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6 La poesia epica: Lucano
7 La poesia epica: Lucano
La vita e le opere
Nasce a Cordova, in Spagna Lucano (Marcus Annaeus Lucanus) nasce a
Cordova, in Spagna, nel 39 d.C.: il padre, Anneo Mela, è figlio di Seneca il Vecchio e fratello del filosofo Seneca. Già l’anno seguente la famiglia si trasferisce a Roma, dove Lucano riceve un’educazione accurata: assieme a Persio, suo coetaneo, col quale stringe amicizia, ascolta le lezioni del filosofo stoico Anneo Cornuto; più tardi si reca ad Atene per completare gli studi, com’era consuetudine in Roma da oltre un secolo. Al ritorno, in parte per la fama di poeta che ancora giovanissimo si era conquistata, in parte grazie allo zio Seneca, consigliere dell’imperatore, è ammesso nella cerchia degli amici più intimi di Nerone. Lucano e Nerone: l’amicizia e la rottura L’amicizia tra Lucano e l’imperatore è attestata da diversi episodi: il poeta ottiene infatti la questura prima dell’età consentita; viene ammesso più tardi nel collegio degli auguri; viene incoronato poeta dallo stesso Nerone, dopo aver recitato un carme in suo onore durante i ludi quinquennali del 60. La rottura deve essere di poco successiva a questi avvenimenti. Secondo una fonte biografica sarebbe stata provocata da Lucano, il quale si ritenne gravemente offeso poiché, durante una lettura pubblica di suoi versi, l’imperatore si era allontanato all’improvviso. Secondo Tacito, invece, fu causata dalla gelosia di Nerone, poeta anch’egli, nei confronti del grande successo di pubblico tributato al giovane rivale. Ma vi furono certamente anche motivazioni di natura politica: nel 62 Seneca si ritira dalla vita pubblica, Nerone accentua la sua politica autocratica e antisenatoria, mentre Lucano fa mostra di idealità repubblicane. La congiura pisoniana e la morte Il 62 appare in ogni caso un anno critico per il poeta: muore giovanissimo l’amico Persio; l’ambiente senatorio comincia a preparare la congiura pisoniana di cui anch’egli farà parte; ormai in disgrazia presso l’imperatore, non può più recitare versi in pubblico. Nel 65 la congiura viene scoperta: Lucano, per salvarsi, denuncia la madre e diversi amici. Ricevuto ugualmente l’ordine di morire, si uccide tagliandosi le vene. Una sola opera ci è pervenuta: la Pharsalia Di Lucano ci è giunta una sola opera, il poema epico-storico Pharsalia, cominciato dopo il 60 e rimasto interrotto. A lui vengono attribuite anche numerose opere minori, tutte presumibilmente scritte prima della Pharsalia, di cui sono pervenuti soltanto rari frammenti [Le
opere perdute di Lucano, p. 64].
La Pharsalia: struttura del poema e rapporto con i modelli della tradizione epica
Un poema incompiuto Pharsalia è presumibilmente il titolo voluto da Lucano, che in IX, 985-986 si rivolge a Giulio Cesare con queste parole: venturi me teque legent: Pharsalia nostra/ vivet, et a nullo tenebris damnabimur aevo («i posteri leggeranno i miei versi e le tue imprese; la nostra Pharsalia vivrà, e mai in alcuna epoca saremo condannati alle tenebre»). Sia i codici sia i biografi di Lucano, tuttavia, tramandano un altro titolo, Bellum civile. Il poema si interrompe bruscamente, a