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Aziende Lunadoro, un’eccellenza toscana riconosciuta in tutto il mondo

LUNADORO, UN’ECCELLENZA TOSCANA RICONOSCIUTA IN TUTTO IL MONDO

Lunadoro, una “piccola” e preziosa società agricola di Valiano di Montepulciano acquisita da Schenk Italian Wineries, è una delle eccellenze più interessanti del panorama del Vino Nobile. La produzione dell’azienda è concentrata sui tre vini che rappresentano l’eccellenza di Montepulciano: Rosso di Montepulciano, Vino Nobile e Nobile Riserva, ricordando che il Nobile è stato il primo vino a ricevere la

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In alto: Nobile di Montepulciano DOCG Pagliareto. In basso: Adriano Annovi, AD Lunadoro. A sinistra: vigneti dell’Azienda Agricola Lunadoro per Schenk.

Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) il 1o luglio 1980. Questi tre grandi vini sono già stati apprezzati da WINE ENTHUSIAST, GAMBERO

ROSSO, GUIDA VERONELLI e THE DRINKS BUSINESS con recensioni molto lusinghiere.

Per il Lunadoro Pagliareto vino Nobile di Montepulciano DOCG 2015 (in foto a lato) i riconoscimenti sono arrivati, importanti, sia in Italia sia all’estero: Tre bicchieri Gambero Rosso nel 2018 e unico vino italiano ad essere servito alla cena di gala dell’Accademia dei Nobel l’anno successivo.

Da THE DRINKS BUSINESS sono arrivate le medaglie d’oro Master Tuscan con tre referenze: vino Nobile di Montepulciano DOCG Pagliareto 2017, vino Nobile di Montepulciano Docg Gran Pagliareto 2016 e vino Nobile di Montepulciano Docg Riserva Quercione 2016. Per il Gran Pagliareto e la Riserva Quercione, una menzione speciale pubblicata sul sito di THE DRINKS BUSINESS: “Questi due vini del 2016 hanno sedotto gli assaggiatori con i loro aromi di mandarino, ciliegia e cedro, e hanno consegnato così tanto fascino al palato con sapori di bacche rosse in umido, prugne e cuoio, insieme a un brillante, carattere piccante e tannini fi ni e asciutti”.

Il vino Nobile ha certamente un potere seduttivo che in Lunadoro si esprime al meglio e che a breve presenterà una nuova referenza disponibile nelle enoteche italiane e sull’e-shop Vineria43.it

La conversione al biologico

I programmi di Adriano Annovi, amministratore delegato di Lunadoro, non contemplano solamente la ricerca dell’eccellenza e l’ampliamento dalla gamma, ma anche una totale conversione al biologico entro il 2023. «La salvaguardia del territorio e la convinzione che la natura sia in grado di autodifendersi nel miglior modo possibile ci hanno spinto a intraprendere questo percorso che vedrà la conversione dell’intero vigneto della cantina Lunadoro in biologico entro il 2023. Si tratta di un investimento importante, che riguarda il 15% del fatturato totale dell’azienda. Siamo certi che in termini di qualità del vino e di sostenibilità sia un progetto che darà frutti eccezionali.

L’attenzione verso il suolo e la maggior cura del vigneto, coadiuvate anche dalle favorevoli condizioni pedoclimatiche della zona, saranno fattori determinanti per innalzare ancora più in alto l’asticella qualitativa delle nostre uve e quindi dei nostri vini».

È prevista l’eliminazione di qualsiasi diserbante e di tutti i fi tofarmaci di sintesi. Si prediligeranno tutti quei processi che favoriscono in modo naturale la rigenerazione del sistema suolo: il piano di rotazione e le buone pratiche agronomiche, come il sovescio, volte alla produzione di preziosa sostanza organica anche fra un ciclo produttivo e l’altro. La vendemmia 2023 sarà la prima 100% bio.

Per info: www.lunadoro.it E-commerce: www.vineria43.it

Schenk: obiettivo sostenibilità raggiunto con Equalitas

«Dopo il lungo iter che ha portato all’ottenimento della certifi cazione di sostenibilità Equalitas, oggi Schenk Italian Wineries ha adottato tutte le pratiche etiche, ecologiche ed economiche per migliorare i processi aziendali, nell’ottica del risparmio delle risorse idriche ed energetiche utilizzate, e del rispetto degli obiettivi defi niti. Anche in un anno diffi cile ed incerto come quello che ci siamo a lasciati alle spalle, siamo orgogliosi di aver continuato ad investire e a lavorare per innalzare i nostri standard etici ed ecologici e di aver assicurato un luogo di lavoro stabile e sicuro a tutti i nostri dipendenti, senza aver dovuto ricorrere all’utilizzo della cassa integrazione». Con queste parole Roberta Defl orian (in foto), direttore commerciale di Schenk Italian Wineries, annuncia il recente ottenimento della certifi cazione Equalitas, che attesta l’impegno e la volontà dell’azienda di Ora (BZ) nell’adottare buone prassi in cantina, in campo e nella promozione di uno rapporto ancora più stretto col territorio d’appartenenza. La certifi cazione Equalitas si raggiunge per step e si basa su dati oggettivi e misurabili: si va dagli indici di biodiversità del suolo e dell’acqua alle impronte idriche e carboniche, passando attraverso le buone pratiche di lavorazione per la sostenibilità ambientale fi no al controllo di gestione e la trasparenza dei dati per la sostenibilità economica. A ciò si aggiunge l’impegno per il miglioramento della sostenibilità etica. Schenk Italian Wineries, che nel 2020 ha prodotto circa 51 milioni di bottiglie per un fatturato di oltre 115 milioni di euro (+4% rispetto al 2019), ha lavorato su tutti i tre fronti per migliorare la qualità e la sostenibilità dei propri processi e prodotti. In particolare, l’azienda vitivinicola altoatesina ha sempre perseguito e mantenuto standard molto alti di soddisfazione tra i dipendenti con diverse misure a sostegno: dall’introduzione, nel 1997, di un premio di produzione legato all’andamento dell’azienda, ad un servizio mensa per i 2/3 a carico dell’azienda, dalle borse di studio per meriti scolastici riservate ai fi gli dei dipendenti, al servizio di asilo nido introdotto nel 2019. Sono stati operati, inoltre, una serie di investimenti per abbassare i consumi idrici ed energetici aziendali. Da qui l’introduzione della linea 4.0 per l’imbottigliamento, che ha portato ad una riduzione del 6,7% del consumo di acqua e del 6,5% di energia elettrica; la dotazione di una centrifuga che permette il lavaggio con un ridotto spreco di energia e acqua; l’ampliamento del depuratore per lo smaltimento delle acque; la riduzione del rumore in linea di produzione per migliorare il benessere lavorativo. «Crediamo sia molto importante prestare sempre più attenzione ai bisogni e alle esigenze delle proprie risorse umane, valorizzare il territorio che ci ospita e impegnarsi a ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente» ha sottolineato Roberta Defl orian. «In questa direzione, stiamo avviando l’iter di certifi cazione Equalitas per la sostenibilità anche per Lunadoro».

Un’altra storia di norcineria di qualità sui Monti Lepini

Valle Pepe, fattoria etica di montagna

di Massimiliano Rella

Prosciutto di capra. E ravamo andati a Bassiano soltanto l’anno scorso, appena dopo le riaperture dal lockdown di marzo, per visitare i laboratori di Reggiani, un’azienda artigianale che ha saputo valorizzare il Prosciutto di Bassiano, la più nota specialità norcina di questo paesino di 1.500 abitanti in provincia di Latina, a 650 metri slm sui Monti Lepini, nel Lazio meridionale. Siamo tornati ad inizio febbraio, per raccontare un’altra storia di norcineria di qualità, in queste terre dal clima ideale per la stagionatura dei prosciutti, dove già un tempo le famiglie contadine provvedevano a farsi in casa la scorta alimentare per l’inverno (ricca di salumi e insaccati), seguendo le istruzioni di ricette consolidate e tramandate nella pratica quotidiana.

Un po’ con lo spirito di allora, un po’ con lo sguardo al mercato le sorel-

le ELVIRA e LUCIA RICCI e LUIGI CACCIOTTI, il marito di Lucia, gestiscono la SOCIETÀ AGRICOLA VALLE PEPE, una “fattoria etica” di montagna con allevamento brado e semibrado di suini e capre: per il pascolo sono 15 ettari di proprietà e 100 in affi tto dal comune e da privati; inoltre, una sessantina di ulivi di cultivar Itrana da cui ottengono olio extravergine per il consumo familiare, impiegando un loro frantoio con estrazione a freddo per affi oramento.

L’azienda Valle Pepe fu fondata nel 2009 dal padre delle due sorelle, l’imprenditore metalmeccanico di origini contadine ALBERTO RICCI, scomparso di recente. Una tra le più felici intuizioni del signor Ricci ha oggi la corporatura fi era della Cintarella senese, un incrocio di Cinta senese e suino Nero

In alto: la Cintarella bassianese. In basso: capre Saanen e Camiciola.

In alto: formaggio Lepino di capra a pasta semicotta. In basso: gli allevatori e norcini Luigi Cacciotti e la moglie Lucia Ricci con la piccola Beatrice.

dei Lepini da lui stesso battezzato nel 2010, con tanto di marchio registrato. «Siamo gli unici ad avere quest’incrocio» ci spiega Lucia mentre ci guida alla scoperta dell’allevamento e delle celle di stagionatura. «È un maiale dal mantello nero ispido con una striatura bianco-rosata sul bordo delle spalle, come la Cinta senese, ma ha in più i bargigli sotto il muso, che sono invece caratteristici del suino nero. La Cintarella è un animale dalla pezzatura di 160-180 kg, a crescita lenta — continua Lucia — lo nutriamo con ghiande, radici, castagne, sottobosco, mandorle e con un’integrazione di granaglie naturali, da noi stessi macinate nel molinetto aziendale. Fa almeno 2 anni di vita prima della macellazione».

Si fa presto oggi a parlare di suini neri ma prima del ‘900 le razze del Sud Europa erano propriamente nere e derivavano dalla Sus Scrofa Mediterraneus, antenato dei suini domestici del Mediterraneo, le cui carni ricche di sapore e ben marezzate hanno grasso di qualità superiore con alto indice d’acido oleico. Ad esempio la Cintarella senese, assicurano le sorelle Ricci, ha una percentuale di grasso del 35-40%, ricco di Omega-3 e acidi oleici e una parte magra ben marezzata.

Dall’allevamento di 70 suini semibradi, in maggioranza di Cintarella, l’azienda Valle Pepe ottiene una piccola produzione di braciole, salsicce, spuntature, prosciutto di spalla e di coscia, ma anche coppa, pancette, lonza e guanciale; nel quantitativo consentito dalla macellazione di 3-4 maiali al mese. Tutti prodotti senza additivi, in vendita diretta allo spaccio aziendale.

I Ricci producono anche un prosciutto artigianale di capra, carne di capra, capretto e formaggi con fermenti “fatti in casa” nel piccolo caseifi cio di Valle Pepe. L’altra parte dell’allevamento, infatti, è dedicata ai 120 capi di capre Lepine, Camosciate, Camiciole e Saanen, dal cui latte i Ricci ottengono formaggi artigianali da due mungiture giornaliere. Ad esempio il Lepino a pasta semicotta prende corpo e sapore dopo la rottura della cagliata a 45 °C. Si mangia fresco o stagionato, fi no ad un anno. Tra le specialità c’è anche un formaggio che ricorda la robiola e poi caciottine, stracchini di capra e formaggi misti di capra e mucca. Il latte vaccino arriva però da un’altra stalla di famiglia.

Massimiliano Rella

Società agricola e di allevamento Valle Pepe

Via Carpinetana Vecchia Loc. Valle Pepe 04010 Bassiano (LT) Telefono: 377 5470809 – 392 3125768 E-mail: info@vallepepe.it Web: www.vallepepe.it www.facebook.com/vallepepeoffi cial www.instagram.com/vallepepeoffi cial

Nota

Photo © Massimiliano Rella.

Il compleanno speciale di CLAI: donati 590.000 pasti col Banco Alimentare

Si è conclusa felicemente l’iniziativa realizzata da CLAI (Cooperativa lavoratori agricoli imolesi) in occasione del suo 59o compleanno. La grande realtà agroalimentare di Imola, conosciuta per essere portavoce delle tradizioni e della qualità dei prodotti italiani, ha infatti avviato una collaborazione solidale col Banco Alimentare, che dal 1989 combatte lo spreco di cibo in Italia, per distribuire su tutto il territorio nazionale 590.000 pasti: diecimila per ogni anno di vita della Cooperativa nata nel 1962. Le consegne sono iniziate a dicembre 2020 e si sono concluse in occasione del compleanno CLAI in marzo. I volontari del Banco Alimentare hanno distribuito oltre 5.200 porzioni di cibo al giorno (ognuna contenente 500 grammi di alimenti, come da stima della European Food Banks Federation) a persone e famiglie che stanno attraversando un momento di grande diffi coltà economica. Un piccolo conforto che si rivela particolarmente prezioso in un periodo in cui il totale delle famiglie che vivono in povertà assoluta — lo rivela l’Istat —, è pari a oltre due milioni, il 7,7% del totale. Se si considerano i singoli individui, invece, il numero arriva a circa 5,6 milioni. A rendere ancora più cupo lo scenario è il fatto che questi dati, nell’anno segnato dalla pandemia, sono il risultato di un trend in forte crescita. «Quando penso a questa splendida iniziativa che abbiamo realizzato con gli amici del Banco Alimentare per celebrare il cinquantanovesimo compleanno di CLAI — spiega Giovanni Bettini (in foto), presidente di CLAI —, la prima cosa che mi viene in mente è un grande senso di gratitudine: desidero ringraziare

davvero tutti gli Italiani che hanno contribuito alla riuscita dell’iniziativa acquistando la Salsiccia

Stagionata Passita CLAI. In un periodo particolare come quello che stiamo attraversando, ogni gesto di attenzione che possa offrire un po’ di sollievo alle famiglie diventa ancora più importante. Bisogna ragionare e lavorare sempre più in un’ottica di comunità solidale e inclusiva, all’interno della quale tutti si sentano coinvolti e possano fare la loro parte, prendendosi cura gli uni degli altri, “dando” o “ricevendo” a seconda delle situazioni e dei momenti».

A fornire un contributo decisivo alla riuscita dell’iniziativa, oltre alla fi liera distributiva, sono stati infatti gli stessi consumatori CLAI, che hanno potuto partecipare a questo gesto di solidarietà semplicemente acquistando la Salsiccia Stagionata Passita nella versione “Special Edition”, disponibile nei punti vendita da dicembre a fi ne marzo nella versione tradizionale da 450 grammi, affettata in vaschetta da 90 grammi o nell’elegante confezione regalo. A rendere capillare sull’intero territorio nazionale la distribuzione dei pasti è stata la straordinaria forza della rete del Banco Alimentare, che può contare su quasi 7.500 strutture caritative convenzionate e un vero e proprio esercito di duemila volontari (photo © CLAI).

Un’azienda agroalimentare integrata

CLAI è una cooperativa agricola che opera nell’agroalimentare sia nel settore dei salumi, con una particolare specializzazione nel segmento del salame, che in quello delle carni fresche bovine e suine. L’azienda opera principalmente in due stabilimenti: a Sasso Morelli di Imola (BO) dedicato alla produzione dei salumi e a Faenza (RA) dove si effettuano macellazione e sezionamento dei bovini e dei suini, adottando le procedure operative più avanzate per assicurare il benessere animale e alti standard di qualità nel sistema di trasformazione e lavorazione. I prodotti dell’azienda sono presenti in tutti i canali di vendita e in tutte le regioni italiane. Negli ultimi anni CLAI ha sviluppato la sua presenza all’estero soprattutto nel comparto dei salumi. Fanno parte della cooperativa 256 soci, formati sia da soci allevatori che conferiscono il bestiame, che da soci lavoratori che svolgono la loro attività nei vari settori dell’impresa. Ad oggi CLAI occupa 470 lavoratori ed il fatturato 2016 ha superato i 230 milioni di euro.

>> Link: www.clai.it

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