3 minute read

Institutio oratoria Struttura e contenuti dell’opera: i dodici libri

autore. Insieme al trattato ci è anche pervenuto un sommario di tradizione assai antica ma non di mano dell’autore. Retorica e pedagogia La retorica, nell’ordinamento romano degli studi, era il punto più alto e conclusivo del curriculum scolastico. Dopo aver studiato presso un litterator e un grammaticus, verso i diciassette anni lo studente veniva affidato al rhetor, presso il quale si esercitava, mediante la pratica delle suasoriae e delle controversiae, a divenire un provetto oratore. Quintiliano, tuttavia, decide di partire da molto più lontano, convinto che il buon oratore vada educato e orientato fin dalla nascita e dall’infanzia: ingloba dunque nel suo trattato retorico anche nozioni di pedagogia e di grammatica, che occupano la parte più rilevante del I libro.

L’interesse pedagogico è uno degli aspetti più originali del trattato. Quintiliano non è attento solo ai contenuti della sua disciplina, ma anche al modo con cui essa può venire insegnata; di qui l’interesse per lo sviluppo della personalità e per quella che oggi chiameremmo psicologia dell’età evolutiva: il buon maestro deve saper valutare l’indole di ogni alunno; l’apprendimento va impostato in modo graduale; il gioco stimola l’intelligenza; il sistema delle punizioni corporali va condannato, perché avvilisce la persona e deprime l’animo del fanciullo. Ottimismo educativo Nel programma educativo di Quintiliano non c’è posto solo per il maestro: l’educazione ha inizio nella famiglia, con le figure della nutrice e dei genitori. Tutti possono inoltre apprendere e migliorare, ciascuno ovviamente entro i limiti segnati dalla natura. È quello che viene tradizionalmente definito l’«ottimismo educativo» quintilianeo: gli uomini sono in sé inclini ad apprendere,

«e a quella guisa che gli uccelli sono generati per volare, i cavalli per correre, le fiere per incrudelire, così è tipicamente nostra la solerte attività dello spirito, per cui si crede che l’animo umano abbia origine divina» (I, 1, 1). Insomma, conclude l’autore, «non si riesce a trovare nessuno, che con l’appassionata applicazione non abbia raggiunto una benché minima meta».

Institutio oratoria Struttura e contenuti dell’opera: i dodici libri

▰ La formazione dell’oratore deve iniziare

dall’infanzia Il I libro è dedicato in massima parte a nozioni di pedagogia e di grammatica, in contrasto con il tradizionale ordinamento romano degli studi, che situava l’insegnamento della retorica nella fase conclusiva dell’apprendimento; invece Quintiliano è convinto che la formazione dell’oratore debba prender le mosse fin dalla primissima infanzia. ▰ La scuola di retorica Solo nel II libro si comincia a trattare in modo specifico della scuola di retorica: a che età sia più conveniente iniziare; qualità e compiti del precettore; metodi di insegnamento; questioni generali («se la retorica sia utile»; «se la retorica sia un’arte»; «di quali arti essa si componga»; «se all’eloquenza conferiscano di più le doti naturali o la dottrina»). ▰ Storia della retorica; partizioni della materia; compiti dell’oratore Il libro III traccia una

piccola storia della retorica, delineando le partizioni fondamentali della materia e i compiti dell’oratore. I libri centrali entrano nel vivo della materia, affrontando le questioni relative all’inventio (libri IV-VI), alla dispositio (VII) e all’elocutio (VIII-IX), le tre fasi necessarie nella costruzione di un discorso. Della memoria e dell’actio, le ultime due parti della retorica, si tratta invece nel libro XI. ▰ Il X libro: excursus sugli scrittori greci e latini Il

libro X, il più noto dell’intera opera, contiene un excursus sugli scrittori greci e latini più idonei a formare il gusto del futuro oratore. Suddivisa per generi, la rassegna si configura come una sintetica storia della letteratura antica, ricca di giudizi rapidi e incisivi che rispecchiano i gusti di Quintiliano e della sua epoca. ▰ Il perfetto oratore Il libro XII, infine, delinea l’immagine del perfetto oratore, precisandone le competenze e gli obblighi professionali.

This article is from: