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• la spiegazione non parte da definizioni, bensì dall’osservazione dei dati linguistici anche sotto forma di rappresentazione grafica; • gli esercizi fanno utilizzare consapevolmente le forme osservate, attraverso completamenti, trasformazioni e manipolazioni, facendo leva anche sulla grammatica implicita.
D. Notarbartolo D. Graffigna G. Branciforti
Una grammatica di nuova generazione che supera la separazione fra “grammatica”e “pratica” evitando la semplice classificazione di parti del discorso, complementi e proposizioni e puntando in modo sistematico sulla capacità di comprendere e di scrivere testi. In particolare:
Il metodo rende più intuitivo un sapere formale come quello grammaticale, e si rivela pertanto adatto anche a studenti con BES e DSA. Grammatica e pratica dell’italiano si basa su alcune idee fondamentali: • la centralità del verbo; • l’esistenza di gruppi sintattici di parole che svolgono determinate funzioni nella frase (morfosintassi); • l’importanza dell’intenzione comunicativa della frase e del significato; • la continuità fra frase e testo per le loro comuni caratteristiche di coerenza, coesione e intenzionalità.
Il volume B presenta un percorso sistematico di scrittura e di analisi testuale attraverso l’esame delle diverse caratteristiche di un testo: unità ideativa, coesione, coerenza, efficacia.
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Il metodo proposto, sperimentato con crescente successo in quanto generatore di senso in un insegnamento spesso poco motivante per lo studente, ha una ricaduta pratica anche in vista delle prove Invalsi nel II e nel V anno e della prima prova scritta conclusiva del nuovo Esame di Stato.
Grammatica E PRATICA DELL’ itaLiano
Il volume A, la parte più propriamente“grammaticale” del corso, aiuta lo studente a capire a che cosa servono le conoscenze grammaticali in relazione alla comprensione di testi o alla scrittura.
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BULGARINI
Daniela Notarbartolo Daniela Graffigna Giuseppe Branciforti
Grammatica E PRATICA DELL’ itaLiano Dalla scelta delle parole al testo ESERCIZI SU COMPRENSIONE INVALSI COMPITI AUTENTICI PRONTUARIO DI PUNTEGGIATURA E RIPASSO DI ORTOGRAFIA DEI CAPITOLI ACCESSIBILI CON SMARTPHONE E TABLET GLOSSARIO WORD DEI TESTI ANALIZZATI PER LIM
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Questo volume, sprovvisto del talloncino qui a lato, è da considerarsi SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n. 633, art. 2, lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, N. 627, ART. 4, N.6).
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La messa in commercio di questo volume senza il talloncino triangolare è passibile di denuncia per evasione fiscale.
Volume A + B
Euro 27, 50 Versione digitale ISBN 978-88-234-3288-8
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Daniela Notarbartolo Daniela Graffigna Giuseppe Branciforti
GRAMMATICA E PRATICA DELL’ ITALIANO
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Dalla scelta delle parole al testo
BULGARINI
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©2019 Edizioni Bulgarini – Firenze, Italy www.bulgarini.it info@bulgarini.it
Daniela Notarbartolo è responsabile della parte teorica, Daniela Graffigna e Giuseppe Branciforti degli esercizi. Un ringraziamento a Floriana, Grazia, Laura, Manuela e Patrizia, che ci hanno aiutato fornendoci materiali ed esempi. Progettazione, coordinamento e realizzazione editoriale a cura di GP&C Srl - Milano
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
È vietata la riproduzione, anche parziale, o a uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata.
Prima edizione: febbraio 2018 Ristampa:
6 5 4 3 2 2020 2021 2022 2023 2024
Nell’eventualità che illustrazioni di competenza altrui siano riprodotte in questo volume, l’editore è a disposizione degli aventi diritto che non si sono potuti reperire. L’editore porrà inoltre rimedio, in caso di cortese segnalazione, a eventuali non voluti errori e/o omissioni nei riferimenti relativi. Nel rispetto della normativa vigente sulla trasparenza nella pubblicità, le immagini escludono ogni e qualsiasi possibile intenzione o effetto promozionale verso i lettori.
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3
Ai nostri alunni per tutte le domande che ci hanno posto, perché ci hanno costretti ad andare a fondo nelle risposte
Presentazione
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uesto manuale è finalizzato a potenziare in te la capacità di comprendere testi e di scriverne, cioè la padronanza linguistica necessaria all’espressione di sé, alla vita adulta e alla
convivenza civile. Comprendere testi e scriverli è oggettivamente difficile. Servono capacità distinte (linguistiche, ideative, testuali) che vanno apprese e praticate una per volta, anche se “lavorano in contemporanea”. Ti occorre infatti: conoscere la lingua controllata (o adulta) presente nei testi espositivo-argomentativi e in quelli di studio, che non è sempre quella dell’uso quotidiano fra coetanei; conoscere le strutture compositive di un testo ben organizzato, cioè la coesione, la coerenza, l’in-
tenzionalità e l’efficacia per capire come operano all’interno del testo; praticare testi reali finalizzati ai più diversi scopi, dalla relazione scientifica o di uno stage fino a quelli dell’uso comune come una pagina in internet. Seguendo il manuale puoi percorrere un vero e proprio corso di comprensione e scrittura, presentato in ordine progressivo di difficoltà. Superando un gradino alla volta, cioè imparando un passaggio alla volta, si arriva in cima alla scala. Trovi anche alcuni aiuti pratici per impaginare un testo scritto al computer, produrre un Power Point, utilizzare la documentazione per una ricerca. Con questo manuale speriamo che tu possa prepararti realmente a capire testi e a scrivere e, come risultato, ad avere le competenze che servono a superare sia la prova di comprensione, in particolare la prova Invalsi di II e di V superiore, sia la prova scritta del nuovo esame a conclusione del triennio. Gli autori
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Indice generale
PARTE I
SCRITTURA IN PRATICA
Scrivere una lettera formale Fare la parafrasi
Lingua “adulta” e competenze linguistiche
30 32
TESTI AUTENTICI
Il registro nella lettera personale La “Lettera al Direttore”
34 35
CAPITOLO 1
Dal parlato allo scritto: i registri
1
Parlato e scritto Il parlato Lo scritto Effetti negativi del parlato sullo scritto: le frasi “a collana” Standard e neo-standard
2
I registri linguistici Il mezzo linguistico Interlocutori e competenze socio-linguistiche Tipi di testo Contesti e sottocodici
3
Saper ascoltare e parlare a scuola Ascoltare in classe Le domande L’attenzione L’azione Gli appunti La ripresa
Parlare in classe L’interrogazione Il dialogo in classe
ESERCIZI
12 12 12 13 14 15
CAPITOLO 2
La dimensione lessicale
1 2
21 21 21 21 22 22 22 22 23 23 24
Frequenze d’uso Leggibilità e informatività
36 36 38
Profondità del lessico
38
Vedere la realtà attraverso le parole Io e le parole Le parole della collettività Le parole della cultura: il lessico “astratto”
16 17 18 19 20
Ampiezza del lessico
3
4
36
39 39 40 40
Dentro le parole
41 Usare il dizionario 41 La storia delle parole 43 Neologismi e usi nuovi delle parole 44
La forma delle parole L’alterazione La derivazione Cambio di classe di parola I suffissi I prefissi Suffissoidi e prefissoidi
44 45 45 46 47 50 51
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5
5
Combinazioni fra parole Parole composte Parole ed espressioni polirematiche Locuzioni Forme idiomatiche e metafore lessicalizzate Le solidarietà lessicali
6
Costrutti preposizionali Reggenze di verbi Reggenze di nomi, aggettivi, avverbi
ESERCIZI
52 52 53 53
CAPITOLO 3
La scrittura e la flessibilità sintattica
1 53 54 56 56 57 58
2
76
L’esperienza della scrittura
76
Scrivere significa progettare e riscrivere
77
La flessibilità sintattica Diversi effetti espressivi Diverse forme linguistiche Un esempio negativo: il burocratese Errori di chiarezza e di esplicitezza
79 79 80 80 82
SCRITTURA IN PRATICA
Rispettare una consegna lessicale
ESERCIZI 70 SCRITTURA IN PRATICA
TESTI AUTENTICI
Il lessico dei concetti e il lessico specialistico nella manualistica I termini tecnici in funzione espressiva
83
Rispettare una consegna sintattica
72 74
Clonare periodi strutturati Sintesi strutturata sintatticamente
88 88 88
TESTI AUTENTICI
La sintassi e le unità informative in un articolo di giornale
91
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6
Parte I • lingua “adulta” e competenze linguistiche
PARTE II
3
Il titolo: funzione La consegna nel compito scolastico
Il testo e le competenze testuali
La consegna generica: dall’associazione di idee… … all’impostazione di un problema La consegna specifica La consegna corredata da documenti
CAPITOLO 4
Caratteristiche del testo e comprensione
1
Comprendere un testo Inferenze (informazioni implicite) Informazioni dalla “enciclopedia del lettore” Inferenze dal lessico Impliciti linguistici Senso implicito del testo Orientamento dell’autore Stuttura logica del testo Le caratteristiche formali della pagina
2
Le “prove standardizzate” di comprensione Gli “aspetti” della comprensione Un esempio di prova
ESERCIZI
Davanti alla consegna
ESERCIZI 94 94
2
120 120 121 121 122 125
95 96 97 97 98 99
Fare l’abstract La risposta breve di argomento specifico
108
L’idea centrale nel lancio d’agenzia La presentazione sintetica nella “quarta” di copertina
Idea centrale e struttura
114 114 116 117
Ideazione e svolgimento
118
Errori di svolgimento dell’idea centrale Alcuni suggerimenti
118 119
135
136 138
CAPITOLO 6
La progressione tematica e la coesione La progressione tematica nel testo
140
140
Pertinenza e scopo: come procede il tema 141 Progressioni tematiche efficaci o inefficaci 142 Un esempio di correzione della progressione tematica 143 Progressione tematica e focalizzazione 144
114
Segmentare e distribuire il contenuto I capoversi: funzione I capoversi: struttura
134
TESTI AUTENTICI
99 100 100 103
126
SCRITTURA IN PRATICA
CAPITOLO 5
1
119 120
94
1 L’idea centrale e l’ideazione del testo
Idea centrale e titolo
2
Tipologie di progressione tematica Progressione costante Progressione lineare Progressione per sotto-temi Successione con tema implicito
144 144 145 146 147
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1. Dal parlato allo scritto: i registri
3
Elementi di coesione testuale I rimandi Connettivi e coesione temporale
4
Coesione semantica Campi semantici Sinonimi e contrari Iponimi, iperonimi e meronimi Polisemia e omonimia
Processo-fasi Concetto generale-particolari, o concetto generale-esempi Problema-soluzione Cause-effetti o conseguenze e catene logiche Ipotesi e conferma
148 148 149 150 150 151 152 152
4 5
ESERCIZI
153
Scrivere su una progressione tematica assegnata L’analisi del testo letterario Il commento letterario
164 165 166
182 182 183 184 185
Dall’analisi della struttura alla sintesi: riassumere
187 190
SCRITTURA IN PRATICA
Scrivere su una struttura logica assegnata Il tema argomentativo Il riassunto Esempi di riassunto di testi narrativi
TESTI AUTENTICI
La coesione semantica nel testo letterario
182
Analisi della struttura logica di un testo
ESERCIZI
SCRITTURA IN PRATICA
7
202 205 207 207
168 TESTI AUTENTICI
La successione logica in un articolo informativo
CAPITOLO 7
Le relazioni logiche di coerenza
1
La logica del testo e i connettivi I connettivi I segnali di organizzazione del testo Strutture binarie Segnali di scansione interna del testo La frase-contenitore
2
Le relazioni logiche: “che cosa fa” il testo Idee principali e idee secondarie Le relazioni logiche per studiare e per scrivere
3
Tipologie di relazioni logiche Riformulazione ed elencazione Confronto-contrasto Tutto-parti
213
CAPITOLO 8 172 172 173 174 175 176 177
L’intenzionalità e l’efficacia
1 2
L’intenzionalità di un testo L’uso di immagini nella comunicazione L’infografica Il Power Point Usare Power Point
177 178
3
179
Alcune figure retoriche
4 179 180 181 181
Uno strumento dell’efficacia testuale: la retorica Un esempio di ricerca dell’efficacia: la prosa giornalistica Il titolo dell’articolo L’attacco
216
216 217 217 218 218
219 220
222 222 224
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8
Parte I • lingua “adulta” e competenze linguistiche
L’ordine capovolto dei fatti e la cronaca Lo stile misto dell’articolo “brillante” Il periodo articolato nell’articolo “di fondo”
ESERCIZI
225
SCRITTURA IN PRATICA
Comporre graficamente una relazione La relazione La relazione scientifica Relazione di un’attività didattica Relazione di un’esperienza di stage in alternanza scuola/lavoro
227 228 230
SCRITTURA IN PRATICA
Focalizzare le informazioni L’articolo di giornale
238 240
264 265 265 266 267
TESTI AUTENTICI
Il racconto nella rubrica settimanale
270
TESTI AUTENTICI
L’efficacia nella “letter for application” (e nel curriculum) L’efficacia nel linguaggio pubblicitario
241 242
CAPITOLO 10
Testi espositivi e argomentativi
1 2
PARTE III
Le tipologie testuali Testi narrativi, descrittivi, regolativi
1
Il testo narrativo Elementi del testo narrativo Tipologia narrativa in testi non narrativi
2
Il testo descrittivo Elementi del testo descrittivo L’ordine nel testo descrittivo Intenzione specifica della descrizione Descrizione in cui prevale l’oggetto Descrizione in cui prevale un punto di vista
3
Il testo regolativo Elementi del testo regolativo
246 246 247 248 248 249 249 251 251 251 253 253
Diversi testi regolativi, diversi registri
ESERCIZI
Testi e cultura
272
Il testo espositivo
273 273
Elementi del testo espositivo Ordine degli argomenti nel testo espositivo La tipologia espositiva in un testo non espositivo
CAPITOLO 9
3
275 277
Il testo argomentativo 277 Elementi del testo argomentativo 278 Il testo retorico persuasivo 279 Un testo argomentativo scientifico: la dimostrazione 281
ESERCIZI
282
SCRITTURA IN PRATICA
Utilizzare testi di documentazione La recensione di un libro La recensione a scuola
293 295 298
TESTI AUTENTICI
Dalla recensione alla critica
257
272
302
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1. Dal parlato allo scritto: i registri
ESERCIZI
APPENDICE
Punteggiatura, ortografia, verbi
1
Punteggiatura Il tono della voce: un equivoco Punteggiatura e scrittura Il capoverso (o a capo) Il punto fermo La virgola Virgole e significato Il punto e virgola I due punti Virgolette, trattini, parentesi
2
Ortografia Maiuscola Apostrofo Accento Accento in parole omografe
3 304 304 304 305 305 306 307 308 309 309 310 310 311 311 312 313
Verbi
9
317
Coniugazione di essere e avere
328 329
Verbi regolari
330
Coniugazione dei verbi regolari della prima coniugazione (-are) Coniugazione dei verbi regolari della seconda coniugazione (-ere) Coniugazione dei verbi regolari della terza coniugazione (-1re)
330 331 332
Verbi irregolari
333
Uso degli ausiliari Verbi intransitivi con ausiliare avere Verbi intransitivi con entrambi gli ausiliari (essere e avere) Verbi con costrutti preposizionali
337 337
GLOSSARIO
337 337
339
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10
Come puoi usare al meglio il testo CAP. 7, pp. 189, 191
• Usa i rimandi che trovi nel margine della pagina per vedere come uno stesso concetto è utilizzato in un altro contesto, per fissarlo meglio e stabilire dei collegamenti.
GLOSSARIO connettivi
• Utilizza il glossario che si trova in fondo al volume per recupera il significato di alcuni termini tecnici presenti nel testo.
• I testi presentati su doppia colonna con il commento aiutano a imparare un metodo di lettura analitico, attento ai dettagli testuali. L’effetto serra è un fenomeno che esiste da sempre senza il quale la vita come la conosciamo adesso non sarebbe possibile. Questo processo consiste in un riscaldamento del pianeta per effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria a concentrazioni relativamente basse (anidride carbonica, vapore acqueo, metano, ecc.). I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e d
Il fenomeno è naturale: parola chiave “da sempre” e valore positivo dell’effetto serra (la vita non sarebbe possibile) Definizione (consiste) Effetto-causa (per effetto di) Definizione con particolari (i singoli gas) Causa-effetto (permettono) che descrive l’effetto specchio (qualcosa passa, qualcosa no)
• Nella rubrica “Scrittura in pratica” alcuni paragrafi presentano delle attività preparatorie e aiutano a lavorare su aspetti particolari della scrittura (Rispettare una consegna sintattica). Nella stessa rubrica, altri paragrafi ti servono per lavorare su generi testuali specifici (Il tema argomentativo).
• Nella rubrica “Testi autentici” ritrovi gli aspetti analizzati nel capitolo in testi di cui puoi avere quotidiana esperienza.
• Gli esercizi così contrassegnati aiutano a sviluppare la comprensione dei testi.
• Gli esercizi così contrassegnati aiutano a sviluppare la scrittura. • In appendice trovi un prontuario di Ortografia e di Punteggiatura, con relativi esercizi, e alcune tavole grammaticali sui verbi regolari e irregolari.
Puoi consultare anche www.insegnaregrammatica.it
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Parte
I
Lingua “adulta” e competenze linguistiche «La conoscenza adeguata della lingua nazionale è ragion d’essere primaria della scuola». Così si legge in un documento redatto da tre illustri istituzioni culturali italiane (Accademia dei Lincei, Accademia della Crusca e Associazione degli storici della lingua italiana) a proposito dell’insegnamento della lingua italiana nella scuola secondaria superiore. Ma cosa si intende per “conoscenza adeguata”? Quando un bambino fa il suo ingresso nella scuola dell’infanzia è già in grado di comunicare. In seguito, con il progredire dell’età e l’accumulo di nuove esperienze, anche il suo linguaggio si arricchisce, finché, arrivato alla scuola secondaria di I grado, non inizia a rapportarsi con argomenti e situazioni rispetto ai quali il linguaggio quotidiano risulta insufficiente. Più avanti, nella scuola secondaria di II grado, gli studenti sono chiamati non solo a misurarsi con la complessità della lingua, ma anche a imparare a gestirla consapevolmente. Ciò comporta la necessità di acquisire una padronanza medio-alta dell’italiano. La lingua infatti non serve solo ai bisogni comunicativi primari: attraverso la lingua si entra in contatto con la storia, il diritto, l’economia, con la stampa, la saggistica, i testi ufficiali, in pratica con la cultura. Perciò è necessario acquisire una lingua “adulta”, che comprenda la capacità di passare da un registro comunicativo all’altro, un ampio repertorio lessicale, una flessibilità negli usi sintattici: è su questi elementi che si basa una conoscenza “adeguata” dell’italiano per uno studente della scuola superiore, indispensabile per la comprensione di testi e per la scrittura.
1 Dal parlato allo scritto: i registri 2 La dimensione lessicale 3 La scrittura e la flessibilità sintattica
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CAPITOLO 1
Dal parlato allo scritto: i registri La lingua “adulta” si esprime innanzitutto nello scritto, che ha convenzioni e forme proprie, non coincidenti con quelle del parlato. Ma anche il parlato, in situazioni diverse dalla conversazione quotidiana, richiede controllo e precisione: pensiamo, ad esempio, a uno studente che espone un argomento durante un esame, o a un inviato del telegiornale che riporta un fatto di cronaca, o, ancora, a un avvocato che pronuncia un’arringa durante un processo. La scelta del registro adatto alla situazione, all’argomento o al tipo di testo, fa parte delle competenze linguistiche.
1 Parlato e scritto Poniamoci innanzitutto questa domanda: che differenza c’è fra parlato e scritto? Sono due modi di usare la lingua piuttosto diversi; lo scritto non è la semplice trascrizione del parlato, ma richiede da parte degli studenti la capacità di adeguare il linguaggio ai diversi contesti, per evitare di impiegare quello usato nella conversazione di tutti i giorni. Analizziamo i due modelli più nel dettaglio.
Il parlato Il parlato si affida all’orecchio e, in particolare, alla voce, all’intonazione, alle pause, ma anche alle espressioni del viso, ai gesti e agli sguardi. GLOSSARIO marcato
• Dal punto di vista comunicativo, il parlato punta all’efficacia immediata. Non a caso, sono tipiche del parlato forme comunicativamente molto incisive come le frasi marcate, che usano l’ordine delle parole e il tono della voce per sottolineare un’informazione particolare, che in genere contiene implicita un’altra informazione: È lui che ha sbagliato (non io) Il cane lo porta giù Mario (tu finisci di sgomberare)
• Dal punto di vista informativo, il parlato avviene in presenza degli interlocutori e può GLOSSARIO deittico
fare affidamento sul contesto: non è necessario dire tutto e si può sottintendere quello che può essere integrato facilmente. Le espressioni deittiche, per esempio, sono frequenti nel parlato: termini come qui, ora, oggi, non dicono in realtà dove si trova chi parla, che ore sono e che giorno è, perché queste informazioni fanno parte del presente vissuto dagli interlocutori.
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1. Dal parlato allo scritto: i registri
13
• Dal punto di vista linguistico, nel parlato costruiamo il discorso man mano che lo pronunciamo, ossia decidiamo in corso d’opera come svilupparlo, senza particolari strategie: ad esempio, iniziamo il periodo in un modo e lo proseguiamo in un altro, apriamo una subordinata e la lasciamo a metà, torniamo indietro a riprendere e correggere quanto detto, ecc. Anche la scelta delle parole non è rigorosa, ma ammette imprecisioni e ripensamenti, senza un reale pericolo di fraintendimento.
Osserviamo, ad esempio, il testo seguente, che rappresenta la trascrizione di una conversazione comune: … Allora, niente: eravamo in tre in macchina, e Marco dice: vabbè, senti, tu vai avanti, che sai la strada, noi ti seguiamo, e dietro viene l’altro, no. Non doveva essere molto lontano… solo che questa qui, un’emerita deficiente, cioè praticamente ha superato in curva un autobus. In questo esempio si notano molti aspetti tipici del parlato: le esitazioni, rappresentate dai puntini di sospensione, l’uso di frasi a collana legate solo da virgola, senza elementi sintattici di connessione, intercalari come no, cioè praticamente, un rafforzamento tipico del parlato come questa qui, un’espressione del parlato come vabbè e un’espressione poco cortese come emerita deficiente.
Lo scritto Lo scritto si basa sulla vista e fa affidamento, tra l’altro, sulla organizzazione dei paragrafi e dei blocchi di testo, sulla scansione del testo attraverso capoversi, sulla punteggiatura, su artifici grafici come i titoli, il carattere grassetto o corsivo, sull’impaginazione. Se si vuole migliorare, quindi, la propria competenza linguistica scritta, occorre anche padroneggiare gli aspetti grafici: l’uso del computer sotto questo aspetto è positivo perché abitua molto più della penna a prestare attenzione agli aspetti visivi.
CAP. 9, p. 274
• Dal punto di vista comunicativo, lo scritto riesce a mostrare l’organizzazione delle
•
•
idee. Grazie alle sue facoltà percettive, il lettore può scorrere una pagina con un colpo d’occhio, tornare indietro per stabilire la distribuzione delle idee, i singoli passaggi logici, i nessi sintattici che li esprimono: tutte operazioni che, scrivendo, bisogna saper gestire. Dal punto di vista informativo, il testo scritto si utilizza in assenza dell’interlocutore: per questa ragione, ciò che è utile alla comprensione deve essere il più possibile esplicito oppure recuperabile per il lettore di ogni tempo e di ogni luogo. Ciò non esclude la presenza di informazioni implicite o colmabili per inferenza, ma il grado di esplicitezza in un testo scritto deve comunque essere sempre elevato. Dal punto di vista linguistico, lo scritto di solito riesce a proporre forme linguistiche che trasmettono sfumature di significato che nel parlato non sono curate: certi usi del congiuntivo, certi tipi di subordinata, certa precisione sintattica, la scelta di parole più appropriate. La capacità di legare sintatticamente più idee e di farle diventare una struttura unica non è semplicemente questione di stile, bensì una forma di interpretazione dei fatti: messi in relazione reciproca in un certo modo, i fatti non vengono solo “detti”, ma anche “spiegati”.
CAP. 4, pp. 96-97
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14
Parte I • LINGUA “ADULTA” E COMPETENZE LINGUISTICHE
Il parlato si affida all’orecchio, punta all’efficacia immediata della comunicazione, anche facendo riferimento al contesto, e si basa su una costruzione del discorso che si sviluppa progressivamente. Lo scritto si affida alla vista e rende, quindi, visibile l’organizzazione delle idee, ha elevato grado di esplicitezza e una più complessa struttura linguistica.
Effetti negativi del parlato sullo scritto: le frasi “a collana” Un periodo ben costruito ha una principale riconoscibile fra altre proposizioni e dei nessi logici chiari espressi dalle congiunzioni. Uno degli effetti più evidenti del parlato sullo scritto è la scarsa organizzazione dei periodi, che spesso emerge negli scritti scolastici. In questi casi, le frasi risultano costruite come infilando una collanina di perline su un filo (frasi “a collana”), con nessi poverissimi fra un pensiero e l’altro, nessi costituiti il più delle volte dalla sola virgola, come in questo esempio in cui almeno tre virgole sono poco adatte: Atticus è un padre dalle molte doti, come quella di avere una mira degna di un cecchino o quella di essere talmente coraggioso da voler aiutare una persona di colore, una cosa in sé assurda in quel contesto, combattere per i diritti di un negro negli anni Trenta è come buttarsi dall’aereo senza paracadute; i negri, negli anni Trenta non avevano diritti, quando un negro entrava da persona «libera» in un tribunale ne usciva sicuramente «colpevole» in quanto negro, per Atticus il fatto che la camera di consiglio durò 7 ore era già una vittoria. La soluzione a un periodo informe, come quello riportato sopra, non può coincidere tuttavia con un periodo breve. Quest’ultimo risulta infatti solo spezzettato, ma non ben formato, come si capisce dal seguente esempio: Enea è il personaggio principale di tutta l’opera. Viene descritto come un uomo pio, premuroso della sorte dei compagni. È destinato a subire tante pene e angosce a causa dell’ira degli dei. Non viene descritto come un eroe tradizionale anche se Enea avrebbe desiderato esserlo. È destinato ad essere profugo a causa di una profezia. Enea incoraggia i suoi compagni e piange per le loro sorti. Proviamo ora a modificare alcune frasi “a collana”, per esempio: Enea è un eroe anomalo, se morisse in mare non morirebbe da eroe, avrebbe preferito morire in guerra che sopravvivere, lascia Troia da perdente e non sa dove andare. In questa frase è possibile individuare due concetti diversi separabili con un punto: Enea è un eroe anomalo perché avrebbe preferito morire in guerra piuttosto che sopravvivere e (pensa che) se morisse in mare non morirebbe da eroe. È un eroe anomalo anche perché lascia Troia da perdente e vaga senza una meta. Ecco un altro periodo, in cui troviamo alcuni connettivi, ma che può essere migliorato: Eolo è il dio dei venti, che viene corrotto da Giunone, egli però non vuole essere coinvolto nella meschina vendetta della dea, infatti non accetta la ricompensa, questo sottolinea l’autorità della moglie di Giove ma anche la correttezza di Eolo. In questa frase si può migliorare la sintassi modificando i soggetti e distinguendo attraverso il punto fermo il fatto da una considerazione su quel fatto:
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1. Dal parlato allo scritto: i registri
Giunone cerca di corrompere Eolo, il dio dei venti, che però non vuole essere coinvolto nella meschina vendetta della dea, e perciò non accetta la ricompensa; questo fatto mostra l’autorità della moglie di Giove ma anche la correttezza di Eolo. Per migliorare lo scritto può essere utile esercitarsi a individuare e correggere le frasi “a collana”, trasformandole in periodi sintatticamente costruiti. Una buona sintassi, infatti, è il segno del passaggio dal parlato allo scritto.
Standard e neo-standard Alcuni aspetti presi dal parlato possono essere accettati anche nella lingua scritta. Si indica con l’espressione “italiano dell’uso medio” oppure “neo-standard” (per distinguerlo da un italiano “alto” o “standard”) una varietà della nostra lingua che tende ad accogliere innovazioni che un tempo venivano corrette come veri e propri errori. Non si tratta di una varietà utilizzata da categorie di persone poco colte (italiano popolare), come poteva accadere un tempo, ma di una nuova “lingua nazionale” usata anche in situazioni meno formali, a prescindere dal livello culturale di chi la usa. L’“italiano dell’uso medio” o “neo-standard”, pur non essendo scorretto, non sempre è accettabile (dipende dalle circostanze e dal genere di testo). Questa forma di bilinguismo, almeno nella nostra lingua, ha spiegazioni storiche (in Italia è esistita una distanza fra italiano parlato e italiano scritto fino almeno alla metà dell’800) e va considerata un fenomeno di cui prendere atto. Le caratteristiche dell’italiano neo-standard, con distribuzione ineguale dei diversi fenomeni a seconda delle regioni, sono le seguenti: 1. semplificazione del sistema dei pronomi e dei dimostrativi e loro posizione: lui arriva domani (lui, lei, loro usati come soggetto) gli dico (al posto di a lei o a loro) l’hai detto te (al posto di tu soggetto) dammi quel libro che hai in mano (scomparsa di codesto) me lo puoi dare (al posto di puoi darmelo) c’hai ragione! (col verbo avere: ci attualizzante) il giorno che ti ho incontrato (che polivalente) 2. selezione e diverso uso delle congiunzioni e degli interrogativi: dato che, al momento che al posto di poiché come mai, com’è che al posto di perché cosa? al posto di che cosa? 3. semplificazione del sistema verbale:
Se lo sapevo non venivo (indicativo al posto del congiuntivo per l’ipotesi) L’anno prossimo vado a Londra (presente al posto del futuro) Credo che non viene più (indicativo per la valutazione di un fatto) Mi chiedo come puoi dire una cosa simile (indicativo per la domanda indiretta) 4. ridondanze e ripetizioni:
mentre invece di questo non ne voglio parlare questo qui, quello lì
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Provengono dal parlato, ma sono presenti nello scritto, forme come: 5. frasi “marcate” e ripetizione del pronome:
GLOSSARIO coordinazione, subordinazione
I debiti bisogna pagarli (anticipazione dell’oggetto a sinistra) L’ho comprato io il giornale (spostamento del soggetto a destra) È un’ora che cerco di telefonarti (frase scissa) C’è tuo fratello che ti cerca (ci attualizzante e scissione della frase) 6. prevalenza della coordinazione sulla subordinazione:
Ho studiato ma ho preso lo stesso un brutto voto Vengo da te così ne parliamo Le caratteristiche del neo-standard sono quasi sempre accettabili nel parlato, mentre continuano a essere sentite come inaccettabili in alcune forme più controllate dello scritto. Per questo bisogna conoscere i diversi registri del linguaggio.
2 I registri linguistici I registri linguistici sono come delle famiglie di espressioni che possono risultare adeguate in un certo contesto, ma che non lo sono in un altro. A seconda della situazione, può essere opportuno un linguaggio più familiare, meno curato, più vicino al parlato, oppure un linguaggio più curato, più preciso, più vicino allo scritto. La situazione, o contesto, cambia a seconda del mezzo (scritto/parlato, ma anche mail/raccomandata), degli interlocutori (amici/estranei), del tipo di testo (legge/sms), dell’argomento (finanza pubblica/ricetta di cucina). A seconda del registro cambiano le scelte lessicali. Non si usano negli stessi contesti: sventurato, sfortunato, scalognato, iellato, sfigato (dal più “alto” al più “basso”) Cambia anche la sintassi; l’uso della subordinazione e di modi verbali più espressivi, ad esempio, non è colloquiale, ma è tipico di una lingua scritta più curata: Sebbene in passato la classe politica annoverasse brillanti oratori, oggi tende sempre di più a mettersi al livello dell’ascoltatore medio, perdendo qualunque aura di autorità.
La scelta del registro deve mantenersi coerente all’interno del testo: se il lessico è curato, la sintassi non può essere sciatta (e viceversa). Un testo professionale che a un certo punto assumesse un registro colloquiale e giovanilistico sarebbe considerato sconveniente: Il convegno aveva visto la partecipazione dei rappresentati delle associazioni professionali del settore, che si erano succeduti al microfono. A metà dei lavori i dirigenti se ne erano fregati dell’ordine stabilito dal programma e ciascuno era intervenuto come gli girava (?).
CAP. 8, p. 229
Chi non è ancora esperto a volte non distingue fra le parole colloquiali e quelle più complesse, rischiando involontariamente di mescolare i registri (mistilinguismo): A furia di spifferare a destra e a manca tutto quello che veniva a sapere, ne ha ricavato un irreparabile danno d’immagine (quest’ultima espressione è troppo colta per un contesto parlato come quello della espressione che la precede, e può risultare ridicola).
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1. Dal parlato allo scritto: i registri
Questo tipo di commistione dei registri (detta anche mistilinguismo) è però ammessa nella prosa brillante, come, ad esempio, quella di alcuni giornalisti, che vi ricorrono per ottenere particolari effetti, per lo più improntati all’efficacia espressiva. I registri linguistici si definiscono come famiglie di espressioni il cui uso dipende dal contesto. Quest’ultimo muta in relazione ai mezzi utilizzati, agli interlocutori, al tipo di testo e all’argomento.
Il mezzo linguistico Se lo scritto rappresenta già di per sé un mezzo distinto dal parlato, esso a sua volta può manifestarsi attraverso diversi canali (cioè strumenti materiali), che incidono sul modo in cui si organizza il testo. L’invio di una semplice comunicazione di carattere informativo tramite posta elettronica (per es. relativa all’affitto di un appartamento) risulterà meno impegnativo e, in certi casi, ammetterà persino un linguaggio colloquiale: Gentili signori, purtroppo, non avendo più ricevuto da voi la conferma per l’affitto dell’appartamento di Albenga per la prima settimana di agosto, l’ho affittato ad un’altra famiglia che mi ha dato subito la caparra, mi dispiace. Al contrario la raccomandata costituisce un tipo di spedizione postale caratterizzata da ufficialità, in quanto serve a dimostrare, a ottenere la prova dell’avvenuto inoltro della comunicazione: essa pertanto richiederà un linguaggio complesso e un impegno maggiore da parte dello scrivente nell’organizzare il testo. Consideriamo questo esempio: Con la presente il sottoscritto Mario Rossi nato a Bellinzona il 29.11.1953 e residente a Rovigo in via Bruto Cassio n. 345 C.F. xxxzzz53S29E000Z CHIEDE formale disdetta del contratto in oggetto, stipulato in data xx.zz.yy. La presente è inviata con raccomandata A/R e nel momento del ricevimento della ricevuta di ritorno il sottoscritto si riterrà non più obbligato in alcun modo nei vostri confronti, ancor più a pagamenti non giustificati nel contratto e penali. La parola chiede, posizionata al centro in lettere maiuscole, è un importante elemento grafico formale. Infatti, quando una parola come “dichiara”, “certifica” ecc. si trova evidenziata in modo analogo in un documento ufficiale firmato da un’autorità competente, essa “fa avvenire” quello che sta comunicando; in presenza di verbi come “autorizza”, oppure “ordina”, la parola stessa dà luogo a precise conseguenze giuridiche: Il Sindaco, visto … considerato … ritenuto che …. ORDINA la demolizione del muro pericolante. Il testo di questo esempio indica dunque che, dal momento in cui il sindaco ha firmato l’ordine, le squadre operative acquistano il diritto/dovere di eseguirlo. I mezzi incidono sull’organizzazione di un testo. Se caratterizzati da un certo grado di ufficialità, essi comportano il ricorso a un linguaggio complesso e, in alcuni casi, a specifici elementi formali.
17 CAP. 8, p. 235
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Interlocutori e competenze socio-linguistiche Ci si esprime in modo diverso anche a seconda dell’interlocutore e del contesto sociale. Parlare con un amico coetaneo o con un adulto sconosciuto richiede un adeguamento delle espressioni e del tono, che saranno più amichevoli e confidenziali con l’amico, più controllati con l’adulto. Ad esempio: Ehi, vieni un attimo, dammi una mano (al coetaneo) Scusi, le dispiacerebbe aiutarmi? (all’adulto sconosciuto) Una stessa espressione può essere formulata in modi molto diversi, da quello più elaborato al più popolare, fino a diventare scortese: Mi pregio informarLa che la nostra venuta non rientra nell’ambito del fattibile (addirittura arcaico)
Vogliate prendere atto dell’impossibilità della venuta dei sottoscritti (molto formale) La informo che non potremo essere presenti (adeguata a uno scritto fra estranei) Sa, non possiamo venire (ancora usando il lei ma più colloquiale) Mica possiamo venire, eh (parlato, popolare) Ehi, apri ‘ste orecchie, col cavolo che veniamo (così è decisamente scortese) Il registro non è solo una regola linguistica: è una forma di rispetto verso l’altro, è saper trovare il tono giusto per comunicare. L’uso della lingua secondo relazioni sociali adeguate si impara nel tempo: il bambino tratta familiarmente lo sconosciuto e l’amico, il grande e il piccolo, e solo lentamente riesce a controllare il proprio linguaggio. Del registro, inteso in questo senso più ampio, fanno parte molti aspetti.
• Distinguere quello che si può o non si può dire: un detto popolare recita “non si parla di corde in casa dell’impiccato”, per dire che un discorso mal controllato può dare dispiacere all’interlocutore e renderlo mal disposto. • Avere ben presente la differenza fra dare del tu e dare del lei fa parte della scelta del registro. Già nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di I grado spesso si passa da: ciao maestra! a Salve, prof.! Questa espressione però non andrà più bene all’università, dove sarà preferibile Buongiorno, professore. Capire la situazione in cui possono essere ammesse parole inopportune o addirittura • volgari, che in certi contesti sono stonate e inaccettabili. È importante, in termini di capacità di relazione, saper evitare espressioni brusche, o una franchezza eccessiva. • Saper tenere conto dei ruoli. Dire al preside Sono disponibile a incontrarla alle 11 risulta scortese e linguisticamente inadatto: è il preside, infatti, che si rende disponibile. Lo studente non è un “pari grado” del preside e quindi dovrà chiedergli con gentilezza se potrà riceverlo in quel certo orario: Sarebbe disponibile per un colloquio domani alle 11? La capacità di usare in modo opportuno i registri si apprende con l’esperienza di discorsi, conversazioni e testi legati a differenti situazioni. Parlare esclusivamente con gli amici di argomenti legati alla quotidianità non garantisce alcun progresso in tal senso; viceversa, andare a scuola, viaggiare, conoscere persone appartenenti a contesti diversi da quello familiare aiuta ad ampliare le proprie esperienze, sia relazionali sia espressive.
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1. Dal parlato allo scritto: i registri
La scelta del registro non è soltanto una questione linguistica, ma anche sociale, in quanto è influenzata dalla relazione con i diversi interlocutori coinvolti nella comunicazione e dal contesto in cui essa si svolge.
Tipi di testo La varietà dei registri si definisce anche in rapporto al testo: tra una conversazione per strada fra due conoscenti e il testo della Costituzione italiana, che assumiamo come i due estremi, ci sono in mezzo tantissimi generi di testo, che si differenziano per contesto, interlocutore e, appunto, registro. Per semplificare, possiamo ricondurre i testi a tre grandi categorie: molto controllati, mediamente controllati, piuttosto liberi (ma non sgrammaticati!). Molto controllati:
testi scientifici, accademici, testi di legge, documenti ufficiali, regolamenti vincolanti, atti pubblici… Mediamente controllati: manuali scolastici, articoli di giornale, avvisi al pubblico, lettere o relazioni di lavoro… Piuttosto liberi: mail e scritti personali, diari e autobiografie, post su blog o social, messaggi in chat, scambi di informazioni fra colleghi… Abbiamo lasciato da parte i testi letterari e, in particolare, quelli poetici: entrambi, infatti, si basano sulla creatività espressiva e quindi rientrerebbero nella categoria dei testi “piuttosto liberi”; tuttavia, essi rispondono al contempo a tali regole e vincoli (soprattutto la poesia) che diventa complesso ricondurli a una categoria definitiva. Alcuni criteri per distinguere i testi sono:
• la definitezza dei contenuti, dotati di maggiori o minori vincoli (l’opinione personale è diversa dalla dimostrazione argomentata);
• la completezza del linguaggio e il suo orientamento a maggiore o minore neutralità sul piano emotivo;
• lo scopo, da un massimo a un minimo intento di regolare comportamenti e concetti (è diverso prescrivere, spiegare, o raccontare). Per comprendere meglio, facciamo alcuni esempi di diversi generi di testo: Disposizioni di una banca: Premesso che riveste la qualifica di emigrato il cittadino italiano che, risultando iscritto nei registri anagrafici del comune italiano di residenza, sia espatriato in uno stato estero per svolgervi un lavoro subordinato, per l’accensione del conto in valuta estera il medesimo deve attenersi alle modalità riportate di seguito.
Le disposizioni regolano un comportamento che ha condizioni precise; per questo prevale un linguaggio tecnico in cui i termini sono definiti in modo univoco e non si prestano a interpretazioni e a commenti, ed esplicitano tutto quello che è necessario sapere. Wikipedia (voce enciclopedica): L’emigrato è spinto a cercare un luogo diverso da quello di origine “dove aver miglior fortuna”, quando vengono a mancare le condizioni necessarie al pieno compimento dei suoi desideri. Le motivazioni possono essere le più diverse: economiche, politiche, guerre in atto, persecuzione. La separazione dalla terra d’origine è sempre sentita come una frattura nella vita personale.
La voce enciclopedica dà semplici informazioni che, per quanto corrette, non aspirano a essere una trattazione esauriente e rigorosa; per questo sono ammessi anche mo-
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Parte I • LINGUA “ADULTA” E COMPETENZE LINGUISTICHE
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di di dire come avere miglior fortuna o il riferimento ai sentimenti personali, anche se il senso è comunque abbastanza ben definito. “Pastori”, di Gabriele D’Annunzio (poesia): Settembre, andiamo. È tempo di migrare. / Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori / lascian gli stazzi e vanno verso il mare: / scendono all’Adriatico selvaggio / che verde è come i pascoli dei monti. // Han bevuto profondamente ai fonti / alpestri, che sapor d’acqua natía / rimanga ne’ cuori esuli a conforto, / che lungo illuda la lor sete in via.
La poesia non prescrive e nemmeno informa: ricostruisce un’esperienza umana, e per questo fa ricorso a un paragone preso dal mondo dei pastori (verde come i pascoli dei monti). Le parole vogliono rendere anche l’atmosfera e la percezione delle cose di chi migra, filtrate attraverso la malinconia dell’andarsene (che sapor d’acqua natía / rimanga ne’ cuori esuli a conforto). Queste differenze di registro e di “controllo” si possono trovare all’interno di una stessa tipologia di testo (narrativo, descrittivo, ecc.). I testi possono essere ricondotti a tre categorie fondamentali: molto controllati, mediamente controllati e piuttosto liberi distinti in base al registro linguistico.
Contesti e sottocodici Si definiscono sottocodici le lingue speciali usate in contesti specifici, in cui si trattano argomenti altrettanto specifici e delimitati: il linguaggio del calcio, della politica, della medicina ecc. Ognuno di questi ambiti particolari usa un lessico di parole tecniche e, a volte, anche uno stile proprio. Prendiamo in considerazione qualche esempio:
• Il linguaggio del calcio (o meglio del giornalismo sportivo) utilizza non solo termini propri, ma anche uno stile metaforico molto singolare e spesso termini stranieri: È il 7’ quando Matos entra in area, su di lui cerca la chiusura in scivolata Murillo. Situazione non facile per Massa che battezza il tocco del pallone come effettuato da Murillo, assegnando l’angolo. Questa volta Massa giudica bene e assegna il penalty per l’Inter.
• Il linguaggio dell’amministrazione pubblica, al contrario, utilizza un linguaggio piuttosto formale. Nelle costruzioni sintattiche prevalgono frasi impersonali e un lessico poco frequente: Gentile collega, facendo seguito all’intercorsa conversazione telefonica, desidero una risposta al seguente quesito. CAP. 10, p. 264
• Il linguaggio scientifico, come quello del cosiddetto bugiardino, cioè del foglio di accompagnamento di un medicinale, usa termini specifici. Dal punto di vista stilistico, preferisce le forme passive o impersonali, perché il testo non si rivolge a qualcuno in particolare: La somministrazione delle bustine, contenenti aspartame, è controindicata nei casi di fenilchetonuria. Nei rari casi di reazioni allergiche la somministrazione deve essere sospesa e deve essere istituito un idoneo trattamento.
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1. Dal parlato allo scritto: i registri
In generale, acquisire una effettiva padronanza nell’uso dei sottocodici è possibile se si frequentano gli ambienti in cui essi vengono impiegati, o se si approfondisce lo studio dei campi del sapere che vi ricorrono. I sottocodici sono lingue speciali utilizzate in ambiti specifici e caratterizzate da lessico e stile propri.
3 Saper ascoltare e parlare a scuola A scuola si impara a scrivere, ma anche ad ascoltare (attraverso le attività comuni, le molteplici occasioni di apprendimento, le spiegazioni, i dibattiti) e a parlare (attraverso le relazioni sulle attività, gli scambi continui fra compagni e con gli insegnanti, le interrogazioni) in modo efficace.
Ascoltare in classe Ascoltare è un’attività molto naturale in una conversazione libera. Diverso è il caso di chi sta ascoltando una lezione in vista di un’attività da svolgere o di un’interrogazione da sostenere. In questo caso l’ascolto è finalizzato.
Le domande La prima cosa utile quando si ascolta a scuola consiste nel porsi nella mente delle domande che permettano di seguire la lezione con un’attenzione maggiore:
• Che cosa so già? Di che cosa abbiamo parlato la lezione scorsa? Che cosa è stato • • • •
detto di assolutamente nuovo per me? Quali sono stati i punti fondamentali delle cose sentite? L’insegnante ha fatto degli esempi? Su quali punti l’insegnante ha insistito? Perché proprio su di essi? L’insegnante ha richiamato l’attenzione su cose che adesso bisogna saper fare?
L’attenzione Stare attenti è impegnativo, tanto è vero che ci si stanca. Per ottimizzare l’attenzione occorre:
• tenere presente che più si sta attenti in classe, più sarà facile lavorare a casa; • farsi aiutare dal contesto: il tavolo in ordine, il libro aperto, la matita per gli appunti e il quaderno già pronti; • fare le cose una alla volta: se intanto si tempera la matita si sta meno attenti alle parole dell’insegnante e, se l’attenzione cala, si farà più fatica a riprenderla; • guardare la lavagna o la LIM e magari segnarsi quello che viene scritto, specialmente schemi, diagrammi, disegni; intercettare anche le istruzioni, ossia le indicazioni dell’insegnante su cosa fare e su • come farlo.
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Parte I • LINGUA “ADULTA” E COMPETENZE LINGUISTICHE
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L’azione Ascoltare passivamente è poco fruttuoso; ascoltare attivamente vuol dire anche fare qualcosa:
• se vengono poste domande (dal professore o dai compagni), impegnarsi a rispon• • • •
dere fra sé, anche se non si alza la mano; se il professore dice qualcosa di non immediatamente chiaro, chiedere subito spiegazioni; se mentre si svolge la lezione viene in mente qualcosa di utile (un paragone, un esempio), non aver paura di dirlo a tutti: questo aiuta tantissimo a ricordare, perché si è coinvolti; se si capisce qualcosa di nuovo e importante, provare subito a riformularlo con altre parole: si può anche chiedere “ma allora è così? ho capito bene?”; appuntare sul quaderno quel che diventa chiaro man mano per riprenderlo poi.
Gli appunti Prendere appunti è un’arte che va imparata. Dei buoni appunti sono quelli capaci di:
• cogliere l’idea centrale di quello che viene detto: devo sapere questo, devo fare CAP. 7, p. 186
• •
quest’altro… individuare non solo i contenuti, ma anche i punti e i sottopunti del discorso, il suo svolgimento logico. adottare accorgimenti grafici utili, come sottolineare le parole chiave, fare un asterisco a margine dei sottopunti, usare le rientranze per rendere visibile lo schema logico ecc.
La ripresa Riprendere quello che si è ascoltato è utile se fatto a breve distanza di tempo; è poco utile se fatto dopo due o tre giorni, quando una parte delle nozioni ascoltate è stata dimenticata. Occorre quindi chiedersi:
• Che cosa abbiamo fatto oggi? Quali sono le cose nuove che abbiamo fatto? • Ci sono state domande o interventi importanti? • Il quaderno contiene tutti gli appunti? (meglio confrontare con il quaderno di un compagno)
• Che rapporto c’è fra quello che ho appuntato e il libro di testo? Ci sono cose in più, o in meno?
Parlare in classe Nonostante la sua maggiore flessibilità, il parlato non comporta affatto l’uso di “parole in libertà”, cioè in disordine! In ambito scolastico, lo studente si trova a gestire due categorie principali di parlato: l’interrogazione, anche nella forma della presentazione di un lavoro collettivo, e il dialogo in classe. Infatti non sempre l’apprendimento ha la direzione professore-alunno: spesso l’apprendimento avviene perché si costruiscono insieme spiegazioni, osservazioni, interpretazioni.
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1. Dal parlato allo scritto: i registri
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L’interrogazione
• Parlare di getto non sempre è una scelta efficace. È bene (meglio se si hanno alcuni
•
•
• • • •
minuti per organizzare la risposta) prepararsi una scaletta anche scritta o una serie di punti da trattare, in modo da selezionare i dati pertinenti ed evitare quelli ridondanti o inutili. Accumulare informazioni non è efficace, perché si rischia di essere frammentari. È bene selezionare le informazioni e i concetti significativi a seconda dello scopo, ordinandoli in base a un criterio logico-cronologico, e non dire le cose affastellate o in modo casuale: la scaletta serve appunto ad evitare di dimenticare qualcosa o di riportarla in un ordine sbagliato. Esporre quanto richiesto a partire da un piano precedente è anche segno di autonomia; al contrario, interrompersi e avere bisogno delle domande dell’insegnante per andare avanti è segno di scarsa autonomia. È dunque preferibile porsi da soli le domande: perché, con quali conseguenze, in quale contesto? Bisogna avere presenti le parole chiave del proprio discorso e segnalarle a chi ascolta: “il concetto importante è che… ”. È bene fare dei collegamenti: concetti particolari che si riferiscono a quelli più generali (questo è un esempio di… , la conseguenza è che…). Vanno scelte adeguatamente le parole, che devono essere precise ma non difficili, chiare e non generiche. Ci si può servire utilmente di immagini: se è disponibile l’attrezzatura, è utile proiettare fotografie, schemi, esempi che tutti vedano e che servano alla comprensione.
Il dialogo in classe
• È importante rendersi conto dell’argomento generale, dell’intenzione e del tipo di
• • • •
discorso che si costruisce con l’interlocuzione: il racconto di un’esperienza, l’esposizione di un concetto, la ricerca di una soluzione a un problema, l’argomentazione pro o contro una certa idea… Bisogna intervenire in maniera pertinente, così da rispondere al problema o alla domanda posta in modo coerente con quello che è stato detto prima e portando un contributo in più o una domanda che serva a chiarire. È meglio fornire dati o argomenti a sostegno di quello che si dice: ragioni, esempi, dettagli, in modo che chi ascolta possa restare convinto o ribattere. Occorre misurare il tempo: non parlare troppo a lungo sottraendo tempo agli altri. In ogni caso bisogna usare il registro giusto (tono, linguaggio, regole di cortesia).
Ascoltare e parlare, che sono attività spontanee, possono essere migliorate a scuola e diventare più controllate.
CAP. 7, p. 187
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ESERCIZI
esercizi interattivi
Parlato e scritto 1.
Nei due brani che seguono sottolinea le parole che indicano scelte comunicative, informative e linguistiche tipiche del parlato. a. Giuro che non è una presa di posizione, né voglia di fare il bastian contrario. Gomorra l’ho visto
e non mi è piaciuto per niente. Mentre tutti intorno a me ne subivano gli effetti collaterali (in maniera preoccupantemente simile a quella mostrata da The Jackal), io ne restavo completamente indifferente. Gusti, certamente: ma ho comunque provato ad analizzare questa mia idiosincrasia. Perché Romanzo Criminale mi mette ancora i brividi e mi dà dipendenza mentre con Gomorra ho fatto fatica a finire un episodio? La mettiamo in una top 10, che fa sempre la sua figura. (tratto da Internet) b. Ciao a tutti, io uso queste cuffie “Panasonic RP-HT 160”, le sto usando da 2/3 anni, prima le ha
usate per pochissimo tempo mia sorella. Mi era già capitato che non si sentisse da una cuffia, ma poi muovendo i fili tornava normale. Ora è da un giorno così e penso si sia rotta definitivamente. C’è qualcosa che posso fare? Comunque non mi importa più di tanto perché le ho usate tantissimo, quindi non mi dà fastidio buttarle hanno fatto la loro vita. 2.
Leggi attentamente i brani di seguito riportati. Basandoti sulle parti sottolineate (che riguardano gli aspetti comunicativo, informativo e linguistico), stabilisci per ciascuno se si tratta di un testo scritto o di un testo parlato. Alla fine scegli un brano e fai una breve analisi scritta spiegando come hai valutato ciascuno dei tre aspetti (comunicativo, informativo e linguistico). a. È stata una buona Italia secondo me c’è tanto da migliorare, ci sono alcuni aspetti su cui lavo-
rare, non basta questo all’Europeo ma siamo sulla buona strada. Noi siamo ottimisti e dobbiamo esserlo per forza. Se vai lì senza positività fai poca strada. Dobbiamo avere la sana incoscienza e andare là con le nostre consapevolezze, sarà dura ma venderemo cara la pelle. Oggi come oggi gli avversari sono sempre difficili da battere tutti, ho visto altri risultati sorprendenti come la Germania che ha perso contro la Slovacchia; la Scozia aveva un girone difficile e non era una squadra da sottovalutare, stasera non abbiamo loro concesso nulla a parte una mezza occasione. b. La teoria dei diritti umani contempla due tipi di diritti: quelli la cui osservanza si realizza sempli-
cemente non intervenendo, come il diritto al culto, e quelli la cui attuazione ha bisogno di risorse. Alcuni dubitano che in quest’ultimo caso si possa parlare di diritti. C’è dunque una netta distinzione tra un’interpretazione ristretta (il diritto a procurarsi il cibo mediante i propri sforzi senza essere intralciati) e un’interpretazione ampia (il diritto a ricevere il cibo quando non si è in grado di procurarselo). L’interpretazione ampia garantisce una nutrizione adeguata quando il lavoro o la terra non sono disponibili, e implica dunque l’impiego di risorse per nutrire gli esseri umani. Numerosi governi non accettano quest’interpretazione. Anzi alcuni hanno sostenuto che spendere tempo e denaro per promuovere il diritto al cibo significa sprecare risorse che sarebbe meglio destinare ai poveri. c. Daniele se devo dirti proprio, la canzone Losing my religion l’ha caratterizzata sicuramente la
mia adolescenza, che è legata soprattutto questa canzone a una ragazza ovviamente, a lei,
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1. Dal parlato allo scritto: i registri • ESERCIZI
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quindi insomma una cosa abbastanza ... Quando sento Losing my religion veramente rivivo a pieno tutta la mia adolescenza, però, se devo dirti proprio, il cantante Fabrizio De André, abbiamo ricordato due venerdì fa, è stato il cantante della mia adolescenza; ma io non vorrei soffermarmi su una canzone bensì andare forse anche un po’ più indietro, al periodo delle medie, all’atmosfera delle feste delle medie in cui ogni canzone aveva il suo momento particolare. Quando si ballava tutti insieme, quando c’era il lento, ecco quella era un’atmosfera che ricordo con piacere della mia adolescenza proprio perché è forse l’unica che veramente non si può ricreare, sotto nessun aspetto. 3.
Trasforma i brani dei due esercizi precedenti che possono essere classificati come “parlato” in testi più vicini al registro dello scritto.
4.
Trasforma i seguenti periodi “a collana” in periodi meglio organizzati. a. Gli uomini di colore erano sottomessi ai bianchi, esistevano posti a sedere nei bar per uomini
bianchi ed altri posti per gli uomini di colore, il Sud Africa era diviso. b. Interviene Atena che calma Achille e gli consiglia di rimettere nel fodero la spada e che un giorno
avrà la sua vendetta, questo gesto significava che il guerriero non ricorreva sempre alla violenza. c. Da questa sua azione ho incominciato anch’io a incoraggiare le persone più fragili, essere un
eroe è un dovere perché un mondo di persone che pensano con il cervello sarebbe un mondo dove il più debole non viene sopraffatto. d. L’orologio ha una rotella posta sul lato della cassa che, quando viene tirata verso l’esterno, si
può cambiare l’ora girandola. Sulla ghiera che contiene la cassa ci sono delle tacche, quelle tacche fanno le veci dei numeri infatti ci sono 12 tacche corrispondenti alle 12 ore. 5.
Nelle seguenti frasi, elimina le ridondanze nell’uso dei pronomi; riformula ciascuna frase nei modi possibili. Segui l’esempio.
Non dirglielo a lui che mi hanno dato una multa. (= Non dire a lui che mi hanno dato una multa. oppure Non dirgli che mi hanno dato una multa.) a. b. c. d. e. f. g. h. i. j.
6.
A me mi pare proprio che siano impazziti tutti. Ho cercato di farglielo comprare a lei quel vestito, ma non c’era la taglia. Ce lo dite a noi il vostro segreto? Diglielo tu a loro che non è colpa di quel ragazzo lì. Certe proposte a me non farmele! Ma a te ti è piaciuto questo libro? Sì, gliel’ha consegnato a loro il suo libro. Parlategliene a lei, se volete. Tu a lui glielo faresti un favore? Ma a me chi me lo assicura che verrete?
In alcune delle seguenti frasi sono contenuti grossolani errori nell’uso dei pronomi e delle particelle: trovali e correggili. Segui l’esempio.
Sono stato io a rompere il vetro, ma tu non dircelo a nessuno. (= … ma tu non dirlo a nessuno) Dato che è ammalato, andrò a fargli una visita. (= Nessun errore) a. Se sei sempre annoiato, io non so proprio che farci. b. Questo ragazzo ha fame, direi che è ora di darci da mangiare.
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26 c. d. e. f. g. h. i. j.
7.
Eh no, non puoi sperare di farcelo regalare da me che sono al verde. Via, siamo così curiosi che non puoi lasciarci in ansia. Ha composto una musichetta allegra, ma non vuole farcela ascoltare a nessuno. Se ti chiede di lasciarla dormire qui, non pensare di darci il mio letto. Ho visto molti film, ma non gli ricordo tutti. Le assicuro, signora, che se la incontro le lo farò sapere. I medici non sanno ancora dirli quando verrà dimesso. Se la conosci tutta a memoria, dimostracelo e noi ce ne convinceremo.
Sottolinea nelle seguenti frasi a sinistra e descrivi nella colonna a destra la caratteristica dell’italiano neo-standard che ciascuna di esse contiene. Caratteristica
Ho litigato con Gianni e Luigi. Non gli presterò mai più il tablet. È la solita antipatica: non dargli retta! A Giuseppe gli telefono domani. Dato che il panettiere era già chiuso, non abbiamo potuto comprare il pane. Lei però non voleva diventare monaca. La ragazza era incosciente del destino che era già stato deciso per lei, che proprio perché ancora bambina non lo poteva capire. Come mai non sei andato agli allenamenti? Ci vediamo nel posto che vuoi te. Non sembra che ha già 50 anni. Pensa molto, ma realizza poco.
I registri linguistici 8.
Associa a ogni parola di registro familiare quella corrispondente di registro alto che trovi nell’elenco sotto la tabella. Registro familiare
Registro alto
Registro familiare
opposto
umanitario
svogliato
segreto
morale
onesto
evidente
casa
permesso
ricco
peloso
noioso
solito
inevitabile
terremoto
paura
Registro alto
petulante • sisma • villoso • probo • dimora • fobia • ineludibile • abbiente • abulico • consentito • arcano • consueto • palese • etico • filantropico • antitetico
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Riscrivi le seguenti frasi utilizzando un registro più adatto alla situazione indicata nella colonna di destra. Situazione
Frase
Situazione
in casa
Mi allunghi un altro po’ di spaghetti?
al ristorante
a un amico
Si gela: c’è una coperta?
presso ospiti
alla zia
Ciao, un bacione da Rimini.
al professore
tra amici
Che schifo ‘sto film!
al preside
Frase
10. Riscrivi le seguenti frasi in un registro: a. più basso Registro alto
Registro basso
Abbia la cortesia di avvisare sua madre del mio arrivo Il prolungato maltempo comprometterà seriamente la produzione agricola b. più alto Registro basso
Registro alto
Allora, questo gelato, arriva o no? Su, corri, vai a chiamarlo, è arrivato Luca!
11. Riscrivi i seguenti testi dando loro omogeneità di registro (o solo colloquiale o solo formale). a. Si dà avviso ai signori viaggiatori che siamo in arrivo nella stazione di Genova: mi raccomando,
non lasciate pacchi e pacchettini! b. Madre, la pasta si è leggermente raffreddata: potrebbe cortesemente riscaldarla per 30 secon-
di circa nel forno a microonde, azionato alla massima potenza? c. È compito della Repubblica far fuori gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono
il pieno sviluppo della gente e l’effettiva partecipazione di tutti quelli che faticano all’organizzazione politica, economica e sociale della nostra cara Italia. (cfr. Art. 3 della Costituzione) d. I dosaggi che diamo qui sotto sono consigliati per gente anzianotta e ragazzi dopo che hanno fatto i 14 anni. (bugiardino di un medicinale) e. Mi raccomando, Lucia, metti la cintura quando vai in macchina, onde evitare spiacevoli conseguenze. f. Si rammenta che, a norma di legge, in questo locale è vietato fumare: ai trasgressori facciamo pagare una bella multa di 500 euro. 12. Riscrivi il seguente testo, prevalentemente colloquiale, in uno stile più formale.
Spett. le ditta … S.r.l. Via Moplen 13, Brescia Oggetto: risposta a vostra inserzione Ho letto l’inserzione per il posto di ragioniere che Voi avete messo sul giornale “Lavoro subito” e vorrei propormi. Ho preso il diploma di ragioniere nel 2009 e ho avuto un’esperienza breve ma ec-
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cezionalmente formativa come contabile. Sono una persona affidabile e precisa, me la cavo bene nelle situazioni incasinate e mi piace un sacco il lavoro di gruppo. Sono particolarmente interessato al profilo professionale da Voi richiesto. Mi va bene se devo viaggiare per lavoro o per la formazione. In allegato c’è il mio curriculum vitae. Per favore rispondetemi Saluti Gino Rossi 13. I seguenti termini possono avere due significati, uno generico e uno specifico nel sottocodice della disciplina indicata in parentesi. Con l’aiuto del dizionario, definisci di volta in volta entrambi i significati. Una volta completato l’esercizio, trascrivi sul quaderno dei brevi testi in cui ciascuna parola è usata nei due significati differenti, anche prendendoli da internet. Significato generico
Significato specifico
esponente
(matematica)
acuto
(musica)
sezione
(geometria)
tessuto
(biologia)
obiettivo
(fotografia)
cima
(marina)
dado
(culinaria)
caccia
(aeronautica)
Saper ascoltare e parlare a scuola 14. Osserva l’immagine a fianco, che compare nel capitolo 1 del romanzo di Alessandro Manzoni, I promessi sposi (l’edizione del 1840 era infatti illustrata). Quindi, appunta su un foglio le domande che ti vengono in mente, che possono essere utili per comprendere il contenuto del passo corrispondente. Dopo aver ascoltato il passo, che il tuo insegnante o un tuo compagno di classe leggerà ad alta voce, discuti con i tuoi compagni se le domande hanno centrato il contenuto effettivo del testo e se sono state di aiuto alla sua comprensione.
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15. Ascolta attentamente a libro chiuso la digressione sui bravi presente nel capitolo 1 dei Promessi sposi, che il tuo insegnante o un tuo compagno di classe leggerà ad alta voce; durante una seconda lettura, trascrivi cinque parole del testo che non sono più in uso nella lingua di oggi. 16. Ascolta con attenzione a libro chiuso un passo del libro di storia, che il tuo insegnante o un tuo compagno di classe leggerà per due volte. Durante l’ascolto appunta su un foglio alcune parole chiave, e, terminata la lettura, attorno a esse costruisci uno schema per punti che sintetizzi il contenuto del testo. Poi in classe confronta il tuo schema con quello dei compagni e insieme decidete quale è più utile per lo studio. 17. Ascolta con attenzione un articolo di giornale, che il tuo insegnante leggerà lentamente per due volte. Durante la lettura prendi appunti, e dopo l’ascolto riordinali in modo da ricavare un riassunto del testo. 18. Osserva l’immagine del paesaggio a fianco, dipinto da Vincent Van Gogh (La mietitura, 1888), e descrivila ai tuoi compagni di classe in modo chiaro e corretto. Alla fine, i tuoi compagni dovranno osservare a loro volta l’immagine e valutare la tua esposizione. Per organizzare la tua esposizione, attieniti alla seguente scaletta:
– – – –
tipo di paesaggio; elementi presenti; uso dei colori e delle linee; interpretazione personale.
19. Leggi un articolo di cronaca, tratto da un quotidiano nazionale, e, dopo aver steso una scaletta, riferisci il contenuto ai tuoi compagni di classe. Per farlo, attieniti alle seguenti indicazioni:
– ordina le informazioni in ordine logico-cronologico; – esponi i fatti in modo corretto, coerente e completo; – esponi per un tempo limitato, al massimo per 10 minuti. 20. Scegliete, con l’aiuto dell’insegnante, un argomento che avete già affrontato in classe e che vi ha interessato. Ciascuno di voi pensi a due domande da porre ai compagni che aiutino la comprensione e, sotto il coordinamento di un moderatore, iniziate una discussione in classe. Attenetevi alle seguenti indicazioni:
– parlate per un tempo limitato, ma in modo chiaro e corretto; – non sovrapponete la vostra voce a quella degli altri, ma aspettate il vostro turno; – regolate il vostro intervento su quello che è già stato detto, aggiungendo, correggendo ecc.
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SCRITTURA IN PRATICA
Scrivere una lettera formale Non è facile trovare il tono adatto per per rivolgersi a persone che non si conoscono, oppure con le quali non c’è un rapporto confidenziale, che sia giustamente distaccato ma non artificioso. È ciò che capita quando si scrive per proporre la propria candidatura per uno stage, per richiedere informazioni, per protestare per una situazione scorretta, per iscriversi a un bando di concorso, ecc. Rivolgersi a un ufficio, o a una persona verso la quale manifestiamo rispetto, richiede l’uso di certe forme linguistiche di registro diverso da quello quotidiano. Scrivendo a un’azienda o a un ufficio, nella formula di interlocuzione potremmo usare per esempio Spettabile ditta, spettabile ufficio … Gentile signor preside … Gentile avvocato Egregio signore, Egregio dottor….. Un testo formale deve contenere chiaramente l’argomento e lo scopo, solitamente segnalato come “Oggetto” (es. “richiesta di rimborso per …”). Devono anche essere ben chiari la data, il mittente e il destinatario: questi dati fanno testo in caso di controversia. Come forma allocutiva non si usa il tu. A una singola persona daremo del lei, rivolgendoci a una ditta o a un ufficio potremo dare del voi e usare lo scomparso determinativo codesto: Vi confermo che ho provveduto all’invio di … Faccio presente a codesto ufficio che … Se il registro è molto formale si può usare Ella o il plurale Loro. I pronomi riferiti al destinatario possono in certi casi essere scritti con la lettera maiuscola: Mi rivolgo a Lei per … Le formule di chiusura sono varie: In attesa di gentile riscontro porgo rispettosi saluti (più freddo) Con i miei migliori saluti (più disinvolto)
ESERCIZI 1.
Nelle seguenti lettere rintraccia tutte le formule linguistiche proprie di una lettera formale. Utilizzane poi alcune per comporre una lettera a un destinatario scelto da te.
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1. Dal parlato allo scritto: i registri • SCRITTURA IN PRATICA
Spett.le Rossi e C. Viale Forlanini 698 Milano Milano 13/5/2017 Oggetto: risoluzione acquisto Citroen DS19 Faccio seguito ai ripetuti solleciti effettuati sia telefonicamente sia a mezzo comunicazione fax, invitandovi a volermi rimettere l’importo di euro 600, dopo l’intervenuta risoluzione della proposta di acquisto dell’autovettura Citroen DS19. Nonostante la vs. conferma telefonica che la restituzione sarebbe avvenuta a mezzo bonifico bancario con valuta 12/5/2017, il vs. rappresentante Rag. Bianchi ha ulteriormente procrastinato il pagamento senza stabilire un termine e senza giustificazione alcuna. Vi faccio presente che al solo fine di evitare un inutile contenzioso avevo confermato la mia volontà di trovare una soluzione negoziale (via telefono il 28/4/2017), e ciò su vostra esplicita richiesta. Qualora la restituzione non avvenga nel termine di 7 giorni con le modalità pattuite, mi riservo di adire le vie legali e di promuovere ogni opportuna azione che tenga conto sia del ritardo nella restituzione sia del danno per quanto è avvenuto. Distinti saluti Giuseppe Verdi Via Leoncavallo 766 Milano
Egregio dott. Roberto Bianchi Responsabile del Personale Il Pozzino S.p.A. Via Bergognone 244 11100 AOSTA Aosta, 5 novembre 2002 Oggetto: ricerca responsabile PR. Vs. inserzione del 4 novembre 2002 su “La Vallée Notizie” Egregio Dottore, ho da poco conseguito il diploma di corrispondente in lingue estere e ho una buona conoscenza sia della lingua inglese sia di quella francese. Rispondo all’inserzione della Sua azienda perché ritengo di possedere i requisiti e lo spirito di iniziativa richiesti. Ho avuto modo di mettere alla prova quest’ultima capacità in altre occasioni, come potrà rilevare nel curriculum allegato. RingraziandoLa per l’attenzione rimango a Sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento e per un eventuale colloquio. Con i migliori saluti. Sara Michelini
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