www.riza.it AGOSTO 2022 n. 498 PERIODICO MENSILE ISSN 2499-0418 (ONLINE)
COSÌ ELIMINI STANCHEZZA E PREOCCUPAZIONI
Rigenera il cervello ti bastano 7 giorni Come ripulire la mente dallo stress di tutto l’anno I BENEFICI ARRIVANO SUBITO Esercizi e tecniche per ritrovare entusiasmo ed energia vitale
L’EDITORIALE DI MORELLI
Riza psicosomatica è in edicola anche con:
Le immagini curano i disagi interiori
ESTATE I RIMEDI VERDI DA TENERE A PORTATA DI MANO 001 Cover 498_WEB.indd 1
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IL GIORNALE DELLE SOLUZIONI
VITA DI COPPIA
La complicità
Come mantenerla anche nei periodi difficili La relazione tra due innamorati è avvolta nel mito. Poi, col tempo, spesso la poesia diventa prosa, o si spegne. È soprattutto questione di sguardi e di quanto spazio date allo “sconosciuto” che vi abita
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ll’inizio ogni coppia è un mito. Non solo nel senso più moderno del termine (fantastica, luminosa, brillante), ma anche in quello più letterale, cioè una “grande storia”, in cui tutto ciò che accade viene vissuto da due persone che si guardano a vicenda con occhi valorizzanti, e che guardano allo stesso modo la relazione che hanno creato. In quei primi tempi tutto è leggenda, tutto appare possibile, proprio perché ci si sente immersi nell’archetipo senza tempo del Grande Amore. Le cose belle che succedono sono esaltanti, le difficoltà sono sfide da superare insieme, e si viaggia nella vita e verso la vita in uno stato che potremmo, in effetti, definire mitologico. Qualcuno, un po’ cinicamente, sostiene che si tratta di uno stato alterato di coscienza, di una mera illusione, di un momento di assurda ebbrezza. In realtà chi ha vissuto almeno una volta questa esperienza sa che quella mitologia non falsava la realtà, ma permetteva di vederla nella sua pienezza, di estrarre da essa anche quello che, in uno stato ordinario, non si sarebbe potuto vedere. Un incanto, questo, che produceva progetti ed energie molto concrete, in piena complicità tra i due.
Creare assieme Il problema è che spesso, dopo un tempo diverso da caso a caso, qualcosa si guasta
nello sguardo reciproco tra i due partner. Anche qui qualcuno sostiene che, passata “la malattia iniziale”, i due finalmente si vedono per come sono veramente, e quel che vedono è spesso una persona deludente e piena di difetti. Eppure - come rivelano tante psicoterapie di coppia - entrambi si sentivano molto più veri e molto più se stessi quando erano dentro il flusso mitologico degli inizi, mentre ora che sono in crisi, spoetizzati e spoetizzanti, si sentono “non se stessi” e “non visti” come vorrebbero. Si potrebbe dubitare a lungo se la verità sia quella dell’inizio mitico o quella della routine deprimente, poiché noi siamo in effetti un insieme di opposti.
Meno interferenze Ma quel che ser-
ve a una coppia, per andare avanti restando vivida e creativa nonostante le tante difficoltà della vita, non è una verità “statica”, ma una verità dinamica, che si produce strada facendo proprio con il guardarsi in modo extra-ordinario. Mitopoiesi è la parola di matrice greca che racchiude questa dinamica: fare mitologia, dare vita al mito. In questo caso, a quello della coppia. Purtroppo quasi nessuno di noi è stato educato a questo tipo di visione mitopoietica della relazione sentimenC o n t i n ua a pag . 4 0
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L’AZIONE SMITIZZANTE DELLA ROUTINE
Dai l’altro per scontato perché fai lo stesso con te
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a routine è uno dei massimi nemici della complicità e della mitologia di coppia. La sua azione è capace di spegnere e disunire anche le relazioni più affiatate, a causa del ripetersi sempre uguale dei giorni: i due partner si trovano a far parte di un automatismo basato sulla funzionalità, che prevede non solo un drastico calo dei momenti “speciali”, ma anche una netta perdita di vivacità del pensarsi e dello stare insieme. Entra in campo la scontatezza: è finita la novità, la sorpresa, la curiosità. Il partner, da figura con un’aura mitica, è diventato “persona ovvia”, ormai conosciuta, con diversi difetti più evidenti di prima e meno sopportabili. L’effetto negativo della routine dipende dallo sguardo: dai l’altro per scontato perché lo identifichi in uno standard, che poi è anche quello in cui ti sei inserito. Ma lo standard spegne: spegne l’immagine dell’altro e spegne anche la tua. Occorre sapere invece che quello che vedi di te e dell’altro è sempre solo la superficie, il più ti rimane sconosciuto. Anche se non si può eliminare la routine, però si può dare spazio allo sconosciuto e all’imprevisto: con del tempo da condividere in modo piacevole; con ironia e senso dell’umorismo, anche quando la giornata è stata pesante; rimettendo ai primi posti i momenti di intimità, anche quando si è stanchi. Certo richiede impegno e dedizione. Come tutte le cose che contano.
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IL TEMA DEL MESE
Rigenera il cervello in vacanza A cura di Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Immagini: A. Ruggieri Hanno collaborato: M. Battistutta, P. Lumia, C. Marazzina, M. Monciotti
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Il cervello si rinnova quando la mente è vuota e libera. Così dimentichi stress, preoccupazioni, fatica e ritrovi tutte le tue energie innate
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IL TEMA DEL MESE
RIGENERA IL CERVELLO
Il tuo compito? Liberarti da qualsiasi idea ti sei fatto di te, del destino, della famiglia, del lavoro così da svuotare il cervello da tutti i pregiudizi S E G U E D A PA G . 5 0
ragione. Dopo qualche giorno la mia attenzione fu catturata dalla foto di una ragazza sui social. Era un’artista, come me, e decisi di scriverle. Bene, da quel momento è iniziata una storia incredibile. Ha risvegliato parti di me sopite, che non conoscevo. Da allora è passato quasi un anno e mezzo e ancora continuiamo a sentirci. Come finirà? Non saprei e non voglio saperlo. Questo “non sapere” mi fa sentire vivo, mantiene acceso il sogno, come un mare in tempesta, inquieto ma vivo. Il resto si vedrà». Smetti di interferire Un evento casuale ma profondamente significativo, il ritrovamente di un uccello ferito, è coinciso con un viaggio interiore che inconsapevolmente Lucio stava compiendo, ma in cui era bloccato per timore di abbandonare la propria comfort zone. Dopo anni di ripensamenti e di tentativi infruttuosi di capire quale fosse la direzione giusta da percorrere, tentativi fatti sulla base di pensieri e convinzioni, di un calcolo dei pro e dei contro che non portava a niente, un
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evento esterno, Jung avrebbe detto “sincronico”, gli ha fatto cambiare atteggiamento. Qualcosa dentro di lui ha attivato uno sguardo diverso, lo sguardo che si limita a guardare le cose, se ne prende cura e le accu-
disce senza in alcun modo volerle controllare e senza cercare di intervenire. Ha iniziato ad osservare la propria condizione - rappresentata dalla rondine ferita - come se accadesse per la prima volta, senza lasciarsi distrarre dai pensieri e dalle rimuginazioni, senza dover prendere decisioni, solo restandole accanto. Percependo le proprie emozioni e osservandole, senza interferire. La natura interna agisce in modo “impersonale”: estraniandosi dall’Io, ci porta là dove dobbiamo andare. Solo allontanandosi dall’identità abituata a vedere in ogni evento un problema che richiede una soluzione, Lucio ha imparato a lasciar accadere le cose. Ogni evento ha cominciato a trasformarsi in energia capace di far maturare la sua interiorità, anche attraverso una fase di dolore, necessaria ma breve, come il dolore del parto che dura solo il tempo necessario a far nascere un essere nuovo. Il segreto per rigenerare il cervello, allora, è proprio liberarti da qualsiasi idea che ti sei fatto di te, del destino, del rapporto “giusto”, della vita “come dovrebbe essere” e percepire ciò che accade adesso, senza alcun commento o giudizio, prendendotene cura. Finché sarai in grado di volare da solo!
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Così l’occhio crea un mondo adatto a te LO SGUARDO MALATO
LO SGUARDO PURO
• Guarda il presente attraverso il filtro del passato, lo confronta sempre con quanto hai già vissuto o conosce, giudicando se quello che accade va bene oppure no. • Cerca sempre le cause, le colpe, e si pone continue domande, trasformando emozioni, sensazioni, desideri in pensieri che diventano dominanti e ossessivi. • Valuta di continuo ciò che provi, correggendolo appena si discosta da un modello ideale assorbito dall’esterno. • Produce azioni complicate, tortuose, sempre in funzione di una meta ideale da raggiungere, o tese a conformarsi a soluzioni standard. Così spesso produce la sensazione di girare a vuoto.
• Non si distoglie da ciò che stai osservando, non lo collega a quanto già conosciuto, non si fa domande, ma espande la tua percezione facendoti restare lì dove sei. • Guarda ciò che accade adesso in te come qualcosa di nuovo, inedito, percepisce senza dare giudizi. • Osserva e coglie ciò che sta accadendo intorno a te come portatore di significati nascosti, intuisce legami e analogie tra eventi, fatti, moti interni e accadimenti esterni, specialmente nella natura. • Segue il flusso di azioni spontanee, non programmate, naturali, che vanno dirette al fine ottenendo risultati e producendo soluzioni originali e adatte a te.
Lo sguardo che crea benessere vede il mondo “di volta in volta”, senza fare confronti con il passato o con gli ideali. Solo così la mente non si infarcisce di retropensieri, sensi di colpa, giudizi, e le emozioni come rabbia o paura non sono costrette a diventare croniche Agosto 2022
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IL TEMA DEL MESE
RIGENERA IL CERVELLO
Sperimenta in te
5 nuovi modi di e SEI BRAVO A DEFINIRTI? SAI COSA PENSARE IN OGNI CIRCOSTANZA? ATTENTO, SE PENSI DI SAPERE TUTTO DI TE, SE NIENTE PUÒ PIÙ SORPRENDERTI, IL NUOVO GIRERÀ AL LARGO. COSÌ PERÒ TUTTO È GIÀ ACCADUTO E LA VITA PERDE DI GUSTO. PER FORTUNA C’È TANTO ALTRO DENTRO DI TE. FALLO EMERGERE
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l nostro io procede attraverso un criterio “economico”: un contesto noto, anche se non soddisfacente (la cosiddetta “zona di comfort”) sarà sempre preferito a uno nuovo, magari migliore, perché adeguarsi a quest’ultimo comporterebbe un dispendio energetico importante. Ogni volta che si incontra il nuovo si contattano terre interiori tutte da esplorare e in queste terre può affacciarsi un pericolo, una paura, una vergogna, un disagio… Potremmo incontrare emozioni sepolte difficili da gestire. Così l’io protegge l’inconscio da questi incontri, facendoci però identificare con ruoli, doveri, regole, morali, abitudini. Installa degli schemi, dei meccanismi automatici che ci muovono nella vita e noi scambiamo l’automatismo per spontaneità, ma in realtà ci muoviamo come macchine. Ecco perché arrivano l’ansia e la tristezza: sono un grido di aiuto dell’anima, dell’essenza, che sta al di là di tutte queste impalcature. Finché non scopriamo davvero cosa dimora in quelle “terre interiori”, siamo condannati a non essere autenticamente noi stessi. Ma se impa-
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riamo a farci trasportare dall’imprevisto, possiamo scoprire che in noi ci sono molti altri mondi. Basta certezze Insomma, quando ostentiamo sicurezza su chi siamo e cosa vogliamo, spesso stiamo scambiando per noi stessi la personalità più superficiale, che è l’esito di tutti i meccanismi che abbiamo utilizzato per adattarci al nostro contesto. E su questo adattamento costruiamo la nostra identità. Finché qualcosa inizia a vacillare, come in una email alla redazione ci racconta Marco, 35 anni. «Credevo di stare bene, di essere a posto così. Un lavoro non proprio avvincente ma sicuro, una fidanzata che non amavo da impazzire, ma era una brava ragazza, amici con cui non condividevo molto, se non il divertimento di accanirci in discussioni su politica e sport. Sentivo che qualcosa non andava, ma spegnevo quella sensazione drogandomi... di serie tv. Finché un giorno arriva lo sconforto: nulla aveva più senso. Ho lasciato la mia ragazza e faticavo anche ad andare al lavoro. Visto che non passava, ho colto l’oc-
casione delle vacanze per fare un viaggio da solo. Un cammino con solo uno zaino in spalla. Pensavo di sapere tutto di me, ma in quel viaggio ho conosciuto persone nuove, tutte in cammino, che mi hanno fatto conoscere mondi diversi. Al ritorno sapevo solo di non avere più certezze, di essere in cerca e che per fortuna la mia vita era un libro non ancora scritto!».
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Fare sempre lo stesso percorso - fisico e mentale - dà sicurezza e mantiene in una comfort zone. Ma può spegnerti! Cosa c’è dietro l’angolo? Cosa ti riserva il futuro? Se non lo rifornisci di avventura il cervello perde colpi!
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IL VIAGGIO INTERIORE
Guarda il solito mondo con altri occhi
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iaggiare, dicono i saggi, non è solo spostarsi nello spazio, è soprattutto incontrare parti sconosciute di sé. Ed è questo che rende il viaggio così prezioso e rigenerante. Puoi sperimentare il vero viaggio anche con piccolissimi tragitti, basta che impara a muoverti nel mondo come se... non fossi tu dentro il tuo corpo! • Immagina di fare un percorso a te noto (ad esempio vai al bar a fare colazione) ma come se gli occhi che osservano non fossero i tuoi, ma quelli di un altro. Immagina, ad esempio, di essere un individuo di un’altra cultura, un uomo se sei donna (e viceversa) o - perché no? - un extraterrestre che nulla conosce dei nostri usi e costumi. Con questi occhi tutto è inedito, non hai a disposizione le solite lenti con cui leggere ogni situazione. Ma puoi inventarne altre e, se vorrai, puoi scriverle. Immagina: se sei un alieno, come era fatto il veicolo che ti ha condotto qui? Se invece sei di un’altra cultura, che differenze noti? Come stai in questo corpo? Cosa senti al suo interno? Sai dare un nome alle emozioni? E alle tensioni del corpo? E il mondo fuori, come è? Ci sono cose che ti sembrano assurde? Diventa un esploratore e meravigliati di ciò che scopri. Le nuove chiavi di lettura sono risorse che ancora non sapevi di avere.
LA MEDITAZIONE COL PROFUMO
Fatti portare dal tuo naso
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LA PILLOLA L’unico modo per sperimentare il nuovo è... permettersi di sospendere il vecchio, la versione non aggiornata di te. All’inizio non sarà semplice. Serve allenamento. Giorno dopo giorno, inserisci una nuova azione, anche semplice, come cambiare il tragitto per andare a lavoro. Se permetti al nuovo di avanzare, la vita torna facile ed entusiasmante.
he sia mare, bosco, montagna, recati nel tuo luogo naturale preferito, un angolo in cui ti senti al sicuro e, quando ci sei, metti una benda sugli occhi. A occhi chiusa annusa e stai con ciò che arriva dall’olfatto, perché non è solo un profumo, ma veicola un’esperienza. Lo stimolo olfattivo arriva direttamente al nostro cervello antico, che associa il profumo a un’esperienza emotiva. Comincia da qui un viaggio interiore tra profumo, immagini e ricordi. Esplora il tuo mondo interno e assapora la pace che arriva da quelle emozioni. ■
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Autoterapia MEDITARE CON LE IMMAGINI di Chiara Marazzina, psicologa e psicoterapeuta
Immagina un ga le che solca i mari L'ANTICA NAVE, CON LA SUA GRANDE CHIGLIA E LE VELE SPIEGATE, È UN SIMBOLO CHE UNISCE L'ASPETTO MATERNO E PROTETTIVO DELLA SUA FORMA CAVA, CON LA FUNZIONE DI STRUMENTO DI AVVENTURA. QUANDO TI SEMBRA CHE LA TUA VITA SIA FERMA, QUESTA IMMAGINE TI VIENE IN SOCCORSO
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uando ti capita di sentirti senza stimoli, senza forze, già stanco prima di inziare qualsiasi cosa, probabilmente ti sei allontanato troppo dal centro interiore, che produce l’entusiasmo per le cose che ami. Allora la cosa opportuna da fare è iniziare un viaggio interiore: le immagini ti possono aiutare perché sono il mezzo più rapido per portare il tuo cervello in una dimensione diversa, a contatto con energie e forze ancestrali e naturali, che vivono da sempre dentro di te. L'esercizio immaginativo Trova la posizione giusta, ricordando di non incrociare le gambe, ma tenendole entrambe ben appoggiate sulla superficie di appoggio… Chiudi gli occhi e scivola dolcemente nel buio: se arrivano dei pensieri, accoglili, fino a farli
sfumare e raggiungere uno stato di silenzio e vuoto, in cui osservi i pensieri comparire e scomparire come la spuma sulle onde del mare... E in questo mare interiore incomincia a visualizzare dentro di te l’immagine di un grande galeone, una di quelle antiche navi che nei secoli scorsi solcavano gli oceani. È ancora in porto, ma le immense vele sono già state spiegate, sta per partire e tu sei a bordo, partirai con lui. Cosa provi? Sei entusiasta? Hai paura? Ti sembra che sia sufficientemente solido per affrontare il mare sconfinato? Ma ecco, parte, senti la brezza sul viso, il galeone solca le onde e va verso il largo… Ora è in mezzo al mare: le acque sono tranquille? I venti a favore? O c’è rischio di tempesta? Accogli tutte le sensazioni che queste immagini evocano dentro di te, poi rimani con gli occhi chiusi per ancora qualche minuto.
Gira pagina per scoprire tutti gli aspetti simbolici di questa immagine
Le immagini parlano al cervello antico che racchiude i nostri istinti più autentici. Quando le utilizzi in un particolare stato di coscienza, nutri il mondo interno, che ti guida verso ciò che ti fa stare bene
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COME FARE L’ESERCIZIO
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Per trarre il massimo giovamento da questo esercizio immaginativo, è consigliabile indossare un abbigliamento comodo, senza cinture, né scarpe per evitare di avvertire qualsiasi tipo di costrizione. Meglio scegliere un luogo confortevole e silenzioso, lontano da ogni tipo di interruzione. Al buio, o alla luce di una sola candela, se vuoi con in sottofondo una musica rilassante: sono gli ingredienti che occorrono per creare l’atmosfera giusta per lasciarci andare al mondo dell’immaginazione.
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