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T 5 Spettacoli: la sfilata dei delatori (Liber de spectaculis 4) LAT IT

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Verifica finale

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Scena di vita in un villaggio sulla riva del Nilo. Dettaglio di un mosaico da Uzalis, El Alia, Tunisia. II secolo d.C. Tunisi, Museo del Bardo.

Venator sequitur, sed ille quem tu secreta cupias habere silva; dispensat pueris rogatque longos 25 levis ponere vilicus capillos.

Sic me vivere, sic iuvat perire.

Poi arriva il cacciatore, un giovane che tu vorresti avere con te nel segreto del bosco; e il fattore sbarbato assegna il lavoro agli schiavi e mi chiede il permesso di far tagliare i loro lunghi capelli. Così mi piace vivere, così mi piace morire.

(trad. di G. Norcio)

T 5

Liber de spectaculis 4 LATINO ITALIANO

Spettacoli: la sfilata dei delatori

La sfilata dei delatori, figure di cui si era costantemente servito Vespasiano, va inquadrata nella politica di moralizzazione della vita pubblica romana perseguita da Tito. Il fenomeno ritornò peraltro in auge sotto il successore Domiziano. I delatori percorsero l’arena dell’anfiteatro, esposti al pubblico ludibrio; furono poi venduti come schiavi o esiliati in terre inospitali. Il motivo dell’adulazione, centrale nel liber di Marziale, compare al v. 4 nella forma di un elegante motto: poiché parte della vendita dei beni degli accusati finiva per legge nelle casse dello Stato, Tito, privandosi delle delazioni, si privava di una ricca fonte di proventi; perciò Marziale può affermare a buon diritto che anche lo spettacolo dei delatori andava aggiunto alle «spese» dell’imperatore. La poesia, come prevedeva il codice epigrammatico, si conclude con una battuta: chi un tempo dava l’esilio, ora lo riceve. Si osservi come un tema serissimo diventi occasione per un lusus letterario sostanzialmente indifferente alla rilevanza politica e civile dell’evento.

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