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Il genere LETTERARIO La satira menippea

to, grottesco contrapasso per chi aveva trascorso gran parte della vita dedito al gioco. Mentre Claudio già ha iniziato a gettare gli eterni dadi, che continuamente gli sfuggono, passa di lì Caligola (cui il suo successore, si ricordi, aveva negato la divinizzazione), che dapprima lo reclama come schiavo e infine, non sapendo che farsene, lo dona ad Eaco. Il giudice degli inferi lo consegna allora a un proprio liberto, perché diventi il suo «addetto giudiziario». Il genere e i modelli L’Apokolokyntosis, come si è detto, è una satira menippea [Il genere letterario], di cui sfrutta alcune delle più tipiche situazioni narrative (il concilio degli dèi, la discesa agli inferi), la mescolanza di prosa e verso, la contaminazione di serio e di comico (le due laudes contrapposte), l’alternanza di stile aulico e volgare, l’uso di citazioni erudite in funzione parodica, la caricatura grottesca e satirica di noti personaggi della cronaca e della storia.

La violenza dei contenuti narrativi e l’aggressività dei toni, spinta fino all’invettiva, fanno pensare tuttavia, più che alle moraleggianti e argute satire menippee di

Varrone, alle pungenti satire di Lucilio, che aveva contemplato nel suo programma poetico l’attacco ad personam, preferibilmente rivolto contro i primores populi, cioè i personaggi più rappresentativi della città. Satira e parodia L’elemento satirico viene sviluppato preferibilmente attraverso un uso spregiudicato e parodistico dei materiali letterari, sia greci sia latini, così che l’Apokolokyntosis viene anche a risultare un esilarante, finissimo divertissement letterario. Quando Eaco, ad esempio, contesta il capo d’accusa nei confronti di Claudio, enumerando la serie delle sue vittime, conclude con un’espressione in

Il genere LETTERARIO

La satira menippea

▰ Due diversi generi satirici in Roma Accanto

alla satira esametrica, il cui inventor era stato Lucilio, coltivata da Orazio e poi in età imperiale da Persio e Giovenale, fiorisce in lingua latina anche un diverso genere satirico, la satura menippaea, inaugurata in Roma da Varrone Reatino, a cui si rifaranno in età neroniana due opere di grande originalità come l’Apokolokyntosis di Seneca e il Satyricon di Petronio. Mentre la satura luciliana si caratterizza nel tempo come un discorso mordace e polemico destinato a fustigare i vizi degli uomini (quello che noi oggi continuiamo a chiamare «satira»), le satire menippee si distinguono fin dalle origini per una diversa forma compositiva, un misto di prosa e di versi che chiamiamo «prosimetro», e per un accentuato gusto della sperimentazione letteraria e dell’invenzione narrativa. ▰ Le satire di Menippo di Gadara La

denominazione deriva dalle satire di Menippo di Gàdara, filosofo vagante di orientamento cinico, vissuto nella prima metà del III secolo a.C. Menippo aveva creato una bizzarra e stravagante forma letteraria, mescolando elementi seri a elementi comici, versi a prose, situazioni fantastiche e caricaturali ai toni crudi e sferzanti della predicazione popolare. Seguendo la tradizione cinica, Menippo contestava integralmente le istituzioni fondamentali (Stato, patria, famiglia, proprietà privata) dell’universo sociale in nome della nozione semplice ma liberatoria di physis («natura»), di fronte alla quale tutti gli uomini sono uguali. ▰ Le Satire Menippee di Varrone Varrone adotta

gli aspetti tecnici e formali della satira menippea (il prosimetro, la libertà fantastica dell’invenzione, la mescolanza di serio e di comico, il tono mordace) ma non i contenuti: allo spirito trasgressivo, estremistico e anticonformista di Menippo oppone un’ideologia conservatrice, ispirata agli antiqui mores romani. Nelle sue satire Varrone contamina inoltre il modello menippeo con spunti tratti da altri generi (la satura di Ennio e di Lucilio, la commedia plautina, il mimo) e con i più vari materiali del folklore. Il risultato è un’opera stravagante e imprevedibile, dove il moralismo censorio si sposa con gli scatti fantastici e gli estri parodistici di uno spirito acutamente osservatore.

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