Non devi migliorare

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di diventare omologati al pensiero convenzionale? Migliorare poi secondo quale progetto? Quello di diventare più buoni? Più simili ai modelli comuni? Il carattere (ciò che ci caratterizza) detesta la somiglianza. L’essere unico che è in noi viene imprigionato dall’idea di perfezionamento; sarebbe come dire che una tigre realizzerà

Non devi migliorare

Perché dovremmo migliorare? Perché sforzarci

Raffaele Morelli

Non devi migliorare

Ognuno è perfetto così com’è (ma non lo sa)

la sua missione quando sarà più dolce, meno aggressiva… addomesticata, come nel circo. è accettare le particolarità che ci rendono unici, anche la permalosità, l’ira, la paura o l’introversione. Chi va dietro agli altri distrugge la propria identità.

Raffaele Morelli

Il primo gradino verso l’autorealizzazione

La lotta interiore per cambiare se stessi è il veleno che fa ammalare!

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RIZA

Edizioni Riza - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it

RIZA 10/03/17 15:20


Non devi migliorare Le pagine più belle scritte da Raffaele Morelli per gli editoriali di Riza psicosomatica Grafica di copertina: Roberta Marcante © 2017 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.


RAFFAELE MORELLI

NON DEVI MIGLIORARE

Ognuno è perfetto così com’è (ma non lo sa)

RIZA


INDICE PREFAZIONE

Il parere altrui ti fa perdere la rotta • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

I talenti nascosti emergono a qualsiasi età In te c’è una Dea, sa dove portarti La formula magica della felicità Quando i peccati ti rendono unico La spontaneità è il più potente farmaco Cerca dentro di te le immagini che ti curano C’è un lato di te che non vedi: è lui che ti salva Prendi il volo se ascolti i tuoi disagi Vuoi stare bene? Immagina il tuo rifugio Per risolvere i disturbi guardali con altri occhi Il tuo carattere fiorisce se rispetti i codici dell’anima Fai vivere gli opposti e risolvi i conflitti interiori Se ci litighi è la tua anima gemella Il silenzio attiva le energie che curano La distrazione salva cervello Ogni giorno una dea ti guarisce Solo chi è incerto può gustare la vita L’esistenza è un giardino che fiorisce al tramonto La mente “magica” ti fa guarire Osservare senza pensieri è la vera cura Trovi soluzioni se guardi rivolto all’infinito

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Il panico vuole che realizzi i tuoi sogni Non dare la colpa a mamma e papà La via della saggezza Tra demonio e santità Fai spazio alla tigre che è dentro di te Perdi un oggetto? Ritrovi te stesso Il tuo sguardo è la cura migliore È il momento giusto per aprire le porte alla felicità Quando un sogno può cambiarci la vita Fai sbocciare il tuo fiore nascosto La gelosia, una dea che ti può salvare

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PREFAZIONE

Il parere altrui ti fa perdere la rotta

C’

è in noi un’intelligenza nascosta che sta tracciando il nostro cammino? Un sapere innato, dotato di potenza vitale, che ci sta facendo maturare e incamminare verso la nostra meta? La domanda non è da poco. Se effettivamente siamo condotti da un Nucleo Nascosto, come il seme fa con la pianta per portarla verso il suo frutto, ogni distrazione da questo cammino diventa un labirinto in cui perdersi. Siamo seduti, direbbe Granet, su un Progetto Nascosto, su qualcosa che “incorpora l’Efficacia Universale”, che concretamente sta portando avanti il nostro Viaggio. Perché la rosa dovrebbe migliorare? Esiste una quercia migliore di un’altra? Il cammino, il proprio cammino, è l’unica cosa che conta e non accetta deviazioni, se non da pagare a caro prezzo. I disagi sono spesso legati alla perdita della nostra rotta, al fatto che ci incamminiamo su per6


corsi che non ci appartengono. Marie-Louise von Franz sosteneva che dobbiamo essere come il pino di montagna: se un masso gli cade addosso, curva il tronco, senza lamenti, per raccogliere la luce, coperta dalla pietra che lo ha colpito. Si capisce da queste parole che si sta parlando di una mente naturale, spontanea, semplice, senza opinioni. È quella che dovrebbe portarci a essere ciò che siamo per davvero, senza se e senza ma… «La salvezza - ci dice Granet nel suo libro “La religione dei cinesi” - non è che un ritorno alla natura», o meglio a quel Nucleo Naturale, a quel Seme profondo che fa di ognuno di noi un albero unico. Spostarsi da sé per andare verso il pensiero degli altri è il peggior nemico del Tao, della Via, della coscienza con cui si crea il mondo e la nostra Unicità. In questa chiave che cosa si vuole aggiungere a ciò che caratterizza ogni individuo: seduto su un processo infinito, eternamente uguale a se stesso, identico dall’Origine a oggi? Perché dovremmo migliorare? Perché sforzarci di diventare omologati al pensiero convenzionale? Migliorare secondo quale progetto? Quello di diventare più buoni? Il carattere (ciò che ci caratterizza) detesta la somiglianza... L’essere unico che siamo viene imprigionato dall’idea di perfezionamento: sarebbe come dire che una tigre realizzerà realmente la sua missione quando sarà più dolce, meno aggressiva… insomma addomesticata, come nel circo. Il primo gradino verso l’autorealizzazione è l’accettazione delle nostre caratteristiche, del carattere permaloso, 7


dell’ira, della paura, dell’introversione. Per i taoisti, forse i più grandi conoscitori dell’anima che il mondo abbia mai avuto, il vero veleno è la ricerca del miglioramento di sé. «Ciò che è impuro e germe di morte è l’artificiale, l’acquisito: tutto ciò con cui la civiltà ha deformato e falsato la natura. Ogni invenzione, ogni preteso perfezionamento non è che una fastidiosa escrescenza. Anzi è piuttosto un tumore maligno. Non bisogna violentare la natura, soprattutto col pretesto di raddrizzarla. Ciò che è curvo deve rimanere curvo. Non si pretenda di accorciare le zampe della gru e allungare quelle dell’anatra» scrive ancora Granet nel suo libro.

Il segreto è affidarsi al Vuoto Migliorare altro non è che una vernice fittizia, un modo di diventare come tutti gli altri. C’è un’indipendenza, un’autonomia che viene dall’essere soli in mezzo agli altri, dal non ascoltare nessuno, dal seguire la propria strada. «Si perde la propria natura - aggiunge lo stesso autore - se si va dietro ai costumi; si distrugge il proprio io se si va dietro agli altri esseri». Il segreto è affidarsi al Vuoto, al Nulla: un’energia che all’inizio ci fa paura, presi come siamo dai pensieri. E che invece è la casa del Tao... «Non riuscivo a dormire, come andavo a letto mi veniva l’ansia. Poi ho seguito il suo consiglio. Ho cominciato, prima di andare a letto, a cercare dentro di me, nella pancia, la sensazione di precipitare nell’abisso, di scendere nel 8


buio, come ha detto una volta ai gruppi del giovedì». Chi mi scrive è Anita (40 anni). «Questo esercizio del Nero, del buio, lo facevo prima di addormentarmi, seduta alla mia scrivania nella penombra. Poi a letto continuavo e non solo l’ansia se ne andava, ma sentivo il rifugio, il nido che mi proteggeva. E lì mi arrivavano le Immagini: io che ero una ballerina di flamenco, un’altra volta una rondine che andava in Africa, o una guerriera amazzone». Il vuoto le portava immagini e lei le teneva con sé come compagne di viaggio: le sue amiche della Notte. Così Anita ha ricominciato a dormire e così l’ansia si è via via allontanata. Ah... Se noi sapessimo quanto i nostri disagi, le ansie, le paure ci stanno conducendo verso noi stessi...! Quanto ne avremmo cura... quanto smetteremmo di scacciarle. Stare con i propri disagi, accoglierli nel vuoto è scoprire la propria natura. Cercare di cacciarli via in nome della parola normalità ci toglie mondi da scoprire e soprattutto ci impedisce di incontrare le nostre immagini, che sono la casa del nostro destino. Il nostro mondo interiore è unico e irripetibile. Il Tao lo diceva 3.000 anni fa…

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I talenti nascosti emergono a qualsiasi età Molti credono di non possedere alcun talento. Si sbagliano! A volte le capacità innate possono emergere anche a 60 anni, come ha scoperto Oliver Sacks, il grande neurologo. Bisogna imparare ad aspettare se stessi Leana mi scrive per chiedermi: «Dove si arriva a un certo punto? Come diventa la vita di chi conosce la Saggezza?». Sulla stessa scia Francesco mi domanda se riuscirà un giorno, attraverso la meditazione e la consapevolezza, a liberarsi di quel suo «brutto carattere che ha finito per mettere in crisi tanti rapporti affettivi nella sua vita».

Una meta da raggiungere Sia Leana che Francesco pensano a un traguardo, un obiettivo a cui avvicinarsi. Per lei è una vita da Saggi, per lui è abolire le asperità del suo carattere. Invece Paolo mi scrive dalla Svizzera e si pone delle domande sul percorso da fare per arrivare al Nucleo, al centro di noi stessi. «Per ritrovare il centro che siamo, il profumo della nostra essenza, è proprio necessario 11


andare in posti particolari a effettuare ritiri e cose simili?». Insomma, serve ritirarsi, andare in centri spirituali o dare spazio alla meditazione, allo yoga? Forse dimentichiamo la cosa più importante: non sono io il protagonista che deve decidere cosa fare di sé. Non sono io che costruisco gli occhi, il viso, la bocca, l’intestino. Ciò che crea l’essere che sono è invisibile e tale deve restare. Ogni sforzo per raggiungere una meta è vano e, soprattutto, distoglie il mio “lato invisibile” dal suo percorso. Cosa posso fare io? Essere presente, quando mi ricordo, alle cose che faccio e alle cose che accadono. Questa presenza interiore è un’energia che attiva le mie capacità innate e, quindi, favorisce lo sviluppo del mio percorso. Se non devo cercare niente, vado bene come sono adesso. E aspetto... Che cosa? Niente.

L’attesa perenne Bisogna imparare a essere presenti e ad aspettare... Aspettare che cosa? Si tratta di comprendere che attraverso i nostri stati d’animo, attraverso la nostra mentalità, possiamo partorire o meno l’essenza. Come una pianta... Filalete diceva al culmine della sua saggezza: «Se le operazioni sono ben eseguite, se il seme è stato ben seminato, ognuno arriva alla casa del Sé». Che vuol dire ben seminato? Un contadino mette il seme nella terra e... aspetta. Che cosa? Il germoglio che viene prima e poi la pian12


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ta. Aspetta, come una donna gravida, il frutto. Aspetta senza sforzo, senza aspettative, senza lotte interiori, le capacità innate che ogni essere vivente possiede. Aspetta che si manifestino. Non fa come Umberto che mi scrive: «Dottore, mi perdoni, ma lei pensa sul serio che un povero fallito, timido, perdente come me possa davvero imparare, a 29 anni, a recuperare tutte le esperienze che non ha fatto nella vita? Lei riesce davvero a credere in un ventinovenne che sbaglia in continuazione, che fallisce sempre solo perché non ha esperienza e magari sotto sotto è pure poco abile?».

La consapevolezza rinnova il cervello Oliver Sacks, il grande neurologo e scrittore recentemente scomparso, è rimasto colpito dal fatto che una sua paziente, a sessant’anni suonati, dopo un grave disturbo cerebrale, si è messa rapidamente a imparare a suonare l’arpa. Una cosa difficilissima. Attendere qualcosa che non sappiamo cos’è, mette il cervello a contatto con l’energia ancestrale dell’anima, che è l’unica che ha soluzioni adatte a noi. Sei timido? Bene, sii presente e consapevole della tua timidezza. Accoglila come un amante attende la sua compagna. E aspetta... Che ne sa un feto che diventerà un vecchio? Eppure il feto “aspetta” il bambino, l’adulto... Aspettare ciò che verrà senza dirsi nulla. Noi dobbiamo fare così. Percepire che adesso sei 13


nel posto giusto e... aspettare qualcosa che non sai. Questo vuole l’anima. Così realizza la nostra essenza. Senza alcuna tecnica, se non quella di percepire, di tanto in tanto, che sei qui... Sentite Maris: «Sono riuscita grazie a lei a superare una grande depressione in seguito a una separazione. Adesso sono quasi felice, quasi perché per esserlo completamente vorrei avere accanto una persona che mi voglia bene a cui voler bene io, ma forse non si può avere tutto nella vita. Comunque io continuo a seguirla perché mi fa stare bene e forse in futuro (anche se bisogna vivere nel presente, come lei dice), forse troverò la persona giusta o meglio, forse la troverà la mia anima e speriamo che si sbrighi». Cara Maris, mi fanno piacere i suoi miglioramenti. Ma se vuole incontrare l’anima gemella, non la cerchi. La Saggezza, l’anima gemella, i regali della Vita, arrivano solo a chi non ha nessuna aspettativa. A chi non cerca niente e aspetta... Il bruco aspetta la farfalla, l’uovo il pulcino, l’uomo il suo sapere innato. Il quale si manifesta solo spontaneamente. Senza ritiri spirituali, senza meditazioni, senza cercare di migliorare il proprio carattere.

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In te c’è una Dea, sa dove portarti Pensiamo che i genitori abbiano influenzato la nostra vita. Ma è un errore: non siamo ciò che gli altri ci hanno fatto diventare. In noi vive una fonte di energia infinita che, senza alcuno sforzo, può farci stare bene Bisogna smettere di cercare le cause di ciò che siamo. «Ho un carattere remissivo, perché mio padre era un despota, un tiranno» mi dice Nella (43 anni). Francesca (32 anni) invece vede in sé i difetti di sua madre: «Lei non è mai stata capace di tenersi un uomo. E questo succede anche a me, sono diventata come lei. Qualsiasi sforzo faccio per far durare un rapporto, non funziona». Quelle che noi chiamiamo “le cause della nostra infelicità” diventano via via degli alibi. Parlo da psichiatra, da psicoterapeuta: bisogna smetterla di credere che qualcuno o qualcosa ci ha fatto diventare così. E l’energia cosmica che siamo e che ci abita? Che ne è di lei? Anni di spiegazioni psicologiche ci hanno fatto credere di essere il prodotto della nostra storia. Passiamo il tempo a spiegare, a ragionare sui disturbi. Ma questo non serve a nulla, se non a complicarci la vita e a diventare cerebrali. 15


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