Artù (April 2017)

Page 1

Xxxxxxxxx

Paesi Bassi incroci altissimi di Gualtiero Spotti

Eindhoven è una bella scoperta gastronomica, visto che qui operano geni della cucina come lo chef Mark Leenders. Eindhoven non è esattamente il centro dell’Olanda e neanche una di quelle destinazione predilette dal turista in cerca di canali, mulini, tulipani e tutto cìò che rappresenta l’icononografia classica dei Paesi Bassi. Eppure è una città conosciuta e frequentata da una vasta clientela internazionale, per il ricco sottobosco di attività legate all’arte e al design, oppure per la storica azienda Philips che qui è nata. Insomma, è più centro di affari con un’anima congressuale, che non quella località nella quale andare a cercare scorci paesaggistici e monumen-

ti imperdibili. Sempre che non siate invece degli estimatori dell’architettura di Fuksas, che qui ha messo mano a diversi edifici e piazze tra il 2000 e il 2010, rimodellando il volto urbano della città. In quest’angolo del Brabante però ci sono altre attrattive cui affidarsi, magari andando alla scoperta di incroci culinari interessanti che fuoriescono dalla vicinanza fra tre nazioni: Olanda, Belgio e Germania, ma con evidenti influenze francesi. E’ una cucina dunque ricca, succulenta (da queste parti il piatto è sempre pieno), ma che sa rendersi in più di una occasione grandiosa quando si finisce in uno dei molti ristoranti stellati che si trovano in città e poco fuori. Non solo, spesso si va incontro a delle piacevoli sorprese

In questa pagina: l’executive chef Mark Leenders; nella pagina a fianco: Filetto di sogliola con fregula sarda, spinaci, salsa Noilly Prat e fasolari; e la sala del ristorante Vestdijk 47 sito all’interno del Pullman Cocagne di Eindhoven.

80

Artù marzo/aprile 2017

81

Artù marzo/aprile 2017

Accueil


Accueil anche quando i ristoranti, almeno per il momento, prio nelle cucine dell’albergo per un decennio, fino non sono stati ancora presi in considerazione dalal 2014 e al ruolo di sous-chef, Mark si è concesla guida rossa. Un esempio da sottolineare per la so una divagazione professionale esotica di undici piacevolezza dell’ambiente, per il talento indiscusso mesi al ristorante Papagayo di Curacao, nei Caraidel cuoco e per l’equilibrio della proposta gastrobi, ma è poi rientrato per occuparsi definitivamente nomica è quello del Vestdijk 47, www.vestdijk47. dello sviluppo del Vestdijk 47. I risultati, va detto, gli nl il ristorante ospitato all’interno stanno dando ragione, perché del Pullman Cocagne di Eindhola cucina è suadente e amven, forse l’hotel più elegante e miccante senza voler puntare “Piatti generosi funzionale nel centro cittadino. Il ad eccessi stilistici. La matenome si riferisce alla via e al ciprima eccellente è il punto e croccanti, quelli ria vico in una delle arterie principadi partenza su quale costruire del Vestdijk 47: le della metropoli olandese, e pur piatti che vivono di una loro avendo un ingresso esterno è ben di stampo francese, memorabile il Risotto classicità riconoscibile come sala ristoranma sicuramente più moderni all’aragosta servito te multifunzione, funzionante tute alleggeriti nella loro riproto il giorno dal servizio delle coladuzione. Anche quando quecon salsa olandese” zioni fino a notte fonda, visto che sti guardano in maniera più inospita anche il bar dell’albergo. A cisiva verso il Mediterraneo e il differenze però dei quasi sempre asettici e standardizzati saloni per coprire grandi numeri, il Vestdijk 47 ha un suo lato piuttosto glamour (quadri moderni alle pareti, componenti di arredamento contemporaneo, una ampia vetrina con i vini) e rivela, tra le altre cose, l’ ampio sala della chef’s table (per un massimo di 14 persone) posizionata di fronte a una bella cucina a vista. Tutta una serie di aspetti che rendono la sosta molto più che piacevole e dove si è circondati da un frizzante parterre di clientela internazionale e non solo, visto che anche i locali arrivano per godere della cucina. L’executive chef è il simpatico Mark Leenders, cresciuto in zona e con movimenti lavorativi che quasi sempre lo hanno visto alle prese con il suo territorio. Dopo aver trascorso tutta la trafila della gavetta pro-

(è il mitico Alalunga) gioca con le spezie e i sentori vegetali tra sesamo, curry rosso e cetriolo, la Sogliola incontra la croccantezza della fregula sarda e la soavità della salsa preparata con il vermouth Noilly Prat, e ancora, le preparazioni più incisive come il Tournedos Rossini o il Filetto d’agnello, sono una nuvola rispetto alle versioni classiche. Con, qua e la, alcune interpretazioni sul filo dell’azzardo, come nel caso del Pastrami di vitello o del Risotto all’aragosta servito con salsa olandese. Idee non rivoluzionarie, ma che dicono della volontà di metter in campo qualche sorpresa, compatibilmente con le esigenze di una clientela che, da queste parti, vuole solide certezze. I dolci fino alla fine dello scorso anno erano preparati da Tom van Woerkum, che però da gennaio è andato ad occuparsi (dopo dieci anni al Vestdijk 47) del laboratorio Pastryclub, sempre a Eindhoven. La carta attuale mette in fila, a fine pasti, dolcezze molto esotiche, con banana, ginger e

Sotto: un dessert dal nome: Dama Bianca V47; qui a fianco: Tartare di tonno Albacore con sesamo curry rosso e cetriolo.

Bel Paese. Il menù non è molto esteso, ma i piatti sono estremamente curati e perfetti nell’idea di un percorso di degustazione senza troppi sbalzi. La Tartare di tonno Albacore

82

Artù marzo/aprile 2017

ananas in evidenza. Con l’aggiunta di un classico di questa area geografica, la Dama Blanche, ovvero gelato alla vaniglia, panna montata e cioccolato fuso. Infine, una nota che riguarda l’hotel, il quale nonostante le linee severe e squadrate si rivela accogliente e moderno, con ben 320 stanze, una piscina, un salone di bellezza e 18 meeting rooms. •


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.