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Lucano nel tempo

Lucanonel TEMPO

Nell’antichità Le stesse numerose critiche testimoniano la risonanza e l’influenza ottenute dall’audace operazione di Lucano, come attesta l’epigramma in cui Marziale gli fa pronunciare un’arguta autodifesa: «Ci sono alcuni che dicono che non sono un poeta: ma il libraio che mi vende pensa di sì» (Epigrammi XIV, 194). Probabilmente allude a Lucano il bizzarro poeta Eumolpo nel Satyricon di Petronio, quando polemizza con gli autori che privilegiano la storia rispetto all’ispirazione poetica (Sat. 118-119 [T6 ONLINE, cap. 5]). L’interrogativo sul carattere storico o poetico dell’opera di Lucano giungerà fino a Servio, che nel IV sec. d.C. concluderà che Lucano «non merita di essere annoverato fra i poeti; appare infatti evidente che ha composto un’opera storica, non di poesia». L’altro aspetto a lungo contestato del poeta spagnolo è la sua scrittura “barocca”, punteggiata di sententiae affini al gusto declamatorio, al punto che Quintiliano disse che Lucano era «degno di essere imitato più dagli oratori che dai poeti» (Inst. or. X, 1, 90). In effetti, sia il classicismo d’età flavia sia l’arcaismo del II sec. d.C. avversarono lo stile gonfio e ridondante di Lucano, ma è indubbio il suo influsso quanto meno sui poeti epici d’età flavia.

Tra tarda antichità e Medioevo Letta

nelle scuole e commentata dai grammatici, l’opera incontra il favore dei primi cristiani, attratti dalla concitazione espressiva di Lucano come dalla sua polemica contro gli dèi pagani. L’altissimo numero di manoscritti contenenti il testo della Pharsalia (oltre 150 completi a partire dall’età carolingia) attesta la fortuna dell’opera, che si presta a interpretazioni allegoriche, alla raccolta di exempla, sententiae e mirabilia; Lucano è anche modello di stile «tragico», «maestro di terribilità» (Curtius) nella costruzione delle scenografie infernali care al Medioevo. Dante lo colloca tra i sommi poeti dell’antichità nel castello del Limbo (Inf. IV, 88-90) e si ispira al personaggio della Pharsalia per il Catone austero e inflessibile guardiano del Purgatorio.

Umanesimo e Rinascimento Oggetto

di critiche teoriche in un’epoca dominata dal classicismo, il poema tuttavia ebbe la sua editio princeps già nel 1469, a soli quattro anni dall’uscita del primo libro a stampa in Italia. In omaggio alle categorie aristoteliche, Torquato Tasso critica l’opera lucanea sul piano teorico, ma la imita più volte nella Gerusalemme liberata e nel Torrismondo.

Teatro del Seicento Accanto a Seneca tragico, Lucano influenza profondamente il teatro elisabettiano e shakespeariano; in Francia Corneille lo dichiara sua fonte principale e modello di stile per la tragedia La mort de Pompée (1644).

Illuminismo Certamente incompatibile con il razionalismo illuministico sul piano stilistico, Lucano trovò un estimatore in Voltaire per «le idee forti, i discorsi pieni di coraggio filosofico e sublime»; in particolare il filosofo vide una professione di teismo ante litteram nella risposta di Catone a Labieno dinanzi all’oracolo di Ammone (Phars. IX, 564-586 [T15]).

Neoclassicismo e Romanticismo Il

culto rivoluzionario dell’antico riconobbe nella Pharsalia il poema della libertà: sulle sciabole della Guardia Nazionale di Parigi (1789) campeggiava il verso ignorantque datos ne quisquam serviat enses (IV, 579: «e si ignora che le spade sono date per non servire»). Individualismo, anticesarismo libertario, rifiuto del classicismo e del razionalismo, fascino del fantastico, dell’orrido e del notturno (componenti essenziali del sublime romantico) crearono nel primo Ottocento un ambiente propizio a una rinnovata fortuna del poema lucaneo. Così Alfieri appare vicino a Lu-

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