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Il genere LETTERARIO L’epigramma in Grecia e in Roma

Il genere LETTERARIO

L’epigramma in Grecia e in Roma

▰ Origini dell’epigramma Epigramma (epígramma

in greco) significa etimologicamente «iscrizione», «cosa scritta sopra» (un cippo, una lapide, un oggetto votivo). Nasce in Grecia già negli ultimi decenni dell’VIII secolo, in forma anonima, con intenti pratici e celebrativi. I testi tramandati sono iscrizioni in metro vario, per lo più di carattere funebre o votivo, che commemorano persone, luoghi, monumenti, episodi di vita civile o quotidiana; si diffondono largamente dal VI secolo in avanti, quando alcuni epigrammi cominciano ad essere attribuiti, talvolta falsamente, a noti poeti: Simonide di Ceo, Archiloco, Saffo, Alceo, Anacreonte. ▰ L’epigramma ellenistico Solo in età ellenistica

l’epigramma acquista valore propriamente letterario, assumendo i suoi caratteri specifici e permanenti: un componimento d’occasione, brevissimo o comunque di misura limitata, di metro libero (con una decisa prevalenza del distico elegiaco), stilisticamente elegante e raffinato, atto ad esprimere contenuti assai vari, soprattutto di natura privata e soggettiva. L’epigramma ellenistico è assai versatile negli argomenti (erotico, conviviale, satirico, parodistico, giocoso, funebre), libero nelle forme (dialogo, descrizione, spunto narrativo) e nel tono (dalla malinconia all’invettiva, dalla tenerezza alla passione, dalla polemica letteraria all’idillio agreste). Sul piano strutturale, tratto distintivo del testo epigrammatico è l’estrema concentrazione espressiva del discorso poetico, che tende a risolversi rapidamente, con un effetto di calcolata sorpresa, nella battuta finale. ▰ L’Antologia Palatina La storia dell’epigramma letterario in lingua greca si estende per circa quindici secoli e tocca l’intero Mediterraneo, dalla Siria e dalla Fenicia all’Egitto, dalla Grecia all’Italia. I testi vengono diffusi, a partire dall’età alessandrina, in forma antologica: notissima, in particolare, fu la raccolta organizzata da Meleagro di Gadara nel I secolo a.C. La maggior parte degli epigrammi greci che conosciamo si trovano conservati nella monumentale Antologia Palatina, così chiamata dalla Biblioteca Palatina di Heidelberg, dove fu scoperto agli inizi del XVII secolo l’unico manoscritto tuttora in nostro possesso, redatto con ogni probabilità verso il X-XI secolo da uno studioso bizantino. La silloge contiene, divisi in quindici libri, circa 3700 epigrammi attribuiti a oltre trecento poeti di varie epoche e culture. ▰ L’epigramma in Roma Comparso a Roma con

i poeti del circolo di Lutazio Catulo e fiorito in età neoterica, l’epigramma di tipo ellenistico viene coltivato in età augustea da autori come Domizio Marso e Albinovano Pedone [vol. II, cap. 1.6], mentre in età neroniana operò un certo Lucillio, autore in lingua greca di epigrammi di forte segno realistico e di tono satirico, in cui veniva accentuato il momento dell’arguzia finale. Nello stesso periodo vanno probabilmente collocati gli epigrammi compresi nella raccolta dei Priapea [cap. 2.4]. A questi poeti, ma in particolare a Catullo, dovette ispirarsi Marziale, l’unico epigrammista latino di cui ci sia giunta l’opera in forma integrale. Ancora alla fine del I secolo d.C. il termine «epigramma» è solo uno dei tanti con i quali si fa riferimento a questo tipo di poesia. «Ma epigramma è la denominazione che Marziale adotta stabilmente, preferendola alle altre alternative possibili, per indicare tutta la tipologia dei propri carmi, e cioè qualsiasi componimento breve, di metro vario, di carattere occasionale, legato a fatti concreti, a tipi sociali, a esperienze di vita. E proprio la grande fortuna dell’opera di Marziale presso i posteri imporrà questa denominazione alla terminologia moderna della classificazione dei generi, portando anche a una tendenziale identificazione tra i caratteri del genere letterario e i caratteri dell’opera di Marziale, con un’accentuazione dell’elemento comico-satirico e della tendenza alla battuta finale, e cioè delle caratteristiche del tipo epigrammatico che Marziale ha sviluppato più originalmente » (Citroni). Dopo Marziale composero epigrammi i poetae novelli [cap. 13.4]. Interessanti, benché su un piano esclusivamente virtuosistico e sperimentale, furono anche gli epigrammi in distici ecoici composti nel III secolo da Pentadio [cap. 15.3]. Più varia e ricca fu la produzione epigrammatica di Ausonio [cap. 18.3], che esercitò fra l’altro un’influenza decisiva nei confronti della poesia epigrafica cristiana [cap. 16.7].

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