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Educazione CIVICA Il paternalismo politico, dalla clementia al nudging

tanto temperate da cessare una volta raggiunto ciò cui si mirava: gradualmente si passa dal grande all’ancora più grande, e una volta ottenute cose insperate, si abbracciano speranze smisurate. Oggi, tuttavia, tutti i tuoi concittadini confessano apertamente che sono felici e che a questi beni non si potrebbe aggiungere nulla, purché siano duraturi. [8] Molte cose li costringono a questa confessione, la più tardiva che gli uomini di solito fanno: una profonda e piena sicurezza, un diritto posto al di sopra di ogni violazione; l’avere sempre presente una forma di governo graditissima alla quale non manca nulla, tranne la possibilità di essere distrutta, per godere di una libertà assoluta. [9] Tuttavia, quella che ha destato uguale ammirazione nei più grandi così come nei più umili è la tua clemenza; gli altri beni, infatti, ciascuno li sente o se li aspetta maggiori o minori in proporzione alla sua condizione personale; dalla clemenza, invece, tutti sperano lo stesso; e non c’è nessuno che si compiaccia tanto della sua innocenza da non rallegrarsi poi di stare al cospetto della Clemenza, indulgente di fronte agli errori umani.

(trad. di G. Reale)

Educazione CIVICA

Il paternalismo politico, dalla clementia al nudging

«Diritti e doveri» o «benefici»? La «rivoluzione romana» attuata da Augusto aveva svuotato di senso le istituzioni repubblicane, pur mantenendole formalmente in vita, e Seneca è l’interprete di questa rivoluzione come Cicerone lo era stato dei valori repubblicani. Con qualche analogia suggestiva, la globalizzazione di fine Novecento ha svuotato di senso molte categorie e «narrazioni» politiche della modernità, rendendo gli individui «post-moderni» più liberi e responsabili, ma al tempo stesso orfani di ideologie tanto vincolanti (spesso accecanti) quanto rassicuranti. In questo quadro, le società umane devono essere regolate da norme formalizzate, rigide e uguali per tutti, incardinate in un sistema statico, oppure da un insieme flessibile di raccomandazioni, di comportamenti virtuosi, in un processo dinamico di relazioni fluide e informali? L’appello alla responsabilità individuale può sostituire la rigida applicazione di normative, con la minaccia di sanzioni per chi non le rispetta? L’altra faccia di questa “personalizzazione” della politica è spesso una gestione paternalistica del potere: soltanto nei casi estremi (e nei regimi in cui manca una solida tradizione democratica) il paternalismo utilizza formalmente il meccanismo elettorale per legittimare dittature di fatto, mentre negli Stati liberal-democratici si presenta come nudge, «spinta gentile» con cui i governi, anziché imporre obblighi e divieti, preferiscono indurre a comportamenti virtuosi, orientando con la persuasione le scelte degli individui: secondo alcuni con il risultato, più o meno intenzionale, di manipolare la loro autonomia, che risulta così sempre più apparente. L’esempio più famoso dell’efficacia del nudging è l’esperimento condotto negli anni Novanta nell’aeroporto Schiphol di Amsterdam: l’uso “impreciso” dei servizi igienici maschili fu ridotto dell’80% non con l’affissione di regolamenti, ma con il semplice stratagemma di applicare degli adesivi rappresentanti delle mosche sugli orinatoi. Sul tema resta fondamentale il saggio di Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein, La spinta gentile, Feltrinelli 2014.

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