Saper comunicare migliora la vita

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RIZA RIZA COME PARLARE IN FAMIGLIA, COL PARTNER O SUL LAVORO IL LINGUAGGIO VINCENTE • Le frasi anti-litigio di coppia • Le tecniche di dialogo salva-ufficio • Parlare in pubblico senza stress PERCHÉ LE PAROLE GIUSTE FANNO BENE AL CERVELLO Così elimini ansia, stress e conflitti ma soprattutto aumenti l’autostima
cose da dire e da non dire per star bene con te stesso e con gli altri
comunicare
L’IMPORTANZA DI FARSI CAPIRE
Le
Saper
migliora la vita

SAPER USARE NEL MODO GIUSTO TUTTI

GLI STRUMENTI DEL LINGUAGGIO

CI PERMETTE DI INSTAURARE CORRETTI

RAPPORTI CON GLI ALTRI, EVITARE

FRAINTENDIMENTI, RAGGIUNGERE

PIÙ FACILMENTE I NOSTRI OBIETTIVI

PER OTTENERE UNA COMUNICAZIONE CHIARA E PRODUTTIVA OCCORRE TENERE CONTO SIA DEL LINGUAGGIO VERBALE

CHE DI QUELLO NON VERBALE E CURARE CHE VADANO NELLA STESSA DIREZIONE

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Impariamo a comunicare efficacemente in ogni situazione
PAG. 6 SOMMARIO
Scegli bene le parole e osserva come “parla” il corpo

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Esprimere se stessi nei vari ambiti della vita

L’EFFICACIA DELLA COMUNICAZIONE

SI MISURA DAL RISULTATO. ALCUNE REGOLE

SONO GENERALI, ALTRE DIPENDONO

DALL’AMBIENTE: NON PARLIAMO

ALLO STESSO MODO CON ESTRANEI, CON IL PARTNER O SUL LAVORO

Le occasioni in cui parlare è più difficile

e delicato

IN ALCUNE SITUAZIONI DIVENTA ANCORA

PIÙ COMPLICATO RIUSCIRE A COMUNICARE

EFFICACEMENTE: QUANDO DOBBIAMO

DIMOSTRARE LE NOSTRE CAPACITÀ, CONVINCERE ALTRI, O MANIFESTARE I NOSTRI SENTIMENTI

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Scegli bene le parole e osserva come “parla” il corpo

PER OTTENERE UNA COMUNICAZIONE CHIARA E PRODUTTIVA OCCORRE

TENERE CONTO SIA DEL LINGUAGGIO VERBALE CHE DI QUELLO NON VERBALE E CURARE CHE VADANO NELLA STESSA DIREZIONE

Se è vero che gran parte di quello che comunichiamo è espresso attraverso il corpo, come negli ultimi anni si è sottolineato spesso, è anche vero però che le parole sono lo strumento principale del nostro linguaggio. Perciò è importante conoscere tutti i mezzi di cui ci serviamo, volontariamente o in modo inconscio, per trasmettere agli altri ciò che vogliamo dire. Se vogliamo essere buoni comunicatori, credibili ed efficaci

dobbiamo saper usare le parole giuste ed essere coscienti che, mentre le pronunciamo, anche il nostro corpo sta parlando. È difficile essere creduti se, ad esempio, nel momento in cui pronunciamo frasi d’amore, il nostro tono di voce e la nostra gestualità esprimono freddezza, distacco e chiusura. Ma mentre sorvegliamo il nostro corpo o controlliamo quello dell’interlocutore, per capire cosa pensa davvero, non bisogna perdere la concentrazione sulle parole che

stiamo pronunciando o che sta dicendo l’altra persona. Se dedichiamo tutta l’attenzione ai segnali corporei, e allo sforzo di interpretarli, non siamo più immersi nel tema della conversazione. Così rischiamo di distrarci dal discorso, di perdere parti importanti di quello che ci viene detto e anche di essere percepiti dall’interlocutore come persone distratte e disattente. Il che crea una brutta impressione su di noi e quindi su quello che intendiamo comunicare o chiedere.

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SFRUTTA BENE TUTTE LE FORME DI COMUNICAZIONE

Un buon comunicatore deve saper sfruttare adeguatamente gli strumenti utili per trasmettere in maniera effi cace ciò che intende esprimere. Nelle prossime pagine esamineremo uno per uno i diversi “veicoli” della comunicazione:

■ comunicazione verbale: il signifi cato delle parole che pronunciamo e il loro effetto emotivo;

■ comunicazione paraverbale: il modo in cui parliamo, quindi il tono della voce, il volume, il ritmo, la cadenza;

■ comunicazione non verbale: quello che il corpo sta dicendo, attraverso la postura, la mimica facciale e i gesti.

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PAG. 26 Non sottovalutare Il potere magico delle parole che usi Non conta soltanto quello che dici ma anche come lo dici PAG. 40 Fai attenzione a ciò che i gesti stanno comunicando

Esprimere se stessi nei vari ambiti della vita

L’EFFICACIA DELLA COMUNICAZIONE SI MISURA DAL RISULTATO. ALCUNE REGOLE SONO GENERALI, ALTRE DIPENDONO DALL’AMBIENTE: NON PARLIAMO ALLO STESSO MODO CON ESTRANEI, CON IL PARTNER O SUL LAVORO

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Fin qui abbiamo presentato tutti i fattori che intervengono nel processo di comunicazione e abbiamo esaminato alcune regole generali che lo rendono davvero efficace. Le riassumiamo qui sotto:

■ evitare le parole di troppo, quelle poco chiare o con valenza negativa

■ saper ascoltare, dimostrare attenzione e coinvolgere

■ sfruttare silenzi e pause

■ usare bene la voce e cambiare tono, ritmo e volume

■ conoscere il linguaggio del corpo

Ma un altro aspetto fondamentale per poter risultare efficaci è anche la necessità di adattare il nostro modo di comunicare all’ambiente in cui

ci troviamo, ai diversi ambiti in cui scorre la nostra vita. Se parliamo con i figli o con il partner non usiamo lo stesso linguaggio e lo stesso approccio come se stessimo parlando in una riunione o con persone che non conosciamo. È quindi importante essere consapevoli dei registri comunicativi più efficaci da impiegare nelle varie situazioni. Per ogni circostanza occorre adottare il linguaggio e l’atteggiamento più appropriati al contenuto, al contesto, alle persone che abbiamo di fronte e agli obiettivi che ci poniamo. Daremo alcuni consigli per migliorare la propria capacità di comunicazione in vari ambienti, a partire da una conversazione con estranei.

L’arte di condurre una conversazione con chi non conosci

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Uomini e donne spesso parlano due lingue diverse

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Dialogo con i figli: evitare aspettative, etichette e confronti

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Comunicare bene per riuscire meglio nel mondo del lavoro

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Le occasioni in cui parlare è più difficile e delicato

IN ALCUNE SITUAZIONI DIVENTA ANCORA

PIÙ COMPLICATO RIUSCIRE A COMUNICARE EFFICACEMENTE: QUANDO DOBBIAMO DIMOSTRARE LE NOSTRE CAPACITÀ, CONVINCERE ALTRI, O MANIFESTARE I

NOSTRI SENTIMENTI

Parlare in pubblico vincendo le paure: ecco come riuscirci

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Le regole più utili per superare bene il colloquio di lavoro

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Le capacità personali di comunicazione dipendono da diversi fattori: il carattere, una certa predisposizione innata a creare empatia, l’abitudine a dialogare, la preparazione… Ma ci sono alcune situazioni in cui, indipendentemente dalle nostre abilità comunicative, ci troviamo in particolari difficoltà nel riuscire a esprimerci davvero come vorremmo. Succede ad esempio quando

la posta in gioco è importante, o ci sentiamo messi alla prova: nel fare un discorso in pubblico, nel sostenere un colloquio di lavoro, in un litigio, o anche quando stiamo corteggiando un uomo o una donna che ci piace particolarmente. In tutti questi casi entrano in gioco l’ansia, l’emozione e anche la paura. La tensione emotiva cresce e risulta più difficile placarla per riuscire a controllare la voce,

la scelta delle parole e il linguaggio del corpo. Così non riusciamo a essere chiari e lucidi, a mostrare all’interlocutore quello che siamo davvero e a trasmettere quello che vorremmo dire. Non dobbiamo dimenticare infatti che la comunicazione non è soltanto uno scambio di informazioni, ma consiste anche, e soprattutto, nel creare una relazione, che implica l’entrata in gioco delle nostre emozioni.

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Corteggiamento e seduzione: attiriamo con il corpo

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Quando il dialogo diventa spiacevole: critiche e discussioni

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«Non puoi parlare di ciò che non conosci.
Non puoi condividere quello che non senti.
Non puoi trasferire quello che non hai. E non puoi dare quello che non possiedi. Per dare e per condividere, e perché sia efficace, devi prima possederlo.
La buona comunicazione comincia con una buona preparazione».
(Jim Rohn)

Quando il dialogo diventa spiacevole: critiche e discussioni

TENTARE DI COMUNICARE DIVENTA TALVOLTA UN PROBLEMA

E UNA FONTE DI DISAGIO, SOPRATTUTTO NELLE CONTROVERSIE;

OCCORRE TRASFORMARLE IN OCCASIONI COSTRUTTIVE

Le conversazioni non sono sempre piacevoli; possono diventare aspre e spigolose. Molte persone fanno di tutto per evitare le discussioni, perché hanno difficoltà ad affrontare in modo diretto gli scontri, quando i toni diventano tesi. Ma è importante esercitare la capacità comunicativa per affrontare le questioni prima che diventino ancora più difficili da trattare.

DISCUTERE SENZA

OFFENDERE

ED ESSERE OFFESI

Le critiche spesso sono un tasto dolente. Può essere infatti molto difficile sia farle che riceverle, senza correre il rischio di sbagliare comportamento e porre fine al dialogo prima ancora di cominciarlo davvero. Spesso, in ogni caso, fare un’osservazione a un’altra persona può essere davvero necessario e utile. Farlo

non è comunque mai facile. Se vogliamo ottenere il meglio, evitando di arrivare a uno scontro improduttivo, è necessario far sì che l’altro rimanga collaborativo, nonostante sia messo in discussione. Una strategia vincente può essere quella di inserire la critica tra due osservazioni positive (la cosiddetta “regola del panino”). In questo modo, la persona colpita si sentirà rassicurata, apprezza-

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ta e spinta a prendere in considerazione l’osservazione che le viene mossa, e sarà più facile che inizi a collaborare. Allo stesso modo, quando qualcuno ci fa un’osservazione negativa, è buona norma evitare di mettersi subito sulla difensiva, perché questo blocca la comunicazione all’istante. Cerca di mantenere la calma e di continuare ad ascoltare con attenzione, lasciando che l’altro si sfoghi. Quando ha terminato il suo discorso, prenditi le tue responsabilità, se ne hai (non devi dargli ragione su tutto, ma è sempre tattico fare qualche concessione).

Dimostra di aver capito il problema e la posi -

zione del tuo interlocutore. Se hai qualche idea su come migliorare la situazione, è il momento di proporla, con tranquillità e delicatezza, coinvolgendo l’altro.

NON ESSERE NÉ PASSIVO NÉ AGGRESSIVO

Specialmente nel caso di discussioni o di controversie, lo stile comunicativo più utile è quello assertivo, ovvero l’at-

teggiamento di chi è capace di negoziare per far valere le proprie posizioni e i propri diritti, senza danneggiare quelli degli altri. Richiede un certo coraggio ma, se attuato in modo corretto, permette di ottenere il rispetto degli altri e migliora la fiducia in sé. È ben diverso dallo stile passivo, di chi subisce le situazioni senza dare reazioni apparenti; accetta suo malgrado le ingerenze altrui, perché non riesce a reagire. È diverso anche rispetto allo stile aggressivo, di chi tende ad affermare se stesso con prepotenza, senza considerare le opinioni e le esigenze altrui.

EVITA I SEGNALI DI OSTILITÀ

Nella discussione, non compiere gesti che possano essere interpretati come aggressivi. Usa un tono di voce pacato, non alzare il volume e parla lentamente. Ascolta prima di rispondere affrettatamente. Non assumere atteggiamenti di sfida, come lo sguardo fisso negli occhi, il sorriso ironico, l’indice puntato, il pugno chiuso. Non invadere lo spazio di sicurezza dell’interlocutore avvicinandoti troppo.

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