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che ciascuno di noi possiede. Di fronte ai disagi, la cosa più sbagliata è affrontarli con il ragionamento, cercando di eliminarli utilizzando il pensiero e indagando sul passato. È invece fondamentale affidarsi alle immagini che sgorgano quando stiamo ad occhi chiusi, lì vive l’energia sognante che è la vera cura dell’anima. Attraverso una serie di casi clinici e di esercizi pratici, in queste pagine si comprende come le immagini naturali di piante, fiori, animali possano prendersi cura di noi e dei nostri malesseri meglio di qualsiasi farmaco. In questo modo si incontra l’energia primordiale in cui abita la nostra identità più profonda.
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Vittorio Caprioglio
Questo libro è dedicato alle risorse mentali
I Codici dell’Autoguarigione
Vittorio Caprioglio
I Codici dell’Autoguarigione Il cervello possiede le risorse naturali per superare ansia, panico e depressione
Edizioni Riza S.p.A. - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it
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I Codici dell’Autoguarigione Il cervello possiede le risorse naturali per superare ansia, panico e depressione
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I Codici dell’Autoguarigione
Testi di Vittorio Caprioglio e Raffaele Morelli Immagine di copertina: Adobe Stock © 2023 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.
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Sommario Prefazione di Raffaele Morelli................................................7 Introduzione
La Natura, uno strumento prezioso per la nostra salute ...... 13
Capitolo 1
Il potere terapeutico delle immagini .................................... 23
Capitolo 2
Il cervello e la stabilità delle radici........................................ 49
Capitolo 3
Le immagini vegetali nella casistica clinica.......................... 69
Capitolo 4
La mente e la forza degli istinti ............................................. 81
Capitolo 5
Le immagini animali nella casistica clinica .......................... 97
Capitolo 6
Affidarsi alla Natura: gli esercizi pratici ............................. 125
Conclusioni ........................................................................... 140
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Prefazione di Raffaele Morelli
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i tratta di chiudere gli occhi ed esplorare nel buio le immagini che vengono a trovarci: crediamo di essere noi a chiamarle, mentre in realtà sono loro che ci scelgono. Noi pensiamo che la nostra immaginazione sia qualcosa di statico, di fermo, non riteniamo che sia capace di produrre azioni che il nostro Io ignora. Quante volte ci siamo detti: «Devo risolvere questo problema » senza mai riuscirci? Poi all’improvviso, quando abbiamo smesso di rimuginare o di ragionarci su, arrivava un’intuizione, un’immagine, un sapere che metteva le cose a posto! Vittorio va più in là e chiarisce che nel mondo immaginativo le azioni terapeutiche appartengono più di tutto al regno naturale. Un fiore, un albero, una sorgente d’acqua, un delfino, un’aquila sono portatori di energie ancestrali: basta evocarle perché scendano in campo e portino la cura. 7
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Prefazione di Raffaele Morelli
Come se richiamando l’immagine della tana, del rifugio, del nido, si attivasse una vera e propria energia protettiva, un riparo nei confronti delle intemperie della vita. Non è forse la tana l’equivalenza di un utero antico, primordiale, che protegge gli esseri che vengono generati nel mondo? Così concepite le immagini sono materie sottili, sono regni invisibili della Natura o percepibili in una sottigliezza che ha bisogno dell’assenza di pensieri, perché questi sono troppo pesanti e troppo ingombranti. O forse c’è di più? E allora un rifugio è un tabernacolo dove si formano le sostanze rarefatte dell’anima, un luogo che genera lo sviluppo della nostra trama nascosta, invisibile, dove regna incontrastato il Signore dell’interiorità, il nostro daimon, l’angelo-guida dell’inconscio. Il Sé adora l’immaginazione, la sente come una chiamata, come una risorsa che scende in campo a proteggerci e a portarci verso casa. Sì, perché una magia antichissima vive dentro di noi, la stessa che fa trovare la strada agli uccelli migratori, quando escono dal nido senza i genitori e fanno migliaia di chilometri per raggiungere quelli della loro specie, senza averli mai visti e senza aver mai conosciuto le terre lontane verso cui stanno volando. Non è una magia un seme che si trasforma in radici, germogli, rami, foglie, fiori, frutti? Nessun 8
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pensiero sarebbe mai capace di produrre un simile prodigio e, per quanto sul piano scientifico studiamo i fenomeni naturali, ci accorgiamo che un mistero, come ricordava Spinoza, guida i semi verso la fioritura. Certo, Plotino ci aveva insegnato che il seme contiene un’immagine del fiore che verrà e lo produce in una legge ciclica dell’Eterno, che abita ogni cosa della vita. Un’immagine innata vive dentro di noi come in ogni angolo della Natura e in fondo il nostro compito è lasciarci guidare da lei e a noi conviene seguire il cammino che ci indica. Vittorio chiama nella scena psicoterapeutica le immagini naturali, perché sa che non sono “materie ferme” ma vere e proprie sostanze gravidiche... Così, quando a occhi chiusi immaginiamo il gelsomino, noi diventiamo la sua simbologia eterna, il suo aroma, il suo trasmetterci quei saperi cosmici che ci ricordano che siamo prima di tutto e più di tutto esseri naturali. Così senza saperlo il fiore di Venere, di Afrodite, di Ishtar dei Babilonesi evoca il Paradiso che, secondo la credenza araba, ha il profumo dei gelsomini, che sono il simbolo dell’amore divino. Sì, la presenza del gelsomino nel mondo dei nostri occhi chiusi ci riempie di saperi e di azioni che l’anima altrimenti non può intravedere. Azioni apparentemente contrastanti, come erotismo, desiderio amoroso e il bianco 9
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Prefazione di Raffaele Morelli
candore della purezza. Nelle immagini gli opposti possono stare insieme, mentre la nostra mente razionale sceglie sempre l’una o l’altra opzione. Così il gelsomino è timidezza, eccitazione, felicità, desiderio, splendore divino e piacere orgasmico della notte: questi e altri stati d’animo vivono contemporaneamente in questo magico fiore e noi diventiamo, ogni volta che lo immaginiamo, tutti questi mondi che ci guidano dal regno ancestrale dei primordi. Non aspettatevi dalle immagini della Natura certezze, cammini sicuri, ma quando siete preoccupati distraetevi e cercate l’energia sognante a volte sotto la forma dell’acqua, della tortora, della quercia, della montagna, del cavallo alato, della principessa, del guerriero, del corvo, della fata. Le immagini non sono presenze statiche dentro di noi, ma germi dell’agire del daimon, che adora la fantasia, la rêverie, per poterci regalare le tappe, i mattoni del nostro destino. Il libro di Vittorio è un inno alla Natura come forza risanatrice, quando ci lasciamo trasportare dalle sue immagini. Ogni volta che visualizziamo un albero noi siamo la quercia, il cipresso, ci trasmutiamo nella loro forza primordiale, perché l’energia sognante è molto più potente del pensiero nel creare noi stessi. I bambini ce lo insegnano già dagli albori, quando raccontiamo loro la favola bella dove gli alberi parlano, gli uccelli indicano 10
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il cammino, i fiori profumano per guarire le ferite dell’anima. Tutto il vivente porta con sé misteri e magie e l’energia sognante si prende cura attraverso le immagini naturali delle nostre tristezze, dei nostri drammi, delle intemperie dell’anima, per approdare alla natura unica che caratterizza ciascuno di noi.
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