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Dialogo con i MODELLI Un racconto filosofico di Voltaire: Zadig
amore, si procurava tutto ciò che di meglio poteva con le sue modeste risorse e, appena calata la notte, portava tutto nella tomba. Avvenne dunque che i parenti di uno di quei crocifissi, nel veder diminuita la sorveglianza, tolsero giù, durante la notte, l’appeso dal suo supplizio e gli resero gli estremi uffici. Il giorno dopo, il soldato, che ormai irretito dalla passione aveva dimenticato la consegna, quando vide una croce senza il cadavere, atterrito dal supplizio che lo attendeva, raccontò tutto alla donna: no, non avrebbe atteso la sentenza del giudice, meglio far giustizia con la spada della propria negligenza. Chiedeva solo che ella gli concedesse un luogo per morire, così che quella tomba fatale raccogliesse insieme le spoglie dell’amante e dello sposo. Ma la dama, non meno pietosa che casta, esclamò: “Non vogliano gli dèi ch’io veda in egual tempo i funerali dei due uomini che mi furono più cari al mondo. Preferisco appendere il morto che uccidere il vivo”. E, fedele alle sue parole, gli impone di togliere dall’arca il corpo del marito e di affiggerlo alla croce spoglia. Il soldato approfittò dell’astuzia di quella avvedutissima donna, e il giorno dopo tutta la gente si domandava come mai quel morto si fosse messo in croce da solo». [113] I marinai accolsero questa storiella con gran risate, mentre Trifena, arrossendo tutta, appoggiava teneramente il volto sulla spalla di Gitone. Non rise invece Lica, che esclamò scotendo il capo pieno di corruccio: «Se il governatore avesse compiuto il suo dovere avrebbe fatto rimettere nella tomba il corpo del marito e appendere alla croce la donna».
(trad. di U. Dettore)
Dialogo con i MODELLI
Un racconto filosofico di Voltaire: Zadig
■ Un episodio di Zadig si ispira alla novella della matrona di Efeso Voltaire pubblicò Zadig o del destino nel 1747. È una «storia orientale»: la vicenda si svolge a Babilonia, in Egitto, in Arabia, attraversando quasi tutto il Medio Oriente; ambientazione prediletta da Voltaire e molto diffusa nella narrativa del secolo dei Lumi. Nell’episodio intitolato Il naso, ispirato alla novella di Petronio, Azora, moglie del protagonista Zadig, racconta scandalizzata dell’incostanza di una vedova sua conoscente. Zadig, irritato dall’ostentazione di virtù della donna, decide di fingersi morto, incaricando un amico, con il quale è d’accordo, di mettere alla prova la moglie, che naturalmente giunge sul punto di cedere. Il sorprendente finale (che dà il titolo all’episodio) richiama invece con molta probabilità la novella di Telifrone nell’Asino d’oro di Apuleio (II, 21-30 [T3 ONLINE, cap. 14]), per il motivo del naso tagliato connesso alla veglia funebre. ■ I racconti e i romanzi di Voltaire: un filo conduttore Secondo le più caratteristiche e innovative concezioni dell’Illuminismo europeo, un filo conduttore «accomuna tutti i romanzi di Voltaire: è quello di un processo di formazione del protagonista, che si compie attraverso molteplici esperienze, prima fra tutte l’esperienza della diversità. Tutti gli eroi e le eroine di Voltaire sono grandi viaggiatori, per necessità o per curiosità, e tutti [...] sono molto disponibili all’osservazione etnologica e alla discussione di filosofia morale, di politica, e di metafisica. L’esperienza, cercata o subita, suscita la riflessione: ciò di cui all’inizio si era sicuri non appare più tanto certo, cadono alcune preclusioni, gli orizzonti si allargano, il giudizio si fa più duttile e complesso, si fa strada l’idea della relatività di ogni norma e giudizio, lo scetticismo, morale e metafisico, sostituisce il dogmatismo iniziale» (Moneti).
■ Dove leggere Zadig Quattro fra le più celebri e interessanti opere narrative di Voltaire, Candido, Zadig, Micromega e L’Ingenuo, sono riunite in un volume della collana economica I grandi libri Garzanti, con introduzione e traduzione di Maria Moneti, Milano 2004.