Poste Italiane S.p.A. – spedizione in abbonamento postale – Aut. MBPA/LO-NO/045/A.P./2018- ART.1 COMMA 1- LO /MI - P.I. 30/07/2019
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Bimestrale Agosto/Settembre 2019 n.19 - € 4,90 Italia
SCELGO DI STARE BENE
NELLA FLORA BATTERICA DEL COLON IL SEGRETO DEL BENESSERE
IL MICROBIOTA
è lo scudo della salute È lui che neutralizza i germi che provocano tutte le infiammazioni COSÌ PROTEGGI: • Intestino • Cavo orale • Polmoni • Pelle e mucose • Vie urinarie • Parti intime
Influenza anche il cervello Il microbiota sano agisce su stress, ansia e depressione Vinci il sovrappeso
Guida ai probiotici
I batteri “buoni” riducono l’assorbimento dei grassi
Ogni disturbo richiede il suo rimedio specifico
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Inulina e aloe
Sono gli integratori per i batteri intestinali
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SOMMARIO L’EDITORIALE DI VITTORIO CAPRIOGLIO 3 Viva i batteri: sono amici della salute
LE BASI SCIENTIFICHE 6 Che cosa si intende
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Serve a vincere l’alitosi?
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I batteri buoni delle vie respiratorie
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Protegge dalle malattie influenzali
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È coinvolto anche nell’asma
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L’ecosistema delle parti intime
per microbiota
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Che differenza c’è con il microbioma?
Ogni organo possiede la sua flora
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Qual è il rapporto tra germi e acne?
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Anche la psoriasi dipende dal microbiota?
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I probiotici curano la dermatite atopica
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Ha un ruolo anche nei tumori cutanei?
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Il principale è nell’intestino
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Cos’è la Leaky Gut Syndrome?
Ecco come si forma nel corpo umano
DOVE SI TROVA E COSA FA 16 Il microbiota del cavo orale
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I batteri che salvano le gengive
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I probiotici aiutano la vescica?
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Microbiota e disturbi immunitari
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I batteri buoni proteggono anche i reni
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Le conseguenze sull’intestino
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Il rapporto tra colon e reni
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Sono le fibre a riequilibrare il tutto
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Che cos’è il microbiota cutaneo?
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Che cos’è la la psicobiotica?
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Direttore responsabile: Vittorio Caprioglio Direttore generale: Liliana Tieger Progetto grafico: Roberta Marcante Immagini: Fotolia, 123rf, Shutterstock
Ecco come la flora influenza il cervello
Testi a cura di: Giulio Divo
È anche un’arma in più contro i tumori
Con la consulenza scientifica di: Dottor Raffaele Morelli medico, psichiatra, psicoterapeuta Dottor Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Dottoressa Daniela Marafante medico, psicoterapeuta Direttore pubblicità: Doris Tieger Ufficio pubblicità: Luisa Maruelli, Ugo Scarparo Responsabile Amministrativo: Danila Pezzali Segreteria di Direzione: Daniela Tosarello Ufficio tecnico: Sara Dognini Ufficio Abbonamenti: Maria Tondini, Clarissa Cazzato
INTEGRATORI E RIMEDI VERDI 72 Il kefir,
Autorizzazione del tribunale di Milano n° 4 del 10/01/2017 ISSN 2531-3371
bevanda probiotica
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EDIZIONI RIZA s.p.A Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Una copia € 4.90. Arretrati: € 9.80. Abbonamento annuale (6 numeri) Italia: € 18.00 Abbonamento 2 anni (12 numeri): € 31.00. Versamenti da effettuare su C.C.P. 25847203 intestato a Edizioni Riza S.p.A. - Via Luigi Anelli 1 - 20122 Milano
L’inulina nutre i batteri buoni
Stampato da Rotolito S.p.a. - Stabilimento di Cernusco sul Naviglio (MI)
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Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola n° 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
L’aloe, amico delle mucose
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Lo shiitake regolarizza il colon
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Le altre cure naturali salva microbiota
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LE BASI SCIENTIFICHE
Ecco come si forma
NEL CORPO UMANO Il microbiota nasce insieme a noi, al momento del parto. I primi batteri con cui entriamo in contatto dopo la nascita sono quelli che “abiteranno” il nostro corpo
A
Il ruolo dell’allattamento
nche se alcune ricerche indicano che già nel ventre materno il bambino entri in contatto con alcuni batteri attraverso il cordone ombelicale, nel momento della nascita la sua pelle, la bocca, l’intestino e il sistema respiratorio sono sostanzialmente sterili o comunque molto fragili. Ecco allora che il momento del parto, grazie al contatto della cute del bambino con le mucose del canale vaginale, determina un primo contatto tra il bambino e i lattobacilli che abitualmente dimorano in quel tratto del corpo. Proprio in questo modo avviene un passaggio di batteri da mamma a bambino che determina la prima costituzione del microbiota del neonato. In questo modo i batteri “buoni” colonizzano per primi le mucose e si riduce moltissimo il rischio di contaminazione da parte di germi dell’ambiente, potenzialmente patogeni.
Dopo il parto, il secondo momento chiave per la formazione del microbiota è l’allattamento; questo contatto tra la cute della mamma, il latte da lei prodotto, il viso del bambino, la bocca e le vie digestive è un elemento centrale per ciò che riguarda lo scambio microbico e la trasmissione della flora batterica. Va comunque ribadito un concetto in maniera chiara: se, a seguito di una qualsiasi difficoltà, non c’è la possibilità di allattare al seno il proprio figlio, non bisogna sentirsi in colpa, poiché da un punto di vista nutrizionale i latti di crescita sono ben formulati. Va semplicemente incoraggiato l’allattamento naturale, quando e se possibile, almeno fino all’anno di età.
E IL PARTO CESAREO? Considerando che il parto con taglio cesareo non consente il contatto con le mucose vaginali della mamma, ecco che questa manovra medica (assolutamente indispensabile, in determinati casi) può influenzare notevolmente lo sviluppo del microbiota del bambino. Lo ha spiegato Maria Dominguez Bello, della New York University School of Medicine, in un articolo pubblicato su Trends in Molecular Medicine. Secondo Dominguez Bello, le conseguenze si “scontano” soprattutto in termini di efficienza del sistema immunitario, poiché secondo la ricercatrice statunitense, il corpo della mamma si prepara anche da un punto di vista microbico per fornire un primo kit di sopravvivenza, al momento del parto. Chiaramente ciò non significa che bisogna per forza partorire per via naturale, anche quando ciò comporta dei rischi per mamma e nascituro. Molti medici stanno comunque ovviando a questo problema semplicemente creando un contatto indiretto tra la cute del viso del bambino e le secrezioni materne, in modo che tale colonizzazione benefica si possa verificare egualmente. RIZA Dossier
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Antibiotico terapia e flora batterica
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Secondo Maria Dominguez Bello della New York University School of Medicine un aspetto poco considerato, ma molto importante, che può interferire con un corretto sviluppo del microbiota sono le terapie antibiotiche. Queste, infatti, agiscono sui batteri e altri microrganismi senza effettuare distinzioni tra quelli patogeni e quelli benefici e, semplicemente, fanno “piazza pulita” degli uni e degli altri. Tuttavia gli antibiotici in uso possono danneggiare le popolazioni di alcune classi di batteri, ma essere sostanzialmente innocue per altri, così che lo spazio lasciato libero dalle colonie decimate verrà occupato dagli altri batteri, portando un disequilibrio nella popolazione che rischia, in caso di terapie ripetute, di protrarsi a lungo.
SOLO QUANDO SERVONO Stando alle affermazioni di Maria Dominguez Bello le terapie antibiotiche sono importanti e rappresentano una conquista per debellare gravi malattie. Ma questi farmaci sono da usare solo in caso di estrema necessità, e andrebbero centellinati come i farmaci salva vita. RIZA Dossier
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DOVE SI TROVA CHE COSA FA
È coinvolto anche
NELL’ASMA
Il microbiota delle vie aeree ha un ruolo anche nella genesi di questo disturbo polmonare, sempre più diffuso tra la popolazione. Ed è stato accertato che mantenere l’eubiosi nei primissimi anni di vita costituisce un fattore di protezione. In attesa di capire se si può provare una terapia anche nei pazienti adulti
L’
asma è la patologia polmonare più diffusa nella popolazione e infatti colpisce oltre 300 milioni di individui in tutto il mondo. Ma non è tutto: il dato è in continua crescita anche perché il disturbo tende a colpire sempre più spesso anche in età pediatrica (circa il 10% dei bambini in tutto il mondo ne soffre), diventando una malattia cronica. È normale quindi, in una situazione di questo genere, cercare di capire se esiste la possibilità di inaugurare un approccio differente al trattamento di questa patologia, che oggi può essere tenuta sotto controllo ma non può ancora essere curata.
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Se la mamma ha contatti con animali domestici in gravidanza il bambino sembra essere più protetto dal rischio di contrarre il disturbo
La genesi avviene nei primi mesi di vita
L’EUBIOSI POLMONARE PREVIENE LE CRISI
Le ricerche sull’origine dell’asma hanno preso una piega particolare quando (nel 2010) è stato scoperto che le vie respiratorie profonde ospitano un loro microbiota: quello che si forma subito dopo la nascita e che, nel caso dell’asma, viene influenzato da alcuni fattori. Questi sono: la gravidanza a termine e il parto naturale, l’allattamento al seno, il contatto della mamma con animali domestici nel periodo precedente il parto. Tra i fattori di rischio, invece, il fumo di sigaretta e l’utilizzo di antibiotici sia prima della nascita che nei primi mesi di vita.
Anche se molta strada ci separa dal riuscire a mettere a punto una strategia terapeutica per la cura dell’asma attraverso la correzione del microbiota delle basse vie respiratorie (introdurre un germe in un ambiente tanto delicato potrebbe essere molto pericoloso), si è comunque compreso che chi riesce a correggere il microbiota delle mucose dell’albero respiratorio migliora la risposta immunitaria e quindi è più protetto dalle infezioni (a cui questi pazienti sono molto sensibili), ma soprattutto la malattia si ferma, non progredisce e perde il suo carattere “evolutivo”.
I batteri buoni delle vie respiratorie Marcus Hilty che lavora presso il National Hearth and Lung Institute dell’Imperial College a Londra, in Inghilterra, ha dimostrato che nelle basse vie respiratorie delle persone sane, senza disturbi respiratori, ci sono germi appartenenti alla famiglia batteroide e in particolare afferenti al genere Prevotella. Diversa invece la situazione nei soggetti affetti da asma e broncopneumopatia cronico ostruttiva (un’altra malattia respiratoria, di tipo degenerativo); questi pazienti ospitano soprattutto proteobatteri del genere Haemophilus, Moraxella e Neisseria. Gli studi sulla flora batterica polmonare indicano, in definitiva, come esista una continuità e una coerenza tra i batteri delle vie aeree superiori e quelli delle vie inferiori e come entrambi siano influenzati dalle medesime variabili, proprio quelle che si verificano nei primissimi mesi di vita. ■
DIPENDE ANCHE DA QUELLO INTESTINALE Le recenti ricerche hanno dimostrato l’esistenza di una sorta di asse intestinopolmone che si realizza attraverso il sangue. Questi due distretti corporei “parlano” tra loro un linguaggio a base di mediatori della risposta immunitaria ed è per questo che le somministrazioni di Lactobacillus rhamnosus GG e Bifidobacterium lactis Bb-12 sembrano essere in grado di ridurre (lo studio è stato effettuato sulla popolazione pediatrica, che è la più a rischio, ma l’effetto vale anche per gli adulti) del 65% i problemi respiratori che si possono complicare in caso di asma bronchiale.
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Dove si trova che cosa fa
Qual è il rapporto tra
germi e acne? Questo disturbo della pelle dipende da una doppia disbiosi: da quella della flora batterica presente sulla cute così come da quella intestinale. Per guarirla, diventa allora necessario agire su due fronti, correggendo gli squilibri tra microrganismi
L’
C’è un’alterazione nella composizione del sebo
acne è una patologia della pelle che fa il suo esordio in gioventù e, questa è la spiegazione più comune, viene associata alla maturazione sessuale. Questa teoria ci mette nella condizione di dover accettare la sua insorgenza come fatto quasi obbligatorio, ma in realtà non tiene conto di due fenomeni molto evidenti: il primo è quello per cui non tutti i ragazzi sviluppano acne, anche se sono nel pieno dello sviluppo sessuale. Il secondo è che ci sono persone che mantengono questa tendenza acneica anche dopo le fluttuazioni ormonali della pubertà, cioè quando ormai l’assetto degli stessi ormoni si dovrebbe essere ampiamente stabilizzato e il problema, risolto.
L’acne, invece, è un fenomeno più complesso e sembra essere il risultato di una lunga serie di alterazioni che si verificano a più livelli: quello cutaneo, quello intestinale e infine quello che avviene nei follicoli cutanei. Queste alterazioni, nel loro insieme, determinano una variazione nella composizione del sebo, il fluido prodotto dalla pelle per difendersi dagli agenti atmosferici, il quale diviene alimento principe per alcune colonie batteriche a scapito di altre. Quando ciò avviene sulla cute, dà origine (all’interno dei follicoli stessi) alla formazione dei comedoni (i punti neri) e, in seguito, delle lesioni (i foruncoli veri e propri).
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Per curare questo instetismo ci vuole una dieta povera di zuccheri. Questi fanno crescere colonie di batteri che creano uno stato flogistico sulla cute e nell’intestino
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Il ruolo dell’intestino
antibiotici, risultano meno rapide. I batteri più efficaci, nelle sperimentazioni fin qui eseguite, sono stati il Lactobacillus acidophilus DDS-1, in grado di produrre acidophilina, una sostanza antibiotica naturale. Risultati simili si sono raggiunti anche con il Lactobacillus rhamnosus T12, che è capace di ridurre i parametri infiammatori della cute. n
In aggiunta alle alterazioni del microbiota della cute (che in termini medici viene definito come “disbiosi di superficie”), è necessario ribadire che anche quello intestinale gioca un ruolo di primo piano perché i follicoli sono sensibili all’azione dell’insulina, l’ormone secreto dal pancreas che serve a metabolizzare gli zuccheri. Una alimentazione fortemente orientata verso gli zuccheri semplici e i fattori di crescita (contenuti nel latte e nei derivati, nella carne rossa e negli affettati) finisce con l’alterare dall’interno il metabolismo del follicolo, ripercuotendosi sulla produzione del sebo e generando l’infiammazione del follicolo stesso. Ecco allora che l’acne può essere considerata come una patologia che è strettamente dipendente da uno stato disbiotico, che in questo caso è doppio: quello della pelle e quello intestinale.
gli antibiotici sono meno efficaci Fino a poco tempo fa per la cura dei casi più ostinati di acne (quelli che rischiavano di lasciare sulla pelle antiestetiche cicatrici), l’uso degli antibiotici sembrava una tappa obbligata, soprattutto per cercare di eradicare un batterio, il Propionibacterium acnes, che è responsabile dell’insorgenza di molti casi di malattia. Tuttavia, come abbiamo visto anche per altri tipi di infezione, nel tempo anche questo batterio ha sviluppato l’antibiotico resistenza, ragione per cui è meno sensibile alle cure che possiamo proporre.
A che cosa servono i probiotici Partendo dalle considerazioni che abbiamo effettuato, ecco che sono iniziate le sperimentazioni per verificare l’utilità dell’assunzione di probiotici per la cura dell’acne, con risultati positivi. Si tratta di terapie che devono essere portate avanti per periodi di tempo piuttosto lunghi e, rispetto alle cure con RIZA Dossier
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integratori e rimedi verdi
L’aloe,
amico delle mucose Serve a disinfiammare quelle intestinali e a lenire la sofferenza di quelle cutanee. Quando è per uso interno è meglio che sia stato depurato dall’aloina, perché potrebbe avere un effetto lassativo. Il problema non c’è se è per uso esterno
Q
Come deve essere assunto?
uando bisogna regolarizzare le funzioni intestinali è necessario, prima di tutto, intervenire sullo stato infiammatorio che potrebbe ostacolare o comunque alterare la peristalsi. Tale stato è diffuso specialmente tra coloro che soffrono di malattie come colite ulcerosa, morbo di Crohn, sindrome del colon irritabile. L’aloe vera (opportunamente depurata dall’aloina, che potrebbe invece irritare ulteriormente le mucose) può essere un ottimo rimedio per restituire il giusto trofismo alle mucose enteriche e, in questo modo, creare l’ambiente adatto per una eubiosi intestinale.
Una sperimentazione inglese condotta presso il centro di gastroenterologia dell’Istituto di scienze molecolari e cellulari di Londra ha sperimentato su questi pazienti un quantitativo di 100 ml di aloe per quattro settimane, due volte al giorno, ottenendo una riduzione dei parametri infiammatori come la velocità di eritrosedimentazione e la proteina C reattiva. Anche gli esami compiuti sulle mucose dei pazienti sottoposti a questo trattamento hanno evidenziato un miglioramento nella trama cellulare, che consente quindi di considerare l’aloe un rimedio utile e sicuro. n
Il segreto è nei mucopolisaccaridi Sono queste le sostanze che, una volta a contatto con le mucose infiammate, provvedono a creare una sorta di film protettivo che impedisce alle tossine dei patogeni di peggiorare lo stato infiammatorio. Peraltro, considerando che l’aloe attraversa tutto il tratto digestivo prima di giungere nell’intestino, la sua azione serve a spegnere anche focolai infiammatori a carico dell’esofago, dello stomaco e del duodeno, con un’azione purificante “a cascata”.
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Ricercatori inglesi hanno somministrato ogni giorno 200 ml di aloe a pazienti affetti da colite ulcerosa che ne hanno ricevuto un beneficio sensibile
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Difende anche la cute Dopo avere descritto le virtù dell’aloe per uso interno, non si possono trascurare quelle (forse più tradizionali ma non per questo meno preziose) a giovamento degli equilibri cutanei. Uno degli aspetti più interessanti per ciò che riguarda il gel di aloe per uso esterno, infatti, è proprio quello per cui la sua azione riequilibra il pH della cute, creando quindi le condizioni per la ricostituzione di una flora cutanea ideale per la salute della pelle.
SeRVe SoPRaTTUTTo IN CaSo DI SCoTTaTURe Uno degli “eventi” fortuiti che più spesso alterano la flora cutanea sono le scottature, essenzialmente quelle solari, che sono più estese e, quindi, peggiorano la situazione generale della pelle. Peraltro quando il film idrolipidico della pelle subisce delle alterazioni (di tipo fisico o chimico), ecco che la cute diviene più vulnerabile all’azione dei batteri e dei miceti che sono comunque dispersi nell’ambiente e che così
aggrediscono più facilmente l’epidermide. L’aloe possiede anche una azione antibatterica che protegge la cute infiammata da queste possibili aggressioni. La SUa aZIoNe aNTIPSoRIaSICa Parlando della psoriasi, abbiamo visto che questo disturbo è correlato a una disbiosi intestinale e cutanea. La prima può giovarsi dell’aloe a uso interno, ma sono utili anche le applicazioni del gel sulle lesioni, grazie all’azione degli antrachinoni. L’emodina combatte i virus e i batteri che si annidano nelle lesioni, l’acido aloetico neutralizza le tossine prodotte dai batteri nocivi. RIZA Dossier
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