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Satyricon: che cosa significa questo titolo?

La vicenda Possiamo orientativamente suddividere il lungo frammento narrativo che ci è pervenuto in cinque blocchi.

Blocco Contenuti narrativi

1 le avventure di Encolpio, Ascilto e Gítone in una Graeca urbs dell’Italia meridionale (presumibilmente Pozzuoli, ma secondo altri Cuma, Terracina, Napoli o Baia: in ogni caso una città della Campania, prosperosa e brulicante di vita) 2 la Cena Trimalchionis (l’episodio più compatto e unitario) 3 nuove avventure nella Graeca urbs, durante le quali Encolpio fa la conoscenza del poeta Eumolpo, mentre Ascilto scompare completamente dalla scena 4 l’episodio sulla nave di Lica e Trifena (con scene di travestimento, agnizione, tempesta, naufragio) 5 l’arrivo a Crotone

Da vari accenni sparsi lungo il testo, possiamo anche tentare di ricostruire, almeno in parte, le vicende smarrite (che chiameremo «antecedente perduto»). Antecedente perduto Encolpio, uno studente squattrinato di buona cultura, narratore e protagonista del romanzo, appare perseguitato dall’ira di Priàpo (dio della fecondità e del sesso), di cui ha profanato i misteri o divulgato un segreto durante una permanenza a Marsiglia. Fuggito in Italia, viene incriminato forse per una rapina in un tempio e condannato all’arena (ad bestias). Sfuggito al carcere grazie a un terremoto o al crollo dell’anfiteatro nel quale doveva combattere, si dirige verso sud assieme al fanciullo Gitone, di cui si è invaghito, e che diventa il suo amasio. I due vivono un’avventura erotica con Trifena, una cortigiana impetuosa e possessiva, e con Lica, un trafficante di schiavi che comanda una nave. Di nuovo soli, Encolpio e Gitone fanno la conoscenza di Ascilto, un avventuriero senza scrupoli che diventa immediatamente rivale in amore di Encolpio, insidiando il bellissimo e contesissimo fanciullo. I tre, insieme, arrecano disturbo alle cerimonie in onore di Priapo officiate dalla sacerdotessa Quartilla. Fin qui la probabile ricostruzione degli episodi che precedono la narrazione superstite. Inizia il lungo frammento pervenuto. Primo blocco I nostri tre eroi sono da poco giunti in una città della Campania.

Encolpio frequenta la scuola del retore Agamennone, con il quale ha una disputa sulle cause della decadenza dell’oratoria [T1]. A causa della rivalità in amore

Satyricon: che cosa significa questo titolo?

▰ «Storie di satiri» Il titolo dell’opera doveva essere con molta probabilità Satyrica, una parola composta da due grecismi: satyri più il suffisso di derivazione greca -icus (-ikós), sul modello di numerosi altri titoli della storia letteraria romana (ad esempio Georgica o Bucolica). Il titolo, letteralmente, significava dunque «storie di satiri», nel senso di «racconti di argomento osceno e licenzioso»: i satiri erano infatti caratterizzati, nel mito classico, da una sfrenata esuberanza erotica. Il titolo tradizionale Satyricon non è altro che il genitivo plurale neutro retto da libri (come Georgicon libri). ▰ «Racconti satirici» Satyrica era peraltro sentito dal lettore romano come un termine ambiguo, che richiamava, accanto al mondo dei satiri, anche il vocabolo latino satura. Il titolo allora finirebbe per significare «Racconti satirici» e non soltanto «Racconti di satiri», mescolando temi licenziosi e piccanti a temi di satira sociale e letteraria. In effetti il Satyricon si presenta come una forma narrativa aperta, caratterizzata dall’intersecarsi di una pluralità di generi e di modelli.

Affresco raffigurante un paesaggio portuale, 70 d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

che li oppone, Encolpio e Ascilto decidono di separarsi entro tre giorni. Recatisi al mercato per vendere un mantello rubato, hanno la ventura di recuperare una tunica piena di monete d’oro di cui avevano a loro volta subito il furto. Felici tornano alla locanda, dove li sorprende la sacerdotessa Quartilla, che li obbliga per tre interminabili giorni a un’estenuante kermesse sessuale. Secondo blocco Sfuggiti all’inesauribile Quartilla, i tre si recano a una cena nella casa di Trimalchione, un liberto ricchissimo che fa il suo ingresso in portantina, ostentando un lusso pretenzioso e volgare [T2]. L’episodio si svolge con un sottofondo di voci, di suoni, di canti sguaiati e di litigi, tra il chiacchiericcio prolungato dei numerosi ospiti, alcuni abituali (di origine servile), altri (come i nostri eroi) d’eccezione. Lusingato dalla presenza dei letterati, Trimalchione dà inizio a una straordinaria performance, monopolizzando l’attenzione generale: filosofeggia, recita versi, racconta storie raccapriccianti [T3], rievoca il suo passato di schiavo, enumera le sue ricchezze, costringe gli ospiti a far la prova generale del suo funerale, cade schiantato dal vino. Richiamati dal chiasso, intervengono i pompieri, che temevano un incendio. Nella confusione, Encolpio e Ascilto, scortati da Gitone, riescono finalmente a guadagnare l’uscita. Terzo blocco Sfuggiti al dispotico padrone di casa, Encolpio e Ascilto si affrontano a causa del solito Gitone: invitato a scegliere tra i due, il ragazzo indica beffardamente Ascilto. Affranto dal dolore, Encolpio entra in una pinacoteca, dove fa la conoscenza di Eumolpo, un vecchio poeta di scarse fortune che per consolarlo gli racconta la novella del fanciullo di Pergamo. Finito il racconto i due iniziano a discutere sulle cause della decadenza dell’arte, che Eumolpo attribuisce all’avidità di denaro e al crollo dei valori morali. Poi, prendendo a spunto il soggetto di un quadro, il vecchio poeta improvvisa un poemetto in trimetri giambici sulla presa di Troia (Troiae halosis), ma viene interrotto dalle sassate dei presenti che lo costringono a fuggire. Dopo una serie di concitate avventure, Encolpio ritrova

Gitone: geloso di Ascilto, decide di partire con Eumolpo su una nave, abbandonando la città.

Quarto blocco Quando già la nave è salpata, Encolpio e Gitone si accorgono di essere capitati sul mercantile di Lica e di Trifena, che durante la notte hanno un sogno premonitore: Encolpio e Gitone si trovano sulla nave. Nonostante il travestimento, i due vengono riconosciuti e minacciati di terribili punizioni. La contesa degenera in una grottesca battaglia, finché il pilota della nave ottiene che sia proclamata una tregua d’armi. Eumolpo riesce così a placare gli animi e ad imporre un trattato di pace in piena regola. Segue un allegro banchetto di riconciliazione generale, durante il quale Eumolpo racconta la novella della matrona di Efeso [T4]. Una violenta tempesta fa naufragare la nave: Lica muore durante il naufragio; Encolpio, Gitone ed Eumolpo riescono fortunosamente a toccar terra.

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