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Lezione 8 Trasporti e turismo
b In classe. Stabilite se porre le domande a qualche classe in particolare o a tutte quelle della scuola. c In gruppi. Dividetevi in più gruppi a seconda del numero delle classi scelte per la prova. All’interno di ogni gruppo preparate un questionario da compilare simile a quello del sito Internet scelto per il calcolo. d In gruppi. Lasciate in visione alle classi il vostro questionario per qualche giorno e fatevelo restituire completato.
Infine, tornate nel sito web scelto e fate il calcolo dell’impronta ecologica relativo alla classe scelta. e In classe. Una volta raccolti i risultati di tutte le classi coinvolte nell’analisi, preparate un tabellone che sintetizzi l’impronta ecologica di ognuna: fate anche una classifica mettendo al primo posto le classi più “virtuose”.
Appendete il tabellone con i risultati nell’atrio della scuola.
5Economia circolare
Il modello di crescita economica dei Paesi industrializzati degli ultimi 150 anni si definisce economia lineare, cioè un’economia basata sullo sfruttamento delle risorse naturali, sull’estrazione e sulla trasformazione di materie prime sempre nuove e sul consumo di massa. Questo modello economico ha permesso un generalizzato benessere nei Paesi sviluppati e di più antica industrializzazione, ma nello stesso tempo ha prodotto effetti devastanti sull’ambiente. Per questo negli ultimi decenni alcuni scienziati hanno cercato di realizzare un modello di sviluppo sostenibile, cioè uno sviluppo economico e sociale compatibile con la salvaguardia dell’ambiente, l’eliminazione delle disuguaglianze sociali e la tutela del diritto delle generazioni future a una buona qualità della vita. Lo sviluppo sostenibile è basato su una idea di economia circolare invece che lineare: un sistema economico basato sul riuso di beni e materiali in cicli di produzione successivi.
a In classe. Leggete i seguenti documenti che spiegano i concetti di economia lineare ed economia circolare.
Materie prime e rifiuti
Dal 1970 il prelievo mondiale di materiali è quasi triplicato, passando da circa 26,7 a oltre 84 miliardi di tonnellate negli ultimi 50 anni. Con il trend attuale il consumo di materiali raddoppierà ulteriormente antro il 2050, arrivando a 170-184 miliardi di tonnellate. Aggiungendo agli 84 miliardi di tonnellate di materiali prelevati gli 8,4 provenienti dal riciclo, si ottengono oltre 92 miliardi di tonnellate di materiali consumati nel mondo: • 37,8 sono costituiti dai materiali da costruzione consumati in un anno; • 27,8 sono costituiti dalle biomasse per l’alimentazione e altri usi; • 16,6 sono costituiti dai combustibili fossili; • 9,5 sono costituiti dai minerali usati per produrre metalli. Questa enorme massa di materiali genera circa 19,4 miliardi di tonnellate di rifiuti: 8,4 sono riciclati (il 43% del totale dei rifiuti prodotti), ma sono solo il 9,1% del totale dei materiali consumati. Questi numeri danno un’idea del perché il nostro modello lineare di economia sia diventato insostenibile e del perché sia necessario cambiarlo per arrivare ad un modello circolare che riduca il prelievo di risorse e le mantenga in un ciclo di utilizzo il più a lungo possibile.
Tre principi per definire l’economia circolare
Ecco i tre principi fondamentali sui quali si fonda il modello di economia circolare.
1. Riscoprire i giacimenti di materia scartata come fonte di materia.
Si tratta di prendere tutto quello che buttiamo, sia nel privato che nel mondo industriale, e reintrodurlo in cicli di produzione. Come in natura, dove nulla viene sprecato e ogni scarto diventa elemento nutriente di un altro organismo, lo stesso deve accadere nella produzione, dall’agricoltura all’industria attraverso riciclo, riuso, gestione dei beni prodotti, rigenerazione. Tutte pratiche fondamentali per trasformare lo scarto in “materia prima seconda”. Il luogo di eccellenza per “l’estrazione” di questa materia prima seconda sono le città, che diventano nuovi giacimenti (urbani) dove attingere per produrre nuovi beni materiali. Quando guardate i bidoni della raccolta differenziata non dovete più pensare al concetto di “rifiuto” ma ad un sistema di estrazione di materia di cui voi siete i “minatori”, cioè gli attori di un’economia circolare.
2 Fine dello spreco d’uso del prodotto prima ancora di essere scartato.
Magazzini colmi di macchinari in attesa di essere dismessi, scatoloni in cantina pieni di vestiti di scarso valore e inutilizzati, oggetti comprati e usati raramente o una sola volta.
Guardatevi intorno con nuovi occhi e vedrete quanta materia giace inerte, sprecata, prima di essere definitivamente buttata, dopo non essere stata usata o usata pochissimo.
Tralasciate magari il peluche, abbandonato, nell’armadio dei ricordi dell’infanzia. Il resto è solo spreco di materia e energia. La soluzione? Condividere con altri consumatori e creare processi commerciali dove invece di possedere un oggetto lo si usa come servizio (in inglese si chiama Product-as-a-service). Esempi di economia circolare, di prodotto come servizio sono davanti a tutti. Un esempio classico è quello del car-sharing: un’auto di proprietà viene usata per circa il 4% del suo tempo-vita. Le auto e gli scooter condivisi vengono invece usate per oltre il 45% del loro tempo vita.
3. Fermare la morte prematura della materia.
Sebbene riciclo e riuso siano strategie fondamentali di recupero della materia, spesso condanniamo a morte – cioè alla dismissione – materia perfettamente sana. Spesso a rompersi o a guastarsi è solo una parte di un oggetto, mentre le restanti componenti rimangono perfettamente funzionanti. Oppure è la moda a dichiarare morto un vestito o un oggetto di design.
Riparare, aggiornare, non farsi influenzare dalle mode, sono strategie auspicabili per fermare questo spreco di materia. Il semplice gesto di far durare più a lungo gli oggetti che abbiamo, avendone cura e riparandoli quando necessario, consente di non doverne acquistare di nuovi, evitando così la produzione di CO2, di scarti e rifiuti, e il consumo di acqua associati ai nuovi cicli produttivi.
(Adattato da www.ideegreen.it)