GUIDA ALLA GEMMOTERAPIA
sono condensate tutte le sostanze che servono per far crescere l’albero e i principi benefici di cui è ricca ogni parte dell’albero. La gemmoterapia sfrutta questo straordinario concentrato di virtù salutari, estraendo le sostanze curative contenute nelle parti vegetali più giovani e in crescita. Nel libro illustriamo i principi di base di questa disciplina e spieghiamo come si usano i rimedi gemmoterapici: i macerati glicerici 1 DH e i macerati madre (più concentrati). Riportiamo le schede dettagliate dei gemmoderivati più comuni, con le loro caratteristiche, le proprietà e i disturbi su cui agiscono.
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Nelle gemme e nei germogli
La forza curativa di gemme e germogli
GUIDA ALLA GEMMOTERAPIA
La forza curativa di gemme e germogli Stimolano nell’organismo i processi di autoguarigione Eliminano le tossine, proteggono gli organi dall’invecchiamento. Riparano i danni alle cellule e ai tessuti.
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La forza curativa di gemme e germogli Editing: Giuseppe Maffeis Copertina e progetto grafico: Roberta Marcante Foto: 123rf, Fotolia © 2015 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
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la forza curativa di gemme e germogli
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Sommario Capitolo 1
Germogli e gemme: un concentrato di energie vitali
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Capitolo 2
I principali rimedi gemmoterapici d’uso piÚ comune
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Betulla
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Ginepro
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Biancospino
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Ginkgo biloba
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Castagno
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Ippocastano
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Corniolo
40
Lampone
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Faggio
44
Mirtillo rosso
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Fico
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Nocciolo
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Frassino
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Noce
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Olivello spinoso
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Rovo
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Olivo
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Sequoia
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Olmo
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Tiglio
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Ontano nero
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Viburno lantana
Pino montano
100
Pioppo nero
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Quercia
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Ribes nero
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Rosa canina
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Rosmarino
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Vite rosse
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Nelle gemme è racchiusa tutta la capacità di sviluppo della pianta; i rimedi ricavati dalle parti in crescita degli alberi si utilizzano per trattare molti disturbi, senza effetti collaterali
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Capitolo 1
Germogli e gemme: un concentrato di energie vitali
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a gemmoterapia si basa su un presupposto fondamentale: i tessuti vegetali embrionali (come gemme e germogli) contengono potenti principi attivi perchÊ racchiudono le molecole fondamentali per lo sviluppo della pianta. Sono un vero concentrato delle proprietà benefiche della pianta e sono utili anche all’uomo. I rimedi ricavati dalla macerazione delle parti in crescita della pianta risultano efficaci per disintossicare i tessuti, moltiplicare le cellule e stimolare le capacità di autoguarigione del nostro organismo.
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I principi più potenti estratti dalle piante
L
a gemmoterapia è una branca della fitoterapia che utilizza i rimedi ricavati dai tessuti vegetali embrionali, come gemme o giovani germogli, estraendone i principi attivi tramite un solvente appropriato. Il principio fondante di questa disciplina si basa sul fatto che le giovani parti della pianta, nella primissima fase di sviluppo, sono ricche di potenti fattori di crescita, che possiedono notevoli capacità curative. Nelle gemme e nei germogli è già racchiuso il patrimonio genetico della pianta e tutte le sostanze che permettono lo sviluppo dell’intero albero. Da un piccolissimo germoglio, infatti, nel giro di pochi mesi, si formano foglie, fiori, legni e fusti. Responsabili di questo sviluppo prodigioso sono sostanze come auxine, enzimi, citochine e gibberelline (ormoni e fattori di crescita tipici del regno vegetale). La struttura molecolare di queste sostanze vegetali è simile alle molecole prodotte dall’organismo umano; per questo possono interagire con i recettori che si trovano nel nostro corpo, provocando una risposta biologica che risulta benefica per la salute. Tali sostanze infatti si usano sia per disintossicare i tessuti attraverso il drenaggio, sia per trattare disturbi molto comuni. La gemmoterapia fu fondata a metà del secolo scorso dal dottor Pol Henry, un medico belga esperto di botanica che studiò gli effetti delle varie piante sul terreno e sull’ambiente. Verificò che effetti analoghi potevano essere ottenuti anche sul corpo umano, specialmente sfruttando l’energia “concentrata” delle sostanze contenute nelle parti embrionali dei vegetali. Mise a punto il me8
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todo per estrarre tali principi attivi e studiò come e quando applicare tali rimedi sull’uomo. Le sue ricerche furono poi approfondite da numerosi studiosi, soprattutto francesi. La scienza non riconosce ufficialmente l’efficacia della gemmoterapia, tuttavia vari esperimenti scientifici hanno dimostrato l’azione svolta dalle sostanze contenute nei germogli e la loro potenzialità terapeutica. La gemmoterapia è molto praticata in vari Paesi europei ed è in fase di notevole diffusione anche in Italia. I suoi rimedi sono semplici da usare e praticamente privi di effetti collaterali, anche in caso di assunzione prolungata. Ne possono fare uso anche i bambini e le donne in gravidanza, nelle opportune dosi. Nelle prossime pagine presenteremo gli aspetti fondamentali della gemmoterapia, partendo dalla sua storia per arrivare agli utilizzi pratici dei rimedi. Nella trattazione useremo anche alcuni estratti dalla “Guida alla gemmoterapia” scritta dal medico francese Jean-Michel Morel.
Non si usano solo le gemme Il termine gemmoterapia può far pensare che i rimedi siano ricavati solo dalle gemme, invece si usano anche i germogli, i boccioli, le radici in formazione, la scorza delle radici, la corteccia dei rami giovani, la linfa e i semi. Infatti Pol Henry, fondatore di questa disciplina, la chiamò fitoembrioterapia o meristemoterapia, ovvero metodo terapeutico che utilizza tessuti embrionali vegetali, i meristemi. Poi però prevalse il termine gemmoterapia.
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Cura con le gemme: teoria e storia
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uso delle gemme a scopo terapeutico era consigliato già dall’antica medicina ayurvedica e dalla Medicina Tradizionale Cinese. In Occidente l’estrazione dei principi attivi dai vegetali fu praticata da Galeno (medico del II secolo d.C.) e ancora oggi questo processo si chiama “galenico”. Egli preparava un balsamo per curare le ferite, chiamato Acopon, facendo macerare per tre mesi i germogli di pioppo in olio di oliva. Nei secoli successivi gli alchimisti sperimentarono diversi procedimenti per estrarre anche dalla gemme e dalle radici l’energia vitale delle piante. Preparavano un “elisir di primavera” usando le gemme delle piante, e un “elisir d’autunno” con semi e radici. Paracelso, medico e alchimista che operò all’inizio del Cinquecento, sosteneva che le varie parti della pianta possiedono proprietà terapeutiche. «Ci sono forze diverse nelle gemme - scrisse Paracelso -, nelle foglie, nei boccioli, nei frutti acerbi, nei frutti maturi... Quindi si deve rivolgere la propria attenzione dal primo germoglio all’ultimo...». L’uso curativo delle gemme entrò a far parte anche della medicina popolare. Ad esempio il decotto preparato con i germogli di pioppo era utilizzato in caso di malattie reumatiche. Nell’Ottocento e all’inizio del Novecento alcuni studiosi esaminarono con approccio scientifico le proprietà dei germogli, ma il vero fondatore e “padre” della gemmoterapia fu Pol Henry, medico belga, alla metà del secolo scorso. Egli intuì che negli embrioni vegetali sono contenuti particolari principi attivi, qua-
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litativamente e quantitativamente diversi rispetto al tessuto vegetale adulto; pensò dunque che potessero svolgere un’azione terapeutica sull’organismo umano. Fu il primo studioso a dedicarsi in modo approfondito alla ricerca sui tessuti vegetali embrionali, oltre alla preparazione e sperimentazione dei rimedi da essi ricavati. In pratica Henry inventò un nuovo metodo fitoterapeutico che sfruttava le gemme dei vegetali anziché le parti adulte delle piante. Le ipotesi di Pol Henry Henry sperimentò a lungo i loro effetti prima sugli animali e poi sull’uomo. I suoi studi erano sistematici e precisi: esaminò tutti i tessuti embrionali delle piante, verificando la loro attività sull’uomo e la risposta dell’organismo. Le ricerche di Pol Henry presero il via da due ipotesi di partenza: • la gemma (come tutti gli altri tessuti embrionali vegetali) è un concentrato di tutte le proprietà della pianta; 11
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• le sostanze che permettono alla pianta di adattare l’ambiente alle proprie esigenze possono agire anche sull’organismo umano, modificandolo in modo da sanare i disturbi. Secondo Henry, l’ambiente interno dell’uomo ha un’analogia con l’ambiente naturale in cui la pianta si sviluppa. Per la scelta dei tessuti embrionali vegetali da sperimentare a scopo terapeutico, Pol Henry, che era un esperto botanico, studiò la distribuzione delle specie vegetali nelle varie aree geografiche. In particolare esaminò l’azione svolta dalle piante sulla composizione chimica del terreno (esse infatti lo modificano in modo da poter crescere su suoli aridi o terreni sterili). Inoltre prese in considerazione le caratteristiche delle specie che vivono isolate e di quelle che crescono in gruppo, oltre ai rapporti tra le specie che coabitano fra loro. In seguito a questi studi il medico belga rafforzò la propria convinzione sulle potenzialità terapeutiche di gemme e germogli. Il medico belga elaborò anche il metodo per estrarre dai tessuti embrionali vegetali i loro principi attivi, attraverso la macerazione con sostanze idonee e codificò anche le regole per la preparazione dei rimedi gemmoterapici e per la loro somministrazione, che poi sono rimaste quasi invariate. Le ricerche sulla gemmoterapia furono continuate e approfondite negli anni successivi da numerosi studiosi, soprattutto francesi, e in particolare dal professor Netien (dell’Università di Lione), che elaborò nuovi metodi per l’analisi dei principi attivi presenti nei gemmoderivati e nei tessuti meristematici. Pol Henry studiò approfonditamente un ristretto numero di piante, quasi tutte dello stesso ambiente geografico, la foresta temperata dell’Europa centrale. Proseguendo gli studi e analizzando le caratteristiche anche degli alberi di altri ambienti geografici, si potranno probabilmente scoprire nuovi rimedi gemmoterapici. 12
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Le sostanze contenute nei germogli Le ricerche sulla gemmoterapia hanno permesso di stabilire quali sono le sostanze contenute nelle gemme e nei germogli, e quali le loro caratteristiche e capacità. Questi tessuti embrionali si chiamano, come già accennato, meristemi e sono caratterizzati dal fatto che si possono dividere indefinitamente, moltiplicandosi per scissione. Le cellule derivate dai meristemi sono apparentemente tutte identiche, poi crescono di dimensione e si differenziano tra loro, acquisendo forme e funzioni diverse. Vanno così a comporre le varie parti della pianta. I tessuti meristematici sono caratterizzati dunque, per tutta la vita della pianta, dalla capacità di moltiplicare rapidamente le cellule e di avviare veloci processi di crescita. Le cellule indifferenziate delle gemme sono dette totipotenti, perché mantengono la capacità di riprodurre tutte le parti di una pianta adulta, differenziandosi in fusto, radice, quindi in foglia, fiore ecc. Possono per questo motivo essere paragonate in qualche modo alle cellule staminali degli animali, che hanno la stessa capacità di riprodurre tutte le cellule del corpo. Nei tessuti embrionali vegetali si trovano soprattutto fitormoni e fattori di crescita (definiti anche “biostimoline”), che serviranno per lo sviluppo delle varie parti della pianta. Ecco le più importanti fra queste sostanze. Gibberelline - Contribuiscono a far germogliare le gemme e i semi; favoriscono la crescita delle gemme terminali e lo sviluppo dei fiori. Sono le sostanze da cui dipende l’altezza che viene raggiunta dalla pianta, perché stimolano lo sviluppo verso l’alto. Auxine - Si trovano soprattutto negli apici vegetativi della pianta e servono a mobilitare le sostanze nutritive e a stimolare la sintesi delle proteine e la divisione delle cellule. 13
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Favoriscono la crescita della pianta in lunghezza, attivando la formazione delle radici. Inoltre determinano l’orientamento verso la luce (fototropismo). Citochinine - Attivano la crescita dei giovani germogli e stimolano i processi di divisione cellulare nei tessuti in cui siano già concentrate le auxine. Entrambi gli ormoni partecipano alle fasi di proliferazione delle cellule. In più le citochinine rallentano la maturazione di alcuni frutti e anche il degrado e la senescenza dei tessuti vegetali. Si pensa che possano avere un effetto simile anche nel nostro organismo, rallentando l’invecchiamento dei tessuti. Acido abscissico - Regola il periodo di riposo vegetativo della pianta, inducendo la fase di quiescenza; blocca la crescita delle foglie, ma contemporaneamente stimola l’accrescimento dell’apparato radicale della pianta, che si allarga nel terreno. Etilene - Favorisce la maturazione dei frutti, ma anche l’invecchiamento dei tessuti e l’appassimento dei fiori. Sotto questo aspetto la sua azione si può considerare contrapposta a quella delle citochinine, che invece ostacolano la senescenza delle varie parti della pianta. Oltre a questa serie di sostanze che regolano la crescita delle varie parti della pianta, nei tessuti vegetali embrionali si trovano anche altre sostanze nutritive e protettive che possono essere utili anche all’uomo: • aminoacidi (da cui la pianta produrrà le proteine); • zuccheri (che servono per dare energia); • vitamine (importanti per molte funzioni fisiologiche); • oligoelementi (sali minerali utili al corpo); • polifenoli, antiossidanti che proteggono dai danni i tessuti, sia quelli vegetali che quelli del corpo umano; • derivati terpenici, gli oli essenziali delle gemme profumate. 14
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Le differenze fra gemmoterapia e fitoterapia La gemmoterapia è una branca della fitoterapia, si differenzia da essa perché non utilizza le parti adulte della pianta (foglie, corteccia, gambo, radice, fiore o frutto...), ma i tessuti embrionali (gemme, germogli e in generale tutti i tessuti nella prima fase di crescita). La differenza fra gemmoterapia e fitoterapia quindi consiste principalmente nella diversa composizione del tessuto in crescita rispetto a quello della pianta adulta. Il tessuto embrionale è un concentrato, oltre che dei fattori di crescita, anche del potenziale terapeutico globale della pianta. Nel rimedio gemmoterapico si trovano così sostanze curative di cui sono ricche le singole parti della pianta adulta. I gemmoderivati hanno una composizione biochimica più ricca rispetto ai derivati dalla pianta adulta, e quindi un ventaglio di azioni più ampio rispetto a quello degli altri estratti vegetali fitoterapici. Le parti embrionali agiscono sui processi di regolazione di una delle attività dell’organismo, piuttosto che solo su un organo. 15
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Come si preparano i gemmoterapici
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l metodo per estrarre i principi attivi dalle parti embrionali delle piante fu messo a punto da Pol Henry. Questo metodo richiede soprattutto l’uso di solventi che non siano troppo aggressivi, data la delicatezza dei tessuti embrionali che vengono trattati. Il metodo studiato da Henry è sostanzialmente quello utilizzato ancora oggi e si basa sulla macerazione in alcol e glicerina, anch’essa una sostanza alcolica, ma poco aggressiva (spesso si usa la glicerina vegetale, ricavata da mais o cocco). I solventi agiscono sui tessuti dei germogli estraendo i principi attivi e gli ormoni che contengono. Tutte le sostanze estratte dalla gemma entrano a far parte del rimedio. Il metodo di preparazione dei gemmoderivati è esposto nella Farmacopea francese del 1965 e poi nelle successive edizioni. In essa sono dettagliatamente descritte le varie fasi del procedimento di estrazione e preparazione, che qui di seguito riassumiamo. Le parti embrionali vegetali vengono raccolte nel loro “tempo balsamico” (cioè nel periodo dell’anno in cui contengono la maggiore concentrazione di principi attivi, che di solito per le gemme coincide con l’inizio della primavera). Dopo la raccolta, le parti vegetali, ancora fresche, sono sottoposte alla ripulitura. Quindi di un campione del vegetale appena raccolto si determina il livello di umidità e il peso a secco, ponendolo alla temperatura di 105 °C e lasciandolo a disidratare fino al raggiungimento del peso costante (che determina quindi il peso disidratato). Il vegetale fresco che è già stato pulito e selezionato viene sot-
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toposto a triturazione per agevolare l’operazione estrattiva da parte del solvente. Il materiale ancora fresco, pulito e triturato, viene quindi posto a macerare per tre settimane in una soluzione di alcol a 90° e glicerina (in dosi uguali). La quantità del solvente viene calcolata in modo che il peso del composto finale sia pari a 20 volte il peso della materia vegetale come sarebbe se portata allo stato secco. Questo allo scopo di ottenere un prodotto costante e riproducibile sia negli effetti terapeutici che nelle percentuali di principi attivi. Durante la macerazione il materiale viene agitato quanto basta per favorirla. A macerazione conclusa, si lascia decantare e quindi si filtra. Quello che resta dopo la filtrazione viene ancora spremuto con una pressione costante. Si mescola poi il filtrato con il prodotto della spremitura e si lascia riposare per altre 48 ore. Infine si filtra nuovamente. Il macerato glicerico 1 DH Si ottiene così il macerato madre, o gemmoderivato madre, dal quale con una successiva diluizione si otterrà il prodotto pronto per l’uso. Il macerato madre infatti viene poi solitamente diluito alla prima decimale hahnemanniana 1 DH: una parte del preparato di base viene mescolata con 9 parti di una miscela contenente 50 parti di glicerina, 30 parti di alcol e 20 parti di acqua. Così si ottiene il prodotto finale, che viene messo in commercio: il macerato glicerico (M.G.) 1 DH. La Farmacopea francese stabilisce anche le modalità di controllo dei gemmoderivati prima che vengano venduti e i metodi di conservazione: raccomanda che essi vengano tenuti al riparo dalla luce, in recipienti ben chiusi e che siano utilizzati entro cinque anni dal momento della preparazione. 17
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Le modalità d’uso dei rimedi
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er le loro qualità e grazie ai principi attivi che contengono, i gemmoterapici esercitano molteplici azioni sull’organismo: • danno impulso alla crescita delle cellule e dei tessuti; • drenano le scorie metaboliche e le tossine accumulate; • riequilibrano i processi biochimici dell’organismo; • stimolano i processi di riparazione. L’attività più nota e sfruttata dei gemmoderivati è quella “drenante”, cioè la capacità di indirizzare le tossine corporee verso gli organi emuntori (come fegato, reni e pelle) che sono deputati alla loro espulsione. L’omeopatia, ad esempio, utilizza i gemmoderivati a inizio del trattamento per depurare l’organismo affinché i rimedi omeopatici possano svolgere meglio le loro funzioni. I rimedi gemmoterapici si possono usare soprattutto per questi scopi: la prevenzione delle malattie in generale e in particolare di quelle infettive; la prevenzione dell’invecchiamento e dei danni agli organi (artrosi, osteoporosi, aterosclerosi); il riequilibrio delle funzioni metaboliche (dell’apparato circolatorio e gastrointestinale). In linea generale la gemmoterapia ha dunque un’azione soprattutto preventiva e regolatrice, ma anche curativa, con un effetto che agisce in profondità. Infatti ogni gemmoderivato possiede anche specifiche proprietà terapeutiche, che sono indicate per la cura di determinati organi o apparati; quindi ogni rimedio gemmoterapico può essere prescritto in funzione di uno specifico disturbo o squilibrio organico. Per la scelta dei rimedi più adatti alla propria specifica situazio18
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ne è sempre però opportuno che la prescrizione venga fatta da una persona competente in gemmoterapia e sentire il parere del proprio medico, soprattutto se si soffre di una patologia cronica e se si stanno assumendo farmaci. I rimedi gemmoterapici sono comunque tollerati molto bene dalla maggior parte delle persone e non producono effetti collaterali, tanto che vengono prescritti anche ai bambini e alle donne in gravidanza (in dosi ridotte). Anche l’assunzione per periodi prolungati di tempo non provoca di solito effetti indesiderati, ma è bene, anche in questo caso, che sia il medico a valutare la durata del periodo di trattamento (indicativamente, come abbiamo scritto nelle schede di alcuni rimedi gemmoterapici, si consiglia una durata di 2-3 mesi, seguita da una interruzione). L’utilizzo è molto semplice L’assunzione dei rimedi gemmoterapici è molto pratica: sono commercializzati già pronti per l’uso, basta diluire in poca acqua naturale la dose di gocce prescritta e sorseggiare lentamente il liquido, trattenendolo per qualche secondo sotto la lingua. Allo scopo di ottenere un effetto più profondo, o a più ampio spettro, viene consigliata per il trattamento di alcuni disturbi l’associazione di diversi preparati (di solito 2 o 3), che svolgono un’azione sinergica. Ma i singoli rimedi che vengono abbinati fra loro vanno comunque assunti separatamente uno dall’altro, possibilmente in momenti diversi della stessa giornata. Infatti se più gemmoderivati vengono miscelati tra loro in un unico flacone e restano a contatto a lungo prima dell’assunzione, si rischia l’alterazione delle loro proprietà terapeutiche. 19
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Le dosi indicate di macerato glicerico 1 DH Per una corretta prescrizione del rimedio gemmoterapico occorre indicare il nome latino della pianta da cui è ricavato, seguito dal tipo di preparazione. Per esempio: Ribes nigrum M.G. (che sta per macerato glicerico) 1 DH (che significa prima diluizione hahnemanniana). Si può indicare anche la parte della pianta da cui è ricavato, se si può estrarre da parti diverse della stessa pianta (come nel caso della betulla). Ecco le dosi generalmente consigliate per i macerati glicerici 1 DH (si tratta di indicazioni generali, che possono variare secondo i casi particolari e in base al parere dello specialista in gemmoterapia o del medico curante). • Bambini: è bene iniziare l’assunzione dopo i 2 anni di età, data la presenza di alcol e glicerina. Per i bambini da 2 a 6 anni si consiglia la dose di 1 goccia ogni kg di peso, 1 o 2 volte al giorno. Dopo i 6 anni 20-30 gocce, 1 o 2 volte al giorno. • Adulti: la posologia media è di 50 gocce al giorno per ogni rimedio gemmoterapico sotto forma di macerato glicerico 1 DH, da diluire in poca acqua. Di solito i gemmoderivati si assumono 15 minuti prima dei pasti principali. • Anziani e donne in gravidanza: le dosi vanno ridotte rispetto a quelle per adulti: al massimo 30-40 gocce. In ogni caso le persone che per la prima volta assumono un rimedio gemmoterapico dovrebbero cominciare ad assumere le dosi con gradualità per verificare le reazioni del proprio organismo, cominciando con una dose ridotta e arrivando gradatamente ad assumere quella intera. Alcuni rimedi gemmoterapici sono indicati anche per applicazioni locali, come quello ricavato dalle gemme di nocciolo; in questo caso il preparato prima dell’uso va diluito così: 1 dose del rimedio e 3 dosi di acqua. 20
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I macerati madre: più concentrati
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n genere i gemmoderivati si trovano sotto forma di macerati glicerici alla 1 DH, cioè diluiti alla prima decimale hahnemanniana. La loro preparazione avviene con le modalità che abbiamo descritto in precedenza. Ma i rimedi gemmoterapici si possono trovare anche sotto forma di macerato madre, cioè non sottoposto a diluizione. Questo preparato si ottiene procedendo come per i macerati glicerici 1 DH, fino alla fase in cui le parti vegetali vengono messe a macerare in una dose di alcol e glicerina allo scopo di ottenere un composto che contenga 1 parte di materia vegetale (calcolata a secco) su 20 parti di solvente; il composto che si ottiene si chiama macerato madre o gemmoderivato madre e non viene ulteriormente diluito ma messo in commercio così. Esso contiene tutte le sostanze curative ricavate dalle gemme, ma in concentrazione maggiore. Le caratteristiche e le differenze nell’uso I gemmoderivati madre o macerati madre si trovano in commercio tra i rimedi gemmoterapici, a fianco dei più comuni macerati glicerici 1 DH. I gemmoderivati madre sono macerati idro-alcolico glicerici di tipo puro e più concentrati. Per tale ragione le dosi da assumere sono inferiori rispetto ai macerati glicerici 1 DH. Per questi ultimi infatti si consigliano dosi di 30-50 gocce, mentre per i macerati madre la dose indicata mediamente è di 21
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15 gocce al giorno. In questo modo si riduce anche la quantità di alcol ingerita attraverso i rimedi; infatti assumendo una dose giornaliera di macerato madre si consuma meno di un grammo di alcol (esattamente 0,14 g). L’alcol etilico viene usato nella preparazione dei gemmoderivati come conservante, perché offre il vantaggio di preservare i fragili principi attivi delle piante. Grazie alla loro elevata concentrazione di principi attivi, con un minore contenuto alcolico, i macerati madre delle gemme si possono paragonare alle tinture madri delle piante che vengono usate dai fitoterapeuti. Per distinguerli dai macerati glicerici diluiti occorre controllare che sull’etichetta non appaia l’indicazione M.G. 1 DH, ma sia precisato che il macerato non è diluito.
Le dosi consigliate di macerato madre Ecco le dosi generalmente consigliate di macerati madre, salvo diversa indicazione medica. • Adulti: in media 15 gocce al giorno di ogni rimedio. In fase acuta fino a 45 gocce al giorno. • Donne in gravidanza: 5 gocce al giorno (nel caso chiedere parere al fitoterapeuta o al medico). • Bambini: 1 goccia al giorno ogni 10 kg di peso (nel caso, consultare il fitoterapeuta o il medico). Quando un adulto usa per la prima volta il rimedio estratto dalle gemme di una pianta, dovrebbe cominciare la cura con una dose di 5 gocce di macerato madre, passando poi a 10 e infine a 15, per testarne l’effetto sul proprio organismo.
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I rimedi più adatti per i vari disturbi
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n gemmoterapia, le parti embrionali agiscono principalmente sui processi di regolazione di una funzione piuttosto che su un organo preciso. Uno stesso rimedio gemmoterapico si può utilizzare per far fronte a diversi disturbi, tuttavia ognuno di essi ha una funzione di elezione, per cui è particolarmente indicato. Riportiamo un elenco dei disturbi più comuni, con l’indicazione dei rimedi gemmoterapici di solito proposti per il loro trattamento. Ricordiamo comunque che nella scelta del rimedio più indicato è sempre opportuno chiedere il consiglio del farmacista o dell’esperto in gemmoterapia; se si è in cura dal medico è necessario sentire anche il suo parere.
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Affaticamento: Olivello spinoso, Rosa canina Affezioni respiratorie: Rosa canina Allergie: Ribes nero Ansia: Biancospino, Tiglio Artrite: Betulla, Ribes nero Artrosi: Betulla Aumento degli acidi urici nel sangue: Betulla Bronchite: Rosa canina, Ribes nero Calcoli renali: Ginepro Cellulite: Betulla Cistiti: Mirtillo rosso, Ribes nero Colon irritabile: Mirtillo rosso, Tiglio Contusioni: Betulla 23
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Convalescenza: Olivello spinoso, Rosa canina Crampi addominali: Fico, Tiglio Dermatiti: Ribes nero, Rosmarino Diarrea: Mirtillo rosso, Noce Diarree post antibiotici: Noce Dismenorrea: Ippocastano Dispepsia: Fico, Rosmarino, Ginepro Emorroidi: Ippocastano Faringiti: Rosa canina, Ribes nero Fegato intossicato (da farmaci): Rosmarino, Ginepro Flatulenze: Noce Flora intestinale (alterata): Noce Gastriti: Fico Gonfiore addominale: Noce Infiammazioni: Ribes nero Influenza: Olivello spinoso, Rosa canina Insonnia: Tiglio, Biancospino Insufficienza venosa: Ippocastano Ipertensione lieve d’origine emotiva: Biancospino Laringite: Rosa canina, Ribes nero Malassorbimento intestinale: Noce Malattie virali: Olivello spinoso, Rosa canina Menopausa (disturbi della): Mirtillo rosso Meteorismo: Noce Nervosismo: Fico ORL (affezioni otorinolaringoiatriche): Rosa canina Orticaria allergica: Ribes nero Osteoporosi: Mirtillo rosso Otite lieve: Rosa canina, Ribes nero Palpitazioni: Biancospino Prostatismo: Ippocastano
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Raffreddore: Rosa canina Reflusso gastrico: Fico Reumatismi articolari: Betulla, Ribes nero Rinocongiuntivite allergica: Ribes nero Ritenzione idrica: Betulla Sinusite: Rosa canina, Ribes nero Smagliature: Betulla Sovrappeso: Rosmarino, Betulla Spasmi digestivi: Fico, Tiglio Stanchezza: Rosa canina Stipsi: Noce, Mirtillo rosso Stress: Tiglio, Fico, Biancospino Tachicardia: Biancospino Tonsillite: Rosa canina, Ribes nero Transito intestinale (alterazioni): Noce, Mirtillo rosso Tromboflebiti: Ippocastano Ulcere varicose: Ippocastano Varici venose: Ippocastano 25
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