Come ritrovare la
calma perduta
Stress, insofferenza, nervosismo: l’esasperazione è tutto questo, al punto da non poterne più. È lo stato di tanti che si rivolgono a una psicoterapia. Ma si può porre rimedio anche da soli. Vediamo come
La prima frase che una persona pronuncia durante la prima seduta di psicoterapia è sempre molto signi cativa, perché descrive lo stato d’animo, il pensiero, l’atteggiamento che, al momento, prevalgono su tutto. Tra le frasi che si presentano più spesso all’inizio del primo incontro c’è sicuramente: «Sono esasperato». Lo stato di esasperazione sembra essere uno dei moventi
NON FARTELO PIÙ RUBARE
principali che spingono alla richiesta di aiuto, cui magari si è cercato a lungo di resistere, ma che ora si palesa come necessaria. La persona esasperata lo è anche nei modi: lo dice sbuffando, con il respiro affannoso di chi porta con sé un pesante fardello, una matassa conosciuta ma di cui si è perso il bandolo da tempo. Lo dice talora nervosamente, come se la richiesta d’aiuto, pur cercata volontariamente, andasse a sommarsi al fardello di cose da affrontare. Eppure riconoscere il proprio stato di estremo malessere è il primo passo per uscirne.
La vita aspra Esasperazione è una parola che non ha direttamente a che fare, come invece sembrerebbe, con il termine speranza, né con disperazione. La sua origine latina svela il nucleo del suo signicato: “ex” e “asper” (cioè, tradotti, “da” e “aspro”) danno vita a “exasperatio”, cioè inasprimento. L’esasperato viene “ex aspris”, cioè “da cose aspre”, da una situazione generale che si è inasprita, andando oltre l’agitazione, oltre la disperazione, oltre l’insof-
Anche il tempo perso è fondamentale per il benessere psichico
Spesso arriviamo all’esasperazione perché, gradualmente, ci siamo fatti sottrarre lo spazio e il tempo che, per legge di natura, devono essere presenti nella nostra vita, in quanto partecipano in modo essenziale all’equilibrio psicofisico: il tempo libero, i luoghi dove rilassarsi e ritemprarsi, gli spazi privati, i momenti di svago e di gioco, e anche il cosiddetto
“tempo perso”. Che non è mai veramente perso, perché è proprio questa quota di tempo inutilizzato a darci la sensazione di un’esistenza più ampia, che va al di là delle cose cui stiamo dietro ogni giorno, le cose che rincorriamo senza sosta, a volte senza neanche un perché. Ebbene, abbiamo evidentemente messo troppo a disposizione questo spazio-tempo “sacro” e la vita è
entrata a occuparlo, come l’acqua che s’insinua dove trova posto. È il momento di recuperarlo, non come una sporadica eccezione, ma come parte strutturale del quotidiano. Non c’è da chiedersi se possiamo farlo oppure no: è da fare, senza ripensamenti, proprio perché l’esasperazione che si è prodotta rischia di farci crollare e anche perché la vita riacquisisca un suo flusso spontaneo.
Il
A cura di Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Immagini: A. Ruggieri Hanno collaborato: M. Battistutta, C. Marazzina, M. Monciotti
10 punti di felicità
Ecco come ottenerla a pag. 54
Ecco le regole
per tornare a volare
L’errore sta nel modo di porre la domanda: cosa devo fare per... Cosa devo fare in più di quello che già faccio per essere felice? Come devo migliorare, cosa devo aggiungere, cosa devo cambiare? Infatti sembra evidente: la situazione in cui siamo non è suf ciente per essere felici, altrimenti lo saremmo già! Allora va cambiata, resa più interessante, più ricca, più sicura. E noi stessi non siamo suf cienti, dobbiamo correggerci, evolvere, crescere, diventare migliori, allora saremo felici!
Non devi fare niente Come abbiamo intuito nelle pagine precedenti, è così che si diventa infelici. Non dobbiamo fare niente, anzi il problema è che stiamo facendo troppo! La felicità è uno stato na-
turale del cervello che si attiva quando tutto sembra perfetto, ma non perfetto secondo i modelli che abbiamo in testa noi! Perfetto così com’è. Quando sentiamo che è perfetto non volendolo cambiare, anche se l’Io ci sprona a farlo. La felicità si manifesta quando ciò che c’è, noi compresi, va bene così com’è. Attenti, non è fatalismo o immobilismo, anzi è il solo stato che mette davvero in moto le cose! Ma come raggiungerlo? Ebbene, di nuovo: non c’è da raggiungere, ci sei già! Nagarijuna, saggio indiano, diceva: ciò che è sublime è ciò che è banale. L’estasi è tagliare le patate, se è quello che stai facendo. La felicità non è un altrove, è “qui”, ma visto in modo nuovo. Non è un altro pesante zaino di doveri, è semmai l’atto di toglierlo dalle spalle.
T. Morelli
punti di felicità 10
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Il segreto: ama il tuo destino Accogli sempre le tue contraddizioni Con i riti rendi sacro il quotidiano Sei bloccato? Non decidere, osserva Cerca la gioia nei momenti di crisi Centrati su ciò che ti fa stare bene Non perderti negli ideali Usa la fantasia per risolvere i problemi Sii sempre pratico Abbi cura dei tuoi lati difficili
La felicità è un compito leggero, le sue regole tolgono peso, non ne aggiungono. Il loro scopo è farti essere più naturale che mai
Oli essenziali, un toccasana per la stagione fredda
Tanti, profumati, ognuno con la sua personalità e forza. Utilizzati con attenzione, diffusi nell’ambiente, nell’acqua del bagno o in un olio da massaggio, donano benessere a tutto l’organismo
Di Patrizia CostanzoRisale al 2800 a.C. e si chiama “Pen Ts’ao”: è il trattato scritto dall’Imperatore cinese Chen-Nong che descrive l’uso di più di cento piante medicinali. In India l’Ayurveda, libro sacro, rivela i segreti della longevità consigliando l’uso di piante aromatiche a scopo terapeutico. Anche i Sumeri conoscevano le piante aromatiche e risalgono a epoche antichissime (4000 a.C.) le tavolette d’argilla, ritrovate vicino ad Aleppo in Siria, in cui sono incise alcune formule di medicine vegetali. Passando da Dioscoride, medico del primo secolo d.C., che inserisce nel suo “De materia medica” l’elenco di 519 specie di piante medicinali, e arrivando no alla metà del XIX secolo, le piante aromatiche sono state impiegate allo stato naturale in cucina o sotto forma di aceti, balsami, oli aromatici e unguenti. L’estrazione tramite distillazione a vapore è invece relativamente recente: l’aromaterapia conobbe infatti un grande sviluppo ai primi del ‘900 grazie al lavoro di pionieri come
Sévelinges e Gattefossé, a cui si ispirarono il dottor Jean Valnet e i suoi allievi.
Istruzioni per
l’uso
L’aromaterapia moderna favorisce e sostiene la forza vitale della persona e agisce mobilitando le sue capacità di autoguarigione. L’olio essenziale è un estratto puro, naturale e totale della parte odorosa delle piante aromatiche, ottenuto tramite distillazione per vapore acqueo. Concentrando l’energia solare, le piante sintetizzano, a partire da zuccheri semplici, le centinaia di molecole aromatiche che si trovano poi negli oli essenziali. Più di tremila molecole note, che possono essere classi cate in categorie: fenoli, alcoli, aldeidi la cui identi cazione è possibile con analisi di laboratorio. Gli oli essenziali non si mescolano bene con l’acqua, ma con basi oleose grasse, come ad esempio gli oli di jojoba o mandorle dolci. Oppure con l’alcol, il sapone o altri emulsionanti naturali come il latte, la panna
Rosa La protagonista indiscussa, dona armonia e cura testa e cuore
Regina dei fiori, la rosa dona calma e armonia e porta equilibrio in tutti i disturbi della sfera psichica. Vero dono per l’anima, rallegra il cuore e ne fa vibrare le note più nascoste. Amata e ammirata fin dai tempi antichi, moltissimi sono gli autori e poeti che ne hanno scritto le lodi. Simbolo di pienezza perché tutte le sue parti sono armoniose e i fiori sono ricchi di un profumo soave. Questa impronta che la pianta possiede viene trasmessa in profondità, armonizzando mente e corpo. Delle tante varietà esistenti, poche sono impiegate per la distillazione: si tratta principalmente della Rosa damascena, coltivata soprattutto in Bulgaria e della Rosa centifolia, di origine persiana. L’essenza di rosa è antinfiammatoria, tonificante e antispasmodica e combinata con l’olio essenziale di melissa, diluita nell’olio di Jojoba, calma il mal di testa. In caso di herpes, possono essere utilizzate entrambe le
PELLE
SECCA E IRRITATA
essenze per favorirne la guarigione, a volte anche in pochi giorni. Una goccia pura, massaggiata direttamente sulla regione del cuore, può alleviare i sintomi nei disturbi cardiaci di origine nervosa. Rimedio principalmente femminile, regola il sistema ormonale, fortifica l’utero, regolarizza le mestruazioni e ne calma gli spasmi COME FARE Mescola 1 goccia di olio essenziale di rosa con 30 ml di olio di nocciole, da massaggiare sulle zone interessate.
Aggiungei all’acqua calda di una bacinella 1-2 gocce di olio essenziale di rosa e 1-2 gocce di olio essenziale di camomilla (puri e certificati bio). Copri la testa con l’asciugamani e chinati sulla bacinella per 5 minuti circa, in modo che la pelle possa assorbire il vapore.
e il miele. Consigliamo di utilizzare sempre oli essenziali puri, biologici, e destinati anche all’uso alimentare (che deve essere però seguito da un medico/naturopata).
Fai attenzione
In queste pagine vengono trattati gli usi aromaterapici e cosmetici degli oli essenziali e non l’uso alimentare, che deve essere prescritto da un medico/ naturopata. Gli oli essenziali puri devono essere usati con cautela, è obbligatorio rispettarne dosi e modi d’impiego. Si consiglia la diluizione in oli vettori.
Il bagno di vapore alla rosa per un viso sempre fresco
visita
rovine
Quante volte ci è capitato di visitare delle antiche rovine? An teatri, camminamenti: il paesaggio archeologico da sempre possiede un grande potenziale evocativo. Gli antichi templi, il Partenone ad Atene, il Colosseo a Roma, le rovine di Machu Pichu, di Stonehenge: sono teatri di civiltà arcaiche sopravvissuti nei millenni. Mai come in questi luoghi lontani e immersi nel silenzio possiamo percepire il mistero, ma anche un’energia che è fuori dal tempo. Ecco come usare questa atmosfera in un breve percorso di meditazione con le immagini.
COME FARE L’ESERCIZIO
Per trarre il massimo giovamento da questo e dagli altri esercizi immaginativi, è consigliabile indossare un abbigliamento comodo, senza cinture, né scarpe. Meglio scegliere un luogo confortevole e silenzioso, lontano da ogni tipo di interruzione, al buio, o alla luce di una sola candela, se vuoi con in sottofondo una musica rilassante.
L’esercizio immaginativo
Ora, chiudi gli occhi e immagina di essere fra le antiche rovine di un tempio... immagina che per magia tutto ritorni orente... ritornano improvvisamente i colori, la vita, i profumi... adesso prova ad immedesimarti in un uomo o una donna antica e ad immergerti per qualche istante in quella dimensione... Come sei vestito? Cosa fai? Osserva il tuo viso, il tuo sguardo, i tuoi movimenti. Sei proprio tu, ma immerso in un’epoca passata. Non c’è più la tua storia, spariscono i condizionamenti esterni, c’è solo il tuo volto, i tuoi lineamenti, la tua unicità... Adesso fai circolare dentro di te queste immagini e lascia depositare per qualche istante le sensazioni provate. Quando te la senti puoi riaprire gli occhi.
Gira pagina per scoprire tutti gli aspetti simbolici di questa immagine