IMPARA A VIVERE CON LEGGEREZZA
Scopri l’arte di semplificarti la vita. Dentro di noi abita una sapienza naturale capace di guidarci per superare i momenti difficili. Il segreto è smettere di pensare troppo
LO PSICOLOGO PER TE
IMPARA A VIVERE CON LEGGEREZZA
Scopri l’arte di semplificarti la vita.
Dentro di noi abita una sapienza naturale capace di guidarci per superare i momenti difficili.
Il segreto è smettere di pensare troppo
ELIMINA IL SUPERFLUO
Leggerezza fa rima con… felicità Introduzione
Non appesantiamoci la vita
Abbiamo riempito la nostra giornata di impegni, la nostra casa di oggetti, apparecchi di ogni genere, mobili e vestiti e la nostra mente di ideali, aspettative, modelli e giudizi. Ecco perché non dobbiamo meravigliarci se in alcuni momenti ci sentiamo sopraffatti e stanchi, come se stessimo correndo con un pesante zaino sulle spalle. Schiacciati dal peso del quotidiano agiamo in modo contratto e stressato, impieghiamo più energia di quella necessaria e giriamo a vuoto in un continuo affannarci che ci allontana dalla felicità. Ma quando la vita smette di essere semplice? E i pesi di cui ci facciamo carico ogni giorno sono davvero nostri? E perché continuiamo a percorrere la stessa strada se quello che facciamo non serve a darci gioia e leggerezza? Queste sono le domande da cui partire se vogliamo davvero liberarci, fisicamente ed emotivamente, di quei “pesi di troppo” di cui ci siamo caricati nel tempo.
SMETTIAMO DI CERCARE SEMPRE “ALTRO” E “DI PIÙ”
Non siamo felici, ci illudiamo che ci serva altro e così andiamo alla ricerca di qualcosa in più, qualcosa da aggiungere per colmare il vuoto che percepiamo. Non ci rendiamo conto, in realtà, che abbiamo molto, addirittura troppo e che proprio questo è il problema. Ogni cosa che aggiungiamo non migliora la nostra vita, ma la ingolfa e la rende pesante.
LEGGEREZZA NON È SUPERFICIALITÀ
Il termine leggerezza è spesso inteso come sinonimo di superficialità o mancanza di responsabilità. In realtà, vivere con leggerezza significa affrontare la vita senza lasciare che le preoccupazioni diventino la sola cosa che ha la nostra attenzione, mantenendo uno sguardo attento e ampio sulla realtà. Questo approccio all’esistenza significa avere la capacità di esplorare le situazioni, mantenendo la giusta distanza dagli affanni quotidiani, evitando, appunto, che diventino pesi.
La soluzione è a portata di mano
Per arrivare alla felicità, per tornare in contatto con il nostro nucleo naturale e i nostri autentici bisogni, la soluzione è semplice: togliere, sfoltire l’inutile e puntare solo a ciò che serve per realizzarci. Questa regola si traduce anche in fare di meno e, a volte, anche nel non agire del tutto.
Spendiamo troppe energie in cose inutili
Oggi abbiamo a disposizione risorse, comodità di ogni genere, varietà di alimenti, tecnologia e possibilità impensabili fino a qualche decennio fa, ma proprio questa complessità esercita su di noi una pressione enorme. Infatti, mentre ci illudiamo di essere liberi e facilitati nelle azioni che compiamo, nelle decisioni che prendiamo, negli acquisti che facciamo e nelle relazioni che instauriamo, in realtà lo stress e l’ansia che proviamo ci dicono che non è così. Ci sentiamo obbligati a darci da fare per migliorare, per adeguarci ai modelli imposti e rispettare il ruolo che ci chiedono di ricoprire, per aderire agli ideali e alle aspettative che abbiamo in mente. Un carico davvero eccessivo che ci ostiniamo a sostenere e che non solo ci rallenta ma, a volte, ci rende addirittura impossibile muovere qualche passo verso ciò che fa per noi. Iniziamo, quindi, a riconoscere e a renderci conto di ciò che, più o meno consapevolmente, infiliamo nello zaino che ci portiamo sulle spalle ogni giorno.
PUNTA ALLA SEMPLICITÀ
Togliere, non aggiungere, quindi. Eliminare gli atteggiamenti e le convinzioni che ci spingono verso mete non nostre, spegnere le voci ingannevoli, abbandonare i modelli. E poi, cosa ci resta? Cosa ci guida? Facendo tutta questa pulizia, dentro e fuori di noi, riusciremo finalmente a dare retta a un’altra voce, quella che viene da dentro di noi.
Ognuno di noi, infatti, è ben più di quello che appare e che vuole mostrare di sé e possiede risorse interiori che aspettano solo di essere guardate e attivate. In quest’ottica, per semplificare la nostra vita in modo profondo occorre prima di tutto accettare tutto di noi per liberarci dall’idea di voler essere diversi e dal bisogno di colmare le nostre presunte mancanze, accumulando pensieri e stati d’animo. Abbiamo in noi tutto quello di cui abbiamo bisogno. La cosa più difficile da fare è smettere di dare retta alle sirene che ci vogliono convincere che dobbiamo migliorarci, lavorare su di noi e che abbiamo bisogno di altro da noi. Quando cominceremo a sperimentarne i vantaggi che derivano dall’ascoltare solo la nostra voce interiore, dopo aver eliminato il rumore di fondo e il superfluo che, nel tempo, l’ha coperta, si rivelerà naturale camminare verso ciò che ci rende felici.
“Quando ti rendi conto che non ti manca nulla, tutto il mondo ti appartiene”
Lao
Tzu
ECCO I CARICHI CHE MINANO
IL BENESSERE INTERIORE
“Costi quel che costi”,“Devo comportarmi bene”, “Devo essere bravo e sempre all’altezza” sono per molti dei veri mantra. Viviamo per assolvere un dovere e agiamo per metterci al riparo da critiche e sensi di colpa perché l’idea di essere buoni (anche molto al di là del necessario) si impossessa di noi. Ma a caro prezzo! Facciamo un breve elenco di atteggiamenti mentali che rendono la quotidianità macchinosa e pesante.
Il perfezionismo - Al perfezionista manca sempre qualcosa. Dovrebbe fare di più, meglio. Non stupisce che sia l’emblema di colui che non vive con semplicità e leggerezza. Se tendi al perfezionismo continui a inseguire il modello che hai in mente e a rimproverarti: “Perché non ci riesco? Perché sbaglio?”. Quello che non cogli è che è proprio quell’ideale di perfezione a innescare le lotte interiori e a farti stare male. Hai l’impressione che le cose non siano come dovrebbero essere, trovi sempre un motivo di insoddisfazione. Così ti condanni al ruolo di eterno scontento e vivi alla costante ricerca di un qualcosa che non sai identificare, che non hai e che non sei.
L’eccesso di controllo - Per essere accettato dagli altri finisci per ritenere inadeguato ciò che emerge in te: istinti, emozioni, desideri, parole e gesti. Ti sorvegli, ti controlli e ti giudichi. Quanta pressione ti metti addosso! Contenerti per non apparire sbagliato e fuori posto innesca una guerra interna che può sfociare in ansia e attacchi di panico.
La scontentezza costante - Sembra impossibile, eppure alcune persone non riescono a essere felici neppure quando... dovrebbero esserlo. Proprio non riescono a stare in situazioni in cui non ci sono problemi o conflitti, non possono credere che le cose vadano bene. Sospettano sempre che ci sia qualcosa sotto. Dietrologie, timori, complotti: tutto per non ammettere che a volte le situazioni semplicemente filano lisce. Talvolta a spiegare questo atteggiamento c’è l’aver dovuto fronteggiare sfortune di vario genere, talvolta invece il timore di non volersi assumere la responsabilità che deriva
da un buon risultato che deve essere confermato in futuro. In questi casi non è la realtà a non essere bella, ma sei tu che non riesci a vederla per come è.
Le aspettative - Il peso delle aspettative è uno dei più gravosi. Il problema nasce dal pensare che la situazione realmente appagante sia altrove, in un’alternativa o in una condizione futura. Il punto è che quando ci arrivi, applichi lo stesso schema. E così via all’infinito. È questo uno stile di pensiero che pesa come un macigno sulla libertà di vivere e di esprimersi.
La dipendenza - Ogni volta che dipendi da cose e persone, che vivi rapporti in cui ogni azione è studiata in funzione dell’altro, che ti adatti alle situazioni pensando di semplificarti la vita in realtà appesantisci la tua esistenza perché ti metti nelle mani di altri e non ti permetti di essere chi sei davvero.
La rassegnazione - Dirsi “Ognuno è la sua storia” è un pesante fardello, un filtro che ti fa vedere nel futuro solo una replica di ciò che hai già incontrato. Sei stato lasciato? L’amore è una menzogna e tutti mentono. Un progetto è fallito? Ti senti sfortunato e sfiduciato. Questa sottile sofferenza, nel tempo, può tradursi in un peso davvero difficile da sopportare.
I sogni per il futuro - Proiettarsi nel futuro con progetti a lungo termine chiude la mente in un recinto, ostacolando il destino e bloccando la tua spontaneità e la possibilità di cogliere opportunità in linea con la tua natura.