LA CREATIVITÀ È LA MIGLIOR CURA
Le azioni manuali sono il più potente antistress, rigenerano il cervello e le cellule nervose
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SOMMARIO
Al cervello piace sperimentare COSE NUOVE
La possibilità di esprimersi attraverso l’attività manuale, il movimento del corpo, oppure l’esposizione alla musica o all’arte, capaci di sbloccare emozioni profondamente cristallizzate all’interno di noi, ci trasporta al di fuori dal regno della logica e della parola, predominanti nella nostra esistenza, e dà voce ad altre parti del nostro essere, che chiedono soltanto di poter emergere…
24 L’arteterapia IN PRATICA
Scrivere una poesia, realizzare un origami, lavorare l’argilla o la pasta madre, dedicarsi all’ikebana o a un terrarium. La cosa migliore è partire dai tuoi interessi, in particolare dalle cose di cui hai un’infarinatura, ma che non hai mai approfondito troppo, perché proprio in questi ambiti la mente è più audace e fluida.
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84 le tue potenzialità
“PER ACCENDERE”
Per predisporre la mente al pensiero e alimentare la nostra vena creativa sono utili alcuni esercizi che sfruttano azioni pratiche, oppure tecniche di immaginazione e di visualizzazione. Non si tratta di esercizi da seguire rigidamente: puoi prendere spunto da essi e interpretarli in maniera personalizzata.
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Al cervello pia COSE NUOVE
LA CREATIVITÀ PORTA BENESSERE PERCHÉ IMMERGE LA
PSICHE NELL’AZIONE, NEUTRALIZZA I PENSIERI OSSESSIVI, OSSIGENA LE IDEE E LIBERA LA MENTE DAGLI SCHEMI
Quando ti abitui a vedere una cosa sotto una certa luce, fai molta fatica a vederla in modo diverso, per questo chi diventa esperto in qualcosa, o consolida delle abitudini, rischia di restare invischiato nella “sindrome del punto morto”. E la sua vena creativa si inabissa. Lo dimostra l’esperimento dello psicologo Karl Duncker, che distribuì una candela, una scatola di cerini e una scatoletta di cartone con delle puntine ai partecipanti, invitandoli a trovare il modo di fissare la candela al muro, per evitare che la cera cadesse sul tavolo. Quasi tutti provarono a fissare la candela con le puntine, oppure con la cera sciolta, senza successo. A pochi venne l’idea di svuotare la scatola di puntine, fissarla al muro e inserirci dentro la candela… Ecco perché, per accendere le risorse della mente, è importante imparare a cambiare prospettiva, sospendendo le idee consolidate e i modi di pensare “mummificati”, che sono tra i maggiori
ostacoli alla vita creativa. Uno dei modi più semplici per farlo è mettersi volontariamente in situazioni diverse dal solito… e vedere che cosa succede.
Una forza innata
La creatività è una forza misteriosa, che abita ognuno di noi. La sua funzione è quella di manifestare all’esterno le energie speciali e le doti che sono solo nostre e che emergono dalla profondità dell’anima, esprimendole attraverso talenti, qualità, creazioni, idee. Tutti possiamo imparare a usare le infinite risorse che ci offrono, in qualsiasi momento, le nostre capacità innate. Il pensiero creativo mantiene giovane il cervello, stimola la mente, ci permette di seguire la nostra strada nella vita e di lasciare le nostre impronte, senza limitarci a seguire le orme degli altri. È un antidoto potente contro depressione, ansia, declino
Introduzione 6
ce sperimentare
mentale, cali di memoria e anche sovrappeso, perché spesso queste situazioni sono dovute proprio a una stagnazione dell’energia creativa.
Tutti ce l’hanno
La creatività non è una caratteristica solo degli artisti, ma appartiene a tutti noi, a ogni età, in qualsiasi
situazione e indipendentemente dal percorso formativo che abbiamo seguito. È una capacità innata che spesso non manifestiamo e non conosciamo neppure. Ognuno di noi ha dei talenti particolari che possono manifestarsi in forme molto diverse: nella fantasia, nell’azione, nella manualità, nella scrittura, nella cucina, nello sport, nelle attività fisiche... Far emergere e sviluppare la propria creatività è importante non tanto per raggiungere il successo o gratificazioni materiali, ma per riuscire ad essere noi stessi, per manifestare le nostre capacità e per sentirci più in sintonia con la nostra essenza.
Sblocca le emozioni cristallizzate
La possibilità di esprimersi attraverso l’attività manuale, il movimento del corpo, oppure l’esposizione alla musica o all’arte, capaci di sbloccare emozioni profondamente cristallizzate all’interno di noi, ci trasporta al di fuori dal regno della logica e della parola, predominanti nella nostra esistenza, e dà voce ad altre parti del nostro essere, che chiedono soltanto di poter emergere… Da qui il valore terapeutico e liberatorio dell’espressione creativa, che prescinde del tutto dal risultato e dalle valutazioni di carattere estetico… L’arteterapia ci predispone alla creatività, aumenta le nostre capacità di comunicazione, la sicurezza in noi stessi e la capacità di esprimere i nostri bisogni. Ma soprattutto promuove un’integrazione tra corpo e mente, la cui mancanza è molto spesso all’origine di tanti disagi tipici del mondo contemporaneo, quali l’ansia e lo stress.
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Ci aiuta a trovare una via d’uscita ai problemi
La creatività è spesso stata rappresentata come una fiamma che arde nel petto e nella mente di chi la sperimenta. Quando stiamo davvero inventando qualcosa, siamo come “posseduti” da un fuoco che non possiamo controllare e che gli antichi chiamavano “furor”: viene dalle profondità sconosciute di noi stessi, dove risiede l’anima. Secondo lo psicoanalista Winnicot la creatività è una spinta vitale. Per questo quando reprimiamo la nostra energia creatrice, immancabilmente, compaiono i disturbi. Ma questo significa anche che la creatività è un potente “farmaco” contro ansia e depressione: arriva dal profondo, e porta alla luce lati di noi sconosciuti. Così l’energia vitale smette di stagnare e noi possiamo esprimerci pienamente.
Ci regala uno sguardo più ampio
Un approccio creativo e versatile è indispensabile per risolvere i problemi
e le difficoltà. Pensandoci, ripensandoci, analizzando la situazione difficilmente è possibile riuscire a trovare soluzioni realmente efficaci, innovative e risolutive. Il ragionamento è un’attività mentale rigida, poco flessibile e basata su processi associativi consequenziali e lineari. Ragionando non elaboriamo le informazioni in modo creativo e innovativo, non costruiamo nessi nuovi e inaspettati fra gli elementi che compongono il campo del problema, ma percorriamo circuiti e associazioni mentali già note, seguiamo uno schema di pensiero prestabilito. Spesso, se i problemi ci appaiono insolubili anche dopo molti sforzi di riflessione e di valutazione, vuol
8 Introduzione
dire che ci siamo abituati a seguire un “binario mentale” da cui non riusciamo più a svincolarci. Per trovare soluzioni realmente efficaci dobbiamo ristrutturare ed espandere il campo del problema, vedere le cose in modo diverso, avere uno sguardo più ampio, liberarci dai soliti schemi mentali.
Rivoluziona gli schemi mentali fissi La creatività è una forza rivoluzionaria che in modo spontaneo, come un seme che germoglia o un albero che fiorisce, scuote e rimescola le idee consolidate, i modelli
omologati e le idee cristallizzate, che rendono statica e monotona la nostra vita interiore, generando ansia e infelicità. Nella consuetudine e nella ripetizione il cervello perde la sua elasticità e sprofonda nella tristezza, nella depressione che non corrispondono solo al calo del tono dell’umore ma anche al deterioramento delle prestazioni cognitive. L’attività creativa, invece, rompe gli schemi, è originale, dirompente, capace di spaziare, crea nuove associazioni di idee e ci consente di dare letture diverse, non omologate e insolite della realtà.
Ci fa acquisire una nuova flessibilità
Così, grazie alle facoltà creative troviamo soluzioni originali ed effi caci a problemi complessi. Nelle relazioni un approccio creativo consente di acquisire una flessibilità tale da rendere più fluidi e spontanei i rapporti e gestire meglio i conflitti. La creatività, poi, amplia il nostro sguardo, la nostra visione del mondo e di noi stessi, sviluppa la capacità di gestire i cambiamenti, persino quelli che possono apparire più destabilizzanti. La creatività neutralizza le abitudini mentali, i condizionamenti acquisiti, i pensieri ripetitivi, le identificazioni e adatta e trasforma la nostra personalità in senso evolutivo. Il processo creativo aiuta a rompere gli schemi precostituiti che ci condizionano e che ci impediscono di essere noi stessi e di vivere in armonia e in sintonia con la nostra parte più profonda. Molti disagi psicologici e molti disagi psicosomatici sono sintomi di un’eccessiva staticità cerebrale. Quando reprimiamo la nostra
energia creativa, immancabilmente, compaiono i disturbi. Rischiamo di andare incontro a situazioni di ansia, depressione, attacchi di panico. E spesso si comincia anche a ingrassare. Ma, se da una parte cancellare la creatività dalla propria vita è un grande pericolo per la salute, dall’altra le attività creative sono il più potente “farmaco” contro stress, ansia e depressione.
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FA RAGIONARE IN MODO DIVERSO
Il pensiero creativo ha molti tratti in comune con quello che lo psicologo americano Joy Paul Guilford ha definito Pensiero Divergente, cioè la capacità di individuare una serie di diverse soluzioni alternative a un dato problema. È un modo di pensare fluido, adattabile e ricco di immagini e associazioni. Mentre il pensiero logico-razionale (o convergente) è schematico, il pensiero divergente sarebbe dotato di una speciale flessibilità, della tendenza ad abbandonare i tracciati consueti e rifuggire dagli schemi ripetitivi. Audace e spregiudicato, il pensiero creativo genera azioni e risposte adattive e originali, e a volte comportamenti anticonformisti. È proprio questo stile di pensiero a produrre idee nuove, originali e non convenzionali che si discostano dalle opinioni comuni e si contrappongono alle modalità operative di tipo passivo, abitudinario e conforme alle regole prestabilite.
Il pensiero laterale
Edward De Bono, considerato una delle massime autorità mondiali nella ricerca sul tema della creatività, ha terrorizzato un concetto simile: il Pensiero Laterale, che si riferisce a capacità più profonde del cervello, diverse da quelle della logica e della razionalità. Il pensiero laterale non segue la concatenazione
lineare dei concetti, ma va alla ricerca di analogie collaterali e si contrappone al cosiddetto pensiero verticale, che consiste nella ricerca di spiegazioni, cause e soluzioni per via lineare che siano sempre collegate tra loro in sequenza logica. L’eccesso di pensiero verticale innesca una serie di ragionamenti che non risolvono il problema, ma lo amplificano fino a renderlo apparentemente irrisolvibile. La ricerca di spiegazioni logiche, di rapporti di causa ed effetto, appartiene alla parte logica e deduttiva del cervello. Essenziale in certi casi, ma non sempre. Tutti noi possediamo anche una mente creativa che agisce per associazioni inaspettate, per analogie, per suggestioni, grazie a immagini che sgorgano spontanee mettendo in luce nessi prima invisibili. Spesso i problemi si risolvono non concentrandosi come in genere si crede, ma distraendosi e lasciando che i circuiti cerebrali profondi, inconsci elaborino soluzioni spontaneamente grazie alla mente creativa, al pensiero laterale.
Una mente creativa
ci
aiuta nella vita
Se affrontiamo un problema solo attraverso la ragione i risultati che otterremo rischiano di essere limitati.
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Introduzione
Introduzione
Le soluzioni innovative si affacciano solo se vengono rotti gli schemi, se si esce dalla rigida catena logica lasciando spazio alla creatività. Ad esempio rovesciando i dati, partendo da lontano, invece che da vicino, usando associazioni di idee, unendo ipotesi diverse fra loro. Imparare a ragionare in modo creativo dà accesso alle immagini, che illuminano più della logica, e ci aiuta a verbalizzare, ci stimola a creare metafore, “ponti” che accostano in maniera speciale aspetti diversi della realtà per creare una visione delle cose completamente nuova. Vediamo questo processo proprio nelle opere degli artisti più famosi. Ricerche recenti hanno dimostrato che, quando sviluppiamo la nostra creatività, siamo più portati a sentirci appagati dalla realtà in cui viviamo. Anziché inserire le informazioni che percepiamo dall’esterno in uno schema rigido e precostituito, tendiamo a creare un sistema di nessi e di relazioni nuovo e
personalizzato in cui ci troviamo più a nostro agio. Se ci abituiamo a utilizzare modalità di pensiero creative accanto a quelle razionali che sfruttiamo abitualmente, la realtà comincia ad apparirci più accogliente, più malleabile e più alla nostra portata.
È una risorsa innata
Il potenziale creativo è innato in ogni individuo e si può manifestare in una grande varietà di modalità differenti. Quando la creatività non riesce a esprimersi è perché abbiamo adottato modi di essere troppo rigidi, impostati, controllati. Da qui il pregiudizio diffuso che ci siano persone meno creative di altre.
RIATTIVA TUTTE LE NOSTRE POTENZIALITÀ
Da bambini tutti hanno una mente fantasiosa, creativa. Ma con il passare del tempo, attraverso l’educazione, gli studi, l’apprendimento, l’adattamento sociale, l’adeguamento ai modelli convenzionali di comportamento, siamo spinti a escludere questa parte di noi dalle nostre prerogative. Così, perdiamo familiarità e dimestichezza con questa dimensione, la poniamo sullo sfondo, convinti che sia una funzione marginale. Ma, anche se ci siamo allontanati dalle nostre capacità creative, basta iniziare a dedicare spazio ed energie alle immagini o alle attività manuali perché queste si ripresentino immediatamente nei modi che più sono affini alla nostre inclinazioni personali. Quando l’energia creativa fluisce, riattiva le nostre potenzialità e ci aiuta a scoprire e a vivere pienamente i nostri talenti, a sentirci realizzati, appagati e felici. La creatività non riguarda solo la produzione artistica. Ognuno ha il suo modo di esprimere le proprie capacità creative: per qualcuno in cucina, per altri nel disegno, per altri ancora nel coltivare l’orto, nel giardinaggio, nella scrittura, nella fotografia, nell’arredamento della casa, nello scolpire o modellare, nel ballare, nel vestire. Che il gesto creativo si concretizzi in una pagina scritta, in un disegno, in un piatto o in una coreografia, non fa differenza. Ciò che conta è che manifesti e incarni fino in fondo le nostre inclinazioni, le nostre passioni, la nostra originalità e la nostra unicità.
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modalità realtà
LA NOSTRA ESSENZA SI MANIFESTA NELLE ATTIVITÀ CREATIVE
La creatività è una delle facoltà più misteriose della psiche: su di essa si sono interrogati a lungo i filosofi, gli psicologi, gli scienziati. Freud la considerava come un’espressione dell’energia sessuale, l’energia vitale e creativa per eccellenza. Per Jung, invece, è la manifestazione del nostro mondo interiore profondo, dell’inconscio, in cui risiedono le immagini, gli archetipi. Quando una persona riesce ad attuare le proprie capacità creative è più centrata, fa fiorire i propri talenti ed esprime le proprie capacità e le proprie tendenze innate; e inoltre è maggiormente capace di adattarsi all’ambiente e di modificarlo per adattarlo a sé. La nostra dimensione creativa libera istinti e risorse che vengono dalle aree più profonde della nostra interiorità: capacità, inclinazioni, interessi, passioni che sono presenti dentro di noi fin da quando esistiamo e rappresentano il fondamento della nostra essenza profonda e originaria.
Lo psicanalista James Hillman, nel libro Il codice dell’anima, si ispira a Platone e chiama Daimon, un genio ispiratore, una guida interiore, quella parte di noi sconosciuta, invisibile e
creativa che determina i tratti del nostro carattere, i nostri talenti, le nostre passioni, le nostre tendenze: ciò che non abbiamo appreso dall’esterno ma che, per Natura, ci caratterizza come individui unici.
Risveglia la propria unicità
La creatività risveglia il daimon attivando i nostri lati spontanei, liberi da condizionamenti, in cui l’essenza si manifesta pura e incontaminata. Se non incontriamo mai la nostra parte creativa, se non seguiamo le nostre vocazioni, le nostre passioni e i nostri talenti, difficilmente riusciremo ad avere una vita appagante rischiando di sentirci frustrati, insoddisfatti, delusi, senza neanche sapere bene perché. Il successo, la fama, una vita tranquilla, l’assenza totale di problemi e preoccupazioni: sono tutti miraggi, falsi desideri, illusioni, che abbiamo assorbito dall’esterno. L’unica cosa che dà un significato alla nostra esistenza è attivare le nostre capacità innate. Solo loro possono guidarci e condurci
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verso la felicità. Come ci ricorda il celebre psicanalista britannico Donald Winnicott, la creatività è un impulso vitale attraverso cui è possibile ritrovare se stessi, incontrare la propria originalità entrando in contatto con il proprio nucleo interiore, con il proprio Sé, per dare un nuovo e personale senso alla propria esistenza.
Le autocritiche e i pensieri ripetitivi bloccano la creatività
Le attività creative sono spesso oggetto di atteggiamenti critici, di preconcetti, di giudizi: “Perché lo fai? Non ti porta da nessuna parte”, “è una perdita di tempo”, “solo gli irresponsabili si dedicano a queste sciocchezze”, “nella vita ci sono cose più importanti...”. Sono voci interiori integrate dalla società che riflettono un ideale culturale di vita interamente votato all’utilità e alla concretezza, pensieri autodistruttivi che mettono in dubbio i talenti e le capacità. La voce dell’esterno, della massa che abbiamo integrato e che riproduciamo dentro di noi ci dice che le nostre idee sono sciocche e banali, che ciò che creiamo è inutile. La bellezza, l’azione fine a se stessa, ciò che esula dal concreto, dall’utile e dal reale è considerato futile. Si crede che lo sviluppo delle capacità creative sia uno svago e che non apporterà nulla di spendibile nel futuro. Opinioni di questo tipo purtroppo non sono innocue per la nostra creatività, che richiede libertà di espressione e di pensiero, un atteggiamento morbido, fluido, elastico e non mentalmente chiuso, giudicante e severo. Questi atteggiamenti banalizzanti partono da una scarsa conoscenza della psiche e delle sue dinamiche profonde. Anche le abitudini fossilizzate, le regole applicate schematicamente e automaticamente, la rigidità di pensiero e di comportamento soffocano le capacità spontanee.
GUARISCE LE FERITE DEL PASSATO
Tutti abbiamo incontrato nella vita piccoli e grandi dolori: il tempo guarisce le nostre ferite, a meno che noi non ci identifichiamo con esse, cronicizzandole. Il corpo e la psiche guariscono spontaneamente. Ma noi tendiamo a concentrarci sui dispiaceri, a rifletterci, a rimuginare, ad analizzarli, ad elaborarli; a volte adottandoli come alibi per i nostri fallimenti. Ma in questo modo condanniamo noi stessi a soffrire. Ci abituiamo a recitare il personaggio addolorato, la vittima, il martire: “quella che ha avuto i genitori che si sono separati quando lei era piccola”, “quello che non è stato amato”, “quella che è stata tradita”. In qualche modo ci sentiamo rassicurati dalla presenza fissa e dalla stabilità di questi dolori. Ma continuare a rimuginare in continuazione, a sfinirci ripensando agli errori del passato o ai torti subiti dalla vita è come iniettare in permanenza un veleno nel cervello.
UN’OASI DI PACE E DI SERENITÀ
Se la nostra vita è sovrastata dalla sofferenza esasperata e dai lamenti la creatività si allontana: soprattutto se viene vista come secondaria e irrilevante di fronte al dolore. Questo atteggiamento è pericoloso perché, oltre a privarci di uno strumento terapeutico molto potente ed efficace, rischiamo che l’energia creativa inespressa, non trovando sbocchi per sfogarsi, si manifesti sotto forma di sintomi, come ansia e depressione.
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