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T 4 La vita a Bilbili (Epigrammata XII, 18) LAT IT

T 4

Epigrammata XII, 18 LATINO ITALIANO

Nota metrica:

endecasillabi faleci.

La vita a Bilbili

Il libro XII degli Epigrammata, ultimo del poeta, fu composto interamente in Spagna, nella natia Bilbili, dove Marziale era ritornato nel 98. Questo componimento è dedicato al poeta Giovenale, tuttora costretto alla vita faticosa e spesso umiliante del cliente, mentre Marziale può finalmente dedicarsi all’ozio, al sonno, alle piccole gioie della vita rurale.

Dum tu forsitan inquietus erras clamosa, Iuvenalis, in Subura aut collem dominae teris Dianae; dum per limina te potentiorum 5 sudatrix toga ventilat vagumque maior Caelius et minor fatigant: me multos repetita post Decembres accepit mea rusticumque fecit auro Bilbilis et superba ferro. 10 Hic pigri colimus labore dulci

Boterdum Plateamque – Celtiberis haec sunt nomina crassiora terris –: ingenti fruor inproboque somno, quem nec tertia saepe rumpit hora, 15 et totum mihi nunc repono quidquid ter denos vigilaveram per annos.

Ignota est toga, sed datur petenti rupta proxima vestis a cathedra.

Surgentem focus excipit superba 20 vicini strue cultus iliceti, multa vilica quem coronat olla.

Mentre tu, o Giovenale, forse ti aggiri indaffarato per la rumorosa Subura o consumi la strada del colle di Diana, mentre varchi le soglie dei palazzi dei signori, ventilato dalla toga, che ti fa sudare, e ti affatichi correndo per il Celio maggiore e minore, io vivo la mia vita campagnola nella mia Bilbili, superba di oro e di ferro, ove sono tornato dopo molti anni. Passo qui le mie giornate in pigrizia e tra piacevoli lavori a Boterdo e a Platea – nella Celtiberia s’incontrano questi rustici nomi –, mi godo le mie profonde e accanite dormite, che spesso non rompe neppure l’ora terza, e mi rifaccio ora di tutto quel sonno che ho perduto in trent’anni d’insonnia. Qui la toga è sconosciuta: mi viene dato, quando lo richiedo, quel vestito che mi sta vicino sulla sedia sgangherata. Quando mi alzo, mi accoglie il focolare ben guarnito di grossi ciocchi portati dal vicino querceto, su cui pendono tutto all’intorno le molte pentole della fattoressa.

2. Subura: quartiere popoloso e malfamato, sito tra i monti Celio ed Esquilino. 3. collem: l’Aventino, su cui sorgeva un tempio di Diana. 14. tertia... hora: le nove del mattino.

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