CAPITOLO UNO
Odessa, Ucraina
<alza il culo e vieni fuori.>*
* tradotto dal russo.
<roman! amico mio, ti ho cercato dappertutto.>
<iniziavamo a preoccuparci.> <pensavamo ti fosse successo qualcosa, perché tu di certo non ci stai evitando, vero?>
<mishka! no, non vi stavo evitando. cercavo solo di racimolare il denaro… ce l’ho quasi fatta, devo solo…>
<la scadenza era venerdì scorso.>
<ora, dimmi, dov’eri venerdì scorso?> <anton e io ti stavamo aspettando. non è vero, anton?>
<sì. tutta la notte.>
<sembravamo degli idioti. una coppia di ragazzine bidonate a un appuntamento.>
<ti diverte farmi passare per idiota, roman?>
<no, ti prego, non era questa la mia intenzione. devi ascoltarmi.> <stavo per venire da te, proprio adesso. dav vero. stavo per venire da te quando sasho e alik sono venuti a prendermi, te lo giuro!>
<ah, quindi hai i miei soldi.>
<no, ma possoâ&#x20AC;Ś>
<alik, sashoâ&#x20AC;Ś sbarazzatevi del corpo. i debiti di roman ora passano a suo fratello. assicuratevi che paghi.>
il
mat tinO dOpO
<non farmi ridere, borys. in cucina sei come un elefante in una cristalleria.>
<buongiorno.>
<è un miracolo che tu non abbia svegliato anche i vicini.>
<sofiya! ho cercato di fare piano, volevo lasciarti dormire.>
<e, parola mia, il tuo russo sta peggiorando.> <è per questo che devo fare pratica.>
meglio l’inglese. è troppo presto per sentire la mia lingua madre brutalizzata in questo modo.
e va bene. tornerò verso le sei. okay. oggi pomeriggio devo vedere un cliente, ma dovrei tornare a casa prima di te.
nel caso, inizierò a preparare…
la mamma, appena in tempo. meglio che TU vaDA, prima che ti risucchi in un’altra conversazione sul fatto che ho TRENTOT TO anni e che devo avere un figlio, altrimenti a quarant’anni avrò dei bambini a sei teste.
ci vediamo dopo.