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EGITTO 2. Popolazione ed economia
Oltre il 90% degli abitanti si concentra nella valle del Nilo e nella zona del delta. Quasi metà degli egiziani vive in città, tra cui spicca una grande metropoli, la capitale Il Cairo. L’economia è debole e la qualità della vita di gran parte della popolazione piuttosto bassa.
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Il Cairo e la “città dei morti”
Sono stati scritti libri su libri sulle strade e sui vicoli del Cairo, sulle piazze e sui mercati, sulle bellissime moschee, sulle feluche sul Nilo, sul suq Khan Kalili, il più grande del mondo. Una delle sue caratteristiche più sorprendenti è “la città dei morti”: nei tre principali cimiteri del Cairo vive infatti più di un milione di persone. Gli egiziani seppellivano i defunti dentro costruzioni che somigliano a vere e proprie case, con porte e finestre, affinché le anime trapassate ne potessero godere. Le case avevano anche una stanza per i parenti che venivano a passare il fine settimana con i propri defunti, portando con sé cibo e bevande. Durante la settimana invece, pagavano dei guardiani che si occupavano delle case-tomba. I guardiani iniziarono a portarvi i propri familiari, e così cominciò a sorgere una vera città: fu aperto qualche negozio, sorsero le scuole, i mercati e tutto il resto. La vita cominciò a scorrere in parallelo con la morte, che in questo modo è diventata nel tempo una cosa quotidiana e vicina, che non fa paura.
La più popolosa città del mondo arabo
Dei 97 milioni di egiziani, circa la metà abita in centri urbani medio-piccoli e in due metropoli, Il Cairo, la capitale, e Alessandria. Il Cairo è la più popolosa città del mondo arabo. Ha circa 7 milioni di abitanti, che comprendendo l’area metropolitana diventano una ventina di milioni. Il Cairo è un centro culturale di grande rilievo per l’intero mondo arabo, è un importante nodo delle comunicazioni e il principale polo economico del Paese: nella sua area metropolitana si producono i due terzi della ricchezza nazionale. Alessandria, fondata da Alessandro Magno nel 332 a.C., si trova sul delta del Nilo e ha circa 5 milioni di abitanti: è il porto principale del Paese e un centro commerciale e finanziario. Porto Said e Suez, entrambe con mezzo milione di abitanti, sorgono alle due estremità del canale di Suez, il canale artificiale di 193 chilometri che mette in comunicazione mar Rosso e mar Mediterraneo. Inaugurato nel 1869, il canale consente il transito di un centinaio di navi al giorno.
Il Cairo.
Un’economia ancora debole
In Egitto le attività industriali sono in crescita, così come sono in progetto alcune grandi opere infrastrutturali, ma i suoi ritardi e le sue contraddizioni pesano ancora sul quadro sociale ed economico. L’Egitto è un Paese povero, come dimostrano i principali indicatori: un basso PIL pro capite, un peso troppo rilevante degli occupati in agricoltura (25%), un forte debito estero, la maggior parte delle produzioni industriali concentrata in settori a bassa tecnologia. L’agricoltura ha varie produzioni di punta come i cereali, la canna da zucchero, gli agrumi, gli ortaggi e il cotone, coltura tradizionale dell’Egitto. Il cotone alimenta l’industria tessile e dell’abbigliamento, che si affianca ai settori di base (petrolchimica e siderurgica). Il governo egiziano negli ultimi anni ha impostato una politica di incentivi per attirare gli investimenti delle multinazionali che operano nel campo dei beni di consumo (auto, elettrodomestici) e dei settori tecnologici: sulla costa orientale del canale di Suez sono sorte imprese di ricerca e produzione in campo elettronico e farmaceutico. Il turismo è un settore fondamentale, perché l’Egitto può contare su destinazioni uniche al mondo: Il Cairo e le piramidi, le crociere sul Nilo con le zone archeologiche di Abu Simbel, Luxor e Tebe, e le località balneari sul mar Rosso (Sharm El-Sheikh, Hurghada, Marsa Alam). Sul settore grava però la minaccia del terrorismo, che da anni determina un andamento altalenante del numero di turisti che visitano il Paese.
La raccolta del cotone.
Il tempio di Abu Simbel.