardia per garantire la tutela dell’ambiente. Impegnata nell’Oman Vision 2040, FDO promuove la competitività economica preservando gli ecosistemi marini e sostenendo le comunità locali. Collaborando con le PMI, FDO stimola la crescita socio-economica creando posti di lavoro e promuovendo lo sviluppo delle competenze.
Alla Seafood Expo Global, FDO si è confrontata attivamente con i visitatori e operatori di settore sui temi della pesca sostenibile, della resilienza climatica e della tracciabilità. Con una visione audace per il 2028, FDO si è prefissata non solo di contribuire alla crescita del PIL nazionale, ma aiuterà anche a creare posti di lavoro, infrastrutture e un settore della pesca fiorente, consolidando il suo ruolo centrale nel panorama economico dell’Oman. FDO è pronta a penetrare nel mercato europeo, offrendo prodotti ittici di provenienza responsabile. FDO mira a stabilire una solida presenza in Europa e oltre (in foto, presso lo spazio di Fisheries Development Oman, Hamed Al Ruqaishi).
>> Link: fdo.om/sustainability
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Legacoop
Agroalimentare
presente con le sue cooperative di pesca e acquacoltura
Al Seafood Expo Global 2024 non sono mancate le cooperative di pesca e acquacoltura aderenti a Legacoop Agroalimentare. «È stato un momento importante per le nostre cooperative che hanno potuto far conoscere i loro prodotti ed entrare in contatto con più di 34.000 professionisti provenienti da oltre 150 Paesi», ha sottolineato Elena Ghezzi, di Legacoop Agroalimentare. «La pesca e l’acquacoltura, due settori determinanti del made in Italy e punto di forza della dieta mediterranea, devono rispondere ogni giorno alle sfide competitive in un mercato sempre più globale. Le aziende offrono prodotti frutto di un lavoro nel quale la sostenibilità è da sempre al primo posto con la gestione e la salvaguardia delle risorse», ha commentato il presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti. Ma, ha proseguito Maretti, «dobbiamo anche ricordare come le marinerie si trovino ad affrontare problemi quali quelli dovuti alla riduzione delle giornate di pesca e all’erosione delle possibilità di cattura che hanno inciso pesantemente sui bilanci delle imprese. Soprattutto di quelle che contribuiscono a rifornire il 60% del pesce sui mercati, favorendo le importazioni da Paesi extracomunitari». E poi ci sono emergenze come «il granchio blu e le altre specie aliene contro le quali occorrono strategie inedite e flessibilità nelle decisioni». A tutto ciò si somma il fatto che la pesca «è un settore iper regolamentato e gerarchizzato, con un peso burocratico superiore a qualunque altro e dove le normative hanno un impatto decisamente negativo. A pesare, poi, ci sono le tensioni geopolitiche e la congiuntura internazionale. L’ultimo rapporto della Banca mondiale mostra che le prospettive economiche sono tutt’altro che ideali con la previsione che la produzione economica globale diminuirà nel 2024. Per la Banca Mondiale la crescita in Cina e negli Stati Uniti dovrebbe rallentare, mentre l’Europa vedrà solo una leggera crescita a causa della riduzione dell’inflazione che aumenta i salari reali. In questo quadro le prospettive economiche complessive nel 2024 sono difficili da prevedere anche in considerazione del fatto che la UE prevede una crescita dello 0,5%. Per l’industria ittica, gli impatti dell’inflazione e delle questioni economiche sono stati altrettanto vari e difficili da prevedere come per le economie complessive» (in foto, i rappresentanti di Cooperativa Maricoltura e Ricerca di Capraia; photo © Legacoop Agroalimentare).
>> Link: legacoopagroalimentare.coop
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VENDITA PESCE FRESCO
Gió Mare unisce l’esperienza del suo fondatore, Giovanni Bonci, e la freschezza commerciale giorno il pescato proveniente da ogni parte d’Italia.
la propria gamma di prodotti di decine di articoli ed impreziosire così la propria offerta sì la offerta
Gió Mare Via Matteucci 17/19 – 47042 Cesenatico (FC) Tel. 0547/675446 – Fax 0547/75 139 info@giomare.net – www.giomare.net
Italia protagonista con 85 realtà nazionali e 8 Regioni
Quest’anno il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste era presente al Seafood Expo Global insieme a 85 realtà italiane attive nella pesca e nell’acquacoltura, oltre a otto Regioni: Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Sardegna, Toscana e Veneto.
Attraverso un fitto programma di incontri e presentazioni, l’evento internazionale ha rappresentato un’importante occasione di confronto e di condivisione di buone pratiche relative alle sfide attuali della pesca e dell’acquacoltura italiane quali la gestione delle risorse, la competitività sul mercato globale e la conformità alle normative ambientali e sanitarie. Il settore ittico italiano è uno dei pilastri dell’economia nazionale, con una produzione annua che nel 2022 ha raggiunto le 262.641 tonnellate, di cui il 50,4% generato dal comparto pesca e il 49,6% da quello dell’acquacoltura. L’Italia si posiziona così tra i principali produttori di pesce in Europa e grazie all’elevata qualità della sua produzione è prima tra i principali competitor europei in termini di valore unitario. Un fattore determinato anche dalla crescente domanda di pesce fresco e sostenibile da parte dei consumatori italiani, che ha stimolato un aumento della commercializzazione di prodotti ittici di qualità, provenienti sia dalla pesca che dall’acquacoltura. In linea con questa tendenza, il settore si sta impegnando attivamente nella riduzione della pesca eccessiva, nella promozione della gestione sostenibile delle risorse ittiche e nel miglioramento delle pratiche di allevamento in acquacoltura al fine di ridurre l’impatto ambientale.
Aumentano quindi gli investimenti in tecnologie e pratiche sostenibili, supportati dal Programma Nazionale finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA) per il periodo 20212027. Questo programma, in continuità con il FEAMP 2014-2020, si propone di contribuire in modo significativo alla sostenibilità ambientale del settore, promuovendo al contempo il benessere delle comunità costiere e la salvaguardia degli ecosistemi marini, un prerequisito essenziale per la conservazione delle risorse acquatiche a vantaggio delle generazioni future e per sostenere un settore che affronta sfide sempre più complesse in termini di competitività.
A Seafood Expo Global il ricco patrimonio ittico italiano è stato inoltre promosso e valorizzato dal punto di vista gastronomico, con degustazioni delle specialità regionali, e anche come parte integrante dell’identità e della cultura nazionale, grazie a momenti di intrattenimento a cura di artisti teatrali e spettacoli di musica e danza popolare.
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La Regione Emilia-Romagna al SEG 2024 di Barcellona
La Regione Emilia-Romagna ha partecipato al Seafood Expo Global nell’ambito dello spazio espositivo allestito dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e dedicato alle eccellenze regionali del settore ittico. All’edizione 2024 hanno preso parte molte imprese della filiera della pesca e dell’acquacoltura italiana; tra di esse, 7 aziende emiliano-romagnole sono state selezionate per partecipare a Piazza Italia, e altre 5 hanno presenziato con propri stand. Le 7 imprese realizzano complessivamente un fatturato annuo di oltre 120 milioni di euro e commercializzano prodotti ittici per circa 17.000 quintali, di cui oltre 130.000 provenienti dall’area geografica GSA 17 (collocata nel Mare Adriatico centro-settentrionale) e destinano all’esportazione circa 15.000 quintali di prodotti ittici freschi e trasformati. La programmazione delle attività di animazione della Regione Emilia-Romagna prevedeva varie presentazioni ed interventi presso lo stand regionale: un focus sull’economia circolare nel settore ittico e la possibilità di riutilizzo degli scarti di lavorazione in collegamento con Massimo Bellavista, responsabile di LegaCoop pesca Emilia-Romagna, e con Carlotta Santorini, ricercatrice dell’Università di Como; un focus riguardava un approfondimento sul nuovo sviluppo della ostricoltura in collegamento con Vadis Paesanti, responsabile regionale di Confcooperative pesca, e di Mauro Gennari della OP Consorzio pescatori di Goro; infine, un focus sul settore ittico regionale e sul valore del ruolo di capofila della Regione nella partnership della “Maritime sustainable Blue Bio Economy” che coinvolge le istituzioni regionali di sette paesi europei. Nello spazio di Piazza Italia la Regione ha dato vita a momenti di discussione attraverso due talk show ai quali hanno partecipato giornalisti di testate nazionali incaricati dal MASAF. Si è parlato del valore dei marchi di qualità, di provenienza e di sostenibilità ed è stato presentato l’ordine della Casa Matha di Ravenna che costituisce, con un’interrotta storia millenaria, la più antica corporazione di pescatori del mondo. Nell’ultimo giorno di fiera si è discusso del “distretto” emiliano-romagnolo delle imprese che producono macchinari a supporto della pesca e dell’acquacoltura per la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti ittici. La realizzazione dello spazio della regione ha visto il supporto del Consorzio del Parmigiano-Reggiano DOP, del Consorzio dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena DOP e della Cantina Pedrini di Bertinoro (Forlì-Cesena), che hanno messo a disposizione i loro prodotti per le iniziative dello stand emiliano-romagnolo.
>> Link: agricoltura.regione.emilia-romagna.it
Seafood Excellence Global Awards
I prodotti e le tendenze più recenti del settore ittico sono stati in mostra nella Galleria, tra il Padiglione 1 e il 2, nell’attesissima competizione che assegna i prestigiosi Seafood Excellence Global Awards. Vincitrici di questa edizione, scelte tra 40 finalisti, sono state le francesi Les Parcs
Saint Kerber e Algolesko. Les Parcs
Saint Kerber, di Cancale, ha vinto il premio per il Miglior prodotto al dettaglio con il suo Trio di Ostriche
Saint Kerber mentre Algolesko di Loctudy, azienda che fa alghicoltura i Bretagna, ha vinto il premio per il Miglior prodotto Ho.re.ca. con i suoi Wakame Pickles, perfetti da abbinare a crudité e frutti di mare.
Conferenze e approfondimenti
Oltre 25 sessioni di conferenze informative sono state condotte da 90 esperti mondiali del settore. Le presentazioni e i panel hanno trattato una serie di argomenti, tra cui l’acquacoltura, la sostenibilità, la sicurezza alimentare e le politiche di conformità, la tracciabilità e la trasparenza, i cambiamenti climatici, le questioni legate al lavoro e alla governance, gli impatti e le implicazioni della pesca illegale e altro ancora. Elena Benedetti Chiara R. Zaccaroni
Nota
L’appuntamento con l’edizione 2025 sarà dal 6 all’8 maggio.
Focus sul Progetto LIFEEL per la salvaguardia dell’anguilla dall’estinzione.
>> Link: seafoodexpo.com/global
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specializzata nell’importazione e commercializzazione di crostacei
e prodotti ittici di qualità di
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1) Iris V. López H. e Luis Garcia di BioMar. 2) Foto di gruppo per la SDV Specialisti Del Vivo, azienda
vivi
Luigi Savino (al centro). 3) Nello spazio della Luciano Cocci, da sinistra, Miriam Boschetti, Giacomo Cocci, Franca Arduini, Pier Alberto Patacchiola, Mirco Caldari, Alfredo Pasquinelli e Daniele Simonelli.
1) Un dettaglio della ricca vetrina di Veneta Pesca di Porto Viro (RO). 2) Pack di Arbi Dario Spa di Monsummano Terme (PT). 3) La start up romagnola Mariscadoras ha creato una vera e propria micro-filiera attraverso l’attivazione di una partnership con l’azienda Tagliapietra, che dal 2021 ha ampliato la propria offerta introducendo una nuova linea di prodotto, dedicata ai granchi blu. 4) I granchi blu già cotti e pronti da mangiare di Effelle Pesca.
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1) Conservazione e maturazione del pesce con la tecnologia Dry Ager nello stand del rivenditore ufficiale Tecnologie Alimentari. 2) La termoformatrice Thera 100 Colimatic dell’azienda bresciana ColiGroup, per la prima volta al Seafood Expo Processing. 3) Uno scatto al banco prodotti dell’irlandese Sofrimar. 4) Presso lo spazio di Orada Adriatic Giovanna Bertoldo e Marija Markovska.
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l’industria
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1) La tecnologia Marel in mostra alla Seafood Expo Processing. 2) Focus su un macchinario per il confezionamento di molluschi nello spazio della Cocci Luciano di Coriano (RN), sistemi e tecnologie innovative per
alimentare. 3) Raoul Costantini e Luca Bergamini di Effelle Pesca, azienda di Bosco Mesola (FE) leader nel commercio di prodotti ittici.
1) Lo spazio dell’olandese Seafood Connection, leader nel settore del frozen seafood. 2) Al SEG 2024 Francesco e Piergiorgio Ceravolo del Gruppo Marpesca hanno presentato i filetti di tonno rosso Ikejime in olio d’oliva. 3) Foto di gruppo per Adriatic Sea International con Valerio Sapucci (al centro) e tutto il suo staff. Nella giornata del 24 aprile Valerio Sapucci ha ricevuto dal MASAF il diploma che attesta il suo lavoro svolto nella diffusione della cucina italiana nel mondo.
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1) Particolare presso lo stand di Frime, leader del tonno sostenibile, del pesce spada e del pesce semiconser vato in Spagna. 2) Un particolare dello spazio del Gruppo Erede Rossi Silvio di Sefro (MC). 3) Sempre presente al Seafood Expo Global il Gruppo Erede Rossi Silvio, leader a livello europeo nel comparto dell’acquacoltura. In foto allo stand, da sinistra, Giorgio Bauce, Rodolfo Rossi, Carlo Rossi, Bernadette Gourdon, Niccola Rossi, Roberto Rossi e Fabio Aquila.
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1) Antonio Zarbin e Denis Modena del Consorzio Cooperativa Pescatori del Polesine. 2) Sebastiano e Mario Gioioso di Mare Gioioso. 3) Antonio Leone, titolare della Togie Distribution di Saint Malo, presente alla SEG 2024 nel Padiglione Francia con una selezione delle sue ricercatissime ostriche. 4) Paolo Pavani, direttore commerciale di Mancin Nadia. 5) Foto di gruppo per Eurofish Napoli, sempre presente a Barcellona con le varie attività del Gruppo campano.
Avannotteria
Produzione di Avannotti di Branzino e Orata.
Valle
Produzione biologica di Branzini, Orate, Cefali e Anguille in estensivo.
Allevamento in mare
Produzione di Branzini e Orate di taglia commerciale.
Valle Ca’ Zuliani
Via Gardizza, 9/B 48017 CONSELICE (RA) Tel. 0545 989567
E-mail: vallecazuliani@vallecazuliani.it
1) Il Gruppo Soja de Portugal, realtà che dal 1943 si occupa di nutrizione animale con Aquasoja. 2) Simon Zuurbier, Lodovico Guariso, Erika Zuurbier e Stendert Zuurbier, CEO di AD.AQ., società bresciana specializzata nella realizzazione di impianti di acquacoltura chiavi in mano completi di attrezzature, macchinari e imbarcazioni specifiche. 3) Scatto presso l’ampio spazio di Bord Bia con la presenza di una selezione di aziende irlandesi leader nel comparto del seafood. 4) Gian Luca Zandrino, Elena Ravizza e Thomas Singari nell’area i.Wai Food, azienda milanese specializzata in ostriche e in un’ampia offerta di prodotti ittici. Molto apprezzata la loro idea di far utilizzare un visore ai visitatori per un’esperienza immersiva nel loro mondo produttivo. 5) Scatto presso Cromaris, società croata leader in Europa nel posizionamento premium della produzione e lavorazione di pesce mediterraneo di qualità.
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1) Evelina De Mori, Piergiorgio Forti, responsabile commerciale, ed Enrico de Micheli dell’Associazione Troticoltori Trentini, in fiera a Barcellona con la linea di prodotti Astro, Trote del Trentino IGP e Salmerini alpini. 2) Leonardo Marzapeni, il CEO Marco Martelli, Marco Morrocchi e Daniele Lisi del Gruppo Emme Gel, leader nella commercializzazione dei prodotti surgelati, sia per la ristorazione che per la vendita al dettaglio. 3) Elisa Perez de Arce Cortes e Stéphane Galliard del Gruppo Delanchy, specializzato in logistica e trasporti di prodotti freschi, presso l’area del Seafood Expo Processing. 4) Agostino Lomartire, CEO di Colimena, tonno pregiato dal Salento. 5) Nello spazio di Lepore Mare, azienda pugliese di Fasano (BR), attiva da oltre 70 anni e oggi leader nel comparto ittico, il CEO Gianni Lepore.
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Scatti presso lo spazio di CO.PE.GO., il Consorzio Pescatori di Goro (FE) che ha anche presentato Gaurus, un vino spumante invecchiato nelle acque della Sacca di Goro. Nella foto di gruppo, da sinistra, Davide Crepaldi, responsabile commerciale estero, Paola Gianella, responsabile amministrativa, Massimo Genari, direttore generale, e Milena Mantovani, responsabile commerciale Italia.
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1) La Japan Scallop Export Promotion Association (J-HOTATE Association) ha presentato i suoi prodotti al mercato europeo, con l’obiettivo di espandere l’export di cappesante giapponesi. 2) Anche Salerno Pesca ha scelto la vetrina internazionale del SEG 2024 per presentare prodotti e potenziare la propria presenza sui mercati internazionali. Allo stand, Pantaleo Sansone, Ubaldo Doniacovo, Gianluigi Negroni, Eid El Salah Dorgham e Massimilano Villacaro.
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e
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1) Fiorital, leader in Italia e in Europa nel comparto ittico del fresco e del congelato. 2) Nicola Dituri con la famiglia e parte dello staff della sua azienda barese che opera anche a Porto Viro (RO) con una piattaforma logistica
centro di smistamento. 3) Manuela Moro e Simona Giua di Althunnus Tonnare Sulcitane a Portoscuso (SU). 4) Aysun Aslan, sales manager, e Baris Kuruçelik, sales & marketing representative dell’azienda turca Akerko Seafood.
1) Lo spazio della bolognese Cesare Regnoli & Figlio Srl. 2) Alcuni pack di prodotto di Casa del Pescatore, presente al Padiglione Italia di SEG 2024. La realtà di Cattolica (RN) ha una lunga storia e nel DNA una visione molto innovativa e moderna. La sua attività principale, la vendita di prodotti ittici freschi tramite il locale mercato ittico, si è estesa ai trasformati, realizzati a partire dal fresco con lo scopo di garantire sulle tavole qualità e valore delle produzioni locali.
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1) Tonno Bluefin del Gruppo spagnolo Balfegò. 2) Scatto presso lo spazio della francese Gelazur. 3) Anche la Corba Rossa del Gargano di Ittica Caldoli era presente a SEG 2024. 4) Dettaglio della splendida esposizione di prodotti presso l’ampio spazio di Adriatic Sea International.
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Barcellona 2024, un trionfo
di Adriatic Sea International
La Seafood Expo Global a Barcellona ha rappresentato un’opportunità, come tutti gli anni, per Adriatic Sea International di mettere in mostra il proprio straordinario lavoro nel campo degli “acquari vivaio” e dei progetti correlati. L’azienda si è distinta tra tutti i partecipanti grazie alla sua reputazione consolidata per l’innovazione, la qualità e l’attenzione ai dettagli.
Lo stand era un vero e proprio spettacolo visivo, con una vasta gamma di “acquari vivaio” esposti, ognuno dei quali rappresentava un
capolavoro di design e tecnica. Ogni impianto trasmetteva la passione e la cura che l’azienda Adriatic Sea International dedica al proprio lavoro nella sua cinquantennale esperienza. Non si trattava solo di semplici contenitori per crostacei e molluschi, ma di vere e proprie opere di tecnica che combinano estetica e funzionalità in modo sorprendente.
L’azienda, inoltre, ha presentato una serie di progetti innovativi destinati a rivoluzionare il settore. Dalle tecnologie all’avanguardia per il controllo del clima e della
qualità dell’acqua, fino ai sistemi di illuminazione e filtraggio di ultima generazione, ogni impianto esposto rappresentava un passo avanti nel settore degli acquari vivaio e dei sistemi di stoccaggio per crostacei.
La visita allo stand dell’azienda di Francesco Lollobrigida, Ministro italiano del MASAF, è stata il culmine di un successo già consolidato. Il riconoscimento da parte di un’autorità così autorevole è una testimonianza tangibile del valore e dell’importanza dell’azienda nel panorama nazionale e internazionale.
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ASI RACCONTA
Lo spazio di Adriatic Sea International alla fiera Seafood Expo Global di Barcellona.
La visita allo stand di Adriatic Sea International del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (MASAF), responsabile anche di Pesca e Acquacoltura, Francesco Lollobrigida, qui con Valerio Sapucci.
Ma ciò che rende davvero straordinaria l’azienda è l’impegno costante nel migliorare e innovare grazie alla dedizione dei collaboratori: anno dopo anno, infatti, si cercano nuove soluzioni e approcci per soddisfare le esigenze sempre crescenti del mercato.
La partecipazione a Global Seafood Expo non è stata solo un’occasione per mostrare il proprio successo passato e presente, ma anche per lanciare nuove sfide e obiettivi per il futuro. La richiesta da parte di altri espositori di utilizzare gli impianti di Adriatic Sea International per esporre i propri crostacei vivi è un ulteriore tributo alla reputazione di eccellenza e affidabilità dell’azienda nel settore dello stoccaggio di prodotti vivi. Tutto questo dimostra che l’azienda non solo produce alta qualità, ma anche e soprattutto è riconosciuta come un punto di riferimento nel settore.
Questi impianti non sono solo vetrine decorative, ma strutture progettate e realizzate con la massima attenzione alla qualità e al benessere degli animali ospitati al loro interno. L’azienda si distingue per la capacità di combinare estetica e funzionalità, garantendo un ambiente ottimale per la vita e il mantenimento dei crostacei, proponendosi di gestire la temperatura, il potenziale redox, l’ossigeno, il PH, la salinità e il flusso dell’acqua in ogni impianto, così che sarà possibile garantire agli animali vivi stoccati un ambiente ottimale, che anche grazie alla filtrazione biologica ripropone, a circuito chiuso, un ecosistema naturale.
In conclusione, la partecipazione di Adriatic Sea International alla fiera è stata un trionfo, consolidando la posizione nel settore e mostrando l’impegno costante verso l’eccellenza.
Il lavoro continua ad ispirare e a guidare l’industria verso nuove vette e obiettivi, dimostrando che quando si uniscono passione, talento e innovazione, i risultati possono essere veramente straordinari, e questi sono anche gli stimoli di Adriatic Sea International e di tutta la sua équipe! Adriatic Sea International
Adriatic Sea International Unità Locale: Via Tavoleto 93/P 47832 San Clemente (RN) E-mail: info@adriasea.com Web: adriasea.com
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Il siluro, oramai diffuso nelle acque dolci: un’opportunità per la cucina?
di Lara Abrati
Capita troppo spesso di sentir circolare vere e proprie leggende metropolitane nei confronti di alcuni prodotti: uno di questi è il pesce siluro. Sono molte le voci e le convinzioni: dal fatto che le sue carni siano velenose per l’uomo, quindi non commestibili, al fatto che vivendo sui fondali le stesse pre-
sentino sentori di fango. È possibile affermare con certezza che entrambe le dicerie siano assolutamente false. Nel lago Sebino, come in molti altri laghi e fiumi italiani (ad esempio il fiume Po), si sente oramai da tempo la “pesante” presenza del pesce siluro. Una specie molto simile al pesce gatto, ma di certo non autoc-
tona. La sua presenza viene infatti da anni contrastata dai pescatori e questo perché, nel tempo, la sua proliferazione abbondante lo ha reso una specie infestante che ha messo a rischio la sopravvivenza delle altre specie ittiche lacustri. I siluri pescati vengono d’obbligo eliminati, cosa che avviene per tutte le specie alloctone.
Originario dei grandi fiumi dell’Europa nordorientale, il pesce siluro (Silurus glanis) è una specie super prolifica che può raggiungere misure considerevoli, oltre i due metri di lunghezza. È voracissimo e si nutre di tutti gli altri pesci oltre che dei pulcini e degli adulti di tutti gli uccelli acquatici.
110 IL PESCE, 3/24 IL BUONO SECONDO LARA
Daniel Gallizioli, titolare e cuoco dell’Osteria Ai Nidrì di Iseo (BS), nel suo menu prepara alcuni piatti a base di pesce siluro. «Conosci il nemico e fattelo amico…» dice Daniel. «Quando ho iniziato a trattarlo l’obiettivo era di provarlo e poi nel caso buttarlo via. Ma, sfilettandolo, mi sono accorto che possedeva una carne compatta, senza lische, lucida. Si è sfatata così una leggenda metropolitana e quindi ho deciso di puntarci forte». Ed è così che oggi anche altre realtà del territorio hanno iniziato ad utilizzare questo pesce.
A Iseo, in provincia di Brescia, un giovane chef, Daniel Gallizioli, ha deciso di sfidare la comune convinzione che le carni di siluro non siano commestibili, iniziando con curiosità a trattarlo nella sua cucina dell’Osteria Ai Nidrì (Via Colombera 2, Iseo, Brescia, telefono: 030
9177054, www.osterianidri.it), di cui è titolare e cuoco. Sicuramente non il primo e non l’unico, ma la sua caparbietà l’ha reso protagonista nella preparazione di alcuni piatti di successo a base di siluro.
Era il 2020 quando prese in gestione l’osteria, avvicinandosi
subito incuriosito alla lavorazione e trasformazione di questo pesce e scoprendone l’eccezionalità delle carni. «Chiesi ad alcuni miei fornitori di portarmi del siluro e questi, perplessi, mi risposero che non avevano mai ricevuto una richiesta simile, tanto che non sapevano
IL PESCE, 3/24 111
112 IL PESCE, 3/24
In alto: la cotoletta di siluro. In basso: il bertagnì di siluro, bocconcini di siluro passati in una pastella a base di birra e fritti come fosse merluzzo e serviti con una maionese al lime montata al momento.
nemmeno cosa scrivere sulla bolla di accompagnamento.
Una volta trovata la soluzione, ho iniziato a trattarlo, con l’obiettivo di provarlo e poi buttarlo via. Ma sfilettandolo mi sono accorto che possedeva una carne compatta, senza lische, estremamente lucida. Si è sfatata così una leggenda metropolitana e, raggiunta questa consapevolezza, ho deciso di puntarci forte, nonostante l’ostracismo di alcuni» racconta lo chef. Ed è così che oggi anche altre realtà del territorio hanno iniziato ad utilizzare questo pesce e sono sempre più le persone che, andando oltre alle proprie convinzioni, assaggiano le carni di siluro e ne rimangono piacevolmente stupite.
Un pesce da cui estrarre i due filetti, perfetti per qualsiasi utilizzo e dalle caratteristiche gustative delicate. Sono magistralmente trattati da Daniel, regalando piatti dal grande godimento gustativo, ma anche di facile approccio. A partire dal bertagnì di siluro, preparato come fosse un merluzzo, dalla sua tipica sapidità, ma che viene sostituito dalle carni delicate del siluro a bocconcini, passato in una pastella a base di birra e fritto. Viene servito con una maionese al lime montata al momento: da mangiare, un boccone dopo l’atro, rigorosamente con le mani.
Poi lo shabu shabu (inteso puramente come metodo di cottura a immersione per pochi istanti), con il siluro preparato alla mugnaia a
Lo shabu shabu di siluro, con i filetti del pesce preparati alla mugnaia, a ricordare la sogliola. I filetti di siluro vengono cotti appena, lasciandone una parte leggermente cruda all’interno, poi mantecati con un’acqua di zenzero e finiti con pangrattato insaporito, burro nocciola e limone.
ricordare la sogliola. I filetti vengono cotti appena, lasciandone una parte leggermente cruda all’interno, poi mantecati con un’acqua di zenzero e finiti con pangrattato insaporito, burro nocciola e limone.
Infine, la cotoletta di siluro, un piatto comfort che mette tutti d’accordo. Il filetto di siluro viene allargato e panato con farina, tuorlo d’uovo e pan grattato per essere poi fritto in burro chiarificato. Il piatto si completa con gamberi di lago sgusciati, la loro emulsione, prezzemolo e burro.
«Conosci il nemico e fattelo amico…» dice Daniel. E lui lo ha fatto. E, se è vero che la tradizione è un processo di acculturazione, questa è una direzione interessante, che strizza l’occhio anche alla primaria esigenza dei nostri tempi: la protezione dell’ambiente e delle specie autoctone, la sostenibilità della pesca e del consumo dei prodotti ittici e di origine animale.
Lara Abrati
© Matteo Zanardi.
Nota
Photo
Al di là del muretto: l’Alassio della pesca
Daniele, Gian Marco e Micol: una famiglia di pescatori alassini che condivide da sempre l’amore per il mare, la pesca, i gusti semplici e genuini, cucinati come una volta. Il loro progetto è l’Ittiturismo L’Isola: un ristorante galleggiante, ma anche una bancarella del pesce, una barca turistica, un fish delivery e una filiera più che locale. Dal mare al piatto sulla barca: più corta di così!
di Cecilia Cacre
Come riuscire a costruire anche in una località spesso presa d’assedio dal turismo una proposta autentica, capace di conciliare la costa e la sua storia, legata alle comunità dei pescatori, e l’entroterra, coi suoi prodotti agricoli e i profumi della macchia mediterranea?
L’anima più preziosa di Alassio si cela dietro l’immagine turistica che è divenuta spesso l’unica chiave di lettura della città. «Alassio ha tante personalità che si intersecano tra i produttori locali, l’entroterra della provincia di Savona e di Imperia, l’offerta del mare e le esperienze da vivere sulla costa» ha dichiarato intervenendo alla rassegna Slow Fish Micol Basso, dell’ittiturismo L’Isola (ittiturismolisola.it), e più in particolare alla conferenza che verteva sulla diffusione della vera essenza di Alassio: non quella turistica e caotica, ma quella della sua storia, della costa, delle comunità dei pescatori, dei prodotti e i profumi dell’entroterra. Alassio non è solo budello, biscotti alla nocciola e spiagge, ma è una storia fatta anche di ricette antiche: «Ricette tradizionali che abbiamo recuperato e rivisitato per far conoscere alle persone il nostro territorio e la sua ricchezza».
L’impegno per un turismo slow Alassio ha tutte le carte in regola per proporre ai turisti un’esperienza L’attività di pesca dell’ittiturismo l’Isola (photo © slowfish.slowfood.it).
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diversa, non solo legata al consumo e allo shopping ma alla scoperta di ciò che questa città ha da offrire. Continua Micol: «Il settore del turismo sta cambiando: la gente ha voglia di conoscere e di vivere esperienze diverse. In tanti ci telefonano incuriositi dalla nostra attività. Venire da noi è un’esperienza in tutti i sensi. Siamo fortunati perché nel porto di Alassio abbiamo una piccola oasi di tranquillità e di pace. Abbiamo un comodo parcheggio, ma tanti turisti arrivano anche in bicicletta o a piedi facendo una passeggiata sul lungomare. Quando salgono sulla nostra barca ci piace raccontare il dietro le quinte del nostro lavoro. Tutti rimangono a bocca aperta, perché grazie a noi hanno l’opportunità di ammirare da vicino l’arte della pesca e scoprire specie marittime sconosciute». La città di Alassio sta proponendo e promuovendo ai suoi visitatori nuove attività: legate al benessere e al well being, al cicloturismo e al trekking. Una chiave di lettura inedita che include anche la gastronomia e la scoperta dei prodotti del territorio, nella quale si inserisce perfettamente l’ittiturismo di Micol, di suo padre Daniele e suo marito Gian Marco.
Una filiera a filo sul mare Due anni fa, un vecchio pescatore prossimo alla pensione chiese alla banchina chi fosse interessato a comprare la sua barca. Mi racconta Micol: «Ai tempi noi avevamo già in mente di avviare questo progetto, quindi abbiamo deciso di acquistare la barca. All’inizio ci dedicavamo solo alla vendita di pesce direttamente dall’imbarcazione. Poi, nel giro di due anni, siamo cresciuti. Il nostro sogno era proporre un’esperienza fresca, autoctona, amicale e divertente. La realizzazione è stata lunga e dispendiosa, ma è riuscita a fare breccia nel cuore degli alassini e dei turisti». D’inverno, in bassa stagione, le due imbarcazioni si trasformano in un banco del pesce: «Abbiamo una chat con la quale, ogni mattina, comunichiamo al nostro gruppo di clienti il pescato del giorno». L’Isola è davvero una ventata di
aria fresca nel settore turistico, ittico e ristorativo locale. Un’esperienza dal sapore autentico e sostenibile.
Cucina ittica come canale educativo Il lavoro che Micol e famiglia portano avanti contribuisce a educare il pubblico locale e non a un consumo di pesce più consapevole e rispettoso dei ritmi marittimi e della pesca locale: «Tutti i nostri clienti rimangono estasiati dalla posizione del nostro locale. La cosa che spieghiamo a chiunque ci venga a trovare è che il nostro lavoro non è solo quello di fare ristorazione, ma anche quello di raccontare il motivo che sta alla base delle nostre scelte».
Ogni stagione ha i suoi pesci e quelli che si trovano in primavera non sono gli stessi dell’autunno. Ricciole, palamite, rombi chiodati non sono sempre disponibili: bisogna comprendere il perché, e abituarsi anche al consumo di specie meno convenzionali. Afferma Micol: «Tutto quello che peschiamo lo utilizziamo, non buttiamo via niente. Educhiamo i nostri commensali ad apprezzare il pesce di stagione e gli facciamo conoscere specie che spesso non si trovano nemmeno in pescheria».
Il turismo del mare
Ma ai clienti abituali dell’Ittiturismo l’Isola non bastava più prenotare un tavolo sulla barca, desideravano portare a casa propria un pezzetto ulteriore di quell’esperienza. «La richiesta è partita dalle persone che ci frequentano abitualmente. Per accontentarle abbiamo iniziato a produrre prodotti che fossero riconoscibili come “liguri”. Siamo partiti dal tonnetto alletterato sottolio per poi passare a un prodotto sconosciuto e sottovalutato». Un pesce maltrattato da tutti, compresi pescatori e pescivendoli: i lanzardo, uno sgombride abbondantemente presente nel Mar Ligure. Racconta Micol: «Mio padre e mio marito ne pescavano a quintali, così abbiamo pensato di sfruttare l’offerta del nostro mare e di accoglierla come un’opportunità. Dopo tanti tentativi, abbiamo optato per avviare la
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IL PESCE,
Immagini della pagina Instagram dell’ittiturismo l’Isola (photo © instagram.com/ittiturismolisola).
produzione del mosciame di lanzardo. Lo mettiamo sotto sale e, una volta che il filetto è essiccato, lo tagliamo a lamettine sottili e lo serviamo su una bruschetta, sul pane carasau o nell’insalata. Da una risorsa scartata è nato un prodotto spaziale che ha fatto innamorare tutti i palati». Creando le loro conserve Micol, Daniele e Gian Marco fanno conoscere questi pesci sconosciuti ai più e creano un souvenir alternativo della città.
Il mare, un richiamo per le donne e le nuove generazioni
A Slow Fish Micol ha portato
un punto di vista femminile: «In un momento di voglia di cambiamento di vita, questo è stato un progetto che da subito mi ha interessato. Ero già un’amante della natura e del mare, grazie a mio papà. Ho lasciato il mio lavoro per fare questo, sono partita da zero, senza neanche sapere come si pulisse il pesce.
Benché quello della pesca sia un mondo ancora prevalentemente maschile, ci sono sbocchi importanti per le donne. Nelle ultime stagioni hanno lavorato con noi diverse ragazze. Hanno iniziato dalla cu-
cina e dalla sala, per poi venire a pescare sulla nostra barca». Conclude Micol: «L’ittiturismo è anche didattica. Attraverso progettualità brevi portiamo la pesca, la sostenibilità e l’ittiturismo nelle scuole. A breve saremo presenti in un istituto professionale specialistico per diffondere il nostro messaggio ai ragazzi che non hanno finito la scuola dell’obbligo. Un messaggio che li possa ispirare e incoraggiare a scoprire questo settore e a entrare a farne parte».
Cecilia Cacre slowfish.slowfood.it
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a una data di scadenza è stata data una speranza
È stato calcolato che il valore annuale del cibo sprecato in Italia è di 15,6 miliardi di euro* e questo rende ancora più insopportabile il dato che registra oltre 2 milioni di famiglie italiane in povertà assoluta, di cui quasi 200.000 sono in Lombardia*.
Ed è qui che siamo impegnati ogni giorno per contrastare l’insicurezza alimentare, distribuendo 1.200.000 kit di spesa ogni anno e sostenendo ogni giorno quasi 5.000 persone in di ff icoltà che passano dai nostri centri, senza fare distinzioni di nessun tipo, grazie ai nostri 250 volontari, ai privati e alle aziende che sostengono la nostra associazione Pane Quotidiano ONLUS.
Ma il numero di ospiti giornaliero è raddoppiato negli ultimi 5 anni e adesso abbiamo bisogno anche di voi.
Ci servono le vostre eccedenze di produzione: siamo organizzati per ritirare anche i prodotti freschi e in scadenza in tempi rapidi, con una piani ficazione digitalizzata che considera anche la catena del freddo. Con il dono di prodotti in surplus, oltre a contribuire a un importante impegno sociale, potete anche bene ficiare di vantaggi economici, fiscali e logistici.
Un grande aiuto per chi ha bisogno, e una scelta di sostenibilità per la vostra azienda.
*fonti: Waste Watcher International Observatory 2023, Istat
eccedenze@panequotidiano.eu
bit.ly/eccedenze
Insieme per l’emergenza alimentare
Un incontro tra amici
In crosta!
di Giorgia Fieni
Io me lo sono sempre spiegata così: alcuni alimenti si stancano di essere sempre soli e hanno voglia di farsi coccolare. Decidono perciò di farsi “abbracciare” da qualcosa di confortevole, come fosse una calda coperta. L’amica che non nega mai loro questo conforto è la pasta. Una sfoglia o una brisée o una fillo o una kataifi si avvolgono morbidamente attorno a carne e pesce (ma anche a verdure e formaggi; Benedetta Parodi lo fa con il brie, per esempio) e, in forno, li proteggono, mostrando la “corazza” al fuoco e lasciandoli cuocere grazie all’umidità interna.
Alcuni alimenti si stancano di essere sempre soli e decidono di farsi “abbracciare” da qualcosa di confortevole, come una coperta calda. Pasta sfoglia, brisée, fillo… e sale innanzitutto, ma la crosta esterna si può preparare con diversi ingredienti e il risultato sarà sempre spettacolare!
Pensiamo solamente al fi letto in crosta alla Wellington, che prevede anche prosciutto, funghi, foie gras e tartufo (e pensiamoci con attenzione, perché è una ricetta insidiosa, in cui
la carne potrebbe diventare troppo sanguinolenta o troppo cotta, per cui meglio non saltare il passaggio della precottura e controllare con cura tempi e temperature).
IL PESCE, 3/24 119 IL PESCE IN TAVOLA
Gamberi fritti in pasta kataifi con salsa bernese.
In tutti i casi, l’ideale sarebbe preparare la pasta in casa o comprarla da chi la sa fare… Però capisco che, in tempi di corsa, a volte sia necessario comprare quella surgelata.
Un amico inaspettato che svolge la stessa funzione è il sale. Quello grosso, si posa sul pesce senza donargli la sua sapidità e creando uno strato di vapore che blocca aromi e sapori. E il pesce non è assolutamente invidioso di questa stretta relazione: lascia che il sale arrivi su di sé non da solo ma assieme ad erbe e spezie (anche originali, come zenzero, pepe di Sichuan, lavanda; Carlo Cracco
usa grué di cacao per le ostriche) e/o farina e/o albume… Li accoglie tutti perché sa che lo renderanno un boccone migliore. E, quando la cottura in forno è terminata, li allontana (dopo un secco colpo di martello) e si rivela in tutta la sua maestosità.
Pasta e sale non sono gli unici amici, però. La crosta esterna si può preparare con diversi ingredienti e il risultato finale è sempre spettacolare e vi farà fare un’ottima figura in tutte le occasioni (anche perché è facile da realizzare).
Suggerisco i gamberi in crosta di spaghetti di riso (o al cocco), lo
sgombro in crosta di grissini, arancia e pinoli, il manzo in crosta di mais, i bocconcini di pollo al limone in crosta di riso e il sempreverde timballo di pasta (dove la crosta in realtà non copre ma è solo un contenitore).
E ancora. Domenico Cilenti serve i Filetti di orata in crosta di champignon e menta, Edoardo Fumagalli l’Anatra arrosto in crosta di spezie e nocciole (con miele millefiori), Sara Papa il Pollo in crosta di pistacchi e crema al finocchio e il già citato Carlo Cracco il Trancio di salmone selvaggio in crosta di argilla con tamarindo, datteri e okra: «Questa è una ricetta che riprende un po’ le cotture di una volta, fatte scavando una buca nella terra. Oggi si usa meno, ma in passato si creava un buco nel terreno e vi si metteva dentro un pollo o un altro animale condito con spezie e aromi e avvolto in foglie, poi lo si copriva e vi si accendeva sopra un fuoco. Si faceva anche foderando il buco di mattoni e coprendo tutto con un altro mattone. Noi ovviamente abbiamo trovato un modo molto più “urbano” di ricreare quei sapori: useremo l’argilla, che poi andrà in forno, e il salmone selvaggio. La presentazione è di grande effetto: si mette in mezzo al tavolo e davanti ai commensali si spacca lo scrigno d’argilla che contiene il salmone, si estrae il cartoccio, quindi si apre e si porziona. Semplice, ma fa molta scena. La cottura nell’argilla è già molto originale, ma se volete dare un tocco più forte al gusto del salmone fatelo prima rosolare dalla parte della pelle e magari bagnatelo con un goccio di soia o di vino rosso, quindi, dopo averlo messo nell’argilla, cuocetelo per la metà del tempo indicato»
Senza arrivare a tanto, basta anche solo aromatizzare una normale panatura e lasciare che il forno o il fornello compiano la magia.
La crosta è insomma una sorpresa: se ben amichevolmente avvolta attorno agli alimenti li nasconde alla vista e chi riceve questo dono può scartarla (e mangiarla) trovando all’interno ciò che più desidera. Chi può resistere ad un regalo simile? Giorgia Fieni
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Branzino in crosta di sale.
Le potenzialità per un nuovo mercato ittico: una ricerca di Nomisma per il CAAB di Bologna
Si è svolta lo scorso 12 aprile, presso il Museo della Marineria di Cesenatico, la presentazione del Mercato Ittico all’ingrosso del Centro AgroAlimentare di Bologna (CAAB, caab.it), di prossima realizzazione negli spazi della struttura bolognese. Il progetto intende valorizzare il pesce azzurro pescato nei pressi costieri dell’Adriatico con metodi sostenibili. Nel corso dell’evento, centrale è stata la presentazione della ricerca “Le potenzialità per un nuovo mercato ittico”, realizzata da Nomisma per CAAB e introdotta da Evita Gandini, responsabile Market Insight di Nomisma. «Lo studio ha permesso di mettere in evidenza sfide e opportunità che il nuovo mercato ittico dovrà affrontare per essere competitivo in uno scenario che vede, da un lato, il calo tendenziale dei consumi e, dall’altro, il crescente interesse rispetto ai principi di sostenibilità, stagionalità, origine locale dei prodotti ittici da parte di consumatori e operatori» ha commentato la Gandini.
Relativamente ai punti di forza che consumatori e ristoratori di Bologna riscontrano nell’apertura, emergono la disponibilità di prodotti di elevata qualità, l’efficacia logistica, i principi su cui si fonderà il nuovo mercato (sostenibilità, innovazione, focus sul pesce povero) nonché la già consolidata esperienza del CAAB grazie al mercato ortofrutticolo e il suo potenziale su marketing, comunicazione e servizi aggiuntivi.
«Il nuovo Mercato Ittico all’ingrosso che sarà realizzato con risorse PNRR dal Centro AgroAlimentare di Bologna con un investimento di 1,5 milioni di euro nella piattaforma di CAAB rappresenta una cerniera tra Bologna e la Romagna, un mercato innovativo basato sulla valorizzazione di prodotti ittici del territorio, della pesca sostenibile e della filiera corta, coniugando accessibilità economica ed elevata qualità» ha spiegato Marco Marcatili, presidente di CAAB. «Quello che presentiamo oggi non è l’ennesimo mercato del pesce: il progetto intende porsi come un laboratorio nazionale e di territorio per valorizzare la pesca sostenibile, la filiera corta dal mare al consumatore e vuole essere una cerniera commerciale e logistica tra l’Emilia e l’Adriatico» (fonte: Nomisma, www.nomisma.it).
Il valore del pescato dell’Adriatico
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Tonno e sport
L’85,5% degli Italiani segue un regime dedicato e 1 “sportivo” su 4 sceglie cibi proteici, tra cui tonno in scatola: sono i risultati di una ricerca commissionata da ANCIT ad AstraRicerche su un campione dei nostri connazionali che praticano attività fisica di diverso genere con regolarità
Uno dei segreti del cestista di Serie
A Tommy Marino? Il tonno in scatola. Il campione di basket non ha mai nascosto la sua predilezione per questo prodotto, tanto da definirsi un vero e proprio “divoratore”: ormai sono famosissimi i suoi meme sul riso con il tonno sottolio. E di recente, anche Sylvester Stallone, 78 anni a luglio, ha ricordato come ai tempi di Rocky, per ottenere il fisico asciutto necessario per interpretare il celebre pugile, la sua dieta quotidiana fosse composta da «tonno, tonno e ancora tonno».
Perché per mantenere un buon tono muscolare, essere pieni di energia e pronti per la prossima “sfida”, il segreto è una dieta sana e bilanciata. Lo sanno bene gli atleti che si stanno preparando per le prossime Olimpiadi estive. Ed ecco allora che, grazie all’alto contenuto di proteine, vitamine e sali minerali (tra cui il ferro, il sodio, il calcio), il tonno in scatola è un ingrediente sempre presente nel menù degli sportivi, insieme a carboidrati, frutta e verdura. Ma il ruolo strategico dell’alimentazione per lo sportivo non è
prerogativa solo dei campioni. Lo rivela una ricerca commissionata da ANCIT (Associazione Nazionale Conserve Ittiche e delle Tonnare) ad AstraRicerche realizzata a marzo 2024 mediante 800 interviste on-line su un campione concentrato esclusivamente su Italiani tra 18-70 anni che praticano con regolarità attività fisica, amatoriale o agonistica ed ha indagato il loro approccio al tema della nutrizione e dell’alimentazione, con un occhio di riguardo per le conserve ittiche. Tra questi, quasi 9 Italiani su 10 (85,5%), seguono
Aumentano gli Italiani che praticano sport: oggi è il 66,4% della popolazione (fonte: Istat) e la cura del proprio benessere parte dalla tavola, con una predilezione per le proteine (1 sportivo su 4).
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CONSERVE ITTICHE
Per chi svolge un intenso allenamento aerobico, sì ad uno spuntino un paio di ore prima
Ma quando e come inserire il tonno in scatola nell’alimentazione di uno sportivo? Grazie alla sua elevata digeribilità, può essere indicato anche prima dell’attività fisica, magari abbinando carboidrati e proteine, come la pasta con le conserve ittiche come tonno o sgombro o sardine, un paio d’ore prima di uno sforzo aerobico prolungato, come un’escursione in bicicletta o una impegnativa sessione di running o interval training
Le combinazioni di carboidrati e proteine sono una strategia impiegata dagli atleti di resistenza e di forza per incrementare le prestazioni, promuovere la deplezione del glicogeno, minimizzare il danno muscolare e promuovere un bilancio positivo dell’azoto, permettendo di migliorare significativamente le prestazioni e una riduzione del danno muscolare.
Consumato entro un’ora dalla fine dell’attività fisica, il tonno in scatola è poi un valido alleato per reintegrare il fabbisogno proteico. Qualche idea per un pasto a prova di nutrizionista? Insalata di riso con tonno in scatola, sgombro e fagioli o hummus di ceci con tonno in scatola, il giusto mix di proteine e carboidrati per favorire la fase anabolica (riparativa e costruttiva) del muscolo che si deve realizzare nel recupero che segue l’allenamento. Le microlesioni muscolari causate dall’esercizio fisico provocano una riduzione delle prestazioni muscolari, un aumento delle concentrazioni di enzimi muscolari circolanti e dolori muscolari a insorgenza ritardata (DOMS). Diversi studi hanno dimostrato che la strategia nutrizionale adottata durante il periodo post esercizio gioca un ruolo fondamentale nel recupero muscolare e che combinare carboidrati e proteine è la migliore strategia nutrizionale per raggiungere un bilancio azotato positivo subito dopo l’allenamento.
un preciso regime alimentare per migliorare la performance e la scelta è ancora più valida per chi pratica tre o più discipline (92%). Fra i regimi alimentari più seguiti, il 23,7% predilige il consumo di cibi specifici per gli sportivi (ricchi di proteine, sali minerali, vitamine, ecc…) e in particolare le proteine di origine animale come il pesce, la carne o le uova (17,5%).
I cibi proteici in cima agli alimenti di chi fa sport
Più di uno sportivo su 2 (55,0%) ritiene importante assumere cibi proteici per la crescita muscolare. Tra gli altri motivi di questa scelta, il fatto che forniscono gli amminoacidi essenziali per la crescita ed il mantenimento di cellule e tessuti (40,6%), aiuta-
no il sistema metabolico (32,3%) e facilitano l’equilibrio del sistema immunitario (24,1%). Ma gli Italiani sportivi sono anche consapevoli che le proteine aiutano a rafforzare le ossa (19,4%), sono essenziali per la salute di pelle e capelli (15,9%), contribuiscono allo sviluppo del sistema nervoso (14,3%).
Il tonno in scatola (in vetro o in lattina) si rivela protagonista consueto della dieta: il 60,6% degli intervistati lo mangia una o più volte alla settimana, in particolare chi pratica tre o più sport (66%), tre o più volte alla settimana (64%).
Fra le ragioni del consumo, per uno sportivo su quattro (25,8%), ci sono gli aspetti salutistici: è un alimento ricco di nutrienti importanti ma con pochi grassi e poche calorie,
e ha un alto contenuto di proteine. Il tonno in scatola si rivela prezioso per chi pratica sport anche in virtù della sua praticità e comodità (58,6%), visto che si conserva facilmente e a lungo (36%) ed è già pronto per essere consumato (34,5%). Inoltre, è una valida alternativa alla carne e/o al pesce fresco (39,4%), specie per chi pratica sport più di tre volte alla settimana (49%).
Infi ne, piace perché è buono (33,6%), accessibile (18,5%) e antispreco (13%) con la possibilità di riutilizzare l’olio della conserva e riciclare in toto la confezione, sia di metallo che di vetro. Sarà per questo che il 42,8% degli intervistati ha incrementato il consumo di tonno in lattina/in vasetto di vetro negli ultimi 2-3 anni.
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Elisabetta Bernardi: «Integratori alimentari? Bastano 50 grammi di tonno sottolio»
Chi svolge attività fisica ha un fabbisogno giornaliero di proteine superiore, che si aggira intorno a 1,2-2 grammi per chilogrammo di peso corporeo. Le proteine apportano una quantità di amminoacidi essenziali ottimali per la sintesi proteica (ad esempio lisina, che ha un ruolo importante per la produzione di carnitina), garantendo il tono e l’efficienza dell’apparato locomotore e la sintesi di ormoni e neurotrasmettitori, indispensabili per ottimizzare tutto il lavoro muscolare. Ma non solo, svolgono anche un ruolo nella sazietà.
La Società Internazionale di Nutrizione Sportiva indica il pesce come una delle migliori fonti di proteine di alta qualità per gli atleti. «Tutto vero — conferma Elisabetta Bernardi, nutrizionista e docente di Principi di antropometria e tecniche di valutazione della composizione corporea del corso di Biologia della
nutrizione dell’Università di Bari — ma non basta. Per comprendere il ruolo di tonno in scatola e conserve ittiche è interessante notare la loro composizione.
Uno dei primi microelementi fondamentali per controbilanciare le perdite di sali minerali è il sodio, base essenziale di tutti gli sport drink isotonici, presente anche nelle conserve ittiche, che si possono quasi considerare un integratore naturale. Inoltre, soprattutto le sardine, che possono essere inscatolate con la lisca centrale, sono delle ottime fonti di calcio, microelemento di cui gli sportivi hanno un fabbisogno maggiore, perché non interviene soltanto nella salute di ossa e denti ma anche per la contrazione muscolare».
100 grammi di tonno sgocciolato forniscono mediamente 25 grammi di proteine nobili, di alto valore biologico, 0,3 grammi di grassi (tonno al naturale) o 10 grammi (tonno sottolio), ma in entrambi i casi è presente una buona percentuale di grassi insaturi, inclusi gli Omega-3, 100 calorie (ton-
no al naturale) o 192 calorie (tonno sottolio), pari rispettivamente a circa il 5% e a meno del 10% dei consumi di riferimento giornalieri consigliati, 0 carboidrati (zuccheri), un ricco apporto di vitamine essenziali, in particolare B3 (niacina: 65% del consumo di riferimento giornaliero consigliato) e B12 e vitamina A, e un ricco apporto di fosforo (30% del consumo di riferimento giornaliero consigliato; fonte: Tabelle degli alimenti CREA).
Aumentano gli Italiani che praticano sport regolarmente Intanto una buona notizia: in 10 anni è aumentato il numero degli Italiani che praticano regolarmente attività fisica, passando dal 31,2% al 36,4% nel 2012 (+5,2%), che sommati al 30% di chi pratica movimento non regolarmente, porta il totale dei “praticanti” al 66,4% (elaborazione AstraRicerche su dati ISTAT). Poco più della metà degli intervistati da AstraRicerche (50,5%) si dedica allo sport tre o più volte alla settimana,
Il tonno in scatola, grazie alle sue proprietà nutrizionali (proteine, Omega-3, sali minerali e vitamine), è un alimento suggerito dai nutrizionisti dello sport come alimento ideale e sono tante le recenti ricerche scientifiche che lo confermano. Il 42, 8% degli intervistati ne ha incrementato il consumo negli ultimi 2-3 anni.
contro una o due volte a settimana del (49,5%). Dedicarsi regolarmente all’attività fisica si traduce nella pratica di più sport, mediamente quasi tre (2,85).
Fra le attività fisiche più praticate, anche solo moderatamente, figurano in primo luogo la camminata veloce o molto prolungata, anche solo in piccola misura (l’81,5% degli intervistati), il fitness (59,3%), il running (43,8%), il trekking/l’escursionismo (21,1%), il calcio (17,5%), il nuoto o altri sport acquatici (15,5%), il tennis/padel (14,5%), biking (14,1%).
Luca Piretta: «importante introdurre un’alimentazione antinfiammatoria»
Non solo lo sport agonistico, ma tutta l’attività fisica (considerando età, genere, patologie, ecc…) rappresenta
oggi, insieme a una corretta alimentazione, una strategia preventiva efficace e una terapia per contrastare le malattie croniche non trasmissibili, come quelle metaboliche (diabete, obesità, ecc…), cardiovascolari e polmonari. È quindi evidente che uno degli elementi chiave nella promozione della salute è l’implementazione dell’attività fisica.
«La sedentarietà si traduce in una riduzione dell’aspettativa di vita, causata dalla diffusione di malattie e fattori di rischio diventati i veri “killer” delle nostre società — commenta Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista dell’Università Campus Bio-medico di Roma — aumentando il rischio di ictus, di diabete di tipo 2, di osteoporosi, di ipertensione.
La mancanza di attività fisica aumenta inoltre anche la mortalità
generale, l’obesità, le cadute negli anziani, il colesterolo totale, depressione e disturbi d’ansia.
Oltre a ricordare l’importanza di svolgere attività fisica, ribadiamo che il tonno in scatola è un alimento antinfiammatorio come il kefir, lo yogurt, i crauti, il miso, in virtù degli Omega-3 e Omega-6, zinco, selenio, vitamina B3, D, A ed E, che contiene. Sono tutti nutrienti antinfiammatori e antiossidanti.
A livello di gusto, poi, si presta all’abbinamento anche con altri alimenti ad alta valenza antinfiammatoria (il pomodoro, l’insalata, i cereali integrali) importanti nella prevenzione delle malattie infiammatorie croniche come l’artrite reumatoide o il morbo di Crohn».
Fonte: ANCIT – Associazione Nazionale Conservieri Ittici www.tonno360.it
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A spasso tra i mercati del pesce più popolari d’Italia
di Chiara Papotti
Di certo, tutti i mercati hanno un fascino ancestrale, ma in quelli del pesce c’è qualcosa di più. Forse perché rappresentano il legame con il grande dispensatore di cibo e vita, il mare. Una pescheria tradizionale è la prima tappa per immergersi nella vera identità, nel vivere quotidiano di un luogo, nella sua cultura popolare. Ogni volta che ci si ferma a chiacchierare con un abitante di una
zona costiera infatti ci si sente dire sempre la stessa cosa: «pescherie come queste ci sono solo qui, sono le migliori d’Italia». A conferma che i mercati del pesce sono una questione di cuore. Eccone alcuni, tra i più frequentati e riconosciuti d’Italia.
Chioggia
La città di Chioggia ha una forte ed antica tradizione per quanto ri-
guarda la pesca. È quindi facilmente comprensibile perché Il Mercato ittico di Chioggia1 sia diventato un luogo nevralgico per il commercio e la vendita al dettaglio di prodotti ittici. Siamo sul Canale Vena, celebre per i suoi teloni rossi protesi sull’acqua dalle mura del gotico Palazzo del Granaio. Il mercato si compone di una trentina di postazioni allestite da pescivendoli provenienti dalle zone
Particolare del Mercato Ittico di Chioggia. La cittadina veneta ha una forte ed antica tradizione per quanto riguarda il pesce e la pesca è da sempre un’attività di importanza fondamentale per i suoi abitanti.
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limitrofe, chiamati affettuosamente mògnoli. Per entrare in questa babele di odori e sapori si passa sotto un’arcata in marmo, interamente scolpita da AMLETO SARTORI. Qui arrivano pesci ricercati come sogliole, orate, branzini e capesante, sia pesci più modesti come sarde e alici. I prodotti ittici più venduti sono le seppie, i calamari, i gamberi, le canocchie, i polpi e i granchi. Tra le vasche di marmo grigio-azzurre e il bianco luccicante del ghiaccio, i pescatori di laguna, che già 150 anni fa usavano 28 diversi sistemi di reti, tramandano ricette della gastronomia locale, mescolando le materie prime di scarto con i profumi dell’orto.
Rimini e limitrofi
Al Mercato Coperto di Rimini2 si trova la più grande e fornita pescheria dell’Emilia-Romagna, con oltre 60 banchi di vendita. Il pesce, nella quasi totalità, arriva ogni mattina direttamente dal Porto di Rimini, pescato di notte e venduto fresco il giorno stesso. La comodità di poter acquistare anche frutta e verdura di stagione per preparare i propri piatti a base di pesce rende la Pescheria del Mercato coperto uno delle più
frequentate. In pescheria, oltre ai tradizionali banchi di commercianti, ci sono anche dieci banchi di produttori che vendono esclusivamente i propri prodotti a km 0, oltre ad un banco specializzato nella vendita di pesce lavorato decongelato, sei banchi specializzati nella vendita di molluschi e un grande banco di pesce congelato.
Sulla Riviera romagnola si trovano altri tre dei mercati ittici più belli e frequentati della costa adriatica: Comacchio, Cervia e Cesenatico. Si tratta di mercati prevalentemente all’ingrosso, ma comunque dal grande valore storico. Edifici lontani dal trambusto estivo, che racchiudono appieno l’atmosfera e i profumi della riviera.
Al mercato di Porto Garibaldi ad esempio l’asta del pesce all’ingrosso è aperta solamente agli operatori, ma sui banchi delle varie pescherie del paese potrete trovare tutte le varietà di pesce della zona, dai prezzi più accessibili ai tagli più pregiati.
A Cervia invece il pesce fresco può essere acquistato sulla banchina del porto canale, dove alcune imbarcazioni espongono i frutti del loro lavoro. Se poi siete affascinati dalla
storia marinara, all’interno delle possenti mura, meritano una visita il Museo del Sale3, le case e il piazzale dei Salinari, con i sei-settecenteschi Magazzini del Sale. Cesenatico nasce contestualmente assieme al suo porto, ma solo verso il 1920 la configurazione del primo Mercato Ittico prende forma come struttura fisica organizzata. Nel 1960 la struttura viene spostata alla cima del porto canale, dove si trova ancora oggi. Il Mercato Ittico è situato su una vasta area a forma circolare dove avvengono giornalmente le contrattazioni all’ingrosso, attraverso 3 tipologie di asta: elettronica, a voce e all’orecchio.
Napoli
A Napoli i pescatori sono un patrimonio dell’umanità, depositari di storie e tradizioni, dalle mani ruvide e possenti. I loro occhi brillano di orizzonti e silenzi notturni. Già alle prime luci dell’alba mostrano il loro tesoro: è tutto depositato sui banconi colorati dall’odore del mare. Tra i più famosi e antichi mercati della città c’è quello di Porta Nolana, in piazza Mercato. Ogni giorno qui fanno bella mostra di sé orate, pezzogne,
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Mercato rionale della Pignasecca, nel centro storico di Napoli (photo © Gennaro Leonardi 2019).
A Piscaria, il mercato del pesce di Catania. Un luogo sempre in fermento, già dalle primissime ore del mattino, quando il pescato viene portato nella zona e riposto sulle bancarelle.
astici, aragoste, frutti di mare, ma, soprattutto, primo pescato e paranza di giornata.
Non molto lontano da Porta Nolana c’è poi il mercato della Pignasecca, anch’esso molto conosciuto e frequentato dai napoletani, dove i numerosi stand affollano la strada con i loro banchi stracolmi di pesce di giornata.
Altra tappa fondamentale per gli amanti del pesce è il mercato ittico di Pozzuoli, dove si respira un’atmosfera festosa e allegra. Il mercato, infatti, è sempre animato da una folla di acquirenti e la spesa può diventare piacevole e rilassante, oltre che molto economica. È conosciuto soprattutto per i crostacei, in particolare gamberoni e granchi freschissimi e di ottima qualità.
Catania
A Piscaria, come suggerisce il nome, è il mercato del pesce di Catania. Un nome che, per quanto semplice possa essere, racchiude l’anima e l’essenza di questa città. Tra chi
vende e chi compra gli ammiccamenti sono continui e spesso incomprensibili per l’avventore occasionale, che potrebbe sentirsi smarrito.
I banchi del mercato si trovano dall’inizio dell’Ottocento nel tunnel scavato nel Cinquecento sotto il Palazzo del Seminario dei Chierici e le mura di Carlo V. Qui, ogni mattina, circondati da cassette colme e grandi catini pieni d’acqua, i venditori tranciano tonni sui banconi, addentando arance e pesce crudo.
In primavera, i pescatori più esperti portano dai borghi vicini le alici masculine da magghia (da marinare crude) o le alghe al cartoccio. In piena stagione di pesca arrivano poi i pesci spada e i tonni da più di un quintale. Ma attenzione: come spiegano gli esperti, solo il pesce cresciuto nel mare sotto il vulcano è nero come la roccia ed è il migliore.
Tantissime persone lo affollano tutto il giorno. Fasolari, vongole, cozze, ricci sono solo alcune delle tante varietà di pesce che si possono
trovare. Dalla piazza della pescheria si sale in un altro mondo. La vera magia è perdersi tra le vecchie viuzze che circondano il mercato e lasciarsi guidare dal proprio naso.
Una questione di storia e di cuore
Da Chioggia a Catania i mercati del pesce rappresentano un vanto unico per il nostro Paese. Sono i luoghi dove si può trovare l’eccellenza dei nostri mari e il racconto quotidiano di chi il mare lo vive. Un consiglio: quando entrate nel mercato fermatevi ad ascoltare le voci delle persone intente nella contrattazione. La storia italiana passa anche e soprattutto da questo rito marinaro che si perpetua ogni giorno dall’alba dei secoli.
Chiara Papotti
Note 1. www.chioggiapesca.it 2. m.mercatocopertorimini.it/ilmercato/pescheria 3. musa.comunecervia.it
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Cibus 2024, edizione da record
Oltre 75.000 presenze, in crescita sull’ultima edizione del 2022, record per numero di brand e buyer. Nel corso delle quattro giornate del salone di riferimento dell’agroalimentare italiano presentate più di mille novità prodotto, che tracciano le nuove rotte dell’universo food. Ecco i protagonisti
La 22a edizione di Cibus si è chiusa con oltre 75.000 presenze (+25% sul 2022). Un’edizione da record per numero di brand (3.000) e buyer (3.000) presenti. Tra i temi protagonisti della kermesse parmense sicuramente i prodotti DOP e IGP, che, secondo l’analisi di NIELSEN, se utilizzati come ingredienti all’interno di prodotti industriali, contribuiscono nei punti vendita ad una crescita delle vendite al valore con un +14% e a volume del +9,6%. Inoltre, l’indicazione nel packaging della presenza di DOP e IGP aumenta la propensione al
consumo e induce il consumatore a privilegiare l’acquisto di prodotti premium, sostenendo un costo maggiore. Tra le novità più interessanti in fiera, l’applicazione dell’intelligenza artificiale per contrastare le contraffazioni alimentari nel progetto Nina, promosso dal Consorzio delle Mozzarella di Bufala Campana DOP Cibus ha acceso i riflettori anche sull’export del food made in Italy, la cui media nel decennio 2013-2023, secondo i dati dello studio Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del
Sacro Cuore, è stata del 27% rispetto al 12% europeo. Un risultato che ha portato i prodotti agroalimentari italiani venduti all’estero a sfiorare i 64 miliardi di dollari, circa il 10% dell’export europeo, collocando il nostro Paese al quarto posto nel 2023 per sviluppo dell’export in Europa.
Il mercato americano, che vale 1.500 miliardi di dollari considerando retail e alcolici, è stato al centro del convegno “USA4 Cibus: le opportunità per le aziende italiane di investire negli Stati Uniti nell’epoca
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La 22a edizione di Cibus a Fiere di Parma si è chiusa con oltre 75.000 presenze, +25% sul 2022 (photo © FiereParma).
L’industria alimentare è oggi al primo posto dei settori manifatturieri per valore del fatturato (193 miliardi di euro) e al secondo posto sia per numero di imprese che di addetti. Secondo la ricerca Federalimentare-Censis, quasi il 91% dei cittadini definisce i prodotti made in Italy come espressione dell’orgoglio italiano e, con riferimento al nostro cibo, il 94% degli Italiani è convinto sia uno dei principali ambasciatori dell’Italianità nel mondo (photo © FiereParma).
Foodlab a Cibus lancia la nuova linea Salmoody
All’interno della cornice di Cibus 2024, Foodlab, azienda tutta italiana con sede nel cuore della Food Valley e da oltre vent’anni specializzata nella lavorazione e nell’affumicatura di salmone e di altre tipologie di pesce, ha lanciato la nuova linea Salmoody nell’ambito del suo brand Fumara: uno snack di salmone in tre varianti di gusto, Original, Barbecue e Spicy Salmoody è già disponibile nel banco del fresco della Grande Distribuzione e può restare per 8 ore fuori dal frigo. Questo prodotto innovativo è nato da un’intuizione di Gianpaolo Ghilardotti, lo chef imprenditore alla guida dell’azienda: «Salmoody è frutto di tanti e tanti mesi di ricerca. Avevo in mente questo nuovo prodotto, uno snack smart appetitoso e facile da gustare a tutte le ore. Lo realizziamo con parti nobili del salmone, sezioni di ottima polpa sfilettata dalle baffe che quotidianamente affumichiamo».
Pochi ingredienti, accuratamente selezionati, all’insegna della chiarezza e della trasparenza. Salmoody ne ha solo tre: 97% di salmone (norvegese e selvaggio sockeye), fibre e un pizzico di sale. In foto, la versione al BBQ.
>> Link: foodlab.net
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SGOMBRO FILETTI DI SGOMBRO FILETTI DI ALICI FILETTATRICE BAADER 35 E-mail: forlanial@alice.it www.mecfor.it – Cell. 3388813295 FILETTI DI SARDINE
TRONCHETTI DI
1) Lo spazio di FriulTrota di San Daniele del Friuli (UD). 2) Filetti di acciuga del Mar Cantabrico di Conservas Medimer, Barcellona. 3) Anche il Consorzio del Tonno Rosso d’Italia presente a Cibus 2024. 4) Foto di gruppo per Eurofish Napoli nel Padiglione della Regione Campania. Da sinistra, Gennaro Scafaro, Melania Taglialatela, Mariagrazia Avolio, Referente Gruppo Qualità, Nunzio Massa, Referenti Distribuzione Regione Campania, Buccico Marina, referente Gruppo Ho.re.ca., e Celeste Avolio, Gruppo Qualità e Certificazioni.
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1) Sardine Pollastrini di Anzio, Roma. 2) La cozza di Pellestrina Mitilla. La lunga tradizione allevatoriale si unisce a Pellestrina ad acque di tipo “A”, grazie alle quali Mitilla® non deve essere depurata prima di essere distribuita. Fotografati allo stand, Gionni Boscolo, commerciale Crame, e Genny Busetto, di Mitilla. 3) Filetti di alici del Cantabrico Talatta. 4) Pack di prodotti firmati Saòr del Mar. L’azienda di San Giorgio in Bosco (PD) propone una gamma completa di piatti pronti preparati artigianalmente con passione e professionalità da cuochi di tradizione veneta.
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1) Colatura di alici Acqua Pazza, Cetara. 2) Trote e salmerini Astro dal Trentino. 3) Dal sapore ricco di complessità, deciso, pungente e carico di umami: è la colatura di alici Fish Different. 4) Proposta di pack Fiorital, Venezia.
dell’Inflation Reduction Act”, realizzato in collaborazione con American Chamber of Commerce in Italy , mentre la ricerca FEDERALIMENTARECENSIS “L’industria alimentare tra Unione Europea e nuove configurazioni globali” ha evidenziato la centralità dell’industria alimentare e del made in Italy e l’importanza delle future scelte in Europa. Per il 93% degli Italiani l’industria alimentare è sinonimo di sviluppo sociale ed economico, per il 94% il made in Italy è uno dei principali ambasciatori dell’italianità nel mondo e un traino per l’economia grazie all’export (53 miliardi di valore nel 2023), mentre per l’89% un aiuto al settore potrà arrivare dalle future scelte che verranno prese in UE se ci saranno azioni più incisive a supporto della competitività delle imprese europee nei confronti di quelle extra-europee. Per Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: «Il made in Italy ormai nel mondo è considerato il prodotto di qualità ed eccellenza a livello globale. Questo è espressione
Allo stand di CO.PE.GO., Consorzio Pescatori di Goro, Davide Crepaldi, responsabile commerciale estero, Paola Gianella, responsabile amministrativa, Thomas Turolla, presidente, e Massimo Genari, direttore generale.
1) Il tonno rosso di corsa (Thunnus thynnus) di Sarda Affumicati è un prodotto di Sardegna lavorato secondo l’antica tradizione delle tonnare di Buggerru. 2) Conservas Ortiz dalla Spagna. 3) Selezione di prodotti Paco Lafuente, conserve di pesce e frutti di mare dalla costa cantabrica. 4) Giorgio Magni, Chief Commercial Officer di Fractional Manager Italia Srl, e Valentina Bianchi, export manager di Conservera de Tarifa.
della peculiarità del nostro Paese e del suo sistema produttivo che ha saputo vincere controcorrente la sfida della globalizzazione». Secondo Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare, «L’industria alimentare italiana può e vuole dare un grande contributo all’agenda di sviluppo del Paese. Oltre a garantire la sicurezza alimentare in Italia, abbiamo una grande opportunità di crescita sui mercati internazionali. Le imprese hanno fondamentali solidi e sanno come produrre alimenti unici e inimitabili. Ma, per continuare la traiettoria di crescita, occorre anche un impegno delle istituzioni, europee e italiane, a livello strutturale. A tal proposito vorremmo un’Europa che favorisse il talento imprenditoriale
del nostro comparto con iniziative legislative e regolatorie che ne promuovano la competitività a livello internazionale».
Grande attenzione anche al tema della sostenibilità, affrontato nel convegno “Strumenti moderni per una filiera agroalimentare sostenibile”, organizzato dai GIOVANI DI C ONFAGRICOLTURA -ANGA e dal G RUPPO G IOVANI I MPRENDITORI di Federalimentare, con focus sulle strategie e le best practices da attuare per incentivare l’export dei prodotti made in Italy.
Sostenibilità che vede il packaging nel ruolo di protagonista: per 2 Italiani su 3, secondo l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo curato da NOMISMA, la confezione
ha un ruolo decisivo nelle scelte d’acquisto di cibi e bevande, mentre per 1 Italiano su 2 rappresenta un aspetto cruciale per contribuire a rendere un prodotto più rispettoso per l’ambiente.
Appuntamento al 2027
Cibus tornerà a Parma nel 2027. Grazie all’accordo sinergico tra Fiere di Parma e FieraMilano, nel 2025 e 2026 ci saranno due edizioni a Milano di Tuttofood, brand controllato sempre da Fiere di Parma.
Ecco tutte le date:
• Tuttofood 2025: 5-8 maggio;
• Tuttofood 2026: 11-14 maggio;
• Cibus 2027: 4-7 maggio.
>> Link: cibus.it – tuttofood.it
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SHOW YOUR BUSINESS POTENTIAL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO www.marca.bolognafiere.it 15-16 Gennaio 2025 21 a EDIZIONE
Novità da Refrigera 2025: Freezing Tech
Sono trascorsi pochi mesi dal successo dell’ultima edizione di Refrigera, la fiera dell’industria della refrigerazione industriale, commerciale e logistica — punto di riferimento per il Sud Europa e per l’area del Mediterraneo — che si è svolta a novembre 2023 a BolognaFiere e ha visto la partecipazione di oltre 200 espositori e 9.700 visitatori. E, tra le novità a cui sta lavorando l’organizzazione per l’edizione 2025 c’è Freezing Tech 2025, il nuovo salone internazionale dedicato all’intero settore delle tecnologie per la produzione di alimenti surgelati con impianti, macchinari, accessori, componenti, materiali e servizi per il pretrattamento, la lavorazione, il confezionamento e lo stoccaggio che
si svolgerà all’interno di Refrigera 2025. Si tratta del primo evento internazionale esclusivamente dedicato all’industria della surgelazione alimentare in tutte le sue applicazioni e lungo tutta la sua catena di fornitura: dai produttori di tunnel di refrigerazione alle celle frigorifere, dai sistemi di trasporto a nastro alle macchine per produrre ghiaccio industriale, dai gas refrigeranti ai produttori di sistemi di sanificazione, dai produttori di serbatoi di raffreddamento ai laboratori specializzati, ecc…
A Freezing Tech 2025 esporranno le aziende internazionali leader nel settore, affiancate da esperti, operatori, istituzioni e associazioni del settore che si incontreranno in convegni, seminari e workshops dedicati,
organizzati in perfetta sinergia con le tematiche di Refrigera 2025, mentre i visitatori saranno, oltre ai frigoristi e agli operatori di impianti, i rappresentanti delle industrie alimentari nazionali e internazionali.
12-14 novembre 2025
BolognaFiere
>> Link: refrigera.show refrigera.show/freezing-tech-2025
140 IL PESCE, 3/24
“Blue food, green solutions”: AQUA 2024 prende forma
Co-organizzato dalla European Aquaculture Society e dalla World Aquaculture Society, AQUA 2024 si svolgerà dal 26 al 30 agosto a Copenhagen, Danimarca. L’evento comprenderà una conferenza scientifica, una mostra commerciale, forum industriali, workshop, eventi per studenti e ricevimenti. AQUA 2024 metterà in luce le più recenti ricerche e innovazioni nel campo dell’acquacoltura per sostenere la crescita continua di questo entusiasmante settore della produzione alimentare. Sarà una vetrina per la Danimarca e per la sua leadership innovativa in diverse tecnologie chiave cruciali per l’acquacoltura del futuro, ma anche una piattaforma di incontro e scambio per esperti di tutto il mondo. Il tema di AQUA 2024 è “Blue food, green solutions”, perché la produzione di cibo dal mare deve crescere e le soluzioni green, che proteggono l’ambiente, la aiuteranno a farlo.
>> Link: aquaeas.eu — was.org
IL PESCE, 3/24 CARRELLO RIBALTATORE FINE LINEA COLLABORATIVO ATTREZZATURE AUTOMAZIONE INDUSTRIA ALIMENTARE COLTELLI ROTANTI Tel. (+39) 0521 836670 info@cavallimpm.it www.cavallimpm.it
PER PESCE
PELATRICE
EFSA: molti i pesci d’allevamento indenni da parassiti ma servono più dati
In alcune specie d’allevamento ne sono stati rinvenuti per cui servono altri dati per prevedere la presenza di determinati parassiti nel pesce allevato
Molti dei pesci più comunemente allevati e consumati nell’UE/EFTA non presentano segni di parassiti che possano infettare l’uomo, ma in alcune specie d’allevamento ne sono stati rinvenuti, per cui occorrono ulteriori dati per prevedere la presenza di determinati parassiti nel pesce allevato. Sono questi i princi-
pali risultati di un parere scientifico ( efsa.europa.eu/en/efsajournal/ pub/8719) dell’EFSA pubblicato lo scorso 18 aprile in cui si valutano anche nuovi metodi per individuare ed eliminare i parassiti dai pesci. Sebbene limitati, i dati scientifici provenienti dall’area UE/EFTA indicano che molte specie di pesci
d’allevamento destinate al mercato sono indenni da infezioni da parassiti zoonotici. Tra queste il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, il moscardino, l’ippoglosso atlantico, la carpa e il pesce gatto europeo. Comunque, parassiti come l’Anisakis e altri sono stati rinvenuti in spigole europee, tonno rosso
Secondo i ricercatori EFSA alcuni parassiti come l’Anisakis sono stati rinvenuti in spigole europee, tonno rosso dell’Atlantico, merluzzo e/o tinca, prodotti in gabbie aperte in mare aperto o in bacini a flusso continuo.
142 IL PESCE, 3/24 LA PAGINA SCIENTIFICA
La sostenibilità ittica passa attraverso la scienza: finanziati tre progetti di ricerca di MSC – Marine Stewardship Council
Tre progetti di ricerca della durata di un anno sono stati finanziati per migliorare la conoscenza di alcuni aspetti biologici relativi ai piccoli pelagici e dell’interazione della loro pesca con l’habitat in Italia e in Messico. I progetti sono stati selezionati dall’organizzazione non profit MSC – Marine Stewardship Council che promuove la salute degli oceani attraverso un programma per la pesca sostenibile nel mondo e sono supportati da Carrefour e Delicius, grazie a un’attività realizzata durante le Settimane della Pesca Sostenibile 2023. I piccoli pelagici svolgono un ruolo importante nell’ecosistema marino, perché rappresentano una fonte di cibo essenziale per numerose specie marine all’interno delle principali catene alimentari. La loro pesca, inoltre, è fondamentale per le numerose comunità che basano il proprio nutrimento e la propria sussistenza proprio su di esse. Specie come aringhe, acciughe e sardine rappresentano il 28% della produzione globale di pesci catturati in natura. È quindi evidente come sia necessaria una pesca sostenibile di questa importante risorsa, considerano inoltre che essa è fondamentale per evitare impatti negativi sull’ecosistema marino che potrebbero compromettere la capacità degli oceani di adattarsi ai cambiamenti ambientali. I progetti di ricerca selezionati sono stati finanziati da Carrefour e Delicius attraverso un’iniziativa realizzata durante la campagna “Settimane della pesca sostenibile 2023” promossa da MSC nell’ottobre scorso. Due di questi progetti si inseriscono nel quadro del progetto BluFish portato avanti da MSC nel Mediterraneo, una delle regioni dove più è urgente realizzare un intervento condiviso volto a una maggiore sostenibilità della pesca. Il terzo si svolgerà invece in Messico ed è stato finanziato attraverso l’Ocean Stewardship Fund, il fondo creato da MSC per migliorare la sostenibilità della pesca nel mondo. «Accogliamo con entusiasmo il supporto di Carrefour e Delicius alla ricerca per una pesca più sostenibile e siamo fiduciosi che, insieme, possiamo fare la differenza nel garantire la salute dei nostri mari e delle risorse ittiche per le generazioni a venire» ha commentato Francesca Oppia, direttrice del programma MSC in Italia (fonte: MSC Marine Stewardship Council; photo © impresagreen.it).
dell’Atlantico, merluzzo e/o tinca prodotti in gabbie aperte in mare aperto o in bacini a flusso continuo.
I pesci prodotti in sistemi chiusi di acquacoltura a ricircolo di acqua filtrata e mangime trattato termicamente sono quasi sicuramente indenni da parassiti zoonotici. Tuttavia, gli esperti dell’EFSA hanno concluso che sono necessari ulteriori dati per stimare la prevalenza di parassiti specifici nelle specie ittiche selezionate, nei vari sistemi di allevamento e nelle zone di produzione dell’area UE/EFTA. Ciò fornirebbe un quadro completo delle varie combinazioni tra le principali specie ittiche d’allevamento e i loro parassiti.
Metodi per individuare ed eliminare i parassiti
Gli esperti hanno valutato nuovi metodi per individuare i parassiti zoonotici nei prodotti della pesca. Ad esempio, metodologie a scansione UV e metodologie ottiche, molecolari e omiche. Hanno, inoltre, valutato metodi per inattivare tali parassiti. Il congelamento e il riscaldamen-
3/24
to rimangono i metodi più efficaci per eliminarli. La ricerca in corso sta anche sondando l’efficacia di varie tecniche di lavorazione come la lavorazione ad alta pressione, il campo elettrico pulsato, l’essiccazione ad aria, la salatura a secco, la doppia salatura e l’uso di prodotti naturali.
Prossime tappe
Entro la fine dell’anno gli esperti di EFSA determineranno se e quali specie ittiche selvatiche provenienti da specifi che aree di pesca rappresentino un rischio per la salute pubblica a causa della presenza di parassiti zoonotici.
Fonte: EFSA, www.efsa.europa.eu/it/news/ many-farmed-fish-parasite-freemore-data-needed
Nota
Atti scientifici di riferimento: Reevaluation of certain aspects of the EFSA Scientific Opinion of April 2010 on risk assessment of parasites in fishery products, based on new scientific data, Part. 1: ToRs1–3.
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Studio preliminare sulla presenza cutanea di larve del genere Anisakis in sgombri atlantici
di Elena Scarparo
Lo sgombro ( Scomber scombrus ) è una specie migratoria e pelagica di grande importanza economica, ampiamente diffusa nell’Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo. La sua distribuzione spaziale abbraccia una vasta area, da latitudini settentrionali a meridionali, e la sua presenza è fondamentale per la pesca commerciale. Nel corso di questo studio, abbiamo osservato sgombri provenienti dalle zone FAO 27.7 (Canale della Manica e Mar Celtico) e 27.8 (Golfo di Biscaglia), che consideriamo assimilabili in quanto un’analisi condotta nel 2013 (JANSEN et al., 2013) ha evidenziato un’interessante correlazione tra le aree dell’atlantico Nord-Orientale (NEA), suggerendo che possano essere “gemellate”. Questo significa che gli esemplari di sgombro nati nel Canale della Manica potrebbero migrare per andare a riprodursi nel Golfo di Biscaglia.
Una prova tangibile di questa dinamica è stata osservata nei dati relativi alla classe annuale del 2005 degli sgombri, oggetto dello studio sopra citato: osservati per la prima volta nella zona tra l’Irlanda e le Ebridi, durante il periodo di picco della stagione riproduttiva, nel marzo del 2010, questa classe annuale è stata abbondantemente catturata in tutto il Golfo di Biscaglia.
Questi risultati suggeriscono un’interessante connessione tra queste regioni con implicazioni importanti anche per quanto riguarda la fauna parassitaria. I nematodi appartenenti al genere Anisakis sono parassiti zoonotici con un ciclo vitale complesso che coinvolge diversi
ospiti. Le uova non embrionate rilasciate dalle femmine adulte vengono eliminate nell’ambiente attraverso le feci dei mammiferi marini e, una volta in acqua di mare, si sviluppano formando larve di primo stadio (L1) ancora all’interno delle uova. Successivamente, queste larve si trasformano in larve di secondo stadio (L2), liberandosi nell’acqua dove vengono ingerite dai crostacei dell’ordine degli Euphasiace, comunemente noti come krill. All’interno dei krill, le larve maturano nello stadio L3, che
è infettivo per una varietà di pesci, tra cui lo sgombro, le acciughe e le sardine, oltre ad alcuni cefalopodi. Quando i mammiferi marini ingeriscono tali pesci o cefalopodi, le larve subiscono due mute e si sviluppano fino a diventare nematodi adulti, completando così il ciclo vitale. Gli esseri umani rappresentano un ospite accidentale per questi parassiti, in quanto il nematode non può completare il suo ciclo vitale nell’organismo umano rimanendo allo stadio L3. L’infezione nell’uomo
Figura 1 – Evidenze visive dell’infestazione di larve di nematode del genere Anisakiis in S. scombrus
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Tabella 1 – Dati quantitativi sugli sgombri visionati in ciascuna osservazione e relative positività rilevate all’esame visivo
Osservazione 1234567
Zona FAO
27.727.727.827.827.827.827.8
Mese di pesca lugliolugliomarzomarzoaprileaprileaprile
Soggetti visionati 100100200400200100200
Positivi 1211111
Tabella 2 – Numero di larve evidenti esternamente per soggetto
Soggetto 12.12.234567
Larve visibili 62111121
avviene attraverso l’ingestione di pesci o cefalopodi parassitati crudi o poco cotti (PRAVETTONI et al., 2012).
L’obiettivo primario di questo studio è stato investigare, in assenza di letteratura a riguardo, la possibile evidenza visiva esterna della presenza di nematodi del genere Anisakis migrati dai visceri fino all’interno delle carni di sgombro, con l’intento di identificare e valutare la vitalità di questo parassita nei filetti al fine di migliorare la sicurezza e la qualità degli alimenti destinati al consumo umano. Tale approccio di indagine è stato motivato dalla necessità di proteggere la salute dei consumatori e mantenere gli standard commerciali. È importante notare che la migrazione delle larve di Anisakis sotto la pelle può rendere evidente la parassitosi, consentendo la rimozione dal commercio di esemplari interi che risultano infestati. Questo è particolarmente rilevante poiché soggetti sensibili possono manifestare reazioni allergiche anche con l’assunzione di larve morte (LEVSEN et al., 2005).
Materiali e metodi
La presente indagine è stata condotta dal luglio 2023 fino ad aprile del 2024 al fine di individuare larve di nematodi del genere Anisakis nello sgombro (S. scombrus) intero. Durante lo studio, sono state effettuate sette osservazioni, coinvolgendo un totale di 1.300 esemplari esaminati
tutti di dimensione superiore ai 25 cm, di cui 200 provenienti da importazione francese e 1.100 da importazione spagnola. Nel corso delle osservazioni numerate dalla 3 alla 7, i soggetti positivi all’osservazione sono stati trasportati in laboratorio, i quali sono stati sottoposti ad ispezione visiva di organi e cavità celomatica e a speratura dei filetti, per verificare la presenza di eventuali parassiti visibili. I visceri e le porzioni muscolari,
costituite dai filetti dorsali e ventrali divisi per lato destro e sinistro, sono stati quindi posti in beaker contrassegnati e sottoposti a digestione enzimatica tramite l’utilizzo di una soluzione cloro peptica per la digestione. Le larve rinvenute, dopo la valutazione della vitalità (PODOLSKA et al. 2019), sono state identificate a livello di genere, in base alle caratteristiche morfologiche, mediante l’utilizzo del microscopio ottico (BERLAND, 1989).
IL PESCE, 3/24 145
Figura 2 – Rimozione larva dal sottocute
Tabella
3 – Valutazione della numerosità e della vitalità delle larve in laboratorio
Larve visceriLarve filetto sxLarve filetto Dx
Soggetto 3
36 vivi2 morte/
Soggetto 4 20 vivi1 vivo1 vivo
Soggetto 5 34 morti1 morto/
Soggetto 6 17 morti + 1 vivo//
Soggetto 7 24 morte//
Risultati e discussione
Dalle nostre osservazioni (Tabella 1) emerge che 8 (0,6%) esemplari di S. scombrus sui 1.300 visionati, pescati nel NEA, presentano larve visibili dall’esterno. Se assimiliamo le due zone FAO possiamo vedere una prevalenza dello 0,6% di esemplari risultati positivi ad un esame visivo esterno, mentre dividendo le due aree abbiamo una prevalenza del 1,5% nella zona FAO 27.7 (Canale della Manica e Mar Celtico) e dello 0,45% in quelli pescati nella zona FAO 27.8 (Golfo di Biscaglia). Sarebbe necessario effettuare un maggior numero di osservazioni sia per quanto riguarda la stagione di pesca sia per quanto riguarda la numerosità di campioni della zona FAO 27.7; quindi, al momento le due zone verranno considerate “gemellate” (JANSEN et al., 2013). Queste osservazioni ci dimostrano che è possibile in alcuni casi rinvenire delle positività senza necessariamente aprire i soggetti ed escluderli dalla commercializzazione. Per quanto riguarda la presenza e la vitalità delle larve (Tabella 3), si osservano situazioni molto variegate. Tuttavia, particolare attenzione è rivolta alle larve rinvenute nei filetti, poiché in alcuni casi, come nel campione 4, si presentano ancora vitali. È importante sottolineare che la presenza di larve, anche non vitali, nei filetti aumenta il rischio di reazioni allergiche nei consumatori, soprattutto nei soggetti sensibili. Pertanto, la commercializzazione di tali esemplari rappresenta un potenziale pericolo per la salute pubblica e richiede misure preventive appropriate. Inoltre, va notato che tutti i soggetti sottoposti a ispezione in laboratorio hanno mostrato la presenza di numerose
larve nei visceri. Questo aumenta il rischio di contaminazione dei filetti durante il processo di lavorazione.
Conclusioni
Questi risultati sottolineano l’importanza di un monitoraggio continuo anche nei pesci interi. Inoltre, evidenziano la necessità di ulteriori studi per comprendere appieno la dinamica di migrazione delle larve al fine di sviluppare strategie efficaci per la prevenzione non solo nello sgombro ma in tutti i pesci soggetti a questa infestazione. Questo fenomeno rappresenta una significativa problematica per il commercio ittico, soprattutto considerando le normative comunitarie come il regolamento 853/04, capitolo V, il quale sottolinea che “Gli operatori non devono immettere sul mercato per il consumo umano i prodotti della pesca manifestamente infestati da parassiti”. Pertanto, considerando che la presenza di larve è evidente esternamente, gli sgombri trovati positivi, anche se interi, non sono idonei per la vendita secondo tali disposizioni normative indipendentemente dalla vitalità delle larve. Per futuri studi, sarebbe interessante ampliare il campione considerando un numero maggiore di soggetti raccolti durante diverse stagioni di pesca. Questo consentirebbe di valutare se vi è un aumento della migrazione delle larve in periodi specifici dell’anno o se tale fenomeno rimane costante nel tempo. Inoltre, sarebbe utile includere esemplari pescati nelle acque del Mar Mediterraneo per confrontarli con quelli provenienti dall’Atlantico, in modo da capire se questo tipo di migrazione è limitato alcune aree geografiche o se sia invece diffuso e generalizzato. Inoltre, l’inclusione
nello studio di altre specie soggette a questa parassitosi potrebbe fornire importanti informazioni sulla possibile correlazione tra la dimensione del pesce e la frequenza di questa insolita migrazione delle larve. Questo approccio consentirebbe di ampliare la nostra comprensione sui fattori che influenzano il comportamento migratorio delle larve di Anisakis e potrebbe contribuire a sviluppare strategie più efficaci per la gestione e il controllo di questa problematica. Elena Scarparo
Bibliografia
BERLAND B. (1989), Identification of larval nematodes from fish, in MÖLLER H. (Eds.), Nematode problems in North Atlantic fish, Report from a workshop in Kiel, 3–4 April 1989, ICES C.M./F6:16–22.
J ANSEN T., G ISLASON H. (2013), Population structure of Atlantic mackerel (Scomber s.), PloS one, 8(5), e64744.
LEVSEN A., LUNESTAD B. T., BERLAND B. (2005), Low detection efficiency of candling as a commonly recommended inspection method for nematode larvae in the flesh of pelagic fish, J. of food protection, 68(4), 828-832.
P ODOLSKA M., P AWLIKOWSKI B., NADOLNA-AŁTYN K. et al. (2019), How effective is freezing at killing Anisakis simplex, Pseudoterranova krabbei, and P. decipiens larvae? An experimental evaluation of time-temperature conditions, Parasitology Res. 118, 2139–2147.
PRAVETTONI V., PRIMAVESI L., PIANTANIDA M. (2012), Anisakis simplex: current knowledge, Eur. annals of allergy and clinical immunology, 44(4), 150.
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A livello tecnico, invece di congelare un’intera confezione di prodotto, si agisce sul singolo pezzo, facendolo passare in continuo attraverso un tunnel di surgelazione, ottenendo così un prodotto “sciolto”. Ciò consente quindi all’utilizzatore finale di non dover attendere lo scongelamento dell’intera confezione, congelata in blocco, ma di prelevare volta per volta la quantità di “singoli pezzi” necessaria all’uso.
Ne conseguono dei chiari vantaggi rispetto al congelamento tradizionale, in termini di:
• riduzione dei tempi di attesa;
• riduzione degli sprechi;
• maggiore praticità;
• una qualità superiore del prodotto finito. Come è noto, infatti, maggiore è la velocità di surgelazione al cuore dell’alimento e maggiore sarà la sua qualità, grazie alla micro-cristallizzazione dell’acqua naturalmente presente nel prodotto.
la
148 IL PESCE, 3/24 TECNOLOGIE
Per
surgelazione IQF, Linde ha sviluppato una tecnologia brevettata che si presta ottimamente per i prodotti ittici quali gamberetti, cubetti o sticks di salmone, tonno, pesce spada, pesci di media e piccola taglia, ecc…
Ora, è scontato sostenere che surgelare un alimento di pochi centimetri sarà decisamente più veloce rispetto ad una confezione di diversi decimetri! E tale surgelazione sarà inoltre tanto più veloce tanto più bassa sarà la temperatura di processo del surgelatore.
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IL PESCE, 3/24 149
In alto: cubetti di salmone surgelati in IQF. In basso: cubetti di salmone surgelati in IQF e successivamente decongelati.
Linea Flesh, Innovating with You for You
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Oggi Linea Flesh vende in tutta Italia e con la stessa filosofia di 30 anni fa che, coniugata all’innovazione, la contraddistingue. “La vera innovazione è ascoltare e confrontarci con i nostri acquirenti, raccogliendo i loro suggerimenti e le loro idee per incrementare la nostra gamma di prodotti in base alle loro esigenze. Da qui nasce il nostro slogan: Innovating with You for You”
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Linea Flesh, con sede ad Arzignano, in provincia di Vicenza, nel 2023 ha compiuto 30 anni e, seguendo il proprio senso di innovazione continua, ha deciso di aggiornare anche la propria immagine, adottando un nuovo logo che rispecchia maggiormente la propria filosofia.
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esigenze; da qui il nostro slogan: Innovating with You for You» ci dicono da Linea Flesh.
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lavorati o conservati. Ecco perché risulta di primaria importanza che il trasporto e lo stoccaggio avvengano utilizzando pallet in grado di rappresentare una vera e propria garanzia di qualità, anche alla luce di un mondo in continua evoluzione dal punto di vista degli strumenti a disposizione per la logistica.
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e il design innovativo li rendono inoltre facilmente lavabili e impilabili, ottimizzando lo spazio e riducendo i costi.
Con oltre 40 anni di esperienza nel settore del riciclo, Relicyc ha sviluppato Logypal pensando all’ambiente ma anche alle esigenze pratiche delle aziende. Il processo di produzione sostenibile, infatti, assicura che ogni pallet danneggiato possa essere completamente riciclato, contribuendo a un ciclo di vita virtuoso e responsabile.
Ecco allora che il pallet in plastica diventa il punto di partenza per ripensare i criteri di sostenibilità ambientale e di business in un’ottica totalmente nuova. Che sia in polipropilene o r-HDPE, a differenza di quelli in legno, il Logypal evita qualunque rischio di distacco di schegge o segatura, perciò risulta particolarmente adatto al trasporto ittico anche perché non assorbe odori, liquidi e umidità, oltre a garantire altissimi standard igienici.
Ma ci sono anche altri vantaggi, altrettanto importanti in termini di salute e funzionalità: questo prodotto, infatti, non presenta parti ferrose, come ad esempio i chiodi, che possono arrugginire facilmente quando viene conservato per periodi prolungati nelle vicinanze delle zone marine; inoltre, quando non utilizzato consente di risparmiare fino a
due terzi dello spazio di stoccaggio.
Infine la trasparenza e la tracciabilità sono da sempre due caratteristiche fondanti della produzione di Relicyc, grazie al ricorso alla tecnologia Blockchain del programma Certified Recycled Plastic®.
Attraverso l’innovazione e la trasparenza, l’azienda ha introdotto infatti un sistema di QR Code univoci per ogni lotto di pallet Logypal, permettendo ai clienti di accedere ad una vasta gamma di informazioni dettagliate. Il CEO Alessandro Minuzzo evidenzia che questo sistema garantisce la tracciabilità legale del materiale utilizzato e sottolinea l’identità di riciclato dei pallet, disponibili in diverse misure e varietà di colori come verde, rosso, azzurro, grigio chiaro o giallo e dotati di un bordino per prevenire lo scivolamento della merce.
Logypal di Relicyc rappresenta dunque una rivoluzione nel settore del trasporto e stoccaggio dei prodotti ittici e si pone come il partner ideale per garantire la qualità e la sicurezza alimentare, rispondendo alle esigenze di un mercato sempre più attento ad evitare la dispersione dei rifiuti nell’ambiente.
Per chi opera nel settore ittico, scegliere Logypal signifi ca impegnarsi per un futuro responsabile e proteggere il proprio business nel rispetto del pianeta.
Il CEO di Relicyc Alessandro Minuzzo. Con oltre 40 anni di esperienza nel settore del riciclo, Relicyc ha sviluppato Logypal pensando all’ambiente ma anche alle esigenze pratiche delle aziende. Per chi opera nel settore ittico, scegliere Logypal significa impegnarsi per un futuro responsabile e proteggere il proprio business nel rispetto del pianeta.
>> Link: www.relicyc.com/it/
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ANNUARIO del PESCE e della PESCA 2024/2025 N. 35 Prenota ora: 1 copia € 60,00 pubblicitaitalia.store
Sensori 3D Zebra Technologies
Il processo di ispezione del pesce congelato raggiunge il 100% di precisione con un sistema di machine vision ottimizzato per gestire ispezioni complesse
Zebra Technologies Corporation (NASDAQ: ZBRA), fornitore leader di soluzioni digitali che consente alle aziende di connettere in modo intelligente dati, risorse e persone, ha annunciato che i produttori nel settore ittico stanno raggiungendo tassi di ispezione visiva che si avvicinano al 100% di precisione grazie alla tecnologia del sensore di distanza 3D ad alta fedeltà AltiZ.
Il Grupo Alava, rivenditore registrato di Zebra e distributore di automazione industriale, ha collaborato con Marexi, fornitore di soluzioni di ispezione con visione artificiale per l’industria conserviera e ittica, per aggiornare TUNASCAN®, il sistema
di classificazione e smistamento con visione artificiale ad alta velocità ed elevata produttività brevettato da Marexi.
Utilizzando i sensori di distanza 3D di Zebra con algoritmi eseguiti all’interno del sensore per acquisire e inviare dati 3D corretti, TUNASCAN è in grado di classificare e smistare il tonno con tassi di precisione quasi perfetti. Il sistema può ora classificare fino a 20 tonnellate di tonno congelato all’ora per specie, dimensioni e qualità per i clienti. «Una delle nostre installazioni TUNASCAN ha lavorato fino a 20 ore al giorno, sei giorni alla settimana, senza richiedere quasi alcuna manutenzione», ha
dichiarato Pau Sánchez Carratalá, vision and robotics engineer di Marexi. «Con tassi di precisione che si avvicinano al 100%, i nostri clienti non potrebbero essere più soddisfatti del sistema aggiornato che utilizza i sensori 3D di Zebra».
La corretta classificazione visiva dei pesci è impegnativa, soprattutto di quelli congelati, e questo ha portato il team di Marexi ad avviare il progetto di aggiornamento con Grupo Alava per eliminare gli errori e rendere il sistema più solido e facile da calibrare. In passato, Marexi utilizzava fotocamere e laser separati per ottenere dati 3D; ora, invece, questi elementi sono integrati in un
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Il sistema TUNASCAN® di Marexi analizza e classifica il tonno in base alla specie, alle dimensioni e alla
qualità.
I sensori di distanza 3D ad alta fedeltà AltiZ vantano un design a doppia fotocamera e singolo laser che riduce notevolmente le distanze di scansione e offre una fedeltà di riproduzione 3D eccezionalmente elevata.Algoritmi esclusivi eseguiti all’interno del sensore generano automaticamente dati 3D affidabili sotto forma di profili individuali, mappe di profondità o nuvole di punti. Un’interfaccia standard GigE Vision consente agli utenti di lavorare direttamente con una vasta gamma di software di visione.
unico sensore 3D Zebra. «Abbiamo scelto i sensori 3D di Zebra perché la nostra applicazione richiedeva un modo efficiente e affidabile per ottenere nuvole di punti 3D da oggetti che si muovono a una velocità piuttosto elevata», ha dichiarato Sánchez Carratalá. «L’applicazione, inoltre, doveva gestire molti disturbi delle nuvole di punti e la poca precisione delle operazioni. Il design a doppia fotocamera e singolo laser del sensore 3D di Zebra consente di ottenere ciò che non è possibile ottenere con un comune sensore di profili 3D, permettendoci di garantire l’elevata fedeltà di riproduzione che cercavamo per il sistema e per i nostri clienti».
Il tonno congelato passa attraverso la sezione di scansione TUNASCAN dove due sensori 3D di Zebra eseguono una scansione 3D. Le linee laser tracciano i contorni del tonno e gli algoritmi incorporati nei sensori 3D producono una nuvola di punti che viene unita per creare un rendering 3D completo del tonno. Gli algoritmi assicurano un maggiore controllo sui dati non validi, che si traduce in riproduzioni 3D più
precise. Gli algoritmi di machine learning classificano ogni singolo tonno in base ai dati della nuvola di punti e al peso, quindi, inviano i dati ad un sistema di smistamento in modo che ogni tonno venga smistato nel contenitore appropriato. «Soluzioni di ispezione visiva potenti e moderne che utilizzano la visione artificiale e la tecnologia dei sensori 3D aiutano i produttori che vogliono assicurarsi livelli di precisione più elevati nel processo complesso di ispezione e classificazione di alimenti freschi e surgelati», ha dichiarato Luca Gallo, machine vision manager EMEA di Zebra Technologies. «La collaborazione con un partner di fiducia con l’hardware e il software giusti sta rendendo questo obiettivo una realtà».
>> Link: zebra.com/it
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Dalla Progettazione
Fantasia e Razionalità, uniti alla competenza del nostro ufficio tecnico danno vita alla fase della progettazione tridimensionale, in modo che il cliente abbia una visione realistica di quello che sarà il suo progetto a lavori terminati. Grazie ad una vasta gamma di materiali ed abbinamenti di colore ti andremo a cucire addosso un vestito personalizzato in base alle proprie esigenze.
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Lo facciamo in modo sartoriale, ci occupiamo dallo studio e progettazione alla realizzazione di soluzioni su misura per il mondo del Seafood Retail e locali pubblici, che sia un ristorante o pescheria o luxury food shop specializzato.
Partiamo da un layout bidimensionale che deve essere funzionale, razionale e rappresentare fedelmente gli spazi per fare comprendere al cliente l’operatività del locale.
Se poi a questo si vanno ad unire rivestimenti,utilizzando i materiali più ricercati: legno, acciaio, marmo, Laminam, grès o ceramica, realizzati con la maestria artigianale che ci distingue, il risultato è un prodotto di altissimo livello, personalizzato e curato nei minimi dettagli, customizzato per ogni singolo cliente, consentendogli di realizzare materialmente il suo sogno.
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