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Alici, di Sabrina Tocchio
alici
di Sabrina Tocchio
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Il “pesce azzurro” è una denominazione di uso generale e non corrisponde a un gruppo scientificamente definito specie. Un po’ come nel caso del “pesce bianco” o dei “frutti di mare”. Si definiscono azzurri quei pesci dalla colorazione dorsale blu scuro (ma spesso è presente anche un po’ di verde) e ventrale argentea. Generalmente abbondano nei nostri mari e questa prerogativa li rende decisamente economici. Il pesce azzurro ha grassi simili a quelli vegetali, caratterizzati cioè prevalentemente da composti “insaturi”, in particolare quelli delle serie omega 3, importanti per lo sviluppo cerebrale e protettori per cuore e arterie. Tra questi rientrano pesci come l’aguglia, l’alaccia, il cicerello, la costardella, il lanzardo, il pesce sciabola, la sardina, lo sgombro, lo spratto, il suro e l’alice.
alicifresche
Le alici sono tra i pesci azzurri più comuni. Della stessa famiglia delle aringhe, questo pesciolino si muove durante tutta l’estate in banchi considerevoli, dopo aver trascorso l’inverno in profondità per riprodursi. Sono pesci gregari che si riuniscono in branchi e compiono notevoli spostamenti. Attratte di notte con i fari (le cosiddette lampare), utilizzate dai pescatori del Mediterraneo, le alici cadono a migliaia nelle grandi reti galleggianti. I mesi migliori per la cattura vanno da aprile a novembre, il periodo della riproduzione, quando si avvicinano a profondità minori. L’alice fresca è lunga 10-12 cm, ha l’occhio vivo e il corpo rigido ma fragilissimo. Una volta scartata la testa, è più facile estrarre i due filetti per liberarli dalle lische più grosse. Le alici condividono con il pesce azzurro la probabile presenza di un parassita l’anisakis, un vermicello che quando il pesce è vivo si annida nelle sue viscere per ossigenarsi ma quando il pesce è morto (pescato) si inserisce nella polpa dove trova ancora ossigeno per poter campare. Già dal luogo della sua presenza si intuisce se il pesce è freschissimo o di qualche ora di troppo. Per debellare questo parassita è necessario abbattere il pesce e un metodo casalingo è quello di congelarlo, dopo averlo eviscerato e spinato, per almeno, 4/5 gg. Altro metodo è la cottura immediata in forno o fritte o in padella. La marinatura con aceto o limone non elimina o uccide il parassita. Se ingerito dall’uomo può creare gravi malattie dell’apparato digerente con conseguenze nefaste.
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