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I misteri della Porta Alchemica di Piazza Vittorio, di Elena Castiglione

Tra storia e leggenda

i misteri della porta alchemica di Piazza vittorio

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Quanti misteri nasconde Roma! Oggi vi faremo conoscere la storia della Porta Alchemica, nota anche come Porta Magica. Location: i giardini di Piazza Vittorio Emanuele – più semplicemente nota come Piazza Vittorio – nel cuore del Rione Esquilino, oggi centro di Roma, ma una volta zona suburbana, dove famiglie facoltose amavano dimorare, così come fece il personaggio principale di questa storia, Massimiliano Savelli Palombara, marchese di Pietraforte, che nella seconda metà del 1600 decise di risiedere nella sua Tenuta, Villa Palombara, che sorgeva pressoché dove oggi c'è Piazza Vittorio e dove resta a testimonianza una sola porta delle 5 originali: il resto della villa fu distrutto nel 1800 per ricostruire l'attuale piazza. Incontreremo altri personaggi, alcuni noti, altri meno, tutti legati dallo stesso interesse, quello dell'alchimia. Tra storia e leggenda, come solo la città Eterna sa fare, vi faremo fare un viaggio alla ricerca della Pietra Filosofale, quella pietra dotata di tre magiche virtù: conferire l'immortalità, acquisire conoscenza del passato e del futuro, del bene e del male e la capacità di trasmutare in oro qualsiasi metallo. Ma il mistero della Porta Magica, dopo oltre tre secoli... non è stato mai svelato!

di Elena Castiglione

Quando Villa Palombara fu demolita per fa spazio all'attuale Piazza Vittorio e ampliare la Stazione Termini, fu lasciata solo la Porta Alchemica che fu murata e ai suoi lati nel 1888 furono poste, come per farne la guardia, due statue gemelle – probabilmente

raffiguranti il dio egizio Bes – ritrovate durante gli scavi del Quirinale.

La porta è un piccolo portale di pietra calcarea, sormontata da una stella di Davide e doveva con molta probabilità essere l'accesso a un laboratorio di alchimia, passione sfrenata del marchese.

Caratteristica è la presenza trasmutazione di qualsiasi metallo in oro. Parole che non potevano lasciare indifferente il Marchese Palombara, che gli offrì l'accesso al laboratorio alchemico per le sue ricerche.

Il marchese rimase letteralmente attonito davanti alla maestria dell'uomo. Costui chiese ospitalità per la notte in una camera adiacente il laboratorio per controllare il processo alchemico che stava facendo e – a patto di restare concentrato e in solitudine – promise di rispondere a tutte le domande del marchese appena terminato l'esperimento. Naturalmente il marchese accettò, ma la curiosità e l'impazienza ebbero il sopravvento e il mattino dopo non attese oltre e bussò alla porta del laboratorio poi alla stanza dell'ospite, senza ottenere risposta. L'uomo era scomparso, all'interno del laboratorio un crogiolo rovesciato, in terra un mucchietto d'oro puro e un manoscritto zeppo di formule magiche, simboli e frasi ermetiche di difficile interpretazione: le istruzioni per ottenere la famosa pietra filosofale. Convinto che il tutto fosse l'esito positivo dell'esperimento il marchese fece scolpire simboli e formule sulla famosa Porta Magica.

Ma chi era il misterioso viandante? Di storie e leggende ce ne sono diverse. Secondo un'altra leggenda in realtà sembra che l'autore degli scritti e dei simboli fosse il medico esoterista e

tutt'intorno di simboli e formule che riconducono all'alchimia, motivo per il quale è il monumento di Roma più conosciuto e studiato dagli amanti del mondo alchemico e esoterico.

Il marchese Palombara infatti, era membro dell’ordine dei Rosacroce e spesso era ospite dell’ex regina di Svezia.

Cristina di Svezia, discepola di Cartesio, era un'appassionata cultrice di alchimia e di scienza. Dopo aver abdicato al trono si trasferì a Roma, dove in Palazzo Riario (oggi Palazzo Corsini alla Longara), fondò un'Accademia con un avanzato laboratorio gestito dall'alchimista Pietro Antonio Bandiera. In questo palazzo sono passati personaggi illustri del Seicento come il medico esoterista Giuseppe Francesco Borri, l'astronomo Giovanni Cassini, l'alchimista Francesco Maria Santinelli, l'erudito Athanasius Kircher.

Anche Villa Palombara diventò una meta di alchimisti e appassionati di scienze esoteriche.

Secondo una delle leggende che circolano, una mattina nel giardino della Tenuta Palombara, fu trovato un pellegrino intento a raccogliere erbe. Ne cercava una in particolare, capace di produrre oro. La servitù condusse lo sconosciuto al cospetto del Marchese. L'uomo raccontò di essere un esperto alchimista e di poter dimostrare la

alchimista Giuseppe Francesco Borri (che abbiamo già incontrato nel salotto di Cristina di Svezia...).

In realtà il marchese e il medico avevano già stretto amicizia durante la frequentazione dell'Accademia fondata dall'ex regina di Svezia. Il medico Borri era considerato il più grande alchimista di quel periodo. Palombara divenne membro dei Rosacroce (il leggendario ordine segreto ermetico cristiano), e queste sue frequentazioni lo appassionarono talmente tanto all'alchimia che allestì nella sua Tenuta un laboratorio per gli studi sulla trasmutazione dei metalli. Qui si tenevano vari convegni sull'esoteria e l'alchimia e le incisioni potrebbero essere state fatte proprio durante uno di questi convegni.

Secondo altre leggende sembrerebbe che l'autore fosse proprio il Borri e che alla sua morte il marchese decise di far incidere i simboli sulla porta nella speranza che qualche studioso riuscisse a trovare il segreto della pietra filosofale. Ma ancora oggi... il mistero resta!

Mentre per quanto riguarda Il medico, sappiamo certamente che fu arrestato per eresia. Non era la prima volta, ma stavolta terminò i suoi giorni nelle segrete di Castel Sant’Angelo.

Ma tanto per non perderci un fantasma anche in questo numero, dopo appena tre anni dalla sua morte ci sarebbe proprio lui dietro il mito del conte di Saint-Germain, vissuto nel XVIII secolo, grande alchimista e scopritore dell’elisir di lunga vita e il fantasma più famoso del mondo, avvistato nel corso dei secoli in varie località europee. Anche lui alchimista, sembrerebbe nei ritratti molto somigliante al Borri.

Della porta resta tutto il suo mistero incastonato tra simboli arcani e frasi misteriose. Ve ne riporto alcune: «SI SEDES NON IS», «Se siedi non procedi» una frase palindroma che, letta al contrario, diventa «Se non siedi, procedi». Chissà forse sta proprio a indicare che per raggiungere la conoscenza devi sempre procedere, andare avanti...; «TRIA SVNT MIRABILIA DEVS ET HOMO MATER ET VIRGO TRINVS ET VNVS», «Tre son le cose mirabili: Dio e uomo, Madre e vergine, trino e uno»; «FILIVS NOSTER MORTVVS VIVIT REX AB IGNE REDIT ET CONIVGIO GAVDET OCCVLTO», «Nostro figlio, morto, vive, torna re dal fuoco e gode del matrimonio occulto».

Noi vi invitiamo a visitarla, mirarla, e chissà se uno di voi riuscirà a tradurre le sue frasi sibilline e i suoi simboli arcani. Chi di voi riuscirà a svelare il mistero della Pietra filosofale?

vi diamo appuntamento tra pochissimo... inverno, festività natalizie e nuovo anno insieme con voi!

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